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Spettacolo, cinema, arte e cultura

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gargano#EXPOGARGANO: AGRUMI E FAVE I PROTAGONISTI 
DELLE TAPPE DI VICO E CARPINO
Continuano gli appuntamenti di ExpoGargano, l’Esposizione delle eccellenze del territorio, con due appuntamenti: mercoledì 5 agosto a Vico del Gargano in collaborazione con il Mukanda Festival e giovedì 6 agosto a Carpino con il Carpino Folk Festival. Protagonisti saranno ancora i prodotti e i produttori del Gargano: nel Padiglione Gargano, saranno presenti le aziende del territorio e l’Associazione Cuochi Gargano e Capitanata che curerà gli show cooking e le degustazioni.
 Vico del Gargano e Carpino saranno rispettivamente la terza e la quarta tappa di “ExpoGargano, la Summer Food Exp(O)perience” organizzata e promossa dal Gal Gargano in programma fino al 21 agosto 2015.
MERCOLEDÌ 5 AGOSTO, A VICO DEL GARGANO - Dalle ore 20.30 Piazza Fuoriporta ospiterà il Padiglione Gargano con l’ “Itinerario del gusto” dedicato agli agrumi, Presidio Slow Food. La manifestazione si inserisce all’interno del Mukanda Festival che si svolge nel centro storico di Vico del Gargano e rappresenta un evento originale nelle offerte dei festival, dove passato e futuro si mescolano per far rivivere uno dei Borghi più Belli d'Italia. (info www.mukandafestival.it)  
ITINERARI DEL GUSTO, GLI AGRUMI – Il perimetro che va da Vico del Gargano a San Menaio, Rodi e Ischitella è da sempre riservato alle coltivazioni di agrumi che, fino agli inizi del ‘900, erano esportati in tutto il mondo.

LIMONE FEMMINELLO | Il limone più antico d’Italia, si distingue per l’alta percentuale di succo e per la scorza sottile e tenera. La sua genuinità, l’alto contenuto di vitamina C e gli intensi profumi lo tipicizzano per qualità e pregio. 
ARANCIA DEL GARGANO IGP | Le varietà giunte ai giorni nostri sono: Il “Biondo Comune” o Bionda del Gargano, l’arancia dal colore giallo dorato intenso, con buccia sottile e diametro minimo di 60 mm; la “Duretta del Gargano”, detta anche “Arancia tosta”, che ha la polpa croccante ed è priva di semi. É l’arancia natalizia, che matura tra dicembre ed aprile. Il “Melangolo”, infine, è un’arancia medio - piccola dal succo dolce, dal colore rosso intenso e dalla buccia sottilissima.
GIOVEDÌ 6 AGOSTO, A CARPINO - Largo San Nicola si colorerà, a partire dalle ore 20.30, delle tipicità e delle eccellenze del Gargano. La manifestazione promossa dal Gal Gargano si inserirà all’interno del Carpino Folk Festival (www.carpinofolkfestival.com), dove la ricchezza di artisti e personalità di spicco riempiranno il paese di suoni, vivacità e quella luce carica di festosità tipica di questo evento. Sempre a Carpino, in piazza Sam Nicola si terrà, a partire dalle 20.30 un workshop dal titolo “Nutrire i borghi: energie per l’innovazione nei territori rurali”, che vedrà come relatore Fausto Faggioli, project e territorial marketing manager, nonchè uno dei massimi  esperti  europei  nello  Sviluppo  delle  Aree  Rurali.
ITINERARI DEL GUSTO, LE FAVE - L’appuntamento di Carpino è dedicato alle fave (Presidio Slow Food), con il Padiglione Gargano (7 aziende del territorio e due show cooking a cura dell’Associazione Cuochi Gargano e Capitanata). A Carpino la fava si coltiva da secoli: i suoi terreni calcarei e argillosi sono l’ideale per questo legume che è da sempre alla base della dieta contadina. Rinomata a livello nazionale per le sue qualità e caratteristi- che organolettiche, la fava di Carpino (o sottovarietà della Vicia Faba Maior) è di dimensioni medio-piccole e con una fossetta nella parte inferiore. Caratteristica principale è la sua facile cottura, determinata dalla buccia sottile, porosa e friabile che permette di sprigionare l’aroma e il gusto intenso della polpa. 
“ExpoGargano” proseguirà il 9 agosto a Rignano Garganico con Raiz e Pietra Montecorvino, Daniele Sepe il 13 agosto a Cagnano Varano, Teresa de Sio il 14 agosto a San Nicandro Garganico… e ancora Mario Tozzi (Peschici, 17 agosto), Syusy Blady (Rodi Garganico, 18 agosto), Sergio Rubini (San Giovanni Rotondo, 19 agosto), Paolo Sassanelli (San Marco in Lamis, 20 agosto) e Valerio Aprea (Ischitella, 21 agosto).
“ExpoGargano” è un progetto promosso dal Gal Gargano (nell’ambito del PSR Puglia 2007-2013, misura 331 azione 2) con la collaborazione di: Consorzio Teatro Pubblico Pugliese , Associazione Cuochi Gargano e Capitanata (F.I.C.), Associazione Legambiente FestambienteSud | Slow Food Puglia, Comunità monastica di Pulsano, Associazione Carpino Folk Festival, Studio 1, Associazione Museca, Associazione culturale Mukanda, Associazione Mattinati, Proloco Rignano Garganico, Parrocchia Santa Maria della Pietà di Cagnano Varano e i Comuni di: Monte Sant’Angelo, Mattinata, Vico del Gargano, Carpino, Rignano Garganico, Cagnano Varano, San Nicandro Garganico, Peschici, Rodi Garganico, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, Ischitella.
www.galgargano.it
www.galgargano.it
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carpinofolkfestivalCATERINA PONTRANDOLFO CON LA MEMORIA DELLE DONNE DELL'ARNEO IL 6 AGOSTO AL CARPINO FOLK FESTIVAL 2015
Attualmente la voce più intensa e significativa della riproposta del canto contadino lucano con la fisarmonica e il talento di Admir Shkurtaj in uno spettacolo di canti, ballate e serenate salentine della terra d'Arneo in passato frequentata da greggi e briganti
Carpino, li 05 agosto 2015
Gentile,
si chiede cortesemente di diffondere Comunicato Stampa sulla ventesima edizione:
"CARPINO FOLK FESTIVAL 2015 - DAMATIRA" in programma dal 03 al 09 Agosto 2015 nelle più suggestive location del Gargano.
Si ringrazia sentitamente.
Dopo la notte dedicata ai concerti proposti dalle donne che hanno vissuto la tradizione contadina il 6 agosto il treno di Cantar Viaggiando che da San Severo porta al Carpino Folk Festival condurrà i viaggiatori all'interno di un canzoniere teatrale ricchissimo fatto di stornelli a dispetto e canti d’amore, ballate dai testi struggenti, canti narrativi e serenate, canti a “paravoce” raccolti da Caterina Pontradolfo e Assunta Zecca in una delle isole sonanti d'Italia attraversata dalla melodia, oltre che dagli ormai celebri ritmi pizzicati.
Prima dello spettacolo teatrale sarà Elena Ruzza quindi a condurre il treno delle Ferrovie del Gargano delle ore 19.12 per l'ultima tappa di Cantar Viaggiando. A seguire la visita della guida turistica Domenico Sergio Antonacci che attraverso i nomi storicizzati della cultura popolare carpinese in vie, vicoli e piazze introdurrà i passeggeri nell'itinerario del gusto promosso dal Gal Gargano con protagoniste le fave tornate dal viaggio nello spazio con l'astronauta italiana Samantha Cristoforetti.
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mostrafotograficaDall’11 al 21 agosto, le fotografie di Raffaele Battista nel chiostro dell’ex convento
Sarà un’anteprima della mostra che l’artista lucerino porterà a Cava dei Tirreni 
 
LUCERA Si intitola “Evanescenze” la mostra fotografica che, dall’11 al 21 agosto 2015, sarà accolta negli spazi della nuova biblioteca comunale di Lucera, nel chiostro dell’ex convento di San Salvatore. Le 30 opere che saranno esposte sono di Raffaele Battista, fotografo e artista lucerino, i cui scatti sono già stati accolti e mostrati in strutture prestigiose come il Palazzo delle Prigioni a Venezia e il Museo delle Culture Europee di Berlino. “Evanescenze”, che sarà inaugurata martedì 11 agosto alle 19:30, è un’anteprima della mostra che sarà ospitata il prossimo inverno alla Mediateca Marte, a Cava dei Tirreni, in una galleria che quest’anno ha registrato numeri da capogiro con “Marc Chagall, Segni e colori dell’anima”, una selezionata scelta di 77 tavole, tra litografie e acqueforti, realizzate dall’artista russo tra gli anni ‘20 ei ‘50.
IMMAGINI SENZA CONFINI. Nella nuova biblioteca comunale, sarà esposta una selezione delle foto che Raffaele Battista ha realizzato col la tecnica del mosso. Quelle immagini sono state così descritte da Enrico Colamaria (delegato Federazione Italiana Associazioni Fotografiche per la provincia di Foggia): “(…) Noto anche un’altra ‘assenza’ importante: ciò che è al di fuori della cornice della foto, ciò che è al di là delle dune, ciò che lascia viaggiare la nostra fantasia versogli ‘spazi infiniti’ di leopardiana memoria. La foto non è più discontinua, ma in continuità con la nostra immaginazione. (…) Negli ultimi lavori di Raffaele Battista i solchi del terreno, i rami, i colori e gli spazi si sublimano diventando impercettibili ed evanescenti”.
2015, ANNO DI GRAZIA. Il 2015 è un anno importante per Raffaele Battista, iniziato nel migliore dei modi con le presentazioni – a Foggia e a Lucera – dell’ultimo volume fotografico realizzato dall’artista lucerino, “Daunia, poesia di un paesaggio”. Un libro di 60 pagine, con 60 fotografie. “Ho portato questo libro a Londra”, ha detto Daniele Borrelli, direttore del Gal Meridaunia, “e i buyers internazionali ne sono rimasti ammaliati. Volumi come questo sono uno strumento prezioso per promuovere la bellezza della nostra terra”. “Le opere di Raffaele Battista”, ha spiegato Enrico Colamaria, delegato provinciale della Fiaf (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), “riescono a suscitare l’immaginazione, lasciandoci percepire anche ciò che non è rappresentato nelle immagini”. Nicola Loviento, presidente del Foto Cine Club di Foggia, ha aggiunto che lo stile e la tecnica dell’artista lucerino riescono a “vedere e a mettere in evidenza ciò che gli altri non vedono”, una caratteristica che eleva le foto di Raffaele Battista al rango di opere d’arte, frutto di genio, creatività e utilizzo sapiente della tecnica fotografica. Particolarmente significativo l’opinione di Mario Ferrante, pittore e scultore apprezzato in tutto il mondo, che ha rimarcato la capacità delle fotografie pubblicate in “Daunia, poesia di un paesaggio” di “rendere percepibile la impalpabilità di quanto va oltre la presunta oggettività del reale”. “Raffaele Battista – ha affermato Ferrante – non è soltanto un fotografo, è un artista vero”.
Info: www.raffaelebattista.it - www.fotofoggia.it  
 
comunicato stampa
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Samanta Matteo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"MODA D’AUTORE" 2015: LA STILISTA FOGGIANA SAMANTA RUSSO INCANTA LA PASSERELLA DI LIGNANO SABBIADORO 
La Fashion Designer, talento pugliese della moda Made in Italy, si aggiudica il più "Social" dei Premi per le Creazioni della sua Nuova Collezione "I’Am… Gold". A consegnare il Premio lo Scenografo Sergio Giacon. 
Prestigioso riconoscimento per la Stilista Samanta Russo all’Edizione 2015 del Concorso "Moda d’Autore" e "Lignano in Moda", svoltasi nell’elegante cornice della "Terrazza a Mare" di Lignano Sabbiadoro. Per le Creazioni della sua Nuova Collezione "I’Am… Gold", la Fashion-Designer pugliese, già vincitrice di numerose rassegne di moda, si è aggiudicata il Premio "ModaPortale", consegnato personalmente dallo Scenografo Sergio Giacon.
Un’Edizione tutta al femminile quest’anno, sedici le Stiliste provenienti da molte Regioni Italiane e dalla vicina Carinzia che si sono date appuntamento nella nota località balneare friulana per la finale di questo evento che ha quale protagonista la Moda, il"Glamour" e le nuove tendenze, ideato ed organizzato dall’Agenzia "modashow.it", con il Patrocinio del Comune di Lignano Sabbiadoro, dell’"Agenzia Turismo FVG" e di "C.N.A. Federmoda" e con la collaborazione della "Lignano Sabbiadoro Gestioni S.p.A.".
La qualità e l’originalità dei capi presentati dalle Finaliste, che per giungere a Lignano avevano già superato una Prima Fase di Selezione, hanno reso molto impegnativo il lavoro di una Giuria di grande qualità composta da Esperti del Settore che, prima di individuare le proposte vincenti, ha visionato bozzetti, schede tecniche, abiti in dettaglio ed indossati.
Fuori Concorso, sono state inoltre presentate Collezioni di Accessori proposte da Monia Rossato di Venezia e "Peccati di Gola Atelier" di Feletto Umberto (UD), che per originalità e bellezza sono stati accolti da calorosi applausi del numeroso pubblico presente alla "Terrazza a Mare". 
Momenti di grande emozione, poi, quando sul palco hanno sfilato i capi interamente cuciti dalle detenute della Casa Circondariale di Rebibbia Femminile di "NeroLuce", brand del Laboratorio RICUCIAMO, ideato e coordinato dall'Associazione Gruppo Idee.
Nel corso della Sfilata Finale, presentata da Michele Cupitò con l’impeccabile regia di Paola Rizzotti, sono intervenuti: il Sindaco di Lignano Sabbiadoro, Luca Fanotto; l’Assessore al Turismo, Massimo Brini; Il Presidente della "Lignano Sabbiadoro Gestioni S.p.A."Loris Salatin ed il Responsabile Regionale di "C.N.A. Federmoda" Antonio Cantarutti.
Venendo agli altri importanti Premi: nella Categoria "Moda d’Autore" dedicata ai Professionisti, 1^ classificata Sonia Flauto di Sassari, e 2^ classificata Miriam Marega di Gorizia; nella Categoria "Moda d’Autore… Futuro", dedicata agli Studenti, 1^ classificataBeatrice Scapini Borromeo di Milano, e 2^ classificata Alice Illi di Valdobbiadene (TV); Premi Speciali a Sibylle Gores di Spittal, Sonia Flauto di Sassari (Premio "Società Italia"), Jessica Pierasco di Pescantina (VR) e Laura Martini di Maniago (PN) (Premi "Smodatamente"). 
Appuntamento alle Edizioni 2016 di Moda d’Autore e Lignano in Moda, sempre nella splendida Lignano Sabbiadoro.
Ufficio Stampa Creative Voice
Tel. + 39 342 194 0536
 
COMUNICATO STAMPA 
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Premio alla Carriera alla musicista, cantautrice e ricercatrice etnomusicale GIOVANNA MARINI
Tra le voci più importanti nel panorama delle musiche popolari del nostro paese
Gentile, si chiede cortesemente di diffondere Comunicato Stampa sulla ventesima edizione:
"CARPINO FOLK FESTIVAL 2015 - DAMATIRA" in programma dal 03 al 09 Agosto 2015 nelle più suggestive location del Gargano.
Dal 5 Agosto le tappe di Cantar Viaggiando arrivano nel centro storico di Carpino dove le vie si arricchiranno di artisti e personalità di spicco riempiendo il paese di suoni, vivacità e quella luce carica di festosità tipica del Carpino Folk Festival.
Il programma della giornata è molto lungo. Si parte alle 19.12 da San Severo per la 3a tappa di Cantar Viaggiando con il giornalista della controinformazione GIANNI LANNES e il progetto "URA" di REDI HASA E MARIA MAZZOTTA.
La serata, a cura di SALVATORE VILLANI con la conduzione del giornalista RAI Enzo Del Vecchio, è dedicata al culto della Madre Terra in Capitanata - Damatira -, e trae il titolo “Matre del Creator” dalla forma orecchiatta e dialettizzata di Mater Creatoris (Litaniae Lauretanae), il canto delle Cantatrici di Ischitella registrato durante la processione del Crocifisso di Varano del 26 aprile del 1997.
Alle ore 21.00, la conferenza dal titolo “IL CULTO DELLA MADRE TERRA NELLA CAPITANATA”. Alle ore 22.00, la presentazione del libro ROBERTO LEYDI E IL “SENTITE BUONA GENTE” con Domenico Ferraro (autore - docente Università di Roma) e Maurizio Agamennone (docente Università di Firenze), quindi la proiezione dei filmati dello spettacolo del 1967 dei Cantori di Carpino e dei musici terapeuti di Nardò.
Seguiranno, ore 23.00, i 5 concerti della tradizione con GIOVANNA STIFANI che interpreta Luigi Stifani (Mesciu Gigi, barbiere violinista che nel corso della sua vita ha condotto innumerevoli esorcismi su donne tarantate); LE CANTATRICI DI ISCHITELLA in Matre del Creator; ANGELA DELL'AQUILA in canti della tradizione albanese d'Italia, Albania e Kossovo; MARIELLA BRINDISIaccompagnata da Mario Mancini in canti della Valle del Fortore; I SUONATORI DELLA VALLE DEL SAVENA diretti da Dina Staro.
I concerti della tradizione saranno intervallati dalla consegna del premio alla carriera alla cantautrice GIOVANNA MARINI, una vita dedicata allo studio, alla raccolta e alla riproposta di musiche di tradizione orale, collaborando con tanti ricercatori e studiosi.
Tutti gli spettacoli del Carpino Folk Festival sono ad ingresso gratuito
CARPINO FOOD FESTIVAL - #ExpoGargano
Promosso dal Gal Gargano
CANTAR VIAGGIANDO - "Una valigia di ricordi"
"Un viaggio slow a bordo dei vagoni delle Ferrovie del Gargano"
Ore 19.12 in viaggio tratta San Severo/Calenella 
Degustazione di prodotti tipici regionali a bordo
GIANNI LANNES "Gargano: la madre terra daunia"
Su questo lembo di storia si sono aggrappate mille leggende, a partire dall’approdo di Diomede dopo la guerra di Troia. Gente rude e criminali di importazione. Il sangue illirico, greco, teutonico, svevo, arabo, normanno, iberico, slavo e albanese si è raggrumato sul promontorio. Alcuni sono venuti a bivaccare da queste parti; molti, però, sono partiti con le pezze al culo, e mai più tornati. Progresso e sviluppo annunciato e promesso dal 1861 dopo aver stroncato la rivolta patriota dei briganti? Gli autoctoni emigrano ancora a testa bassa, mentre sovente i giovani sopravvivono consumando nel vuoto i giorni e l’intelligenza. Così sebbene sia legalmente assente nel belpaese la pena di morte, vige inesorabile la morte per pena.
Gianni Lannes è scrittore, fotografo, documentarista, esploratore, subacqueo, ex giornalista e fotografo. Ha lavorato sia in Italia che all'estero, occupandosi di controinformazione con inchieste riguardanti i traffici di armi (inchiesta su Ilaria Alpi e Miran Hrovatin), di esseri umani, di rifiuti tossici, scorie radioattive, di ecomafie. A causa del suo lavoro ha subito numerosi attentati e minacce di morte. Dal dicembre 2009 all’agosto 2011 ha vissuto sotto scorta della Polizia di Stato.
ACCOMPAGNAMENTO DI REDI HASA E MARIA MAZZOTTA - PROGETTO “URA”
I primi incontri musicali tra Redi Hasa e Maria Mazzotta avvengono nel 2005 quando, suonando per puro divertimento, cominciano a capire che tra di loro c’è grande affinità musicale. Di nota in nota trascorrono lunghe serate in compagnia di musiche tradizionali e libere improvvisazioni.
Il puro piacere dell’ascolto reciproco diventa, man mano, un appuntamento costante e ad ogni incontro entrambi portano nuovi brani e nuovi arrangiamenti, quasi a stupirsi l’un l’altro delle grandi potenzialità della loro musica.
E’ così che, nel 2010, cominciano a credere seriamente in un progetto di ricerca che leghi le potenti note del violoncello alla leggerezza della voce, passando attraverso le tradizioni delle loro terre e di quelle che incontrano nei numerosi viaggi. Vibrazioni che si snodano dalla pancia di un violoncello, frequenze liberate che sostengono e si fondono con la voce; note sapienti che prendono corpo dal ventre, che giocano con le simmetrie e con le dissonanze.
Fondamenta del repertorio sono le storie del sud Italia e dei Balcani, delle genti della Vecchia Europa e dei migranti di ogni tempo e luogo che Maria e Redi interpretano e ripropongono secondo il proprio sentire.
Dalla collaborazione musicale tra i due scaturiscono forti emozioni che li nutrono e li ispirano al contempo.
Colori, sapori, profumi, luci e ombre dell’esistenza umana vengono trasformati in suono che coinvolge e in storia che ammalia, in emozione. Sperimentazione e improvvisazione sono strumenti dosati con saggezza per sentire l’appartenenza di un brano e imprimervi la propria personalità.
“MATRE DEL CREATOR, IL CANTO DELLE DONNE”
in collaborazione con Parco del Gargano - Expo e territori – Motherchef
A cura di SALVATORE VILLANI con la conduzione del giornalista RAI Enzo Del Vecchio
Ore 21.00 Largo San Nicola / CARPINO
La dea gravida della vegetazione – popolarmente nota come dea della terra, o Madre terra – fu una delle figure femminili più rappresentate tra quelle riprodotte nell’Europa antica del neolitico.
La dea era la Creatrice dalla quale tutta la vita – umana, vegetale e animale – deriva, e alla quale tutto ritorna.
Nell’epoca neolitica, e ancor prima nel paleolitico superiore, la religione era centrata sulla potenza femminile, come dimostra la predominanza del simbolismo femminile. Proprio come il corpo femminile era considerato come la dea creatrice, allo stesso modo anche il mondo veniva considerato come il corpo della dea che crea costantemente la nuova vita da sé medesima. La dea è essa stessa la terra e la natura, pulsante con le stagioni: porta la vita in primavera e la morte in inverno.
Anche quando la cultura dell’Europa antica scomparve, con il sopravvento dei sistemi sociali e religiosi indoeuropei, i contadini europei continuarono tenacemente a venerare questa dea. Le festività agrarie praticate in Grecia e a Roma proseguirono la tradizione ereditata dal neolitico (Gimbutas 2005).
CONFERENZA: “IL CULTO DELLA MADRE TERRA NELLA CAPITANATA”
La conferenza, curata da Salvatore Villani, illustrerà l'origine della lettera M, quale script risalente a circa 300.000 anni fa, da cui deriva probabilmente la parola Mater latina, attraverso lo studio della ritualità connessa ai culti della rigenerazione della natura e quindi anche della nascita/rinascita degli esseri viventi del Paleolitico, fino al culto della Dea Madre del Neolitico. Il relatore si soffermerà sulla religione e sulla struttura sociale dell'Europa antica, per dimostrare che era una società matrilineare, tea-cratica e democratica, guidata da una regina-sacerdotessa e da un concilio di donne che fungeva da corpo governante, a differenza delle società patriarcali dei popoli belligeranti Indo-europei. Una struttura sociale ginocentrica che, nell’arco di alcuni millenni, ha potuto garantire una qualità della vita superiore a molte società androcratiche e classiste, ed ha goduto di un lungo periodo pacifico. Indagherà poi la civiltà dei Dauni, attraverso l'analisi di alcune stele, per capire l’importanza delle donne nella vita sociale e politica e il culto speciale nei confronti di Demetra e di Kore, importato successivamente presso i romani, perchè legato alla vita agricola e alle vicende della vegetazione, fondamentale per la sopravvivenza in una società stanziale. «La dea gravida della vegetazione – popolarmente nota come dea della terra, o Madre terra – fu una delle figure femminili più rappresentate tra quelle riprodotte nell’Europa antica del neolitico. La dea era la Creatrice dalla quale tutta la vita –umana, vegetale e animale– deriva, e alla quale tutto ritorna. La dea è essa stessa la terra e la natura, pulsante con le stagioni: porta la vita in primavera e la morte in inverno. Anche quando la cultura dell’Europa antica scomparve, con il sopravvento dei sistemi sociali e religiosi indoeuropei, i contadini europei continuarono tenacemente a venerare questa dea. Le festività agrarie praticate in Grecia e a Roma proseguirono la tradizione ereditata dal neolitico» (Marija Gimbutas 2005).
ROBERTO LEYDI E IL “SENTITE BUONA GENTE”
Presentazione del libro a cura di Domenico Ferraro (autore-Università di Roma), Maurizio Agamennone (Università di Firenze), edizione Squilibri-2015, con proiezione di filmati del 1967 (Cantori di Carpino e Musici terapeuti di Nardò). 
Promosso da Roberto Leydi per la stagione 1966-’67 del Piccolo Teatro di Milano, con la consulenza di Diego Carpitella e la regia di Alberto Negrin, il Sentite buona gente intendeva attestare l’esistenza di una cultura musicale ‘altra’ attraverso la viva voce dei suoi protagonisti: i musici terapeuti del Salento, le sorelle Bettinelli di Ripalta Cremasca, i cantori di Carpino, la Compagnia Sacco di Ceriana, i suonatori di Maracalagonis, gli spadonari di Venaus, i musicisti e danzatori di San Giorgio di Resia e i tenores di Orgosolo accompagnati da Peppino Marotto.
Concepito in polemica con il Ci ragiono e canto di Dario Fo e del Nuovo Canzoniere Italiano, lo spettacolo costituiva in realtà un provvisorio punto di arrivo nella straordinaria carriera di un autore che attraversa da protagonista gran parte della cultura italiana del secondo Novecento, in una straripante ricchezza di relazioni intellettuali, da Elio Vittorini a Paolo Grassi, da Giorgio Strehler a Enzo Paci, da Tullio Kezich a Oreste Del Buono, da Enzo Jannacci a Giorgio Gaber, e in una ininterrotta solidarietà di intenti con Luciano Berio e Umberto Eco, gli amici di tutta una vita. L’inedito ritratto dell’autore del Sentite buona gente accompagna così la ricostruzione di un frastagliato ambiente culturale, contrassegnato dall’insofferenza verso rigide ripartizioni di ambiti disciplinari e dall’avversione verso tendenze e ideologie affermatesi nel frattempo a Roma, all’interno del principale partito della sinistra, quando la “realtà effettiva” del mondo popolare animava una pluralità di posizioni teoriche, da De Martino a Pasolini, da Calvino a Fortini, prima di essere riassorbita nelle intenzioni militanti di un “teatro politico” e di una “canzone di lotta e di protesta”.
Con le fotografie di Luigi Ciminaghi e di Alberto Negrin e testi inediti di Carpitella e Negrin; nel DVD la riduzione televisiva dello spettacolo e, nel CD, una selezione dei brani musicali registrati nel corso delle ricognizioni sul campo anche in Abruzzo e Toscana, con brani delle cantatrici di Cerqueto di Fano Adriano, dei Cardellini del Fontanino e dei poeti improvvisatori di Arezzo che non presero poi parte allo spettacolo.
CONCERTI DELLA TRADIZIONE
GIOVANNA STIFANI interpreta Luigi Stifani  (Mesciu Gigi), accompagnata da Antonio Stifani
LE CANTATRICI DI ISCHITELLA in Matre del Creator 
PREMIO ALLA CARRIERA: GIOVANNA MARINI
ANGELA DELL'AQUILA in canti della tradizione albanese d'Italia, Albania e Kossovo
MARIELLA BRINDISI accompagnata da Mario Mancini in canti della Valle del Fortore
I SUONATORI DELLA VALLE DEL SAVENA: Dina Staro, le donne, il violino e la danza dell’Appeninno Bolognese
GIOVANNA STIFANI (accompagnata alla chitarra da suo fratello Antonio)
Figlia di Luigi ‘Mesciu Gigi’, il violinista-barbiere del tarantismo, dopo la morte del padre, avvenuta il 28 giugno 2000, è stata l’ideatrice e la promotrice a partire dal 2001, assieme ad Antonio Spano, del ‘Memorial Luigi Stifani’. Ha creato un piccolo museo nel centro storico di Nardò con gli strumenti musicali e gli oggetti della barberia di suo padre, per valorizzare e far conoscere la poliedricità di questo complesso personaggio salentino. Ripropone, durante le sue performances culturali-musicali, i canti e i racconti che ha imparato da Luigi Stifani, suo padre. Si è esibita in importanti festival tra cui il ‘Memorial Luigi Stifani’ (Santa Maria al Bagno- Nardò), il Tarantella Fest (Gargano), Suoni dal Mediterraneo (Andria), etc.
LE CANTATRICI DI ISCHITELLA in Matre del Creator 
Scoperte da Salvatore Villani nel 1997, durante una ricognizione etnomusicale sui canti religiosi processionali, è un gruppo unico nel suo genere e rappresentativo della tradizione polivocale del Gargano. Il gruppo spontaneo delle Cantatrici di Ischitella conosce un vasto repertorio di ninne-nanne, canti sacri, di lavoro, di emigrazione, narrativi, satirici, ecc., a due e tre voci, appresi direttamente dalla viva tradizione, durante i lavori campestri.
La bellezza delle loro voci ha colpito fortemente Giovanna Marini che così si è espressa: “Le donne di Ischitella sono un corpo unico, con tanti occhi, tante voci, tanti sorrisi uno diverso dall’altro, tanti caratteri, ma sono una donna sola. La loro voce è un’unica voce potente, con un’emissione controllata, non urlano mai, eppure tesa come un sassofono suonato da un maestro. La loro musicalità è evidente, lineare, quasi tangibile. I loro codici d’interpretazione unanimi. È questa solidità, questa monoliticità, questa massa di suono, di corpo, di maternità, che coinvolge, avviluppa, non lascia possibilità al dubbio: le donne di Ischitella sono una certezza”.
Le Cantatrici si sono esibite in importanti festival tra cui il Tarantella Fest (Gargano), il Carpino Folk Festival, Festambientesud (Monte Sant’Angelo), Suoni dal Mediterraneo (Andria), Circolo Gianni Bosio – Museo Nazionale degli Strumenti Musicali (Roma), rassegna Canti della Settimana Santa (Campolieto-Molise), rassegna Canti di Passione (Salento).
PREMIO ALLA CARRIERA: GIOVANNA MARINI
Nata a Roma in una famiglia di musicisti, Giovanna Marini si diploma in chitarra classica al Conservatorio di Santa Cecilia nel 1959 e si perfeziona con Andres Segovia. Di seguito suona per qualche anno il liuto con il “Concentus Antiqui” del Maestro Quaranta.
All’inizio degli anni Sessanta incontra un gruppo di intellettuali fra cui Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino, Roberto Leydi, Gianni Bosio e Diego Carpitella e scopre il canto sociale e la storia orale cantata. Nel 1964 il “Bella Ciao”, spettacolo di canto politico e sociale, dato a Spoleto con grande scandalo per un pubblico molto chic e poco abituato, le dà la possibilità di cantare e raccogliere canti popolari in giro per l’Italia, nelle situazioni sempre incandescenti degli anni Sessanta.
Partecipa allora alla storia del “Nuovo Canzoniere Italiano” cantando con i gruppi formati per l’occasione da cantautori politici come Ivan Della Mea, Gualtiero Bertelli, Paolo Pietrangeli, ma anche cantanti contadini come Giovanna Daffini (ne impara l’emissione vocale e il repertorio), il Gruppo di Piadena, i Pastori di Orgosolo con il poeta Peppino Marotto (da cui impara l’arte del racconto, dell’improvvisazione) e da tanti altri cantori e cantastorie a cui deve sempre molto.
Continuando la ricerca musicale e il suo impegno negli spettacoli e iniziative del “Nuovo Canzoniere” come per il “Ci ragiono e canto” di cui Dario Fo cura la regia, cresce il suo gusto del teatro, dell’affabulazione teatrale, dello stare in scena. E nel 1965 incomincia a comporre lunghe ballate che raccontano la sua esperienza e che interpreta sola in scena accompagnandosi con la chitarra non avendo la possibilità di usare altre voci ed altri strumenti: da “Vi parlo dell’America” nel 1965 all’ “Eroe” nel 1974.
Nel 1974, con un gruppo di musicisti anch’essi provenienti da percorsi non tradizionali, fonda la Scuola Popolare di Testaccio a Roma.
Parallelamente al suo sviluppo di compositore, Giovanna Marini ha sempre continuato l’insegnamento dell’etnomusicologia applicata al canto di tradizione orale italiano presso la SPMT e dal 1991 al 2000 anche presso l’Università di Paris VIII – Saint Denis.
Con i suoi allievi di Roma e Parigi ha fatto fino ad oggi una decina di viaggi di studio per ascoltare e registrare i canti di tradizione orale ancora presenti in Italia nelle feste religiose o profane.
Nel 1976 crea il Quartetto Vocale per il quale compone da allora le “Cantate” e con il quale si esibisce in concerti e tournées in Italia e all’estero.
La sua intensa attività musicale l’ha portata anche a comporre per il cinema: per registi come Loy, Maselli, Pietrangeli o Gianikian; per il teatro fra cui numerose tragedie greche: dalle “Troiane” di Thierry Salmon nel 1988, musiche premiate dal UBU, alle “Coefore” di Elio De Capitani o alle “Antigone”: la prima per il regista tedesco Hans-Günter Heyme nel 1995 e la seconda per il francese Patrice Kerbrat nel 2000; e ugualmente per la danza contemporanea, come “Animarrovescio” della coreografa Adriana Borriello. Inoltre compone numerosi oratori, poemi sinfonici e opere fra cui: “Pour Pier Paolo” dodici liriche dalla “Meglio Gioventù” di Pasolini, “Concerto per Leopardi”.
Nel 2002 con Francesco De Gregori incide il disco “Il Fischio del Vapore” che si distingue per un numero di vendite eccezionale.
Nel 2005 esce il suo libro “Una mattina mi son svegliata. Le storie di un’Italia perduta”, edito da Rizzoli, che racconta da un lato i viaggi collettivi fatti con allievi di nazionalità diverse, dall'altra i propri ricordi e pensieri sul lavoro svolto attraverso gli anni con il gruppo del Nuovo Canzoniere Italiano e la conoscenza ed amicizia con Pier Paolo Pasolini.
Per il Festival Angelica di Musica Contemporanea scrive la partitura per “Le ceneri di Gramsci” di P.P.Pasolini. La prima esecuzione a Parma il 2 novembre 2005 con la regìa di Giuseppe Bertolucci.
MARIELLA BRINDISI (chitarra battente e voce) accompagnata da Mario Mancini (tamburi a cornice)
Il gruppo “I Musicanti della Memoria” nasce e si esibisce la prima volta nel 2010 presso il Circolo “Gianni Bosio” di Roma invitato da Giovanna Marini dopo un lungo periodo dedicato alla ricerca e raccolta di testimonianze, sui canti di tradizione orale, del territorio molisano della Valle del Fortore. La ricerca dà buoni risultati e nasce, quindi, la necessità di approfondire l’argomento frequentando i luoghi “maestri” della tradizione: il Tarantella Fest che li vede presenti a Rignano fin dal 2005, il Carpino Folk Festival, e la presenza, nel 2006, di Giovanna Marini e dei suoi allievi di Testaccio, a Macchia Valfortore, che segnano una tappa fondamentale per il consolidamento, la passione e l’amore per i canti della propria terra.
ANGELA DELL'AQUILA in canti della tradizione albanese d'Italia, Albania e Kossovo
Angela Dell’Aquila (voce), Salvatore Villani (baglama), Ciro Iannacone (chitarra), Vittorio Basanese (fisarmonica)
Angela Dell’Aquila è nata a Chieuti e si interessa di canti della tradizione arbëreshë a partire alla fine degli anni Sessanta, quando conosce Roberto Ruberto, musicista, poeta e scrittore chieutino, che la sprona ad interpretare con la sua bella voce i canti della tradizione albanese italiana. Dopo la morte di Roberto, sotto la spinta di Giorgio Ruberto, entra a far parte del gruppo musicale arbëreshë di Chieuti, con cui realizza una incisione e vari concerti in Italia e all’estero, fino allo scioglimento del gruppo avvenuto alla fine degli anni Settanta. Nel 2005 entra a far parte del gruppo musicale del Centro Studi di Tradizioni Popolari del Gargano e della Capitanata, sotto la direzione musicale di Salvatore Villani, con cui realizza importanti concerti a Vasto Etnofestival, al ‘Memorial Giorgio Ruberto’ di Chieuti, al Tarantella Fest, al Carpino Folk Festival, a Suoni dal Mediterraneo (Andria), al ‘Memorial Luigi Stifani’ (Santa Maria al Bagno- Nardò), etc.
I SUONATORI DELLA VALLE DEL SAVENA: Dina Staro, le donne, il violino e la danza dell’Appeninno Bolognese
Placida Staro, detta Dina, è etnomusicologa ed etnocoreologa di fama internazionale. È direttrice del Centro di Ricerca e Documentazione della Cultura Montanara e della Piccola Scuola di Musica e Danza Tradizionale nel paese di Monghidoro (Bo). Svolge anche attività come ricercatore indipendente, come formatore a contratto, autore di testi letterari e come violinista. Dal 1986 è membro dell'International Council for Traditional Music (UNESCO Status C), e dal 2012 vicepresidente dell'Ethnochoreology Study Group della stessa istituzione. È stata cantante, chitarrista e violinista in diversi gruppi, attrice e coreografa per la televisione, cinema e teatro dal 1974 ad oggi. È violinista, cantante e responsabile del gruppo " I Suonatori della valle del Savena" dal 1986.
Suonatori della Valle del Savena, è la formazione che riunisce dal 1974 ‘I Suonatori della valle bolognese’ che suonano per il ballo antico, staccato e liscio. Per quarant'anni hanno portato nelle case, nei cortili, nelle piazze e sui palchi tre generazioni di suonatori. Attualmente, ne fanno parte Bruno Zanella, chitarra bolognese, Placida Staro, violino e voce, Domenico Salomoni, percussioni, Elisa Lorenzini, Carolina Conventi, Stefano Reyes, violino, Davide Dobrilla, fisarmonica, Gabriele Roda, contrabbasso e basso elettrico. Hanno una ricca discografia a iniziare dai due dischi editi per l’Albatros nel 1974 (Musiche e canti popolari dell’Emilia 1) e nel 1976 (Musiche e canti popolari dell’Emilia 2) curati da Stefano Cammelli, per finire con i dischi curati da Placida Staro nel 1991, nel 1995, nel 1996. Per la Nota di Udine hanno pubblicato nel 2002 due CD “Concerto a Bologna” e “I rest d’la sòzia”, nel 2007 il CD doppio “Al di là delle parole”, nel 2012 il CD doppio “E' qui la festa?”.
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