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Politica

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"Quando il sindaco di Apricena Antonio Potenza urla che qualcosa non è stata fatta bene e non è trasparente sono molto tranquillo, anzi mi rassicuro che è stata fatta benissimo perché lui è l'opposto della trasparenza".
Così il presidente della Comunità del Parco del Gargano e sindaco di Carpino Rocco Di Brina commenta le esternazioni "esasperate nei toni e prive di fondamento nei contenuti" del primo cittadino apricenese a proposito della riunione della Comunità in cui sono stati confermati, a maggioranza e con voto palese, i quattro sindaci che rappresentano le città incluse nell'area protetta: Claudio Costanzucci (Cagnano Varano), Luigi Di Fiore (Rignano Garganico), Michele Merla (San Marco in Lamis) e Michele Sementino (Vico del Gargano).

"A me per primo non è piaciuto dover procedere al voto, ed è stato necessario farlo dopo la bocciatura della mia proposta di riconferma degli uscenti fino allo svolgimento delle elezioni amministrative, probabilmente in programma in autunno.
Quest'opzione è stata la prima e l'unica che ho sottoposto a tutti i sindaci del Parco nelle interlocuzioni avute dopo la comunicazione, da parte del Ministero dell'Ambiente, del termine per il rinnovo della Consulta, fissato al 22 aprile. Durante le consultazioni, a dire il vero, il sindaco di Peschici mi propose di interpellare lo stesso Ministero per verificare la possibilità di una proroga, soprattutto in considerazione dell'emergenza sanitaria in corso. Suggerimento che ho accolto e che non ha prodotto esiti, perché il termine del 22 è stato formalmente indicato come perentorio, a dispetto della volontà di Antonio Potenza e della sua avversione al rispetto delle regole formali e sostanziali.
Ho, quindi, riproposto la soluzione della conferma degli uscenti, ai quali va dato atto di aver svolto al meglio il proprio ruolo di rappresentanza delle comunità garganiche e di aver messo a disposizione il mandato all'assemblea dei sindaci.
Ribadisco, prima della riunione in videoconferenza, svoltasi ieri, nessuno ha avanzato altre soluzioni o singole candidature.
Aperta l'assemblea sono state presentate le candidature dello stesso sindaco di Peschici Franco Tavaglione e del collega di San Nicandro Garganico Costantino Ciavarella, rendendo inevitabile il ricorso al voto.
Sullo svolgimento della votazione si è sviluppata un'altra polemica, accesa sempre da Potenza, relativamente alla segretezza del voto non garantita dalla modalità tecnica utilizzata per l'assemblea. Anche qui è bene chiarire che il regolamento della Comunità del Parco non prevede il voto segreto e che lo stesso è stato utilizzato in passato esclusivamente per prassi condivisa dai sindaci, me compreso.
All'esito della votazione, la maggioranza ha confermato gli uscenti e consentito alla Comunità del Parco di essere pienamente operativa in una fase complessa della vita delle nostre comunità e dell'area protetta, anche considerando la nomina della nuova direttrice dell'Ente, alla quale rivolgo il nostro benvenuto e garantisco la piena collaborazione delle Amministrazioni comunali.
A margine, ma non troppo, faccio notare ad Antonio Potenza che l'unica ingerenza politica nel voto dei sindaci è stata realizzata dalla Provincia di Foggia, il cui presidente ha nominato un delegato, leghista, che ha partecipato al voto per sostenere Franco Tavaglione, leghista. L'assessore regionale Raffaele Piemontese, legittimamente e formalmente delegato dal presidente Michele Emiliano in rappresentanza della Regione Puglia, non ha partecipato alla discussione e non ha partecipato al voto, avendo rispetto della libertà di scelta di ogni sindaco, iscritto o meno al Partito Democratico, e del principio di autodeterminazione della Consulta del Parco. Ad ulteriore riprova dell'inesistenza d'ingerenze politiche del Partito Democratico c'è il dato di fatto che i sindaci del partito a cui appartengo hanno votato anche Luigi Di Fiore e Michele Sementino, di certo non un iscritto al PD.
La scarsa trasparenza politica è un'esclusiva dello schieramento di cui, forse, è parte Antonio Potenza, ancora una volta mosso esclusivamente dalla volontà di contrapporsi aprioristicamente all'avversario politico e da manie di protagonismo".


Ufficio stampa
Unione provinciale Partito Democratico Foggia

 

 

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articolo1Azioni e strategie per politiche sociali ed economiche per famiglie e imprese.

“Scongiurare la frammentazione attraverso un coordinamento degli Ambiti socio-sanitari, accreditare su codice fiscale gli aiuti, adottare una misura unica di sospensione di alcuni tributi locali sul commercio in modo omogeneo in tutti i 61 Comuni della provincia di Foggia. È la sintesi della proposta formulata da Articolo Uno in merito alla gestione dell’emergenza sociale legata al Coronavirus.”

L’emergenza sociale ed economica causata dal Covid19 è al centro dell’attenzione del Governo e della Regione Puglia, che hanno messo a disposizione dei comuni di Capitanata molte risorse per il sostegno al reddito e alle attività economiche e commerciali. Data la mole dell’impegno finanziario, e i tempi ristretti in cui agire, crediamo che sia necessaria una gestione provinciale coordinata degli interventi, delle modalità e dei criteri di utilizzo di questi fondi. Rischiamo di commettere due gravi errori: da un lato lasciare che ogni sindaco affronti in solitudine una vicenda inedita e straordinaria come questa, e dall’altro consentire che il diritto di ogni cittadino ad essere aiutato in una situazione di bisogno riceva una risposta eccessivamente frammentata tra i diversi comuni. Registriamo, inoltre, una giustificata apprensione delle parti sociali, che faticano a svolgere il loro ruolo di tutela sociale in un contesto così disomogeneo. Da qui la nostra proposta di affidare ad una riunione dei comuni capofila degli Ambiti Socio-sanitari, allargata alle organizzazioni sindacali e di categoria, il compito di condividere impostazioni e strumenti per una gestione comune di questa fase emergenziale. Può essere una base molto preziosa di un lavoro importante che va fatto da subito e insieme.

L’esperienza amministrativa, maturata in questi anni, ci indica una possibile strada da percorrere per dare certezza alla soddisfazione dei bisogni, velocità e trasparenza nella gestione degli strumenti e flessibilità nell’utilizzo delle risorse da parte dei cittadini beneficiari dei contributi. In questo senso, è senza dubbio utile occuparsi della definizione dei requisiti di accesso e della platea dei destinatari, per evitare fastidiose disparità a pochi chilometri di distanza. Questo significa produrre griglie condivise per l’attribuzione dei bonus che determinino criteri più oggettivi per gli interventi di presa in carico (essere percettori di ReD o di Rei, situazione lavorativa, composizione del nucleo familiare). Le indicazioni nazionali lasciano dei margini significativi per agire e le banche dati in possesso dei servizi sociali, della Regione Puglia e dell’Inps consentono da subito di armonizzare la platea di riferimento. Noi suggeriamo, inoltre, di strutturare l’erogazione degli aiuti mediante un modello telematico di accreditamento su codice fiscale del contributo stesso. I comuni possono in pochi giorni dotarsi di una software house che gestisca il servizio con l’ente e le attività commerciali, consentendo l’accesso anche ad una fetta più ampia di esercenti (ad esempio, i mercatali). Questa azione può produrre l’effetto di utilizzare più fondi, nazionali, regionali e comunali, per assegnare un unico contributo, spendibile per i beni alimentari e di prima necessità, ma anche per il pagamento di utenze o di altri bisogni non coperti dal solo fondo nazionale di solidarietà, con la possibilità da parte dei comuni di vigilare costantemente sul corretto utilizzo di ogni erogazione.

Gli enti locali svolgono un ruolo molto importante in questa fase e, dove le maglie della finanza locale lo consentano, bisogna avere il coraggio di adottare una misura unica di sospensione di alcuni tributi locali sul commercio (occupazione suolo pubblico, tari), di pari valore e di estensione provinciale, per dare a questa categoria una risposta adeguata e uniforme, che non lasci solo nessuno. Siamo convinti che quando si affronta un’emergenza, sulla trasparenza non si possa derogare. Per questo noi pensiamo che i comuni, anche per meglio organizzare e gestire le azioni proposte, debbano rendere chiara la provenienza delle risorse e come queste vengono utilizzate. I finanziamenti del governo di 400 milioni diretti ai comuni, i 20 milioni messi a disposizione dalla Regione, e le altre economie rinvenienti dai capitoli di spesa dei servizi sociali, o da altre operazioni di risparmio effettuate dai comuni, devono essere noti alle comunità, e insieme concorrere alla definizione di un unico fondo. Una rendicontazione precisa dell’attività di chi amministra è un incentivo fondamentale per una corretta gestione delle risorse pubbliche. E sarà soprattutto grazie alla chiarezza e all’accessibilità di questi dati che potremo capire come è stata gestita questa emergenza. Laddove, infine, risultino eccessivi i vincoli tecnici delle amministrazioni locali, si potrebbero sperimentare dei Fondi di Ambito, magari di evidenza pubblica, a cui privati e pubblica amministrazione possano destinare risorse da gestire con maggiore flessibilità per situazioni di emergenza più specifiche.

L’invito è, di conseguenza, a fare presto e a lavorare insieme, con responsabilità e applicazione, per trovare tutti gli strumenti possibili per essere di sostegno ai nostri concittadini. A questo obiettivo noi intendiamo contribuire investendo sulla cooperazione istituzionale, e mettendo a disposizione le nostre idee, consapevoli che questo spirito servirà oggi e nei mesi a venire”

Gianluca Ruotolo
Segretario Provinciale Articolo Uno

Antonio Stornelli
Vice-segretario Provinciale Articolo Uno
Consigliere comunale San Severo

Simona Venditti
Responsabile Provinciale Welfare Articolo Uno
Assessore alle Politiche Sociali Comune di San Severo

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0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)

logoPDDichiarazione del capogruppo del PD in Consiglio regionale Paolo Campo

La criminalità organizzata è un cancro che pervade le comunità e le corrode dall’interno. È una droga subdola che anestetizza chi sceglie di assumerne sperando di risolvere i problemi che lo attanagliano. È un sistema economico marcio e che fa marcire la buona economia.
Ce lo ricorda la bomba esplosa oggi a Foggia per minacciare e danneggiare, ancora una volta, chi si è opposto al racket e ha denunciato le intimidazioni subite.
Viviamo una fase delicata e nelle nostre città è serio il rischio che i criminali si offrano di risolvere, con la violenza e la sopraffazione, i problemi di sopravvivenza che gravano maggiormente su chi non ha lavoro e reddito, su chi vive nei quartieri infestati dalla criminalità.
Anche per questo lo Stato, a qualunque livello, è chiamato ad agire rapidamente e con efficacia tanto sul fronte della prevenzione che della repressione.
Il bisogno materiale di chi vive nelle periferie e nella marginalità è il nutrimento della mala pianta mafiosa. Eliminato l’uno s’indebolisce l’altra.

 

Ufficio stampa
Unione provinciale Partito Democratico Foggia

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comunesanseveroCOVID-19: PERVENUTE 1825 DOMANDE DI SUSSIDIO, GIA’ 865 SONO STATE EVASE!


Prosegue incessante anche in queste ore l’attività del Comune di San Severo – Assessorato alle Politiche Sociali per l’istruzione e la successiva evasione di richieste di beni di prima necessità in seguito all’emergenza COVID-19.
Alle ore 11,00 di oggi venerdì 10 aprile 2020 sono pervenute al Comune di San Severo 1825 domande di sussidi. Tali domande sono prese in carico da personale amministrativo che provvede ad effettuare i primi controlli di tipo anagrafico sul nucleo familiare e in particolare provvede a controllare se più persone dello stesso nucleo hanno presentato domanda o se ci sono domande inviate più volte. A tale compito provvedono sei unità lavorative.
Successivamente, i cittadini che hanno inoltrato domanda, sono contattati dagli assistenti sociali per un’intervista telefonica in cui si approfondiscono le necessità del nucleo familiare. Attualmente risultano prese in carico 1262 domande. Per questa fase dell’istruttoria sono impiegati n. 6 assistenti sociali. Successivamente, per ogni pratica si procede ad effettuare controlli su eventuali redditi e contributi percepiti dai nuclei familiari (2 le unità lavorative preposte). Terminata questa fase, le domande vengono valutate rispetto ai requisiti previsti dalla deliberazione di giunta comunale 75 del 2 aprile 2020. In questa fase viene definito se il nucleo ha diritto al buono spesa, se ha diritto al pacco alimentare o se la pratica è chiusa per assenza di requisiti (tale fase lavorativa è affidata a due funzionari del Comune).
Infine, i nominativi di coloro che riceveranno il pacco alimentare sono inviati alla polizia locale per la consegna effettiva, mentre gli aventi diritto dei buoni spesa sono contattati direttamente dai servizi sociali che indicano gli esercizi convenzionati in cui andare a fare la spesa e comunicano l’importo del buono (tale fase è seguita da altre due unità di personale preposte).
Alle ore 11,00 di oggi, l’attività ha prodotto:
865 domande evase di cui 127 sono duplicazioni, errori di invio o persone dello stesso nucleo che hanno inoltrato la domanda.
159 sono i nuclei che non hanno i requisiti economici previsti dalla delibera di giunta comunale.
258 sono gli aventi diritto dei pacchi alimentari. Di questi ne sono stati già consegnati 143.
321 sono i nuclei che hanno diritto al buono spesa di cui 169 già evasi.
L’iter di controllo si rende indispensabile al fine di evitare che il contributo venga ricevuto da chi non è in possesso dei requisiti, privando, viceversa, di tale contribuzione coloro i quali ne hanno diritto.
Complessivamente sono destinate a tale delicato compito ben 18 unità lavorative del Comune di San Severo. Giornalmente vengono evase circa 200 domande. Pertanto, giova sottolineare che è necessario attendere ancora qualche giorno per ottenere l’esito della propria domanda. Ad ogni modo tutti i cittadini saranno contattati e informati dell’esito della propria pratica.
Per ultimo si comunica che circa un centinaio di persone non risponde alle chiamate dell’ufficio al numero di telefono indicato nella domanda, vanificando la chiusura della pratica. Si invita tali cittadini a rispondere a numeri a loro non conosciuti o chiamate in anonimo.

l’Addetto Stampa
Michele Princigallo

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0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)

logoPD"I controlli severi e puntuali rinviamoli alla fase successiva l'erogazione"
Dichiarazione del segretario cittadino del Partito Democratico di Foggia, Davide Emanuele, e dei consiglieri comunali del Partito Democratico Lino Dell'Aquila, Lia Azzarone, Franceso De Vito, Michele Norillo e Anna Rita Palmieri

La gravità e l'urgenza dell'intervento a sostegno di chi è in difficoltà economiche al punto di non potersi garantire l'acquisto di cibo impone alle forze politiche e alle rappresentanze istituzionali senso di responsabilità e cooperazione.
Lo ha ben compreso la Giunta regionale che si appresta a stanziare 11,5 milioni di euro per le prime necessità delle famiglie pugliesi, oltre ad aver incrementato il fondo del Reddito di dignità con 36 milioni di euro.

L'intervento della Regione offre l'opportunità al Comune di Foggia di ampliare la platea dei benificiari individuati sulla base delle indicazioni del Governo, così da ricomprendere i singoli e le famiglie che versano in sostanziale stato di bisogno.
Ci riferiamo ai lavoratori che non percepiscono reddito e sono in attesa di cassintegrazione, ai liberi professionisti che ancora non hanno incassato il bonus erogato dall'INPS e dalle casse previdenziali dei rispettivi ordini, ai titolari di piccole imprese a conduzione familiare che non possono esercitare l'attività. Più in generale, ai residenti o domiciliati a Foggia che hanno perso reddito e capacità d'acquisto e non sono in grado, innanzitutto, di provvedere all'acquisto di cibo per sè e la propria famiglia.

Dalla Regione viene anche un'indicazione operativa più che condivisibile: l'affidamento della gestione delle attività ai Centri Operativi Comunali della Protezione civile, da svolgersi in raccordo con il Comune e con la collaborazione de "il terzo settore e - laddove attive - le rappresentanze sindacali attraverso anche la rete dei patronati e dei Caf".
L'indispensabile rapidità operativa e il necessario rispetto del divieto di assembramento, inoltre, suggeriscono di attivare strumenti di contatto utente-Comune snelli e diffusi, come un numero whatsapp, e di posticipare accertamenti e controlli ad una fase successiva all'erogazione.
Prendendo a modello quanto deliberato dall'Amministrazione comunale di Barletta, suggeriamo che chiunque ottenga l'accesso al fondo di solidarietà debba consentire al Comune l'accesso ai propri depositi bancari o postali per una verificare severa e puntuale sulla giacenza media del trimestre gennaio-marzo. Si potrebbe sancire che un nucleo familiare composto da una sola persona dovrà restituire le somme ottenute se titolare di un deposito superiore a 3.000 euro. Tale limite è incrementato di 1.500 euro per ciascun componente della famiglia: per cui dovrebbero essere restituiti i bonus di solidarietà alimentare da una famiglia di 2 persone che risultasse avere a disposizione in banca o alla Posta somme per 4.500 euro; da una famiglia di 3 persone che abbia 6.000 euro; eccetera.

Proprio la volontà di partecipare attivamente alla gestione operativa di questa delicata e complessa fase emergenziale ci ha indotto a richiedere, pubblicamente e formalmente, la convocazione urgente della Conferenza dei capigruppo e della Commissione consiliare Politiche sociali, meglio se allargata al Terzo settore allargato. Richiesta che ribadiamo, offrendo la nostra disponibilità a parteciparvi qualunque sia la forma scelta per il suo svolgimento.
L'obiettivo comune è sostenere i foggiani più deboli a superare l'emergenza.

 

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