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ciaPremiato il ciliegino dell’impresa Francesco Paolo Malgeri di Ascoli Satriano, eccellenza assoluta
Miano: “Nel 2023 industrie evitino errori ed egoismi che hanno causato la riduzione della produzione”

FOGGIA – E’ di un’azienda di Ascoli Satriano, associata CIA Agricoltori Italiani Capitanata, il miglior pomodoro ciliegino d’Italia: l’impresa Malgeri, infatti, si è aggiudicata il Premio Pomodorino D’Oro Mutti e un importante incentivo economico per l’eccellenza assoluta della propria produzione. Il premio, a nome del titolare Francesco Paolo Malgeri, è stato ritirato dal figlio Domenico. “Sono diverse le nostre imprese associate che, nel 2022, hanno ottenuto riconoscimenti e premialità per la produzione di pomodoro”, ha spiegato Angelo Miano, presidente di CIA Capitanata. “Il premio assegnato dal noto gruppo industriale di Parma, però, assume un significato assai rilevante anche per il fatto di essere giunto dopo una stagione particolarmente tribolata. Facciamo i nostri complimenti all’azienda Malgeri e alle altre imprese associate che si sono distinte per qualità”.
UN ESEMPIO DA SEGUIRE. Per CIA Agricoltori Italiani Capitanata, “riconoscere valore alla qualità è esattamente la strada da seguire per evitare quanto accaduto nell’ultima campagna del pomodoro”, ha aggiunto Miano. “Nel 2022, rispetto all’annata precedente, sono stai prodotti quasi 3 milioni di quintali in meno. Un’enormità, con un danno economico rilevante non solo per i produttori, ma anche per la parte industriale”. In Capitanata, sono stati raccolti circa 12 milioni di quintali di prodotto, a fronte dei 14.782.000 del 2021. In diminuzione anche le superfici coltivate: lo scorso anno, l’oro rosso ricoprì 17.140 ettari, nel 2022 si è scesi a 15mila (complessivamente, in Italia, 32.500 ettari).
“Nella maggior parte dei casi, le industrie conserviere sono state miopi: prima hanno fatto le barricate per risparmiare anche sui centesimi, poi, quando il prodotto scarseggiava e avevano necessità di comprare, si sono ritrovate a pagare molto di più di quanto fossero disposte a fare a inizio stagione”.
PATTI CHIARI, PIU’ POMODORI. Per Nicola Cantatore, direttore di CIA Capitanata, “per evitare un’altra campagna come quella del 2022, occorrono patti chiari: il prezzo va concordato per tempo, non a campagna in corso, in modo da permettere ai produttori di farsi qualche conto e programmare i propri investimenti”. “In questo modo, ridotti a un livello più accettabile i margini d’incertezza che sono già ampi di per sé, le aziende agricole possono tornare a trapiantare pomodoro, ampliando le superfici e incrementando la produzione”. “Inoltre”, ha aggiunto Cantatore, “serve riconoscere economicamente la qualità di un prodotto che, in Capitanata, è caratterizzato da proprietà di assoluta eccellenza”.
Nel 2022, organizzazioni agricole e produttori hanno penato per mesi prima di poter arrivare a un accordo sul prezzo del pomodoro da industria. Un’incertezza e uno stallo durati diverse settimane, tanto da convincere molti imprenditori agricoli a rompere gli indugi e a rinunciare a trapiantare. L’accordo è stato raggiunto soltanto a luglio, con un’intesa basata su 13 centesimi al chilo per il tondo, 14 centesimi al chilo per il lungo, e una maggiorazione pari al 30% per il biologico. A fine campagna, a causa della produzione ridotta in modo rilevante, il tondo ha raggiunto i 16 centesimi e il pelato ha toccato i 21 centesimi. Un’ulteriore dimostrazione di quanto poco assennate siano state le scelte della parte industriale, arroccata su quotazioni insufficienti anche a coprire i costi di produzione per le aziende agricole, ma poi costretta a subire le conseguenze delle sue stesse azioni con la riduzione delle superfici e la conseguente corsa all’accaparramento che hanno fatto schizzare i prezzi ben oltre le richieste iniziali del mondo agricolo. E’ necessario che la parte industriale sia guidata da visioni più ampie, capaci di considerare l’interesse dell’intera filiera. Si tornerà ai numeri del 2021 solo e soltanto se ci sarà un cambiamento da questo punto di vista, rompendo il muro creato da egoismi di parte che poi si rivelano autolesionistici.

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spicgil
Tra chi lavora contratti a tempo per 7 giovani su 10; povertà in aumento tra bollette e sanità a pagamento
Ieri grande partecipazione nella città di Di Vittorio, venerdì 11 assemblea congressuale a Foggia
Teresa Cicolella: “Questa è la casa di chi s’impegna per affrontare le fragilità sociali ed economiche”

CERIGNOLA “Non solo Cerignola, anche tutte le altre città più grandi della provincia – e penso in particolare a Foggia, Manfredonia e Lucera – vivono da molti anni grandi difficoltà sociali ed economiche, oltre a un rilevante calo demografico. Ed è analizzando la situazione di queste città che si comprende come la presunta ‘emergenza immigrati’, sbandierata da questo governo come arma di distrazione di massa, serva a nascondere il vuoto del nuovo esecutivo sui problemi veri: le bollette, l’inflazione e la mancanza di un impiego stanno allargando pericolosamente la fascia di povertà; per i giovani che trovano lavoro, 7 contratti su 10 sono temporanei e gli altri tre, pur essendo a tempo indeterminato, partono da compensi-base molto bassi; sempre più persone non hanno i soldi per curarsi, perché la sanità pubblica è bloccata da liste d’attesa infinite e caratterizzata da un doppio binario: chi paga va veloce, chi non può permetterselo deve aspettare e nel frattempo rischia la vita”. E’ Alfonso Ciampolillo, segretario generale dello SPI Cgil di Foggia, a tratteggiare il quadro preoccupante che emerge dall’ascolto di tesserati, dirigenti e attivisti del sindacato pensionati nelle diverse tappe del tour congressuale. Ieri, mercoledì 9 novembre 2002, a Cerignola la sala convegni della Camera del Lavoro era piena. Alla presenza di Antonella Cazzato, segretaria regionale SPI CGIL Puglia, anche a Cerignola sono stati premiati tesserati e tesserate di più lunga militanza nelle file del sindacato. L’assessora Teresa Cicolella è intervenuta per portare i saluti dell’Amministrazione comunale: “Questa è la casa di chi continua a impegnarsi per affrontare le fragilità sociali ed economiche. La Cgil e il sindacato dei pensionati sono interlocutori importanti per il Comune di Cerignola, con un ruolo per noi fondamentale”.
RILANCIARE L’IMPEGNO PER CERIGNOLA. “Dobbiamo rilanciare la Camera del Lavoro di Cerignola, nel nome e nell’esempio di Peppino Di Vittorio”, ha dichiarato Savino Bersichella, segretario della Lega Spi di Cerignola. E’ questo l’impegno al quale siamo chiamati. Un rilancio e una riorganizzazione che partano anche materialmente da questa struttura, dall’utilizzo dei suoi spazi per nuove attività sociali e culturali in favore dei bambini, dei giovani e delle donne di Cerignola. Qui continuano ad arrivare compagne e compagni da tutta Italia, desiderosi di vedere la città e la Casa del Popolo di Di Vittorio: nei giorni scorsi abbiamo accolto un compagno arrivato da Cuneo. Siamo un punto di riferimento, dobbiamo esserlo ancora di più per la città, per la sua gente, per il nostro territorio”.
DA CERIGNOLA A FOGGIA. Dopo Lucera, Manfredonia, San Giovanni Rotondo, Orsara di Puglia e Cerignola, venerdì 11 novembre sarà il capoluogo a celebrare l’assemblea congressuale della Lega SPI Cgil di Foggia. Appuntamento nella sala convegni della Camera del Lavoro di Foggia, in via della Repubblica 68, alle ore 17.
“A Cerignola abbiamo premiato donne e uomini che militano nel sindacato da una vita intera”, ha dichiarato Alfonso Ciampolillo. “Nella città di Di Vittorio, così come nei centri in cui si sono celebrate finora le assemblee congressuali, abbiamo trovato partecipazione e voglia di rilancio di tutte le nostre azioni sindacali, quelle che negli ultimi anni ci hanno fatto centrare risultati importanti sulle pensioni, la legge sull’invecchiamento attivo, la riapertura di una mobilitazione forte sui temi del diritto reale alla salute per tutti. L’assemblea congressuale di Foggia sarà un altro momento importante”.

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fastconfsalFAST-CONFSAL a CdA e Azionisti AdP: REINSERIMENTO GINO LISA IN PIANO NAZIONALE AEROPORTI!
DOPO LE ULTIME DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE VASILE URGONO NOTIZIE COMPLESSIVE SU INVESTIMENTI E PIANO DI SVILUPPO DEL GINO LISA!

La Fast di Puglia e Basilicata, con la confederazione autonoma Confsal, sia a livello nazionale che in quello territoriale si stanno occupando, in tutta Italia, del riequilibrio infrastrutturale e dei servizi per l’importanza e il supporto fondamentale che il sistema della mobilità multimodale, integrato e sostenibile, anche attraverso la digitalizzazione e la transizione energetica, procura alla coesione e all’accessibilità territoriale connettendo, di più e meglio, soprattutto le regioni in ritardo di sviluppo per favorirne l’attrattività e la loro crescita socio-economica e, nel contempo, dell’intero Paese.
La Puglia settentrionale, la Basilicata come il Molise sono tra le aree del Paese che hanno particolarmente bisogno di attenzione, soprattutto per la grave condizione socioeconomica e il ritardo di sviluppo e accessibilità dovuti anche all’assenza del trasporto aereo, da parte di tutti i soggetti istituzionali e delle parti sociali, in primis dal sindacato. In tale contesto va inquadrata la ripresa dei voli e la piena funzionalità del Gino Lisa di Foggia.
“E’ da poco più di un mese ripresa l’attività dei voli di linea dall’aeroporto di Foggia sulla quale ci siamo sempre impegnati a tutti i livelli collaborando con chi aveva questo stesso nostro obiettivo quindi, soprattutto con il comitato vola Gino Lisa ed anche con alcuni politici foggiani - dichiara Pasquale Cataneo responsabile regionale del sindacato autonomo che, continuando, sottolinea - pur apprezzando quanto dichiarato ieri dal presidente Vasile è indispensabile che Aeroporti di Puglia presenti, urgentemente, le azioni poste in essere per: a) il reinserimento dell’aeroporto di Foggia nel Piano Nazionale Aeroporti in via di definizione; b) il Piano industriale e/o di sviluppo dello scalo foggiano e il cronoprogramma degli investimenti sia per i voli che per le attività di protezione civile; c) le attività poste in essere con ANAS, Regione Puglia e MIMS, in merito al progetto della SS. 673 Tangenziale di Foggia per la realizzazione di un sottopasso stradale come già fatto a Forlì, per poter innalzare i livelli di sicurezza di esercizio di entrambe le modalità di trasporto (aereo e stradale) e utilizzare interamente la pista allungata (2000 mt.).”
La Fast-Confsal ha presentato, nei mesi scorsi, osservazioni scritte sia al Piano Attuativo del Piano regionale dei Trasporti 2021-2030, presentato a fine giugno dalla regione Puglia, che al precedente Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, prof. Giovannini e al responsabile della Struttura di Missione del MIMS prof. Giuseppe Catalano, allegate ad una nota inviata dai parlamentari presenti all’incontro tenutosi a Roma presso il ministero lo scorso 03 agosto. Nei due documenti sono state segnalate alcune necessità e urgenze.
“Come da noi sempre affermato e in antitesi con quanto detto, a più riprese, dai detrattori del Gino Lisa la ripresa dei voli da Foggia non ha influenzato negativamente il traffico passeggeri negli altri aeroporti pugliesi, ANZI, sia a Bari che a Brindisi si sono registrati aumenti significativi pertanto – sottolinea l’ex consigliere comunale e provinciale foggiano – va riconosciuto all’attuale presidente AdP Vasile onestà intellettuale, per aver posto in essere, seppur a distanza di anni, con la ripresa dei voli, parzialmente, quanto da me richiesto e a verbale nell’Assemblea degli Azionisti di AdP del 20.07.2018, a cui partecipammo entrambi rispettivamente, in qualità di delegato della Provincia di Foggia ed egli come componente del CdA. Vanno attuati anche gli altri punti riportati in quel verbale, prima richiamati ed elencati anche in una PEC che come FAST-CONFSAL abbiamo inviato oggi al presidente CdA di Aeroporti di Puglia. Con altra nota indirizzata alla Provincia di Foggia - chiosa Cataneo – abbiamo chiesto anche di convocare un urgente incontro in merito al Contratto Istituzionale di Sviluppo della Capitanata per quanto dichiarato da Sandro Attolico, Responsabile Unico del CIS rispetto all’andamento attuativo difficoltoso, visto che la Provincia ha competenze istituzionali sia come Ente locale autonomo intermedio tra i Comuni dauni e la Regione Puglia che come azionista di AdP.”

Ufficio Stampa FAST -CONFSAL Puglia e Basilicata

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rifiutifoggiaRACCOLTA RIFIUTI A FOGGIA IMPIANTI DI NUOVO PIENI E FERMI NONOSTANTE GLI SFORZI, AMIU PUGLIA NON RIESCE A GARANTIRE LA RACCOLTA IN CITTÀ

 

Dopo una fase di sostanziale rientro delle criticità all'impianto di TMB, legate ai flussi in uscita del CEER 191212 (frazione secca) e di ripristino della regolarità della raccolta in città, il mancato rispetto dei quantitativi autorizzati in uscita da Ager Puglia ha determinato ancora una volta il raggiungimento dei quantitativi autorizzati dell'impianto di Passo Breccioso.
L'impossibilità di svuotare in impianto i mezzi della raccolta indifferenziata impedisce la regolarità della raccolta della frazione indifferenziata, con notevoli disagi anche sulla raccolta differenziata di tutte le altre tipologie di raccolta.
Il fenomeno, naturalmente, sta interessando anche i Comuni della provincia di Foggia che dovrebbero scaricare i propri mezzi di raccolta a Passo Breccioso ma che, ovviamente, vedono preclusa tale possibilità.
La situazione è stata ancora una volta portata all'attenzione dei Soci, della Regione Puglia, di Ager e delle Prefetture di Bari e Foggia in considerazione della situazione già critica, che potrebbe aggravarsi nelle prossime ore.
Una situazione difficile che Amiu Puglia è costretta a subire, apparendo, immeritatamente, come incapace di svolgere adeguatamente il servizio affidatole. Si tratta infatti, come già spiegato, di criticità assolutamente indipendenti dalla volontà dell’Azienda.
Appare del tutto evidente che i rallentamenti registrati nell’impianto di valorizzazione energetica di Manfredonia e, consequenzialmente, il blocco del TMB rendono assolutamente impossibile il ritiro di nuovi rifiuti e, quindi, il conferimento in impianto, con un accumulo di spazzatura sui mezzi in attesa di conferire e, a cascata, all’interno dei cassonetti e per strada.
Una situazione che si ripete costantemente e che è stata sottoposta più volte all'attenzione degli organi preposti alla programmazione dei flussi, che sono riusciti a “tamponare” le situazioni di criticità con soluzioni emergenziali ma comunque temporanee.
Nonostante queste estreme difficoltà – si ribadisce ancora - totalmente indipendenti dalla volontà dell’Azienda, Amiu Puglia spa sta continuando a porre in essere sforzi, strategie e azioni, mirati, se non ad impedire, almeno a limitare i disagi per i cittadini.
L’Azienda si scusa con la cittadinanza per questo ulteriore disagio che, purtroppo, non può essere risolto in autonomia da Amiu Puglia.

 

Ufficio stampa
Amiu Puglia spa

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ospedalesan giovanni rotondo

La nuova procedura mininvasiva, effettuata mediante un particolare sistema endoscopico, consente di ridurre le dimensioni dello stomaco favorendo la perdita di peso corporeo. È indicata per quei pazienti obesi che non possono o non vogliono sottoporsi all’intervento di chirurgia bariatrica

Un uomo iperteso di 54 anni con sindrome dismetabolica, una donna di 38 anni sottoposta a diversi interventi di stabilizzazione alla colonna vertebrale e un uomo di 33 anni con steatoepatite severa sono stati i primi 3 pazienti obesi sottoposti all’intervento di gastroplastica verticale endoscopica (GVE, anche nota come endoscopic sleeve gastroplasty, ESG) eseguita nell’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Si tratta di una procedura innovativa, minimamente invasiva, ideata per far perdere peso a pazienti obesi opportunamente selezionati che hanno fallito precedenti trattamenti medici e dietetici.

L’obesità, riconosciuta dall’OMS come malattia sin dal 1936, è un fattore di rischio per altre patologie quali diabete, ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, apnee notturne, epatopatie dismetaboliche, malattie articolari e persino alcuni tipi di cancro (mammella, colon, prostata, ecc.), per cui perdere peso è di fondamentale importanza. Secondo i dati pubblicati dall’International Obesity Task Force, in Italia la percentuale di soggetti in sovrappeso è di circa il 35%. L’andamento è in preoccupante aumento se si considera che il numero degli obesi italiani dal 1994 ad oggi è cresciuto del 25%. Attualmente vi sono circa 16,5 milioni di soggetti in sovrappeso e circa 5,5 milioni di pazienti obesi. In considerazione dell'entità del problema in termini sociali, sanitari ed economici, la European Association for the Study of Diabetes (EASD) riconosce l’importanza di prevenire e trattare l’obesità che è da considerare “il più importante problema di salute pubblica di tutto il mondo”.
Nonostante l'urgenza del problema, però, i pazienti italiani sottoposti ogni anno ad intervento chirurgico bariatrico sono meno dell’1% del totale. La gastroplastica verticale endoscopica (GVE) rappresenta un'opzione terapeutica mini-invasiva sicura ed efficace che integra le possibilità della chirurgia bariatrica e talvolta ne costituisce un’alternativa. La procedura utilizza un gastroscopio ed una suturatrice endoscopica in grado di plicare con suture a tutto spessore le pareti dello stomaco riducendone il volume in modo analogo alla procedura chirurgica ma senza resezioni irreversibili e senza complicanze significative.

«Sono candidabili alla procedura endoscopica i pazienti con IMC (indice di massa corporea) tra 30 e 40, che non vogliono o che non possono, per età e comorbidità, sottoporsi a procedure chirurgiche, o pazienti con IMC maggiore di 40, come ponte alla chirurgia – spiega Francesco Perri, direttore dell’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza ‒. Per la valutazione dei pazienti, che ci vengono inviati anche dai colleghi di altri Ospedali, sono necessari esami clinici e strumentali preliminari. L’idoneità all’intervento endoscopico resta comunque una prerogativa del team multidisciplinare».
«La procedura viene eseguita in anestesia generale, grazie al supporto dell’Unità di Anestesia e Rianimazione 1, dura circa 30 minuti e consente un rapido ritorno alle attività quotidiane dopo 2 sole notti di degenza ospedaliera – ha spiegato Rossella Cubisino, endoscopista dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza che ha eseguito le prime gastroplastiche verticali endoscopiche con la supervisione del professor Ivo Boškoski del Policlinico Gemelli di Roma, tra i massimi esperti di endoscopia bariatrica nel panorama internazionale ‒. Come per tutti gli interventi bariatrici, riveste un ruolo fondamentale il team multidisciplinare composto da chirurgo bariatrico, endocrinologo, endoscopista, nutrizionista clinico, psichiatra e psicologo. Prima e dopo l’intervento, bisogna sottolineare, è fondamentale la disponibilità da parte del paziente ad intraprendere uno stile di vita sano ed equilibrato, a svolgere attività fisica e a seguire attentamente tutte le indicazioni mediche».

«La gastroplastica verticale endoscopica ‒ ha spiegato Michele Giuliani, direttore generale dell’Ospedale di San Giovanni Rotondo ‒ rappresenta un’importante innovazione per il trattamento dell’obesità, patologia per la quale sono già attivi da tempo nel nostro Istituto sia l’Unità di Dietologia e Nutrizione Clinica, sia un ambulatorio specifico nell’Unità di Endocrinologia che si avvale di un team multidisciplinare esperto. Inoltre, per i pazienti non candidabili alla gastroplastica verticale endoscopica, è già possibile eseguire da molti anni l’intervento di chirurgia bariatrica presso l’Unità di Chirurgia Addominale.

Nella Regione Puglia, tuttavia, gli interventi bariatrici sono eseguiti in numero limitato e non si riesce a soddisfare una richiesta annua media stimata di circa 1000 procedure. La maggior parte di questi pazienti ‒ ha concluso Giuliani ‒ è pertanto costretta a rivolgersi ad altri centri extraregionali. Con l’avvio di questa nuova metodica l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza si candida a divenire un centro di riferimento per il trattamento dell'obesità».

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