Condividi con

FacebookMySpaceTwitterGoogle BookmarksLinkedinPinterest

Chi c'è online

Abbiamo 255 visitatori e nessun utente online

Attualità

0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)


duomotroiaDopo Pietra, Alberona e Roseto, il 17 maggio la visita a Troia per ammirare la Cattedrale
Tappa a Borgo Incoronata, poi giovedì 18 il giro con gli influencer a Orsara e Lucera
La sinergia tra i Comuni, la collaborazione di associazioni e privati: “Così si cresce”

“Questa terra è un tesoro nascosto, una continua sorpresa”. Il gruppo di influencer e giornalisti che, con il Daunia Press Tour, sta visitando alcuni dei centri più caratteristici della provincia di Foggia, anche grazie al sole e alle temperature miti di questi giorni ha trovato le condizioni ideali per apprezzare la Capitanata in tutto il suo splendore. Gli ospiti dell’iniziativa oggi, martedì 16 maggio, stanno partecipando alla processione-pellegrinaggio dedicata al santo patrono di Pietramontecorvino, Sant’Alberto. Uno spettacolo imponente, maestoso, commovente, con un intero paese a percorrere i 7 chilometri che separano il borgo dalla Torre di Montecorvino, conosciuta anche col nome di “sedia del diavolo”. Nel pomeriggio, il Daunia Press Tour proseguirà a Roseto Valfortore e Alberona. Mercoledì 17 maggio il giro continuerà a Troia, dove il gruppo giungerà in mattinata per ammirare la Cattedrale e il suo inestimabile Museo del Tesoro. Nel pomeriggio di mercoledì, invece, il tour approderà nell’antico centro rurale di Borgo Incoronata: qui, in un luogo storico di Foggia, tradizionale area agricola d’eccellenza, i giornalisti visiteranno l’azienda vinicola Borgo Turrito. Il 18 maggio il percorso attraverso il “tesoro nascosto” della Daunia continuerà prima a Orsara di Puglia e poi a Lucera.
IL SOCIAL LAB, FOTO E POST SUI SOCIALMEDIA. Il Daunia Press Tour ha puntato decisamente sui social - soprattutto facebook, twitter e instagram - con decine di post, tweet, video dirette, la foto-cronaca minuto per minuto della visita e delle emozioni suscitate nei giornalisti da paesaggi, monumenti, sapori e accoglienza. Daunia Press Tour si può seguire sul web, dove è stato pubblicato ed è costantemente aggiornato il blog https://dauniapresstour.wordpress.com; sul social network più frequentato, le immagini, i commenti, lo svolgimento quasi in diretta dell’iniziativa può essere seguito sulla pagina https://www.facebook.com/dauniapresstour/ e su un’altra lunga serie di spazi che hanno deciso di promuovere il tour: We Are Foggia, Io amo i Monti Dauni, Orsara Eventi e altre pagine dedicate al territorio. Su Twitter è attivo l’account ufficiale del progetto, vale a dire @press_tour, l’account che ha lanciato diversi hashtag, dall’acronimo #dpt a #dauniapresstour e #montidauni.
L’IMPORTANZA DI COMUNICARE IL TERRITORIO. Il Daunia Press Tour nasce dalla sinergia dei Comuni di Pietramontecorvino, Troia, Alberona e Roseto Valfortore che hanno creduto, ancora una volta, nell’importanza di comunicare il territorio, di farne conoscere tesori e peculiarità a un pubblico più ampio, così da raggiungere soprattutto chi è interessato allo slow tourism, un turismo attento alle identità culturali, al paesaggio ambientale e umano, al valore antropologico di tradizioni che qui, nelle nostre aree interne, possono diventare innovazione e sviluppo. Durante il tour, il gruppo di influencer sta conoscendo diverse realtà aziendali del comparto enogastronomico e del settore agroalimentare: vino, olio, birra artigianale, le eccellenze produttive e anche quelle ricettive del territorio, in questo modo, possono realmente ed efficacemente mettersi in mostra e essere valorizzate al meglio.

0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)
0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)

dottoriStudio scientifico condotto dalle Strutture universitarie di Nefrologia e Ginecologia sulla produzione di “Semaforina 3F”, pubblicato sulla rivista internazionale specializzata Plos One.
La Pre-Eclampsia (o gestosi) è una patologia che colpisce fino al 10% delle gravidanze, ad oggi però non esistono mezzi diagnostici che consentano di prevederne precocemente lo sviluppo: questo studio UniFg apre una nuova strada.

Un gruppo di ricerca multidisciplinare, afferente alle unità operative di Nefrologia e Ginecologia dell’Azienda ospedaliero universitaria Ospedali Riuniti di Foggia e coordinato dai proff. Giuseppe Grandaliano, Giovanni Stallone e Maria Matteo, ha condotto un accurato studio scientifico sulla produzione della “Semaforina 3F” (un fattore che controlla la crescita dei vasi sanguigni regolando, quindi, l’ossigenazione dei tessuti). Questo studio ha evidenziato che la produzione di “Semaforina 3F” risulta significativamente ridotta nelle placente delle donne che sono affette da Pre-Eclampsia (comunemente nota come “gestosi” o “tossiemia gravidica”), ovvero che la sensibile riduzione della sua produzione è già riscontrabile dagli esami del liquido amniotico tra la seconda e terza settimana di gravidanza (quando la concentrazione di “Semaforina 3F” può essere misurata durante uno degli esami che, talvolta, vengono richiesti per monitorare lo stato di salute e le condizioni generali del feto: l’amniocentesi).
Questa scoperta potrebbe consentire di individuare precocemente, cioè già nel corso dei primi mesi di gravidanza, le donne che potrebbero sviluppare la gestosi nel corso della fase di gestazione. La Pre-Eclampsia, infatti, è una patologia che può colpire dal 5 al 10% delle gravidanze e che abitualmente si manifesta dopo il sesto mese di attesa: essa malattia danneggia, significativamente, la crescita fetale fino a determinare la morte intrauterina del feto e a mettere a serio pericolo la vita della madre. Ad oggi, sebbene vi siano delle condizioni genetiche e sociali che aumentano le possibilità di sviluppare questa malattia, non esistono mezzi diagnostici che permettano di prevederne precocemente lo sviluppo. Individuare le donne che svilupperanno – o potrebbero sviluppare – la malattia è fondamentale per ridurne gli effetti sulla madre e sul feto, per questo la ricerca scientificamente coordinata dal prof. Giuseppe Grandaliano (associato di Nefrologia presso il Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Foggia) è stata premiata con la pubblicazione sulla rivista specializzata internazionale Plos One (http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0174400) e indicata come una nuova via scientifica alla soluzione del problema della gestosi. «I nostri risultati – ha dichiarato il prof. Giuseppe Grandaliano – aprono un nuovo orizzonte nella diagnosi precoce della complicanza più frequente e temibile della gravidanza. L’individuazione sin dal primo trimestre di gravidanza delle donne che svilupperanno la patologia è importantissima per prevenire efficacemente i danni della pre-eclampsia sulla mamma e sul feto. L’impegno del nostro gruppo di ricerca, da sempre dedicato alla scoperta di nuovi marcatori diagnostici, è adesso rivolto a confermare la possibilità di utilizzare la semaforina per la diagnosi di pre-eclampsia così da poter trasferire questa preziosa informazione nella pratica clinica». Alla stesura e alla ultimazione della ricerca hanno collaborato, a vario titolo, i medici dell’Azienda ospedaliero universitaria Ospedali Riuniti di Foggia e i docenti dell’Università di Foggia Giovanni Stallone, Maria Matteo, Giuseppe Stefano Netti, Barbara Infante, Adelaide Di Lorenzo, Clelia Prattichizzo, Stefania Carlucci, Federica Trezza, Loreto Gesualdo, Pantaleo Greco e appunto Giuseppe Grandaliano.

Davide Grittani

0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)
0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)

cinghialeCordoglio dell’organizzazione per il tragico incidente che ha tolto la vita a Domenico Coco
“L’incremento incontrollato della fauna selvatica va fermato, si ad abbattimenti selettivi”
Nel Parco dell’Alta Murgia 3700 esemplari, ma il problema è comune a tutta la Puglia

“Esprimiamo le nostre condoglianze e la nostra vicinanza ai cari di Domenico Coco, il giovane 28enne morto mercoledì 10 maggio 2017 in un incidente stradale”. Sulla strada a scorrimento veloce che la vittima stava percorrendo, nei pressi di Sannicandro Garganico (Fg), l’auto ha impattato un cinghiale ed è finita fuori strada. “La presenza dei cinghiali sul nostro territorio è aumentata in modo considerevole – fa sapere la CIA Agricoltori Italiani di Puglia in una nota –, tanto da causare seri rischi all’incolumità di tanti cittadini”.
L’aumento del numero di animali selvatici, in particolar modo dei cinghiali, sta causando pericoli anche agli agricoltori e danni alle colture. I cinghiali, sempre più spesso, scendono a valle in cerca di cibo e arrivano sui campi. E’ un problema ormai comune a molte zone d’Italia. “Deve essere posto un freno all’incremento della fauna selvatica. Occorre un piano che coinvolga organicamente tutti i livelli istituzionali e organizzativi cui compete intervenire su questa problematica”. CIA Agricoltori Italiani, già nel recente passato, si è espressa in favore di un primo intervento emergenziale attraverso abbattimenti selettivi. Gli eventi tragici, come quello accaduto mercoledì 10 maggio 2017 nei pressi di Sannicandro Garganico, in provincia di Foggia, rischiano di ripetersi con una frequenza sempre maggiore se non si interviene per tempo. Sul problema inerente il proliferare dei cinghiali, proprio mercoledì 10 maggio si è tenuta un’audizione in Regione Puglia. La questione sta assumendo i caratteri di una vera e propria emergenza nell’Ambito Territoriale Caccia della Provincia di Bari, dove negli anni fra il 2000 e il 2002, per fini venatori, furono introdotti 170 cinghiali. Con la costituzione dell'area protetta del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, all'interno della cui area è vietata la caccia, la specie ha avuto modo di riprodursi a dismisura tanto da creare non pochi problemi alle aziende agricole e zootecniche. L'ultimo censimento ha rilevato la presenza di circa 3700 esemplari. Le azioni di contrasto messe in atto con l'introduzione del lupo non hanno portato alcun miglioramento; anzi in diverse circostanze, soprattutto le aziende zootecniche ricevono continuamente danni da attacchi dai lupi ai capi di bestiame. Bisogna porre rimedio per evitare la caccia di frodo ed evitare tragedie come l'omicidio di Don Francesco Cassol, ucciso nel parco durante una battuta di caccia al cinghiale. Le misure di prevenzione come la realizzazione di recinzioni elettrificate possono sicuramente essere un valido strumento per evitare i danni alle colture, ma se non ci sarà una effettiva riduzione della popolazione del cinghiale il problema non sarà mai risolto. Secondo la Cia, per affrontare in maniera concreta il problema, è necessaria una norma che regolamenti un controllo efficace dei cinghiali, anche mediante l'attuazione di strategie venatorie miranti a creare condizioni di equilibrio ambientale, sociale, economico con particolare riferimento alla salvaguardia delle coltivazioni agricole, degli allevamenti zootecnici, delle attività agrituristiche, presenti soprattutto dell'area del Parco e al giusto risarcimento delle aziende danneggiate dai danni provocati dai cinghiali, ma dalla fauna selvatica in generale all'interno delle aree parco, ma anche per le aziende fuori dai confini delle aree protette. “Alle nostre istituzioni regionali chiediamo di essere attente e solerti nell’operare tempestivamente per affrontare la questione. CIA Agricoltori Italiani di Puglia è pronta a offrire ogni contributo, per quanto le compete, utile a risolvere un problema che negli ultimi anni sta assumendo dimensioni e caratteristiche sempre più drammatiche”.

0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)
0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)

pomodoro allagatiAccordo lontano tra produttori nel centro sud e industria. Si teme la deregulation del comparto con conseguenze gravi per export, import e qualità del prodotto destinato ai consumatori.

Pasta al burro e pizza bianca, il mercato detterà la dieta italiana del 2018. Perché i produttori di pomodoro sono sul piede di guerra ed è lontano l’accordo sul contratto che regola la sua commercializzazione. Distanti le parti, con una forbice di 30 euro per tonnellata, tra domanda e offerta. Un abisso che se non verrà colmato scatenerà una deregulation nel comparto, con tutti i rischi connessi. La Cia-Agricoltori Italiani dal Macfrut di Rimini (la principale fiera specializzata del settore) denuncia una situazione che si sta facendo esplosiva sui campi. Gli agricoltori -spiega l’organizzazione- si sono indebitati per impiantare le coltivazioni, e in assenza di un contratto non sanno se riusciranno a coprire i costi di produzione affrontati. A circa 2 mesi dall’avvio della raccolta del pomodoro, con le piante già a dimora -continua la Cia- tutte le aziende del centro sud del Paese non hanno alcun riferimento e si teme il caos nel comparto. Secondo quanto si apprende l’industria offrirebbe tra gli 82 e gli 87 euro per tonnellata, cifra irricevibile dai produttori che non possono scendere sotto i 95 euro per la varietà tonda (quella destinata alla passata) a 105 euro per quella lunga (idonea alla trasformazione in pelati). Lo strumento del contratto -evidenzia la Cia- è l’elemento di garanzia, che va anche oltre gli aspetti commerciali, infatti le regole sono propedeutiche anche per tracciare la qualità del prodotto. Quindi, di quel pomodoro che finirà nelle scatole destinate alla vendita per i consumatori. Non vorremmo dover dare indicazioni ai consumatori di prediligere la pasta o la pizza senza il suo condimento “principe”, perché quest’anno i barattoli conterrebbero solo prodotto turco, tunisino o cinese. La situazione è calda, è in ballo la tenuta di un comparto che muove oltre 3 miliardi di fatturato annui, per una superfice coltivata che supera i 30 mila ettari. Aziende che generano 2,4 milioni di tonnellate di pomodoro, creando lavoro, tra fissi e stagionali, per circa 20 mila persone solo al Sud, dove si concentra più del 53 per cento della produzione totale. Per tali motivi, per l’importanza che questa produzione assume nell’equilibro del tessuto socio economico del meridione d’Italia, “la Cia-Agricoltori Italiani chiede un’assunzione di responsabilità delle parti, l’immediata riapertura delle trattative in un tavolo di confronto basato sulla trasparenza. Non sarebbe tollerabile -conclude la Cia- favorire comportamenti speculativi e lasciare gli agricoltori al loro destino fallimentare”.

 

0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)
0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)

uniSabato prossimo (13 maggio, nella rinnovata Sala Turtur dell’Azienda ospedaliero universitaria Riuniti) presentazione
dei corsi di laurea dei Dipartimenti di Area Medica.
La novità più importante consiste nella visita guidata alle sale operatorie di Oculistica, Urologia, Cardiologia e al Polo Biomedico “E. Altomare” di via Napoli.

Cambia pelle l’Open Day di Medicina, probabilmente meno parole e certamente più fatti. Sabato prossimo (13 maggio, dalle ore 15,30 presso la rinnovata Sala Turtur dell’Azienda ospedaliero universitaria Ospedali Riuniti, in viale Luigi Pinto a Foggia) alla tradizionale presentazione di tutti i corsi di laurea che compongono l’offerta formativa del Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche e del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, si aggiungerà una dettagliata visita guidata presso le sale operatorie delle Strutture universitarie di Oculistica, Urologia e Cardiologia nonché un sopralluogo tecnico-didattico al Polo Biomedico “Emanuele Altomare” di via Napoli. L’Open Day di Medicina – nato da un’iniziativa del Preside della Facoltà di Medicina prof. Nicola Delle Noci, e realizzato in stretta collaborazione con l’Area Orientamento dell’Università di Foggia retta dalla dott.ssa Rita Saraò – è rivolto essenzialmente agli studenti delle classi IV e V degli istituti di istruzione secondaria superiore, con l’obiettivo di offrire loro un approfondimento finalizzato alla scelta consapevole del percorso di studi che eventualmente intraprenderanno. Durante l’Open Day sarà possibile incontrare docenti, studenti, operatori e tutor che forniranno informazioni sui percorsi formativi dei corsi di laurea di cd. Area Medica. «La novità più importante di questa edizione – spiega il prof. Nicola Delle Noci – consiste nelle visite guidate alle nostre strutture, a cominciare dalle sale operatorie. Un modo, forse il migliore e certamente il più diretto, per mettere gli studenti di fronte agli strumenti professionali e scientifici con cui avranno a che fare se intraprenderanno il percorso tracciato dai corsi di laurea in Medicina inclusi nella nostra offerta formativa».


Davide Grittani

0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)