Ieri pomeriggio, poco dopo le 14:00, nell'ufficio postale di via Napoli a Cerignola, tre uomini, a volto coperto ed armati di spranghe di ferro, hanno infranto le vetrate dei locali ed hanno messo a segno una rapina.
I tre agitando mazze e bastoni hanno costretto i dipendenti a farsi consegnare il denaro riposto nelle casse. Il bottino non è stato ancora quantificato. Subito dopo la rapina, i tre sono scappati in sella a due ciclomotori senza la targa.
La polizia sta ora osservando le immagini di videosorveglianza dell'ufficio postale.
Cronaca
Un noto negozio di calzature di Foggia, Inglese, è stato derubato nel deposito dove all'interno dello stesso vi erano ben 400 paia di scarpe modello Hogan dal valore commerciale di circa 60 mila euro.
Lo scorso novembre, la stessa attività venne colpita da una deflagrazione di una bomba carta, posta davanti alla saracinesca del negozio sito in corso Giannone, che devastò parte dei locali.
I ladri, hanno praticato un foro sulla parete di un locale sfitto in via Rosati, e si sono intrufolati nel deposito di via Cirillo. Entrati, hanno fatto razzia delle scarpe sia da uomo che da donna, incuranti del fatto che sia scattato l’allarme.
Scene di guerriglia ieri sera poco dopo le 20:00 al Santuario dell’Incoronata di Foggia.
Tra una decina di persone, tutte straniere, è scoppiata una violentissima lite, le cui cause sono ancora d’accertare, a colpi di mazze di legno e ferro. Tra questi uno ha, addirittura, indossato anche dei guantoni da boxe.
Sul posto è arrivata immediatamente la polizia municipale, i quali hanno faticato non poco per sedare gli animi, subito dopo sono arrivate tre pattuglie dei carabinieri. Due persone, sono state trasportate in ospedale dai sanitari del 118. Alcune auto sono state danneggiate.
I militari hanno poi provveduto a sequestrare gli oggetti della rissa.
Piazza Padre Pio, la piazza dello spaccio di marijuana, hashish e cocaina, che veniva venduta a giovanissimi foggiani.
Quella accertata dai carabinieri, sembra essere il supermercato dello stupefacente. Una cessione ogni 5 minuti, per questo motivo sono state arrestate dai carabinieri sette persone, quattro di queste già in carcere, tre ai domiciliari. Gli arrestati sono: Paolo Palumbo 37enne, Luca Addorisio 37enne, Piero Paolo Di Monte 55enne e Visconti Stefano 33enne, finiti in carcere, mentre ai domiciliari sono finiti Dario Tonti 34enne, Massimo Marinaccio 34enne e Sara Borrelli 24enne.
I militari, hanno messo fine ad una rete indipendente di spacciatori ben organizzati che spesso nascondevano anche sotto i cassonetti della spazzatura o in nascondigli di fortuna gli stupefacenti. Tutto questo, in modo tale che la banda non avesse mai con se grossi quantitativi di stupefacente ma, al tempo stesso essere sempre pronti a soddisfare i "clienti".
I carabinieri, dopo l'arresto in flagranza, nel 2015, di cinque, dei sette arrestati, hanno voluto mettere alcune telecamere nella zona per monitorare meglio la situazione, che era ormai parsa abbastanza critica.
Si è accertato che gli acquirenti si rivolgevano a uno degli arrestati, per poi ricevere lo stupefacente da un altra persona
Otto arresti a Monte Sant'Angelo, durante i quali sono stati impiegati quasi 60 carabinieri. Le indagini sono partite dopo l’omicidio di Ivan Rosa, e grazie al quale è stato posto fine ad una serie di furti nel campo agricolo, estorsioni e detenzione di armi comuni e da guerra.
In campo vi era una vera e propria banda dedita alla commissione di reati contro il patrimonio, con relative estorsioni atte alla restituzione della refurtiva.
La banda, nella quale faceva parte anche Ivan Rosa, era dedita ai furti dei trattori o altri attrezzi per il lavoro nei campi, era composta da: Antonio Rosa 42enne, fratello di Ivan, Bartolomeo Rignanese 42enne e di Matteo di Biase 36enne, finiti in carcere, mentre ai domiciliari, sono finiti: Raffaele Rignanese 33enne, Michele Scirpoli 44enne e Raffaele Vicolo 28enne. Altre due persone sono state sottoposte all’obbligo di firma.
Le indagini hanno scoperto che Rosa Ivan, Vivoli, i due Rignanese e Di Biase avevano sottratto in una masseria di Cagnano Varano diverse attrezzature agricole, quali trattori, motoseghe ed aratri, e non solo ma, anche due fucili calibro 12, nascondendoli in località Bosco Quarto di Monte Sant’Angelo.
Dopo il furto, la banda ha costretto gli agricoltori vittime del furto a farsi consegnare 7.000 euro, per poter riavere parte degli attrezzi rubati. L'episodio non è mai stato denunciato, ma è stato scoperto dai carabinieri dopo l’omicidio di Ivan Rosa.
Antonio Rosa, sarebbe inoltre accusato di porto e detenzione di kalashnikov assieme a Di Biase, detenzione di materiale esplosivo.
I militari non hanno sequestrato nessuna arma è ma, le indagini sono scaturite da intercettazioni telefoniche ed ambientali, dove il Rosa è indiziato di aver detenuto il fucile kalashnikov utilizzato per esplodere dei colpi nel marzo 2014, contro l’autovettura e la saracinesca del garage di Giampiero Bisceglia, dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Monte Sant’Angelo.