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Spettacolo, cinema, arte e cultura

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locandinaIl Presidio del Libro presenta "Non fate troppi pettegolezzi”
La mia dipendenza dalla scrittura Dialogo con Demetrio Paolin
16 marzo 2015

Il 16 marzo 2015, il Presidio del Libro di Foggia incontrerà Demetrio Paolin, scrittore torinese, che presenterà il suo ultimo libro “Non fate troppi pettegolezzi” (LiberAria Edizioni).
L’incontro si svolgerà presso la Sala Mazza del Museo Civico della città, in p.zza Nigri, 1, alle ore 18.00. Il Presidio di Foggia prosegue con entusiasmo le attività cominciate nel 2013, nel solco tracciato durante il suo primo anno di vita. I destinatari delle sue azioni continuano ad essere i giovani fra i 16 e i 30 anni, la fascia riconosciuta come più "debole" nell'affezione alla lettura, ma che rivela spesso
imprevedibili passioni.
Tutta la programmazione dell’anno 2015 del Presidio, denominata “Grandi speranze”, è, infatti, orientata ai ragazzi delle scuole medie e superiori. Prevede una serie di tappe e tra queste Lavorare con i libri, un percorso di orientamento post-diploma, che ha consentito di conoscere, da un’altra angolatura, il “pianeta libro” e che ha permesso agli studenti più grandi di fare esperienza dell’intera filiera che gli ruota intorno: case editrici, librerie, biblioteche, lettori e scrittori.
In tale contesto si colloca la scelta del Presidio di dialogare con Demetrio Paolin sulla sua dipendenza dalla Scrittura. Il libro, tanto svelto quanto profondamente rispettoso e responsabile nei confronti del mestiere di scrivere, si compone di quattro saggi, su 4 autori italiani, Salgari, Pavese, Primo Levi e Lucentini, tutti torinesi, tutti suicidi e che per ragioni simili, ma anche differenti hanno vissuto al servizio della scrittura. Il titolo riprende la chiusa del "testamento" di Pavese - “Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi”. E’ l’ultima storia scritta da Cesare
Pavese su un pezzo di carta, prima di lasciare i suoi lettori, la sua vita, i suoi libri. Il saggio di Paolin parte da questo finale per raccontare un inizio, anzi, quattro inizi.
Presidio del Libro di Foggia
Sede Presidio del libro di Foggia c/o Biblioteca Provinciale “La Magna Capitana”, viale Michelangelo, 1 Foggia
Tel. 0881 791638, email: presidiolibro.fg@bibliotecaprovinciale.foggia.it
Referente: Salvatore d’Alessio cell. +393468593092
L'evento è stato organizzato con il supporto dell’ assessorato alla Cultura del Comune di Foggia.
Dialogherà con l’autore la prof.ssa Teresa d’Addedda
Demetrio Paolin è nato a Canelli, in provincia di Asti, ma vive e lavora a Torino. Ha scritto il saggio Una tragedia negata (VibrisseLibri; Il Maestrale), in cui ha indagato il modo con cui la narrativa italiana ha raccontato gli anni ‘70; il romanzo Il mio nome è legione e il libro di racconti La seconda persona, entrambi editi da Transeuropa. Alcuni suoi saggi e racconti sono apparsi su Nuovi Argomenti e Nuova Prosa,
Nazione Indiana e Vibrisse. Ha collaborato con il Corriere della Sera e scrive recensioni per Il Manifestoe BookDetector.

Annarita Spadaccino
Referente per la comunicazione
presidiolibro.fg@bibliotecaprovinciale.foggia.it
338-8935130 – 0881/791638

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CRAJSeconda edizione – 2015
Via al prossimo appuntamento della seconda edizione di “Casa della Musica”, manifestazione organizzata dal Comune di Foggia-Assessorato alla Cultura il patrocinio della Fondazione Apulia Felix l’associazione FalsoMovimento di Mauro Palma, con la direzione artistica di Angelo Cavallo.
Giovedì 12 marzo, terza serata nell’Auditorium Santa Chiara, alle 20.30. In programma, la proiezione di “Craj”, film-documentario sulla musica popolare pugliese, diretto da Davide Marengo e tratto dall'omonimo spettacolo ideato e scritto da Teresa De Sio con la collaborazione di Giovanni Lindo Ferretti.
Il film racconta del viaggio del Principe Floridippo e del suo servo Bimbascione attraverso la Puglia. Il percorso dal Gargano al Salento è lungo e i due protagonisti, accompagnati dal cavallo Toledo, si fermano tre volte per riposarsi: a Carpino dove pranzano con “I Cantori”, a Foggia dove conoscono Matteo Salvatore e a Cutrofiano dove ballano con Uccio Aloisi.
A presentare la serata due testimoni d'eccezione, lo stesso Angelo Cavallo che curò la direzione-palco del tour e del film, Teresa Mariano coproduttrice di “Craj”.
INGRESSO GRATUITO sino ad esaurimento posti
CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE E DIFFUSIONE

DUCHESSA SCALZA
associazione culturale

COMUNICATO STAMPA

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SiamotuttiIl 6/3 al Teatro del Fuoco di Foggia torna la parodia dell'Iliade di Maria Staffieri; serata di beneficenza a favore del piccolo Cristian. l'8 e 9/3 al T. Regio di Capitanata proseguono le repliche di "Faciteve curagge".
Torna ancora una volta sulla scena, venerdì 6 marzo al Teatro del Fuoco di Foggia (in vico Cutino), nell'ambito della XIV stagione della Compagnia teatrale Enarché, lo spettacolo Siamo tutti figli di Troia, ovvero una (dichiaratissima) e assai divertente parodia dell'Iliade firmata e diretta dalla regista e autrice Maria Staffieri. Una messinscena che da un paio d'anni la Compagnia Enarché continua a rappresentare con successo.
A un testo fondamentale, un poema intramontabile come l'Iliade, studiato da tutti sui banchi di scuola, la regista Maria Staffieri ha voluto dare un volto nuovo: pertanto lo spettacolo Siamo tutti figli di Troia, della quale la Staffieri è autrice e regista, è una vera e propria parodia del poema omerico. Uno spettacolo che ha come sfondo storico le vicende della decennale guerra di Troia senz'altro, ma il tutto è pero riveduto e corretto in chiave leggera e divertente, con tanti spunti comici. Una commedia-parodia dell'Iliade che si propone (nelle intenzioni dell'autrice), oltre che far divertire il pubblico, di far conoscere le epiche vicende della decennale guerra tra Greci e Ttroiani.
Sul palcoscenico molto numeroso sarà il cast degli attori, che verrà affiancato dalle ballerine della Scuola di Danza Tersicore di Foggia.
La serata di venerdì 6 marzo al Teatro del Fuoco della Provincia di Foggia ha inoltre una valenza particolare: parte dell'incasso infatti verrà devoluto in beneficenza, per aiutare la famiglia di un giovanissimo calciatore foggiano, il piccolo Cristian, che da tempo è ricoverato presso il reparto di Chirurgia Pediatrica del Policlinico Gemelli di Roma in quanto affetto da una grave patologia. Le condizioni del giovane Cristian, che milita nella squadra del Foggia Football Club, sono in via di miglioramento, ma tuttavia il piccolo atleta necessita di un lungo periodo di riabilitazione. In questi mesi molti si sono mobilitati per sostenere economicamente la famiglia di Cristian, che si trova ad affrontare un periodo difficile sotto tanti punti di vista, non ultimo quello economico. La Compagnia Enarché, in primis il presidente Carlo Bonfitto e tutto il cast artistico e tecnico, d'intesa con il Consorzio Sportivo di Capitanata - Esportiamo Foggia (al quale sono affiliate numerose associazioni sportive della provincia dauna) non ha voluto sottrarsi a questa importante gara di solidarietà e pertanto, come dicevamo, parte dell'incasso dello spettacolo del 6 marzo verrà devoluto in beneficenza alla famiglia di Cristian.
Le scenografie sono curate da Maria Grazia de Rosa; il trucco è affidato a Eliana Sireno, mentre i costumi sono stati realizzati da Angela Infante. Alle tastiere il musicista Stefano Capasso, mentre il gruppo audio-luci è a cura di Andrea Longone, fotografie di Alessandro Forcelli.
Lo spettacolo Siamo tutti figli di Troia sarà replicato nuovamente venerdì 20 marzo al Teatro Regio di Capitanata di Foggia (c/o Chiesa Madonna del Rosario - via Guglielmi, 8a) : pertanto quanti desiderano assistere alla rappresentazione possono contattare direttamente, per prenotare, la Compagnia Enarché - Teatro Regio di Capitanata, al numero 347/8381608.

Maria Cristina Sicilia - Telefono cellulare: 347/3010102
Addetta stampa Teatro Regio di Capitanata - Compagnia teatrale Enarché di Foggia
Info: Compagnia Enarché - Teatro Regio di Capitanata: 347/8381608

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7marzoMusica Civica sabato 7 marzo alle ore 19 al Teatro Comunale Giuseppe Verdi ospita i “Talenti di Capitanata per il mondo

I “Talenti di Capitanata per il mondo” saranno sabato 7 marzo alle 19 sul palco del Teatro Verdi ospitati dalla rassegna Musica Civica, che con questo evento riporta in Capitanata grandi artisti originari del territorio che stanno riscuotendo successi in Italia e nel mondo. Si avvicenderanno sul palco il pianista di San Giovanni Rotondo Christian De Luca, attualmente residente a New York dove è stato ammesso a studiare con una borsa di studio alla prestigiosa Juilliard School of Music, una delle università musicali più importanti al mondo; il quartetto di violoncelli Cellophonia Quartet, nato in seno al conservatorio di Foggia e formato dai migliori allievi ed ex allievi del docente titolare di cattedra, il noto violoncellista Francesco Montaruli; il soprano di Cerignola Ripalta Bufo, vincitrice di premi internazionali importantissimi e conosciuta al grande pubblico grazie alla sua partecipazione alla trasmissione Italia’s got Talent 2013, a seguito della quale ha firmato un contratto con la Sony Records e infine la Dauniaorchestra guidata da Umberto Sangiovanni, pianista e compositore foggiano ora residente a Roma, noto in Italia e all’estero per le sue composizioni, i suoi spettacoli originali, il suo pianismo eclettico e il suo impegno per il recupero della tradizione popolare pugliese mediante una rilettura in chiave jazz e contemporanea di testi contadini e folk. Le quattro realtà artistiche pugliesi si racconteranno al pubblico di Musica Civica, pungolati dalle interviste sempre effervescenti di De Finis, e daranno prova del loro livello musicale proponendo pezzi di grande fascino e di estremo virtuosismo. Dalla rocambolesca Rapsodia Spagnola di Liszt, un vero manuale delle maggiori arditezze pianistiche, alle trascrizioni per quattro violoncelli di pezzi legati alla musica per il cinema, dalle tre arie d’opera che richiedono un controllo tecnico della voce e una capacità interpretativa che solo grandi cantanti possono sfoggiare ai brani del compositore foggiano Sangiovanni, uno dei quali su testo di Andrea Pazienza, altro talento indiscusso e figlio della Capitanata. “Siamo orgogliosi – conclude il Sindaco Francesco Miglio – di poter accogliere questi illustri artisti della Capitanata sul palcoscenico del Teatro Verdi. Il loro talento e le storie personali che loro stessi racconteranno al pubblico potranno essere un esempio positivo per i nostri giovani”.

Il Portavoce
Marilia Castelli

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santAgataSant'Agata di Puglia la Pietra sul monte Croce e il suo antico segreto

È lunga tre metri, larga, e alta, circa due: stiamo parlando di una grande roccia presente sul monte detto della Croce posto proprio di fronte al paese. Da sempre conosciuta come “la preta re lu monde”, l’enorme roccia, stando a quanto si legge nel libro di un autore locale, racchiuderebbe un fossile marino di circa 50 milioni di anni fa.


Le pietre sono maestre mute, scriveva Goethe, esse rendono muto l’osservatore e la cosa migliore che da esse si apprende non si può raccontare. È altrettanto vero, tuttavia, che esistono pietre che hanno la capacità di riportarci storie importanti e insolite, belle ed intriganti, che meritano di essere riportate. Si tratta molto spesso di storie che riaffiorano dal ricordo di cronache narrate altrove e poi dimenticate, vicende che ci riportano fatti e circostanze che il tempo spietato trascina nell’oblio sottraendole alla memoria e al territorio.
Ma può un grosso masso nascondere in sé un segreto incredibile e grande anche più delle sue stesse dimensioni? Ebbene, a Sant’Agata di Puglia parrebbe proprio di si.
Vero è, del resto, che il caratteristico paese del Subappennino Daunio, a tutti noto con l’esclusivo e simpatico appellativo di “Loggia delle Puglie” conta nel proprio territorio numerosi e particolari macigni che, a vario titolo, meritano sicuramente di essere raccontati.
Cominciamo, allora, da quella che tutti in paese da sempre chiamano: “La Preta re lu Monde”, un grande masso rotondeggiante situato a circa due terzi dalla base sul fianco sud-ovest del monte della Croce, un rilievo culminante con due piccole cime tondeggianti vicinissimo al paese.
Nell’ interessante “Vocabolario del dialetto Santagatese” edito dal Comune di Sant’Agata di Puglia nel 1983, così lo scrittore Gino Marchitelli, autore del pregevole volume, descrive questa enorme roccia: “Prima del rigoglioso rimboschimento, quando il monte era completamente brullo e pieno di erbacce, la pietra era meta dei giochi dei ragazzi che avevano modo di arrampicarsi sulla sommità, facilitati dalle molte piccole concavità che il macigno presentava sui fianchi. Disposto con l’asse maggiore da monte a valle, la pietra é lunga poco meno di tre metri, larga circa m 1,80 e alta, in media, m 1,90”.
Ma qual è la singolarità di questo enorme masso?
A spiegarcelo è proprio lo stesso Gino Marchitelli, il quale a pagina 162 del suo volume traccia i contorni di una storia tanto insolita quanto interessante:
“…Nel 1980 l’amico Vincenzo Russo, fratello dell’Assessore Provinciale avv. Leonardo [papà di Gino Russo, attuale sindaco di Sant’Agata di Puglia (ndr)], appassionato di mineralogia, avendo notato sul macigno delle incrostazioni di fossili marini, riuscì a staccare un consistente frammento allo scopo di farlo esaminare scientificamente per conoscere la natura dei fossili e la loro età”.
A questo punto, nel protrarsi del racconto e nelle parole dello scrittore santagatese la storia si fa ancora più intrigante e coinvolgente:
“…Il Prof. Charriér, dell’istituto di Mineralogia del Politecnico di Torino, in una circostanziata relazione in data 19-4-1980, afferma che il frammento inviato dal Russo “non ha in superficie un conglomerato di fossili marini, ma é, per intero, una cellula di un unico individuo preistorico di grandi proporzioni”. Egli ha assegnato al monte l’età di 100 milioni di anni, - prosegue il Marchitelli - facendolo risalire, cioè, al periodo cretaceo caratterizzato dall‘attività di molluschi lamellibranchi costruttori di recinti del tipo corallino. Il fossile, dell’età di 50 milioni di anni ha la peculiare struttura delle rudiste». È da presumere, quindi, che al momento dell’immane sconvolgimento geologico, - conclude l’autore del libro - mentre le acque si ritiravano, il mollusco, per la sua grande mole, si sia arenato senza alcuna possibilità di guadagnare il mare. Conseguentemente si può ritenere che l’attuale fossile emergente sia soltanto una parte del suo corpo che certamente si trova ancora imprigionato nella sabbia compatta”.
Questa, in definitiva, la storia che abbiamo riletto con piacere dal libro dell’architetto Gino Marchitelli e che abbiamo voluto riportare per condividerla su queste pagine.
E non c’importa che sia attendibile o meno. Quel che riteniamo utile, infatti, non è sapere se in quella grande roccia esista realmente un animale preistorico.
Ci piace pensare, invece, che questa storia, con il suo alone di mistero, per il fatto stesso di averla riportata e condivisa, continua ancora a vivere.
Vera o fantastica che sia.

Rosario Brescia


Le foto sono di Michele Perrone

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