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Politica

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comunesanseveroAncora un maldestro tentativo di attribuire a questa maggioranza i vuoti ed i disservizi provocati da anni di mala gestione rinvenienti dalla precedente amministrazione

“Va preliminarmente chiarito che l’Ufficio Casa, competente a seguire i procedimenti amministrativi di assegnazioni di alloggi popolari, ha subito con le precedenti Amministrazioni numerosi spostamenti, passando dall’area V Urbanistica all’area II Servizi Sociali, per poi di fatto tornare all’area Urbanistica disperdendo, così, tempo e risorse umane che nel frattempo avevano acquisito competenze nel settore. Inoltre, la graduatoria esistente non solo era giuridicamente inutilizzabile ma teneva sopratutto conto di situazioni di disagio non più attuali, atteso che il bando risale al lontano 2005 ed la relativa graduatoria è stata approvata nel 2009, oltre a tutti i problemi di natura tecnico-amministrativi per cui la medesima risultava falsata rispetto alla reale mappatura dei bisogni”.
Così l’assessore alle Politiche Sociali, Simona Venditti fa il punto sulla situazione riguardante l’assegnazione di nove alloggi popolari di proprietà dell’Arca Capitanata.
“Pertanto, il primo fondamentale passaggio è quello di provvedere alla ricostituzione dell’Ufficio Casa, recuperando le professionalità e l'esperienze disperse – conclude l’assessore alle Politiche Sociali, Simona Venditti - trasferendolo definitivamente all’Area II Servizi Sociali e alla Persona, in modo da rendere le risposte a tale emergenza coerenti con i reali bisogni della popolazione sanseverese. Inoltre, proprio al fine di rimarcare la distanza di questa amministrazione dai metodi assistenzialisti a cui l'utenza dei servizi sociali è stata tristemente abituata in passato, l’Amministrazione Comunale ha inteso affrontare il tema dell'emergenza abitativa prima di tutto sotto una duplice prospettiva: il primo connesso all'approvazione dell'accordo relativo ai contratti di locazione a canone concordato (delibera di C.C. n.1 del 19.01.2016), consentendo ad un numero di famiglie indefinito di accedere a canoni di locazione inferiori rispetto al mercato; dall'altro si è proceduto alla costituzione dell’Agenzia dell’affitto casa, ex lg. R.P. 22\2014, volta a favorire il reperimento di alloggi da concedere in locazione a canoni concordati, ovvero attraverso la rinegoziazione delle locazioni esistenti per consentire alle parti, con il supporto delle organizzazioni di rappresentanza dei proprietari e degli inquilini, la stipula di un nuovo contratto a canone inferiore. Ebbene, solo se queste misure partono simultaneamente l'Amministrazione può sperare di compiere un'operazione di giustizia sociale, incontrando la necessità abitativa di tutti e non solo di pochi nuclei famigliari. È evidente, infatti, che chi guarda ai nove immobili di cui sopra tenta solo di affrontare il tema in modo superficiale, dimostrando non solo di ignorare le reali motivazioni della vicenda ma di non voler guardare alle concrete dimensioni del problema. Infatti, quando nella discussione politica si affrontano certi temi e gli oppositori politici non svolgono il proprio ruolo con responsabilità, dimenticando che le questioni affrontate involgono le necessità ed i disagi dei cittadini, che spesso celano vissuti umani di inaudita drammaticità, la Politica ha già perso frustrando la dignità che le appartiene. Ad ogni modo, le accuse mosse non ci scalfiscono affatto ed anzi rafforzano la convinzione che un'attività amministrativa che guarda con maggior interesse a restituire dignità ed autonomia alle fasce di popolazione più svantaggiate faccia davvero paura perché tenta di scardinare quegli atavici meccanismi politici che hanno fatto dell'assistenzialismo lo strumento più utile per costruire consenso”.

 

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forza italiaCERIGNOLA La Commissione Commercio dell’Europarlamenti consente l’importazione dell’olio d’oliva dalla Tunisia e il Pd cerignolano si erge a falso paladino dei produttori locali, con pura demagogia fuori da ogni logica di coerenza e competenza del Consiglio comunale. È questa la posizione del coordinamento cittadino di Forza Italia, che oggi sarà annunciata nel corso della seduta consiliare.
LA VICENDA Coldiretti ad Expo 2015 ha chiarito come l’Italia sia “invasa da olio di oliva tunisino con le importazioni dal Paese africano che sarebbero aumentate del 681% già solo nel primo trimestre”.
In assenza di legislazione specifica a tutela del made in Italy in materia alimentare, un’ulteriore beffa arriva da Bruxelles: la Commissione europea chiede di mettere a disposizione, fino alla fine del 2017, un contingente tariffario senza dazio unilaterale di 35mila tonnellate all’anno in aggiunta alle attuali 56mila tonnellate previste dall’accordo di associazione UE-Tunisia. La proposta arriva da Federica Mogherini, espressione renziana nel difficile ruolo di Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. L’ex Ministro degli Esteri di Matteo Renzi ha giustificato la proposta con “circostanze eccezionali che richiedono misure eccezionali”. La proposta “è un segnale forte della solidarietà dell’UE con la Tunisia”. Evidentemente ci si dimentica di essere solidali con l’Italia.
Il settore olivicolo è ancora vessato dalla conta dei danni del fenomeno Xylella. A ciò si aggiunge il presunto cartello italospagnolo a danno dell’olio extravergine di oliva italiano. E ora irrompe anche l’Europa a dare il colpo di grazia ai produttori italiani. In particolare a quelli del sud, che in territori come Cerignola vedono impegnare ben oltre il 40% del suolo agricolo con oliveti, e quindi con l’attività di trasformazione in olio di olive di qualità eccellenti, come accade per la nostra cultivar Dop dauna La Bella di Cerignola.
Si tratta di 70 mila tonnellate di olio in 2 anni, senza dazio doganale. Tanto quanto se ne produce in Portogallo. E parliamo di un olio frutto di coltivazioni che non rispondono a standard di sicurezza e quindi di costi paragonabili a quelli al di qua dello Stretto di Gibilterra. Come accade per il pomodoro cinese, ora l’olio tunisino va ad irrompere in maniera incontrollata e scorretta, incidendo a sfavore dei produttori e dell’economia locali. Sarà un olio che si venderà a 3 euro in media. Ben 4 euro in meno, al litro, di quanto è giusto pagare il prodotto italiano.
L’ITER EUROPEO E IL PD In Commissione europea, c’è stato un primo passaggio della proposta. Verso il voto finale c’è scontro all’interno del partito proponente, che in Italia si riconduce al Partito Democratico, di cui la nostra concittadina Elena Gentile è degna rappresentante. Insomma, esponenti del Pd cerignolano, al di là delle posizioni ufficiali, creano il problema e lo stesso Pd cerignolano fa la richiesta di autoconvocazione per risolverlo. Per dare un atto di indirizzo, che appare come demagogico, probabilmente inutile e vuoto di contenuti, se pur avendo una rappresentante come Elena Gentile non arriva la voce di un territorio come il nostro, a profonda vocazione agricola ed olivicola.
Si capisce che si vogliano creare ufficialmente frizioni, tese a giustificare future ricollocazioni politiche, ma ogni volta agitare la bandiera dell’agricoltura appare scorretto. Accadde già all’inizio dell’avventura consiliare, quando lo stesso Pd pretese di portare nell’Aula Di Vittorio del Comune la discussione sul controllo del prezzo dell’uva. Suggestiva tematica, su cui il ruolo del Consiglio comunale, però, è pari a zero.
LA DEMAGOGIA SULL’AGRICOLTURA Serviva portare in Consiglio discussioni come quella sull’uva prima e sull’olio ora, quando le risposte sono tutte interne al Pd? Non sarebbe bastata una riunione interna in cui si faceva chiarezza tra loro?
Ma in Consiglio, il presidente ha iscritto il punto all’ordine del giorno. E allora Forza Italia non si sottrarrà certamente al dibattito, né alla fase propositiva. Restando distante, però, da demagogia, atti di indirizzo che non troveranno altro riscontro se non nell’accrescere l’ego di chi li ispira e chiede, gigante coi piedi d’argilla.
Agli olivicoltori e trasformatori locali noi intendiamo sottoporre proposte precise, da portare anche all’esame di associazioni di categoria. Oggi, come in campagna elettorale, ma con i piedi per terra, consci delle competenze di un Consiglio comunale e delle reali possibilità di un Comune. Atti di indirizzo fasulli e demagogici servono solo ad ergersi a sedicenti capipopolo senza popolo. Gli imprenditori non sono sciocchi: capiscono bene che se l’eurodeputato Gentile è stato eletto a rappresentare il territorio, poi non può venire a chiedere aiuto per questioni create da lei e dal suo gruppo nelle sedi competenti, spostando l’attenzione su sedi per niente competenti.
LE PROPOSTE DI FORZA ITALIA CERIGNOLA Al Comune, con cultura di governo e lontani da fantasie, chiediamo azioni di controllo e marketing, che siano finalizzate alla lotta alla contraffazione alimentare ed alla promozione del “brand Cerignola”. Tutto quanto già contenuto nel programma elettorale "La competenza che conosci", che deve essere la linea guida dell'agire azzurro sul territorio. In agro di Cerignola insistono numerose aziende che non si limitano più soltanto alla semilavorazione dei prodotti agricoli, ma che si occupano anche del confezionamento. Rappresenta un settore trainante per l’economia del territorio. Il Comune può sostenere e promuovere la filiera attraverso azioni di marketing. Sviluppando una rete con il Gruppo di Azione Locale, gli altri enti e i principali attori sociali locali, può nascere una sinergia utile a promuovere il “brand Cerignola”. Sempre nella logica di una strategia pubblica che veda il Comune come attore principale, chiediamo che sia incoraggiata l’internazionalizzazione delle aziende agroindustriali di Cerignola, attraverso la partecipazione a fiere internazionali di settore, in una logica di sistema. Per prodotti tipici come il nostro olio, occorre essere presenti nella promozione di specifiche campagne di comunicazione, anche regionale, che arrivi direttamente ai consumatori e valorizzi il Made in Italy. Solo il mercato tutela le produzioni. Come? Con richiesta di olio di qualità sulle tavole degli europei e nel mondo.

 

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forza italiaCERIGNOLA: FI, CENTRO COMUNALE DI RACCOLTA FRUTTO DELLA NOSTRA PROGETTUALITÀ

CERIGNOLA Era stata annunciata l’apertura del centro comunale di raccolta dei rifiuti differenziati, sabato scorso alle 10.30. Forza Italia è fiera di vedere inaugurata in Zona Industriale una struttura da lei ideata e progettata. Adesso dopo la propaganda ci si augura che possa essere messa subito in funzione e che non rimanga inutilizzata, e di questo forza Italia sarà attenta.
La struttura strategica a cui si è tagliato il nastro, è frutto di un finanziamento regionale del 2012 fortemente voluto da Foza Italia: un milione di euro, con un cofinanziamento del Consorzio di Igiene Ambientale Bacino Fg/4 pari a 400mila euro. L’iniziativa, nel 2012, fu intrapresa da 8 dei 9 Comuni del Consorzio e Cerignola riuscì ad accaparrarsi anche il finanziamento destinato alla rinunciataria Margherita di Savoia.
In un primo momento il progetto prevedeva l’adeguamento ed il riutilizzo del locale accanto alla chiesa delle Fornaci, in uso alla Parrocchia di San Trifone. Poi la costruzione del Centro fu traslata in Zona Industriale, su un lotto di proprietà comunale di circa 2500 metri quadri. Si tratta dell’unico caso in Puglia di questa portata, realizzato da 8 Comuni.
Il centri di raccolta comunale è un area ove si svolge unicamente attività di raccolta, mediante raggruppamento per frazioni omogenee per il trasporto agli impianti di recupero, trattamento e, per le frazioni non recuperabili, di smaltimento, dei rifiuti urbani e assimilati conferiti in maniera differenziata rispettivamente dalle utenze domestiche e non domestiche anche attraverso il gestore del servizio pubblico, nonché dagli altri soggetti tenuti in base alle vigenti normative settoriali al ritiro di specifiche tipologie di rifiuti dalle utenze domestiche.
Il progetto raccolta differenziata insito nel Centro che si è inaugurato fa parte di un progetto intrapreso da Forza Italia come il primo tassello verso la raccolta porta a porta.
Completati i lavori, oggi bisogna dare seguito al progetto ideato e voluto fortemente da Forza Italia, far partire la raccolta differenziata porta a porta e portare il Centro al suo funzionamento.

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invito1L'associazione Puglia di Destra ringrazia l'amministrazione comunale, nella persona dell'Ass. alla Cultura, Dott.ssa Giuliana Colucci, per aver organizzato un incontro in memoria di Giuseppe Tatarella, il 9 febbraio alle ore 18.30 presso il Teatro Mercadante, dal titolo "Il Pinuccio di Cerignola".
infatti, quest'anno avrebbe compiuto 80 anni, mentre l'8 febbraio ricorre l'anniversario della sua morte.
Interverranno il sindaco Franco Metta, il fratello on. Salvatore Tatarella e la moglie Angela Fiiipponio Tatarella. Moderatore Natale Labia. Il tutto sarà allietato dalle musiche del Maestro Rosario Mastroserio.
Sarà un modo per ricordare un concittadino che ha dato lustro a Cerignola, diventando "Ministro dell'armonia", e sul cui insegnamento la nostra associazione si fonda.

Il Presidente
Laura Raffaeli

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forza italiaLa logica dei numeri alla base dei tagli non tiene presenti in maniera reale le condizioni del territorio

CERIGNOLA “Oltre la logica fredda dei numeri, il primo cittadino si impegni in una conferenza dei sindaci che chieda di conoscere entro una settimana la bozza che l’Ares sta preparando per il Ministero”. Questa la proposta di Forza Italia, avanzata durante il Consiglio comunale di ieri, a proposito di riordino ospedaliero. Il gruppo azzurro, rappresentato da Paolo Vitullo e Natale Curiello, recepisce e fa propria la discussione interna, avvenuta nel circolo di via Solferino, la sera precedente la riunione consiliare.
Dal dibattito, Forza Italia ha redatto un documento, esposto ieri pomeriggio dai consiglieri nell’Aula Di Vittorio. Alla presenza del coordinatore cittadino Gianvito Casarella e dei rappresentanti locali in seno al direttivo provinciale, il vicecoordinatore di Fi Capitanata Antonio Grillo, Luigi Massaro, Savino Laguardia e lo stesso Curiello, l’assemblea azzurra aveva fissato alcuni punti salienti della vicenda che riguarda il Piano di riordino presentato dal governatore pugliese Michele Emiliano, bocciato dal Ministero ed all’esame della Agenzia regionale sanitaria, per un nuovo testo da sottoporre al ministro Beatrice Lorenzin.
Un testo sul quale non si registra né coinvolgimento del territorio né alcuna informazione, per tagli che hanno lunga storia e che la gestione dissennata del centrosinistra regionale negli ultimi 11 anni ha contribuito a rendere improcrastinabili.
“La logica dei numeri applicata al territorio non può essere la strada politicamente corretta da seguire – esordisce Forza Italia nel documento esposto al sindaco ieri – . I trasferimenti di poco più di 7 miliardi di Euro alla Puglia per la sanità sono inferiori di quasi un miliardo alla cifra destinata all’Emilia Romagna, a pressoché analoghe condizioni”.
Lo studio commissionato all’Università Sant’Anna di Pisa, basato sui numeri, è quindi bugiardo per un territorio come la Puglia ed in particolare quello della provincia di Foggia, che presenta caratteristiche orografiche particolarissime, che determinano un isolamento fisico ed infrastrutturale di diverse località. A Lecce, ad esempio, abbiamo ospedali che distano tra loro 20 chilometri e lì si avverte l’esigenza di una razionalizzazione. Tagliare via Lucera perché a 15 chilometri da Foggia non tiene conto del fatto che il “Lastaria” serve tutto il Subappennino.
Il capo dipartimento delle Politiche per la Salute della Regione Puglia, Giovanni Gorgoni, fa presenti 3 paletti principali da ricordare in sede di stesura del piano di riordino ospedaliero: la legge 70/2012 (che indica come e dove devono sorgere le strutture); la direttiva europea recepita lo scorso ottobre (sulle 12 ore obbligatorie di riposo ai medici tra un turno e l’altro, evidenziando le carenze di personale che ad esempio costringono l’Asl Fg ad andare in infrazione esponendosi a sanzioni); la vigente riforma sanitaria (che prevede che in ogni ospedale da marzo si effettueranno rilievi trimestrali per verificare la produttività di ciascun reparto. Pena, la chiusura dello stesso. Scarto massimo previsto tra entrate ed uscite, un passivo del 10%. E in Capitanata la media dell’attuale passivo è del 40%).
Stanti i dati allo stato attuale, Cerignola non sarebbe a reale rischio chiusura. La speranza è che il maggior peso politico di città come Manfredonia, pur a metà strada tra Foggia e San Giovanni Rotondo, non giochi tiri mancini alla logica effettiva, penalizzando interi bacini di utenza. La preoccupazione esiste, tanto che indiscrezioni dell’ultima settimana parlano di un futuro declassamento di Cerignola e San Severo.
La voce è legata alla bocciatura del Piano di riordino presentato dal governatore Michele Emiliano al ministro Beatrice Lorenzin. Il Ministero a questo punto ha comunicato le direttive che l’Ares (Agenzia regionale sanitaria) deve rispettare per la redazione di una nuova bozza da sottoporre alle stanze romane: più ospedali di base; meno ospedali di 1° livello; attenzione al costo del personale.
“Ma ancora una volta – denuncia Forza Italia – la politica è assente, perché nella scelta si registra lo scarso coinvolgimento del territorio. E le scelte sono operate su fredde ed ingiuste logiche numeriche. Ingiuste perché non rispondenti alla realtà. Ad esempio, si parte dal presupposto che i 4.1 posti letto in provincia di Foggia ogni 1000 abitanti siano troppi rispetto alla media regionale. Verissimo. Ma la cifra è del 2007, quando la Capitanata contava anche San Ferdinando, Margherita di Savoia e Trinitapoli, poi passate alla Bat. Tuttavia, pur non essendo annoverate ancora fra i Comuni della provincia di Foggia, gli utenti di quelle località continuano ad essere geograficamente legati all’utilizzo della struttura cerignolana. Pertanto, la sforbiciata in conseguenza dei freddi numeri non trova giustificazione se adeguatamente compresa e motivata. E qui, è chiaro, manca la politica”.
Il sindaco di Cerignola, nel passato recente, quando invitato alla conferenza dei sindaci, ha giustamente compreso bene che la battaglia del riordino è una questione endemica della Capitanata e che non sia opportuno fare discorsi di stretto campanile. Tuttavia, allo stato attuale non è dato sapere cosa stia preparando l’Ares, da proporre al Ministero della Salute.
“Emiliano sta gestendo in assoluta autonomia e solitudine l’intera vicenda – prosegue il documento forzista – , snobbando tanto Cerignola quanto San Severo a cui pure è legato da un recente passato assessorile. E attorno è il silenzio, quasi come se convenisse che l’ex magistrato si accolli onori ed oneri di tagli che appaiono sì doverosi, ma che vanno calibrati e per lo meno comunicati. Inutile ricordare come le spese dell’Asl pugliese, anche in Capitanata, siano lievitate dal 2005 ad oggi, tra infruttuosa unificazione delle 3 Asl vecchie, assunzioni generose e di dubbia fattura in Sanitas Service e scarso controllo (nel migliore dei casi) dei prezzi dei materiali di consumo (inchiesta con condanne in I grado), per i quali occorrerebbe un urgente centro unico di spesa. Insomma, la Asl ha un indubbio bisogno di produrre di più e controllare le spese”.
Frattanto, i tagli appaiono inevitabili ed improcrastinabili. “E allora – suggeriscono i quadri locali di Fi – , l’unica proposta che si può presentare al sindaco è quella di spendere ogni credibilità del proprio rapporto personale e politico con Emiliano e di attivarsi soprattutto sul piano istituzionale: una conferenza dei sindaci che chieda con l’urgenza di una settimana di prendere conoscenza e visione della bozza che l’Ares sta preparando per il Ministero. Il territorio ha il diritto di sapere e di non trovarsi davanti al fatto compiuto, oltre che di conoscere la ratio delle scelte che giocoforza potrebbe subire”.

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