In base al valore dell'auto si trattava con naturalezza e destrezza il corrispettivo da pagare. Si partiva da un minimo di 800 euro fino anche a 3000 euro. In alcuni casi grazie anche alla clemenza dei ladri si poteva rateizzare l'estorsione da versare, a chi non pagava, ovviamente, gli venivano bruciate le auto o venivano rivendute a pezzi. Con l'operazione "Watch your car", è stata sgominata una banda di giovanissimi ben organizzato, a dispetto della loro tenera età. Oltre al furto di auto, i 23 ragazzi di cui solo uno aveva 60 anni, le accuse sono di vario tipo: estorsioni, ricettazione e riciclaggio di veicoli, detenzione e spaccio di stupefacenti. La base operativa era Torremaggiore ma si estendeva anche e San Severo. Le 23 ordinanze di custodia cautelare (tra carcere e arresti domiciliari), sono partite dopo indagini durate quattro mesi, i furti di auto e mezzi arrivati fino anche a 32 al giorno erano compiuti nell nord foggiano, sul Gargano, in Abruzzo ed in Molise. Nella banda partecipavano attivamente anche alcune donne col ruolo della "piccola vedetta lombarda". Il tutto era organizzato nei minimi dettagli, si studiava la preda, i suoi spostamenti ed al momento opportuno si passava al furto.
Cronaca
Incredibile ma vero! Il parcheggio de "La Maddalena" è abusivo. Questo è quanto emerso da una verifica fatta dalla polizia municipale di Foggia. Ancor più sconcertante è che i lavoratori sono stati multati di 765 euro perchè sprovvisti di autorizzazione. La cooperativa che gestisce il parcheggio non avrebbe mai avuto l' autorizzazione a praticare tale lavoro, visto che il suolo è del Comune. A far scoprire gli altarini, è stata la vicenda Teatro Giordano, in quanto per portare a termine i lavori dell'impianto si è dovuta individuare un'area vicina al monumento per il collocamento della cabina elettrica di trasformazione. In un primo momento si era pensato di metterla dietro il teatro, ma la Soprintendenza ha bocciato l'idea. Quindi si è dovuta trovare un'area adiacente. Il Comune di Foggia paradossalmente era a conoscenza che sul quel suolo ci fosse un'attività illecita dal 2001, periodo in cui ci fu il contenzioso conclusosi a favore dello stesso Comune.
Il suo fidanzato era fin troppo geloso e lei non sapendo come liberarsi, si è inventata la classica storia del rapimento. Una giovane bulgara 29enne con residenza a Manfredonia ha telefonato al suo fidanzato dicendo di esser stata rapita e di non sapere dove fosse. L'uomo si reca quindi nella caserma di Manfredonia per denunciare il rapimento, visto anche che la donna è al terzo mese di gravidanza. La polizia fa partire subito le indagini, viene agganciata la cellula del cellulare della ragazza, la zona è San Severo. Dopo alcuni giorni il fratello della ragazza chiama nuovamente il fidanzato dicendogli che la 29enne sta bene ma si trova in Grecia, ma in realtà sempre dalle cellule telefoniche la ragazza si trovava a Francavilla da dove aveva chiamato i genitori in Bulgaria. Il giorno dopo la ragazza chiama il fidanzato dicendo di esser stata liberata e di trovarsi a Pescara. I poliziotti di Chieti la intercettano a la portano al commisariato dove la interrogano. Con non poche contraddizioni, la giovane conferma il tutto addirittura sostiene di poter riconosciere i rapitori. Salvo poi, dopo esser stata indagata in libertà, rigettare tutto e svelare che aveva inventato tutto perchè il findanzato era troppo geloso. La donna è ora accusata di simulazione di reato e procurato allarme.
Non avevano versato l'Iva dovuta all'Erario in base alla dichiarazione dei redditi, così un ingegnere lucerino di 66 anni e un'azienda di trasporti sempre di Lucera si sono visti sequestrare beni, quali 6 automobili di lusso ed altro per un valore pari all'imposta non versata. L'Iva non versata all'Erario sarebbe di 74mila e 117mila euro.
Gli uomini del corpo forestale dello Stato e la NIPAF, hanno sequestrato 36mila barattoli di conserve che erano scaduti e non riportavano nessuna etichetta. L'azienda operante nel settore della conserve sott'olio non aveva rispettato le norme igienico-sanitarie richieste dalla legge ed in più aveva gravi mancanze amministrative, come le etichette per risalire alla provenienza delle materie prime. Circa 251mila kg di merce sequestrata tra marmellate, frutta sciroppata, melanzane, pomodorini, carciofi sott'olio, olive, cetriolini, cipolline e funghi. La conservazione dei materiali era all'aperto e vicino a fusti in plastica che contenevano gli stessi prodotti scaduti, inoltre vi erano anche cassoni in plastica, fusti in metallo, rifiuti carbonizzati, scarti da demolizione e vecchi pneumatici ed anche anche rifiuti pericolosi come bottiglie di cloroformio e nitrobenzene, il materiale è stato posto sotto sequestro.