“Bisogna cambiare tutto affinché nulla cambi” è la frase simbolo tratta dal romanzo Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, quando i notabili Borbonici volevano riciclarsi come Sabaudi, che bene si adatta agli accaduti dei giorni scorsi.
Sabato 24 Settembre nella sede di Via Miranda della Confcommercio di Foggia abbiamo assistito ad uno degli spettacoli più sordidi della storia dell’associazione datoriale della nostra Provincia.
Il racconto: in data 13 Settembre 2022 arriva a tutti i soci Confcommercio la convocazione per “l’agognata” assemblea elettiva, convocata dal Presidente in prorogatio Damiano Gelsomino. Agognata perché da più di un anno, precisamente, da Luglio 2021 viene convocata e poi annullata, per addotte motivazioni di sicurezza covid, l’assemblea elettiva. In modo strategico e premeditato il Presidente Gelsomino tra denunce civili e penali, giunte non fatte, ricorsi ai probiviri e chi più ne ha più ne metta, continua imperterrito ad occupare un posto che non gli compete ormai da tempo, infischiandosene altamente di quello che una parte sostanziosa dei soci vuole: che lui se ne vada e lasci la poltrona.
Nel frattempo, non solo occupa la poltrona di Presidente di Confcommercio, ma anche quella di Presidente di Camera di Commercio, inoltre continua a dividere cariche ai suoi fedelissimi.
Ma arriviamo al racconto della fatidica giornata del 24 di Settembre 2022, dopo la comunicazione dell’assemblea elettiva inviata il 13 settembre, ad appena 2 giorni prima e non ad integrazione della convocazione, viene inviata un’informazione di apertura anticipata dell’ufficio alle ore 13,00 per la verifica poteri, ma l’inizio dell’assemblea è sempre alle ore 15,00!
In premessa, si vuole sottolineare un aspetto non di poca importanza: per la prima volta viene convocata un’Assemblea Ordinaria che prevede la partecipazione potenziale di 3000 soci nella “Sala Consiglio” della Sede della Confcommercio, atta ad ospitare solo 70/80 persone in piedi. Nella storia degli ultimi 40 anni della Confcommercio di Foggia e Provincia, la sede scelta per tale azione, è sempre stata individuata in locali molto più capienti ed idonei, considerando la Pandemia non ancora risolta, lo spazio è risultato a dir poco “stretto”. Questo lascia intendere che ciò che andremo a raccontare, era TUTTO PROGRAMMATO! Il Presidente Damiano Gelsomino sapeva che, se svolta regolarmente, l’Assemblea avrebbe avuto un esito ben diverso.
La situazione che si presenta alle ore 15,00 è quanto meno sconcertante, decine di persone disorientate che si mettono in fila, la gran parte fuori dalla sede per blocco del servizio d’ordine, per la verifica poteri che ha come iter 1) la vidimazione da parte della Direttrice, facente funzione, Stefania Bozzini delle deleghe 2) la verifica dei documenti di chi presenta le deleghe (identità del delegato e dei deleganti, max tre per ogni socio votante) e il pagamento della quota associativa. Vi pare sia finita qui? NO, bisogna superare un altro stallo, il ritiro delle schede per votare, con la lista dell’unico Presidente e della giunta da votare. Ovviamente il nome dell’altro Presidente candidato, neanche l’ombra, ma ora arriva il bello.
Nel caos più totale e in barba a neanche l’ombra di qualsiasi precauzione covid, fortemente raccomandate dal protocollo di sicurezza sui luoghi di lavoro l’uso della mascherina FFP2, si cerca di sbrigare le operazioni per accedere al voto (segreto!). Vengono disposte tre urne sulla scrivania della sala riunioni, che ospita al massimo 50 persone sedute, per l’occasione vengono tolte tutte le sedie al centro e sistemate sui muri laterali per ospitare più gente. Nel frattempo vengono invitate le persone che avevano sbrigato le pratiche di controllo ad entrare, mentre tutto il resto dei soci resta allo stallo delle file del controllo documenti.
Entrano nell’ordine: 1) il Presidente uscente Damiano Gelsomino 2) La facente funzione Stefania Bozzini, (che sarebbe dovuta essere al controllo documenti per vidimare le deleghe) 3) il socio Raffaele Nuzzi 4) Revisore dei conti Saverio Belviso, nonché fedelissimo di Damiano Gelsomino 4) vicepresidente uscente Lucia La Torre e una pletora di una quarantina di persone, tra cui alcuni funzionari non autorizzati e con l’unica funzione di “fare i capipopolo”, tutte sostenitrici dell’unico Presidente dell’Assemblea designato dal Presidente uscente, che andrà ad essere nominato per acclamazione.
Una regolare Assemblea Ordinaria per il rinnovo delle cariche sociali, è il momento più elevato di qualsiasi Organizzazione e prevede di completare la verifica poteri, comunicare all’Assemblea “tutta” il numero dei soci presenti e le deleghe. Solo dopo questi passaggi necessari per il corretto svolgimento, si nomina il Presidente dell’Assemblea, e nel caso ci siano proposte diverse, si va ad eleggere sempre a scrutinio segreto.
Come è andata invece: mentre la gran parte dei soci è alle prese con le verifiche di cui detto prima, con rallentamento volontario delle operazioni (solo 2 su 4 postazioni erano funzionanti e la ff Bozzini sparita per l’autenticazione delle deleghe), viene proposta la nomina a Presidente dell’Assemblea il sig. Raffaele Nuzzi e parte un applauso della claque organizzata. Chiaramente qualcuno dei sostenitori dell’altro candidato alla Presidenza Luigi Manzionna, si oppone alle modalità e richiama la ff ad aspettare il completamento delle operazioni di verifica poteri, non riconoscendo la nomina appena eseguita. Per tutta risposta, l’imposto e non eletto Presidente dell’Assemblea minaccia di allontanare gli “oppositori”!
A questo punto i toni diventano alti e minacciosi, la gestualità diventa aggressiva e violenta e interviene la security (assoldata in forma massiccia e pagata non si sa da chi, dai soci?) per intervenire solo sui soci di parte avversa. In questo clima da sud America e dei peggiori regimi antidemocratici, vengono chiamate le forze dell’ordine che cercano di placare gli animi e stazionano davanti alla sede. Si inizia la votazione, con il Presidente dell’assemblea Raffaele Nuzzi votato solo dai “”soliti noti” e con le urne già piene di schede ancor prima del voto!
Il resto dei soci era sempre in fila, molti fuori dalla sede presidiata dal servizio d’ordine per motivi di sicurezza e molti assembrati sulle scale, aspettando una ff che invece era in sala in altre faccende affaccendate. A questo punto vista la situazione paradossale e soprattutto di completa antidemocraticità, i soci, la stragrande maggioranza, che era ancora in fila, decide di rinunciare al voto per protesta.
Protesta che ha delle basi vere, concrete, maturata sia per la conduzione indegna dell’Assemblea elettiva, ma anche per tutto quello che era accaduto nei giorni precedenti al voto. Sono stati sguinzagliati, anche prima della comunicazione dell’assemblea elettiva, dipendenti e non di Confcommercio per raccogliere deleghe in bianco per fare transazioni di quote associative non idonee ed equilibrate, per portare più voti possibili ad un Presidente che pare il fantoccio di Damino Gelsomino.
Ora, come si può pensare che un Presidente eletto in questo modo possa rappresentare tutti i soci di un Associazione come la Confcommercio “Confederazione Generale Italiana delle Imprese, delle Attività Professionali e del lavoro Autonomo” dove i principi sono basati sulla libertà, democrazia e senza scopo di lucro?
Inoltre molti dei soci stanno rassegnando le dimissioni dall’Associazione perché non ritrovano più i principi di democraticità che dovrebbero essere alla base di ogni società civile.
I soci democratici "Nuove Prospettive per Confcommercio Foggia"