Stato: |
Italia |
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Regione: |
Puglia |
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Provincia: |
Foggia |
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Coordinate: |
41°35′0″N 15°7′0″E/ 41.58333°N 15.11667°E |
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Altitudine: |
543 m s.l.m. |
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Superficie: |
60,95km² |
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Abitanti: |
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Densità: |
26 ab./km² |
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Frazioni: |
Strettola, Dragonara, Villanella, Gautoni |
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Comuni contigui: |
Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Lucera, Pietramontecorvino, San Giuliano di Puglia (CB), Santa Croce di Magliano (CB), Torremaggiore |
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CAP: |
71034 |
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Pref. telefonico: |
0881 |
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Nome abitanti: |
Castelnovesi |
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Santo patrono: |
Santa Maria della Murgia |
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Giorno festivo: |
15 settembre |
Castelnuovo della Daunia è un comune italiano di 1.609 abitanti della provincia di Foggia. In origine venne chiamato Castelluccio degli schiavi facendo riferimento alla presenza in loco degli slavi. Il nome attuale è un composto di "castel" e "nuovo", con ovvio significato. La specifica si riferisce al subappennino pugliese.
TERRITORIO
Con i suoi 600 metri s.l.m., il colle del Mulino a vento è la parte più elevata del territorio. Confina con Casalvecchio di Puglia, Lucera, Pietramontecorvino e Torremaggiore. Fa parte della Comunità Montana Monti Dauni Settentrionali. Il suo clima rispecchia quello delle comunità montane ossia un inverno abbastanza freddo dove si raggiungono i 2°C ed estati fresche che non superano i 20°C.
STORIA
Il nome originario del paese fu Castrum Sclavorum o Cstelluccio de’ Sclavis, in quanto fu fondato dagli Schiavoni, popolazioni slave che, provenendo dall’Illiria (l’attuale Dalmazia), approdarono sulle coste pugliesi in tre ondate successive nel 642, nell’871 e nel 926. Spingendosi nell’interno alcuni gruppi di Schiavoni raggiunsero questa zona, coabitando pacificamente con una comunità italo-greca già presente sul posto. Da quella fusione nacque quest'abitato, uno dei tanti borghi fortificati da mura (castra), edificati in quei frangenti sui colli del Subappennino.
Nell’ XI secolo il paese appartenne a Rogerio de’ Parisio, cui si deve probabilmente la costruzione del palazzo baronale (oggi sede del Municipio). Dai de’ Parisio si passò poi alle mani di Roberto II Conte di Loritello (Rotello), che nel 1118 lo donò al Vescovo di Bovino.
Nel 1187 appartenne a Guglielmo Borrello, mentre nel 1273 appartenne ai d’Alemagna, per passare ai d’Acerno nel 1291 e tornare nuovamente ai d’Alemagna, nel 1352. Signore del paese fu, nel 1400, Ursillo Minatolo. Il paese passò infine nelle mani dei potenti de’ Sangro, sotto i quali divenne marchesato, modificando il suo nome originario in Castelnuovo ai quali appartenne fino alla emanazione delle leggi eversive dell feudalità nel 1806.
Tra il 1468 ed il 1476 si riversò nell’abitato un cospicuo numero di profughi albanesi, sfuggiti ai massacri compiuti nella loro terra dai Turchi. A causa delle tante differenze la difficile coesistenza con questi profughi si protrasse oltre i primi decenni del 1500, quando gli Albanesi abbandonarono l'abitato per popolare il vicino casale che dipendeva da esso e poi diventato Casalvecchio di Puglia.
Il 18 Aprile 1863, infine, il paese acquisì il nome odierno su decisione del Consiglio Comunale, che volle distinguerlo dai molti omonimi Comuni entrati a far parte dell’entità nazionale da poco acquisita aggiungendo a Castelnuovo la denominazione della Daunia.
GONFALONE
Scudo incrociato con decorazioni e la raffigurazione di un castello con alberi sullo sfondo del cielo; sovrastato da corona di marchese con ornamento di rami d'ulivo.
MONUMENTI
Castello Casa Comunale
Sebbene sia stato restaurato di recente, il palazzo conserva ancora, nelle sue linee, tracce evidenti dell’originaria funzione difensiva. Come riporta l’epigrafe sul lato destro del cortile di accesso.
Costruito dai de’ Parisio, padroni del paese nell’ XI secolo. “Formato a modo di castello”, con mura poderose e fossati tutt’intorno, perse gradualmente le sue caratteristiche più spiccatamente militari, trasformandosi in palazzotto signorile. Appartenne ai de’ Sangro per oltre tre secoli, fino al 1806, per essere poi donato al Beneficio della parrocchia.
Ceduto in enfiteusi alla famiglia Trotta nel 1901, il palazzo fu successivamente venduto alla municipalità nel 1937.
Palazzo nobiliare dei de’ Parisio prima e castello dei de’ Sangro poi, fu quindi dimora di don Francesco Trotta, per essere in fine donata alla chiesa, nel 1945, da suo figlio Giovan Battista.
Presenta un ingresso gentilizio, con ampio atrio e una doppia rampa di scale che conduce all’arioso ballatoio; sulle volte delle due sale principali, preziose decorazioni della seconda metà del XVIII secolo riproducono scene mitologiche che accrescono lo sfarzo della vetusta dimora.
LUOGHI DI CULTO
Chiesa di Santa Maria della Stella
Dedicata a Maria SS. della Stella, sita in località “Strettola” a protezione dei campi e delle messi.
La festa a Lei dedicata è la seconda domenica di Maggio, l’usanza delle “compagnie” di fedeli che si recavano alla chiesetta a piedi, attraverso i campi, la sagra di squisito sapore contadino, che si teneva in occasione della festa e che si concludeva con la suggestiva gara “dei sette solchi o degli importatori”, sono tutti elementi che concorrono a fare della Madonna della Stella la Patrona dei nostri campi.
Sono motivi che richiamano alla mente un’antichissima festa liturgica a carattere agricolo, celebrata in Oriente e legata al nome di Maria, invocata con il titolo di Nostra Signora delle Spighe. È significativo il fatto che questa ricorrenza cadesse il 15 Maggio, in quanto la nostra Madonna della Stella è venerata proprio nella seconda domenica di Maggio.
Chiesa della Madonna Incoronata
Costruita nel 1703, venne consacrata nel 1717 dal Cardinale Orsini Arcivescovo di Benevento, come ricordano le due epigrafi nei pressi dell’altare maggiore. Vi si conservano una bella statua lignea della Madonna Incoronata degli inizi del XVIII secolo, la grande pala raffigurante la “Vergine Incoronata Regina tra i Santi Donato Vescovo e Filippo Neri”, del 1707 e la pala de “Il Sangue Sparso”, anch’essa dei primi anni del 1700.
Chiesa Matrice
La costruzione ha avuto inizio nell’anno 1199, come riporta l’epigrafe in caratteri beneventani collocata nel transetto di sinistra, a lato dell’accesso alla sagrestia. La struttura della Chiesa ha subito nel tempo profonde trasformazioni, ingrandendosi di pari passo con lo sviluppo dell’abitato. Murato l’originario portale del sec. XIII, nel secolo successivo ne fu aperto un altro sul fianco destro e venne innalzata la massiccia torre campanaria. Alla base della stessa, un'epigrafe accenna al “venerabile Vescovo Rainaldo”, che resse le Diocesi di Volturara, di cui Castelnuovo faceva parte nel 1300. Interessanti sono il ciborio in pietra, del 1532, la fastosa Cappella intitolata alla Protettrice del paese, con stucchi del XVII secolo, la Cappella della Famiglia Tomacelli, con relativo cenotafio, del 1697, l’organo con balaustra e cantorìa, degli inizi del ‘600, la statua lignea del beato Urbano V Papa, di fine XVI secolo, il Crocefisso del XIV secolo e diverse belle tele, databili tra il XVII ed il XVIII secolo.
Chiesa di San Nicola Vescovo
Ricostruita nei secoli XVII - XVIII sui resti di una chiesa preesistente, è caratterizzata da un timpano curvilineo e da un agile campanile. L’interno è molto semplice, a navata unica, con volte a crociera sorrette da pilastri. Pregevoli sono la tela raffigurante i santi “Biagio , Nicola e Antonio Abate”, databile fine XVII inizi XVIII secolo, la statua lignea della Madonna Addolorata, del XVIII secolo, e la statua a conocchia d San Nicola Vescovo, sempre del XVIII secolo.
Chiesa della Maddalena e convento dei Frati Minori
Eretti nel 1579 ad opera di don Francesco de’ Sangro, marchese di Castelnuovo.
Lo stemma araldico della famiglia campeggia ancora oggi sulla cornice del quadro raffigurante la “Madonna con la Maddalena e il beato Oderisio de’ Sangro”, posto nell’abside e sui peducci della volta che sovrasta l’altare maggiore. Nel corso del ‘700 le volte della chiesa persero l’originaria semplicità delle loro linee, arricchendosi di motivi ornamentali a stucco che simboleggiano quanto fulgida e copiosa sia stata nei secoli la gloria dei de’ Sangro.
Di rilievo sono il ricco portale, proveniente dal dirupo Convento di San Matteo in Scurgola, l’organo con balaustra finemente decorata del 1703, la statua lignea dell’Immacolata Concezione del 1763, opera di Paolo Saverio Di Zinno, diverse tele di Benedetto Brunetti, databili tra il 1680 ed il 1685, ed altri interessanti dipinti del ‘600 e del ‘700.
Molto interessanti sono anche il bel chiostro cinquecentesco con la grande cisterna, la sala “G.B.Trotta” al piano superiore del convento, dove è esposta tutta una serie di arredi sacri databili fine ‘600 e inizi ‘900, dove hanno trovato collocazione alcune tele del ‘700 e due ricchi reliquiari dei secoli XVII – XVIII.