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Notizie dall'Italia

All'età di 92 anni viene a mancare Tonino Guerra, poeta e sceneggiatore di fama internazionale. La notizia della sua scomparsa è arrivata dall'Istituto di cultura italiana a Mosca, aveva 92 anni.
Nato a
Santarcangelo di Romagna il 16 Marzo del 1920, era sposato con una russa e frequentava spesso la capitale della Russia. La sua carriera è iniziata nella poesia e nella letteratura, poi dal 1953, in seguito al suo trasferimento a Roma, è diventato subito uno dei più apprezzati sceneggiatori, lavorando con i più grandi registi del nostro tempo, italiani e non, che hanno saputo apprezzare e valorizzare il suo talento: con Fellini ha collaborato per film come Amarcord e Ginger e Fred, con Vittorio De Sica per Matrimonio all'italiana, con Michelangelo Antonioni in L'avventura, La notte, L'eclisse. Nel 1967 ottenne anche la nomination all'Oscar per Blow-Up.
E' stato uno sceneggiatore molto apprezzato anche all'estero, da personaggi del calibro del russo Andrej Tarkovskij e del greco Theo Angelopoulos con cui ha collaborato anche più recentemente ne La polvere del tempo (2008).
Nel 2010, per i suoi 90 anni, ha vinto il
David di Donatello alla carriera.
Ma
Tonino Guerra sarà ricordato dai più per aver prestato il suo volto agli spot tv: infatti, dal 2000 era diventato testimonial della catena di negozi UniEuro, creando il tormentone dell'ottimismo, con lo slogan"L'ottimismo è il sapore della vita!".

Una statistica del Corriere di Milano ha rilevato, che in Italia non vi è soltando una fuga di cervelli ma, anche una fuga di pensionati. La metà preferita dei nostri pensionati sarebbe Santo Domingo, ovvero zone calde si, ma dove la vita costa molto meno e ci si può arrivare con la misera pensione italiana.

Infatti l'Inps è già da diversi mesi che accredita pensioni su conto correnti che risiedono nella parte Caraibica del pianeta.

Continua sempre questa statistica dicendo che: in questi posti tra bollette e affitti la somma da versare non supera i 150,00 €, mentre per quanto riguarda la salute, c'è bisogno di fare un'assicurazione privata che va intorno alle 600,00 €.

La maggior parte dei nostri pensionati sono bresciani, romani e bergamaschi, la gente del posto ha ormai intitolato alcune spiagge: “spiagge Inps”.

Dopo i Caraibi, la seconda metà preferita dai pensionati italiani è il Brasile. La nazione carioca conta circa 400 mila ex lavoratori italiano che hanno pagato un biglietto di sola andata per il posto più allegro del continente.

Il terzo posto, come metà ambita dai pensionati, è la Thailandia, ma non disdegniamo neanche posti come Madagascar e Marocco.

E' nata, la prima bambina in Italia dopo un trapianto di ovaia, la piccola si chiama Aurora. La gravidanza ha avuto un decorso regolare partorendo con taglio cesareo, Aurora pesa 3.670 grammi.
Aurora è nata dal trapianto, poiché la mamma Rosanna, 29 anni, era affetta da una forma di beta talassemia, ed è riuscita a portare a termine la gravidanza grazie ad un autotrapianto del proprio tessuto ovarico, che era stato crioconservato prima dell'inizio della chemioterapia. Rosanna, quando aveva 21 anni fu sottoposta ad un trapianto di midollo osseo da donatore familiare, che richiedeva una preventiva chemioterapia ad alte dosi. Prima che inizziasse la chemio, era stata sottoposta a chirurgia laparoscopica, nel corso della quale erano state eseguite biopsie ovariche multiple. La forte chemio, l'avrebbero resa sicuramente sterile, ma con il congelamento del tessuto ovarico prelevato, ricco di ovociti, è stato possibile rendere Rosanna una mamma felice.

Gli ottimi risultati sono stati ottenuti grazie al lavoro dell'équipe universitaria che fa capo alla Clinica universitaria di Ginecologia ed Ostetricia dell'ospedale Sant'Anna di Torino, diretta dalla professoressa Chiara Benedetto. L'aspetto della crioconservazione e del ripristino della fertilità è stato seguito dal professor Alberto Revelli, con le dottoresse Elisabetta Dolfin, Luisa Delle Piane, Francesca Salvagno ed Emanuela Molinari, mentre gli interventi laparoscopici sono stati eseguiti dal professor Gianluigi Marchino.



E' di cinque morti il bilancio dell'ultima tragica traversata di migranti a bordo di un gommone diretto dalla Libia a Lampedusa. La capitaneria di porto ha soccorso l'imbarcazione in avaria in acque di competenza libica. Sul natante c'erano in tutto 57 persone.

Sono preoccupanti le condizioni di alcune donne, che sono state trasportate in ospedale. La richiesta d'aiuto era partita la notte scorsa da un telefono satellitare, quando l'imbarcazione si trovava a oltre 80 miglia a Sud della maggiore delle Pelagie. A Trapani, invece, cinque migranti sono stati salvati dopo essere rimasti aggrappati a una boa di segnalazione. La barca su cui viaggiavano si era infatti arenata nel fondale basso.



Le Organizzazioni lanciano un grido di allarme e chiedono attenzione dal Governo e dal Parlamento: l’Imu avrà effetti devastanti sulle imprese; non si può accettare un aumento di cinque volte delle tasse.
L’agricoltura ha un valore strategico per la ripresa del Paese

Manifestazione di Cia, Confagricoltura e Copagri a Roma in piazza Montecitorio davanti alla Camera dei Deputati. I presidenti Giuseppe Politi, Mario Guidi e Franco Verrascina lanciano l’allarme: così si mette a rischio il futuro di migliaia di aziende. Un “salasso” di 1,5 miliardi di euro dall’imposta sui fabbricati rurali e sui terreni agricoli. Sugli imprenditori pesano troppi costi, dal caro-gasolio agli oneri contributivi. A questi si aggiungono i pesanti danni (oltre 500 milioni di euro) causati dal maltempo. Il settore è in crisi e serve una nuova politica agricola  nazionale, soprattutto in vista della riforma Pac post 2013.

Quintuplicare la tassazione in agricoltura significa mettere fuori mercato più di 200 mila imprese. Per tale motivo chiediamo di rivedere l’impatto dell’Imu, dal momento che l’imposizione fiscale anche sui fabbricati rurali, strumentali all’attività di coltivazione o di allevamento, è una profonda iniquità, che non trova giustificazione alcuna. Per questo diciamo un fermo “no” all’Imu così com’è posta. Un’imposta assurda e penalizzante che determinerà un vero e proprio “salasso” da 1,5 miliardi di euro, rispetto agli attuali 300 milioni circa di gettito, ai quali potrebbero aggiungersi altri 2-3 miliardi di euro per l’accatastamento. Sarà un impatto devastante che metterà in crisi tutto il settore, che già vive un momento di estrema difficoltà, con costi produttivi (in particolare il “caro-gasolio”), contributivi e burocratici giunti ormai a livelli insostenibili. Questo il grido d’allarme lanciato oggi a Roma, durante una manifestazione in piazza Montecitorio davanti alla Camera dei Deputati, dai presidenti di Cia-Confagricoltori Giuseppe Politi, di Confagricoltura Mario Guidi e di Copagri Franco Verrascina.
L’agricoltura è una risorsa vitale per il nostro Paese e non si può -hanno rimarcato i tre presidenti- frenarne la competitività e affossarla con insostenibili tasse. Questo non significa che il mondo agricolo voglia, vista la fase critica che attraversa il Paese, sottrarsi alle proprie responsabilità. Non è stato valutato l’effetto devastante che l’Imu potrà avere sulle imprese agricole. Siamo pronti ai sacrifici, ma non possiamo accettare misure distruttive dell’imprenditoria agricola. Il governo Monti ha fondato il suo programma sull’equità, ma questo provvedimento non è per nulla equo.
Non possiamo assistere passivamente alla fine delle imprese agricole italiane che oggi scontano redditi inferiori a quelli del 2005; al contrario, ci batteremo con determinazione per difenderle e garantire loro un futuro di reali certezze.
Se l’obiettivo del governo è quello di rilanciare l’economia, non si può dimenticare che l’agricoltura ha un ruolo centrale per la crescita del Paese. Ecco perché chiediamo -hanno rimarcato i presidenti di Cia, Confagricoltura e Copagri- una maggiore attenzione da parte del governo, delle istituzioni, delle forze politiche.
Le tre Confederazioni agricole sollecitano che sull’Imu ci sia un adeguato ripensamento. Occorre che la situazione sia analizzata in maniera oculata e vanno verificati quali impatti avrà l’applicazione dell’imposta.
Al Governo in queste ultime settimane abbiamo sollecitato -hanno detto Politi, Guidi e Verrascina- che oggi all’agricoltura, soprattutto in vista della riforma della Pac post 2013 e delle difficili sfide che porrà, serve una politica incisiva che affronti i problemi strutturali, recuperi competività al settore, valorizzando le sue forti risorse intrinseche. Una strategia di ampio respiro che apra nuove prospettive al settore primario che va considerato come un grande protagonista della ripresa e del rilancio del nostro Paese.
Allo stesso modo chiediamo che il Governo intervenga -hanno sottolineato i tre presidenti- anche sul problema del “caro gasolio”, che sta avendo effetti traumatici per le imprese. In pochi mesi, il prezzo del carburante agricolo è cresciuto del 25%, aggravando i costi, già pesanti, che l’agricoltore è costretto a sostenere.
Analogo discorso per i sacrifici richiesti al settore agricolo anche in termini di lavoro e previdenza che tuttora sono insostenibili. Su questo versante ribadiamo l’esigenza di mitigare l’aumento degli oneri contributivi dei lavoratori autonomi agricoli previsto dal governo Monti. E proprio gli autonomi dell’agricoltura -hanno sostenuto Politi, Guidi e Verrascina- sono tra le figure più penalizzate, dal momento che sono stati esclusi dai provvedimenti per la crescita previsti per altri settori.
Una situazione, dunque, estremamente complessa quella della nostra agricoltura che fa, peraltro, i conti con i gravissimi danni subiti, prima per il blocco dei Tir e poi per la disastrosa ondata di maltempo: oltre 500 milioni di euro. Per le aziende colpite è opportuno che vengano bloccati i pagamenti fiscali e contributivi e i mutui e attivati pronti interventi secondo le procedure di legge.
Tartassare ancora il settore significa decretarne la fine e questo -hanno rilevato i presidenti di Cia, Confagricoltura e Copagri- non è assolutamente accettabile. Siamo scesi in piazza perché rivendichiamo il ruolo, l’importanza, ma anche la specificità del settore agricolo.  
Siamo disposti a credere in questo Paese -hanno concluso i tre presidenti- nella misura in cui questo Paese è disposto a credere nell’agricoltura.

Comunicato congiunto