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Cronaca

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campoRSA Stella Maris: Campo: “Vicenda disumana; prendiamoci cura dei deboli e dei fragili anche evitando la demonizzazione di strutture per lungodegenza e riabilitazione”
Dichiarazione di Paolo Campo, presidente della V Commissione Ambiente del Consiglio regionale

La vicenda della RSA Stella Maris deve interrogare tutti coloro che mantengono responsabilità istituzionali e politiche: non è la prima volta che la cronaca ci sbatte in faccia casi di tale disumanità che purtroppo continuiamo a registrare e denunciare su tutto il territorio nazionale con la difficoltà di riuscire a determinare soluzioni e modelli che ci mettano al riparo da questi rischi.
Oltre le responsabilità “criminali” dei diretti interessati, risulta evidentemente necessario porsi una volta e per sempre il problema dei fragili e dei deboli; le persone sole, i cui bisogni non possono essere soddisfatti da una “retta”.
Ci vuole un cambio di passo a tutti i livelli; e come al solito il tema interroga prima di tutto le nostre coscienze, la nostra disponibilità verso l’altro, i nostri modelli culturali.
Sdegno e condanna per fortuna soccorrono sempre, ma la politica prima di tutto deve farsi carico di immaginare non “soluzioni” ad un problema, ma un modello di organizzazione dei tempi e della vita della società che tenga conto di tutti. Sempre; non solo quando la crudeltà prende il sopravvento, ma prima che queste condizioni si creino.
Magari a questo riguardo tutti noi dovremmo riflettere di più sulla difficoltà di contenere una spesa farmaceutica e diagnostica spesso eccessiva che sottrae risorse alle cure primarie; dovremmo ripensare il modello di ospedalizzazione di cui disponiamo, ed evitare la demonizzazione di quelli che incautamente definiamo “cronicari” e che, alla fine, sono le “lungodegenze” e le “riabilitazioni” previste dalla legislazione nazionale.
Le politiche che riguardano la cura delle persone forse meriterebbe più “giudizio” e meno strumentalizzazioni.

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 sbarchiimmigrati

Daniele Calamita - “agronomo-sindacalista-esperto di politiche sociali”

Il 26 giungo a Foggia abbiamo avuto l’ennesimo incendio e l’ennesima morte di un migrante al “gran ghetto” di Foggia, evento che si somma ad altri eventi tragici avvenuti in questi anni (borgo mezzanone, Stornara, gran ghetto ecc..) la domanda che da anni, molti cittadini sensibili, si pongono è sempre la stessa: quando avrà fine questa mattanza di innocenti vite umane?.

Sono anni che questa amara terra diventa famosa per queste ignobili vicende, però assistiamo ad uno stantio rituale che è quasi sempre lo stesso, si accendono i riflettori, ci si indigna, si sbraita ma poi dopo pochi giorni, spenti i riflettori, finito il buonismo di occorrenza, che non fa mai male alle nostre coscienze, tutto torna nell’oblio, nell’indifferenza generalizzata, nel dai che dobbiamo fare la situazione è questa; e tutto ritorna alla normalità fatta di gente che vive in condizioni disumane in baracche di occorrenza, con temperature torride e che a breve saranno utili braccia a poco costo per i nostri interessi.

Quante innocenti vite si sono spente in questi anni? e quante ancora si dovranno spegnere prima che qualcosa cambi realmente?.

In passato sono stato sindacalista attivo e impegnato in prima persona su questi temi, senza finta modestia posso anche dire che mi sono cimentato sulla risoluzione della problematica che durava da almeno 20 anni (ma nessuno ne parlava) e che per lo meno, visto che non si è risolta ed è evidente che persiste ancora, forse se un merito c’è stato è stato quello di trasformare un fenomeno invisibile che di colpo è apparso davanti gli occhi e le coscienze di tutti, dimostrando alla collettività che vi era una dura realtà da affrontare che andava ben oltre quella che era la più macabra immaginazione di paese civile o considerato tale.

Negli anni della mia esperienza sindacale ho sviluppato tante iniziative tutte volte a far comprendere alla collettività le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori agricoli (non solo migranti); ho trovato nelle persone e nelle storie che ho incrociato sul mio cammino una ricchezza straordinaria, vite incentrate sul sacrificio e in cerca di riscatto della propria dignità. Ho la pretesa di pensare che quel cammino e quel periodo sia stato utile per molti ed ha contribuito a smuovere le coscienze, accendendo i riflettori su delle condizioni rispetto alla quali la Politica ha dovuto assumere anche posizioni sul versante legislativo come ad esempio la legge regionale 28/06, e le due leggi nazionali contro il caporalato, ove per non dimenticare la prima legge ebbe come prima firmataria e presentatrice la nostra conterranea l’On. Colomba Mongiello a dimostrazione che questa terra voleva riscattarsi e cambiare direzione.

Foggia è stato l’avamposto di elaborazione contro i ghetti ed il caporalato, ma non ci si fermava alla sola denuncia, si avanzavano idee e proposte affinché si superasse l’ignobile sfruttamento lavorativo e abitativo, con l’ambizione di ridare dignità a tanti esseri umani e mettere fine a questa infinita mattanza.

Tante idee e tanti percorsi, passando per tante energie positive spese per realizzare quegli ambiziosi principi, che forse si sono perse o che magari sono stipate in qualche cassetto impolverato della Regione Puglia; idee frutto della concertazione, del confronto e della condivisione con un folto gruppo di associazioni, con il coinvolgimento dell’università e di tanti tecnici privati (architetti, ingegneri, agronomi), in un momento storico, oserei dire, di positive convergenze; all’epoca avevamo veramente l’impressione e la ferma convinzione che le cose potesse cambiare e invece, visto l’ultimo evento, è evidente che tutto è rimasto così com’era; penso che abbiamo fallito tutti se ancora oggi in quei luoghi si muore. Non vi possono essere scusanti e nessuno ne esce innocente, siamo TUTTI colpevoli.

A distanza di anni, mi chiedo ancora che fine abbia fatto l’idea progettuale che lanciammo, l’idea era quella che pochissimi ricorderanno e che aveva come titolo “ECOVILLAGGIO e AGRICOLTURA AD ALTO IMPATTO SOCIALE”, l’idea la rispolvero, si fondava sul autocostruzione abitativa da parte dei migranti, la costruzione di moduli abitativi a impatto energetico e ambientale 0 e abbinato a questo il lancio dell’agricoltura ad alto impatto sociale, un’agricoltura nuova che puntasse alla socialità e che aveva alla base la coltivazione di terreni pubblici incolti, coltivando biologico e genuino, con un sistema cooperativo di lavoratori italiani e migranti; provando proprio attraverso la condivisione di percorsi lavorativi e fare la vera integrazione sociale, sottraendo i lavoratori sia ai ghetti che ai caporali.

Qualcuno all’epoca, sminuiva l’idea, non conoscendole bene, dicendo: volete sostituire il ghetto brutto con quello bello. Ovviamente non era quella l’idea infatti l’ecovillaggio doveva essere allocato in luoghi visibili, doveva avere in sé il sistema legale dello stato (sportelli dell’ispettorato, sportelli del collocamento, sportelli delle imprese e dei sindacati e delle associazioni) e doveva essere un laboratorio di inclusione sociale, nella LEGALITA’ con il coinvolgimento attivo di tutti gli attori e dei cittadini. Quell’idea aveva l’ambizione di tracciare un nuovo modello sociale.

Quell'idea ebbe anche la condivisione pubblica di personalità di indubbia fama e spessore accademico come il Prof. ALDO BONOMI e pensate un pò del Prof. Andrés Duany il più importante architetto a livello mondiale, che venne a Foggia in una tre giorni organizzata dall’Università di Foggia e che vide la prestigiosa presenza anche di tantissimi altri esponenti regionali e nazionali, nonché di tutti gli Ordini Professionali del territorio e tutti si confrontarono pubblicamente sull’idea decretando che si trattava di un’idea innovativa che veramente avrebbe potuto invertire una rotta, dando anche lustro al territorio che aveva generato queste deformazioni e ridando anche energie e prospettive positive all’intera economia settoriale.

All’idea principale (Ecovilaggio e Agricoltura ad alto impatto sociale) si collegava e se ne abbinava un’altra che era quella della corretta educazione alimentare per le nuove generazioni, infatti era anche previsto che nei distributori automatici nelle scuole e nei luoghi pubblici, si dovevano, bandire le merendine e dovevano essere riforniti, dal sistema dell’agricoltura etica (anche con aziende private che intendevano aderire al percorso) con frutta fresca locale e con derrate alimentari (trasformate), dando ai nostri figli cibi genuini a chilometro 0 e a costi bassi.

L’idea nacque, lo voglio ricordare, dalla considerazione che all’epoca la Regione spendeva 1 milione di euro l’anno per portare l’acqua potabile al ghetto; il computo metrico per realizzare il progetto era di 1,5 milioni di euro ed avrebbe risolto definitivamente il problema ghetti ed al tempo stesso avrebbe generato un circuito economico LEGALE che avrebbe prodotto ricchezza generalizzata (diretta e indiretta) per tutto il territorio, senza escludere che avrebbe eliminato l’onta che grava su questa terra.

Forse all’epoca i tempi non erano ancora maturi e forse quell’idea progettuale era troppo avveniristica o forse nei giochi interni della Politica doveva essere bocciata, sinceramente non lo so, e onestamente non lo voglio neanche sapere; la cosa che so e che quell’idea, oggi più che mai visto anche i 103 milioni di euro stanziati per i PNRR, potrebbe essere rispolverata, attualizzata e proposta. Non mi interessa cercare colpe o responsabilità e neanche avere nessuna forma di paternità dell’idea (infatti derivava dalla convergenza di gente persone), la cosa che mi interessa e che in questa terra non si debba morire più tragicamente e che magari si inizi finalmente a respirare un’aria nuova si ricominci a sentire il profumo dello sviluppo, della legalità e che vivere qui sia motivo di orgoglio e non di vergogna. Spero che qualcuno sollecitato decida di prendere visione dell’idea progettuale, la faccia propria e la sostenga nelle sedi opportune. Meritiamo un futuro migliore e non possiamo arrenderci al è così, se non per noi stessi lo dobbiamo ai nostri figli.

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carabinieri
Sulla spiaggia di San Menaio, 
intorno alle 12.30, è stato rinvenuto il corpo senza vita di una persona. Ad allertare le forzedell'ordine è stato un passante, che, ha notato il cadavere scarnificato riverso sulla battigia. Sul posto sono giunti i carabinieri e Peschici e il medico legale, il quale dovrà stabilire alla tipologia di morte.
Gli esami che dovranno portare all'identificazione del cadavere, saranno difficili a causa della lunga permanenza in acqua, forse di alcuni mesi, che ha reso il cadavere irriconoscibile. L'intera parte superiore si presenta scarnificata, mentre ha mantenuto brandelli di abiti e pelle nella parte inferiore. Al momento, non risultano persone scomparse nel corso degli ultimi mesi, il cadavere potrebbe essere di un uomo.

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comunesanseveroORDINANZA SINDACALE CONTINGIBILE ED URGENTE PER PREVENIRE E CONTRASTARE GRAVI PERICOLI PER COMPORTAMENTI CONNESSI ALL'ESERCIZIO DELLA PROSTITUZIONE SULLA PUBBLICA VIA.

Con propria atto n.17 in data odierna, il Sindaco Francesco Miglio ha disposto ORDINANZA CONTINGIBILE ED URGENTE PER PREVENIRE E CONTRASTARE GRAVI PERICOLI PER COMPORTAMENTI CONNESSI ALL'ESERCIZIO DELLA PROSTITUZIONE SULLA PUBBLICA VIA.

Il testo integrale dell’Ordinanza è pubblicato sul sito del Comune di San Severo www.comune.san-severo.fg.it – sezione ALBO PRETORIO.
IL SINDACO
ORDINA
Che, a decorrere dal 25 maggio 2022 e fino al 31 dicembre 2022, per esigenze di sicurezza pubblica finalizzate alla prevenzione di fenomeni, anche di rilevanza penale, e della commissione di reati correlati, è fatto divieto a chiunque su tutto il territorio del Comune di San Severo, sia urbano che extraurbano:
1) di porre in essere comportamenti diretti, in modo non equivoco, ad offrire prestazioni sessuali a pagamento, consistenti nell’assunzione di atteggiamenti di richiamo, di invito, di saluto allusivo, ovvero nel mantenere abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo, ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione. La violazione si concretizza con lo stazionamento e/o l’appostamento della persona e/o l’adescamento di clienti e l’intrattenersi con essi, e/o con qualsiasi altro atteggiamento o modalità comportamentali, compreso l’abbigliamento, che possano ingenerare la convinzione che la stessa stia esercitando la prostituzione;
2) di contrattare, ovvero concordare prestazioni sessuali a pagamento, oppure intrattenersi, anche dichiaratamente solo per chiedere informazioni, con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada. Se l’interessato è a bordo di un veicolo, la violazione si concretizza anche con la semplice fermata, al fine di contattare il soggetto dedito al meretricio. Consentire la salita sul proprio veicolo di alcuno dei soggetti svolgenti attività di meretricio costituisce conferma palese dell’avvenuta violazione della presente ordinanza;
Ferma restando l’eventuale applicazione delle sanzioni penali ed amministrative previste dalle vigenti disposizioni legislative e regolamentari ed i limiti edittali fissati per le violazioni delle ordinanze sindacali dall’art. 7 bis del TUEL, in caso di violazione della presente ordinanza si applicherà la sanzione del pagamento di una somma da €25,00= ad € 500,00.
Per le violazioni alle disposizioni della presente ordinanza si applicano i principi e le procedure previsti dalla L. 24/11/1981 n. 689 e successive modifiche ed integrazioni.

L’inottemperanza all’ordine impartito di cessare immediatamente il comportamento illecito e di allontanarsi da tutti i luoghi ed aree in cui vigono i divieti indicati nella presente ordinanza, sarà sanzionato ai sensi dell’art.650 del Codice Penale, essendo indubbio che si tratti di “provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragioni di sicurezza pubblica”.
DISPONE che la presente ordinanza sia:
- valida dal 25 maggio 2022 al 31 dicembre 2022;
- resa pubblica, anche successivamente al periodo di pubblicazione, mediante affissione all’Albo Pretorio on line, oltre ad ogni altro idoneo mezzo volto alla diffusione dei diritti tutelati e delle prescrizioni contenute;
- trasmessa alla Prefettura di Foggia -Ufficio Territoriale del Governo ed alle Forze di Polizia Statali e Locali presenti sul territorio: Commissariato P.S. di San Severo e Questura di Foggia, Compagnia Carabinieri di San Severo e Comando Provinciale Carabinieri di Foggia, Compagnia Guardia di Finanza di San Severo e Comando Provinciale Guardia di Finanza di Foggia, Polizia Municipale di San Severo;
Alla Polizia Municipale ed alle Forze dell’Ordine è demandato il compito di far osservare le disposizioni della presente ordinanza.

Il Responsabile Ufficio Stampa
Michele Princigallo

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rifiutiSAN GIOVANNI ROTONDO, MASCIALE E TORTORELLI IN CORO: «IL CONTRASTO AI REATI AMBIENTALI DEVE AIUTARE LE IMPRESE A SVILUPPARE L’ECONOMIA SANA NELLA NOSTRA CITTÀ»
Dichiarazione congiunta dell’assessore all’Ambiente, Matteo Masciale e del presidente del circolo “Lo Sperone – Legambiente”, Antonio Tortorelli.
I numeri dell’operazione dei Carabinieri Forestali a seguito dell’indagine effettuata con controlli, fototrappole e appostamenti svolti nel corso di molte settimane, e ordinate dalla Magistratura del tribunale di Foggia, sono impressionanti.
Impressionano i meccanismi del sistema illecito per lo smaltimento dei rifiuti inerti emerso dall’inchiesta, e confermano quanto fosse diffuso quel sistema, associato a quello del sacchetto selvaggio, puntualmente denunciato da tanti cittadini e dalle campagne “puliamo il Mondo” di Legambiente.
Una pratica che grava sul costo e sul sistema di raccolta dei rifiuti, con maggiori costi per l’economia delle famiglie e delle imprese, uno sfregio alle periferie della città e un danno ambientale incalcolabili. La nostra amministrazione ha rafforzato il sistema di controlli per contrastare tali comportamenti, con maggiori sanzioni per scoraggiare i comportamenti incivili.
Quanto emerso denuncia il ritardo con il quale si fatica a comprendere la gravità dei reati ambientali, il rischio delle pene previste e il blocco delle attività per le imprese delle demolizioni, movimento terra e delle costruzioni che operano pericolose scorciatoie nel corretto smaltimento degli inerti.
Tali inerti conferiti agli impianti di trattamento autorizzati per il recupero di sottoprodotti, sviluppano economia circolare, con un vantaggio ambientale e di mercato, potendo riutilizzare quei materiali per le attività di costruzione edilizia e stradali senza consumare altra materia naturale.
Esprimendo un plauso per l’operazione svolta con successo dai carabinieri e dal magistrato, aspettiamo di conoscere le motivazioni che hanno indotto le imprese coinvolte a rivolgersi a quel sistema, l’assessorato all’Ambiente e Legambiente opereranno congiuntamente per rafforzare le azioni di informazione e sensibilizzazione. Informeremo sulle opportunità e gli obblighi di impiegare materiale riciclato.
Soprattutto avvieremo una verifica sulla discarica abusiva e chiederemo di valutare il danno e i problemi ambientali che ne possono derivare poiché quella discarica è situata in un punto critico del sistema carsico nostro territorio – è quanto si legge al termine della nota congiunta a firma dell’assessore all’Ambiente del Comune di San Giovanni Rotondo, Matteo Masciale e del presidente del circolo “Lo Sperone – Legambiente SGR”, Antonio Tortorelli.

Matteo MASCIALE
Assessore all'Ambiente
Comune di San Giovanni Rotondo

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