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Stato: |
Italia |
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Regione: |
Puglia |
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Provincia: |
Foggia |
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Coordinate: |
41°36′0″N 15°7′0″E/ 41.6°N 15.11667°E |
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Altitudine: |
468m s.l.m. |
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Superficie: |
31,72 km² |
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Abitanti: |
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Densità: |
65,6 ab./km² |
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Comuni contigui: |
Casalnuovo Monterotaro, Castelnuovo della Daunia, Pietramontecorvino, Torremaggiore |
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CAP: |
71030 |
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Pref. telefonico: |
0881 |
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Nome abitanti: |
Casalvecchiesi |
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Santo patrono: |
Madonna delle Grazie compatrono San Nicola di Bari |
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Giorno festivo: |
Terza domenica di maggio, terzo lunedì di maggio |
Casalvecchio di Puglia è un comune italiano di 2.001 abitanti della provincia di Foggia, in Puglia. Ha conservato in parte la cultura arbëreshë e l'uso della lingua albanese. La prima parte del nome deriva dall'accostamento della parola "casale" con l'aggettivo "vecchio". Il termine casale deriva dal latino casalis che nel medioevo assunse il significato di "insieme di case difese da mura".
La specifica è identificativa della zona.
TERRITORIO
Confina con Casalnuovo Monterotaro, Castelnuovo della Daunia, Pietramontecorvino, San Giuliano di Puglia (CB), Santa Croce di Magliano (CB), Torremaggiore. Il suo clima è tipico di una località montana nel senso che ha un'estate abbastanza fresca in cui non si superano i 23°C ed inverni rigidi, si avvista spesso la neve e si ha una temperatura spesso al di sotto di 0°C.
STORIA
Su una collina salubre dei Monti Dauni, a circa 465 s.l.m., tra il Comune di Casalnuovo Monterotaro e Castelnuovo della Daunia, sorge Casalvecchio di Puglia. Il borgo è stato fondato intorno al 1500 da alcuni profughi greco-albanesi venuti in Italia a seguito di Giorgio Castriota Skanderbeg, per combattere al fianco di Ferdinando I d'Aragona contro Giovanni D'Angiò, pretendente del Regno di Napoli. I suoi abitanti sono arbëreshë e pur avendo perso il rito bizantino, mantengono ancora oggi alquanto viva la lingua arbëreshë e le tradizioni dei padri greco-albanesi.
Nel 1552 il vicere di Napoli, Cardinale Granvela, ordinò l'incendio di tutti i casali aperti, compreso Casalvecchio, e gli abitanti furono costretti a ripararsi nel territorio murato di Castelluccio degli Schiavi (oggi Castelnuovo della Daunia), pur conservando i propri rappresentanti. Nel 1571 agli Albanesi venne riconosciuta la loro autonomia. Nel 1574 fu riedificato il vecchio casale nel quale fecero ritorno: da allora il casale perde il nome di Casalvecchio degli Albanesi ed acquista una propria personalità giuridica e l'attuale denominazione. Fino alla prima metà del 1600 la Santa Messa si celebrava secondo il rito bizantino, ma nel 1683 frate Mattielli riferisce che gli abitanti di Casalvecchio non avendo preti greci si sono adattati al rito latino.
GONFALONE
MONUMENTI
La torre dei briganti
Risalente al XV secolo è, probabilmente, viste le scarse notizie che abbiamo, la stessa che è stata costruita per mandare dei segnali a Fiorentino e Dragonara nel XI secolo, tenendo conto della sua posizione strategica, anche se l'ipotesi più plausibile è quella che la stessa torre servisse, data la presenza in loco dei saraceni nel XV secolo ad avvistare i nemici. Dalla Torre si può ammirare il panorama di paesi come San Severo, Torremaggiore e se non c'è nebbia, addirittura anche del Gargano e dell'intero Tavoliere.
I LUOGHI DI CULTO
La chiesa Pietro e Paolo apostoli
Fondata nel XV secolo e consacrata nel 1717 dal Cardinale Orsini. Al suo interno spicca un dipinto di Michelangelo Sammarco che raffigura la Madonna del Carmine insieme ai Santi titolari della parrocchia.
Lingue e dialetti
Casalvecchio è un paese bilingue: oltre all'italiano vi si parla anche l'albanese. Gli atti pubblici della "Bashkia" - Comune - sono in doppia lingua e le strade hanno doppia intestazione, come il corso principale intitolato a "Gjergji Kastrioti" (Giorgio Castriota Scanderbeg), eroe nazionale dell'Albania.
Per effetto di una maggiore mobilità della popolazione l'uso della lingua arbëreshë comincia a scomparire, specie tra i giovani, poco attratti dalla loro origine etnica e linguistica, cosicché solo gli abitanti anziani la parlano correttamente.
Tradizioni
Tante sono le tradizioni antiche che si conservano nel paese, fra tutte:
- il Canto delle uova, che avviene la notte di Pasqua;
- l'accensione di falò nei diversi quartieri del paese, che si svolge il 19 marzo in onore di San Giuseppe;
- degna di nota è la terza domenica del mese di maggio con la Festa patronale in onore della Madonna delle Grazie e di San Nicola;
- Agosto è accogliente tra feste di piazza e sagre culinarie per salutare i tanti immigrati che vi fanno ritorno.