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Politica

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MassimilianoArena

 


Il responsabile di Dirittominorile.it sul dibattito in corso circa la stepchild adoption
“La città dimostra un interesse e una partecipazione attenta e crescente su questi temi”

“Sulla comprensione e la cultura dei diritti, come dimostrano l’interesse e la partecipazione attenta e crescente di tante persone, i cittadini di Foggia non meritano battaglie ideologiche, strumentalizzazioni e confusione”. E’ l’avvocato Massimiliano Arena, direttore del portale Dirittominorile.it, a intervenire sul dibattito apertosi a margine di una serie di incontri durante i quali si è discusso, tra le altre questioni, della legge sulla stepchild adoption. “La confusione che si genera intorno alle nuove proposte di legge che vanno a incidere sul vivere e sul sentire comune è imbarazzante”, ha aggiunto Arena. “E’ quello che sta accadendo alla proposta di legge sulla stepchild adoption, inserita all’interno del decreto Cirinnà, in calendario a breve nelle accese discussioni di aula. Letteralmente «adozione del figliastro», è il meccanismo che permette a uno dei membri di una coppia di essere riconosciuto come genitore del figlio, biologico o adottivo, del compagno. Possibilità che il ddl Cirinnà sulle unioni civili prevede anche per le coppie omosessuali”. L’avvocato Arena, dunque, ha ricordato che “l’adozione del figlio del compagno o della compagna, è già presente nel nostro ordinamento, ed è previsto dall’articolo 44, lettera d) della legge 184 del 1983, la legge su affido e adozione, novellata poi nel 2001 dalla legge 149. La norma non fa alcun riferimento al tipo di relazione, etero o omosessuale. Il testo Cirinnà punta a estendere questa possibilità alle unioni civili «tra persone dello stesso sesso» (articolo 5). La valutazione deve essere sempre fatta dal Tribunale per i Minorenni che, per ordinamento, opera le proprie valutazioni sulla base di un mero principio: il preminente interesse del minorenne. Senza dogmi ideologici, tanto meno religiosi. Non potrebbe essere diversamente in uno stato laico, sebbene a maggioranza cattolica”. Secondo il parere di esperto del direttore di Dirittominorile.it “sfuggono ai detrattori due elementi fondamentali. Il primo: talune sentenze dei tribunali italiani e della corte europea dei diritti dell’uomo già si sono mossi in questo senso, verso la stepchild adoption. Seppure le sentenze dei tribunali italiani non creano il precedente, ma indirizzano il trend giurisprudenziale, d’altra parte le sentenze della Cedu sono direttamente applicabili nell’ordinamento italiano, alla stregua delle sentenze della Corte Costituzionale. Il secondo elemento da tenere bene a mente è il seguente: affinché un bambino possa essere adottato dal nuovo compagno o dalla nuova compagna, è necessario che vi sia un vuoto di genitorialità, creato dalla morte o dalla decadenza dalla responsabilità genitoriale dell’altro genitore. Ipotesi davvero residuali. Come dire? Tanto rumore per nulla”, ha spiegato l’avvocato Arena. “Chiamarlo affido rafforzato mi pare solo un escamotage semantico, ma la natura non cambia. Inserirei solo la opportunità, come già se ne discute, per il bambino al compimento del 18esimo anno di età di disconoscere quell’adozione che lo ha fatto diventare per la legge figlio di una copia omosessuale. Inoltre vorrei fosse chiaro che tra una coppia armonica omosessuale e una coppia etero altamente conflittuale, fa più danni la seconda. E questo dovrebbe essere chiaro ai tanti leader politici che sventolano presunti valori cattolici, pur essendo tutti loro alla seconda o terza famiglia, vedi i vari Salvini, Berlusconi, Casini, Formigoni, solo per citare i più noti”. “Se discutiamo di responsabilità e capacità genitoriali di un genitore omosessuale, allora, si potrebbe e si dovrebbe discutere sulle capacità genitoriali in generale – ha concluso Massimiliano Arena - perché pregiudizievole è anche la madre che convive con un pregiudicato o il padre che convive con una compagna che ostacola il rapporto padre-figlio”.

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sciopero

A memoria d'uomo non si era mai verificato una rottura così lacerante tra le due parti. Le contrattazioni tra sindacati confederali, FAI Cisl, FLAI Cgil, UilA, e Federalimentare, si son rotte. Secondo le tre sigle confederali, la delegazione trattante ha ritenuto insoddisfacenti le risposte fornite dalla controparte in merito alle richieste contenute nella piattaforma unitaria, nonché irricevibili le richieste avanzate dalla controparte stessa. Il tutto è avvenuto nella notte tra l’11 e il 12 gennaio nel corso della plenaria, alla presenza della delegazione trattante di FAI-FLAI-UilA. In quella seduta, ultima di tante altre, improvvisamente si è interrotta la trattativa per il rinnovo del CCNL industria alimentare, scaduto il 30 novembre 2015 e che già dal 14 settembre, sempre del 2015, era stata presentata la piattaforma unitaria. Complice dello strappo, secondo quanto dicono alcune indiscrezioni giunte nelle segreterie sindacali, sarebbe anche la difficile situazione economico-finanziaria che attanaglia sia l'industria, sia il Governo. Certo è che a tirarne le cuoia son sempre i lavoratori, sottoposti a sacrifici pur di essere garantito un lavoro. E chi paga dazio più di tutti sono sempre i neo assunti che vedono scemare più di tutti i diritti acquisiti dai loro predecessori con lotte sindacali, spesso cruente, lotte a suon di scioperi dove per ottenere un diritto ci si rimette parte dello stipendio. Purtroppo la situazione è drammatica giacché le richieste di Federalimentare, che difficilmente indietreggerà, sono al mimino di quelle garanzie che un lavoratore dipendente nel settore privato può recriminare. Lo stesso dicasi per la remunerazione, ottenuta con anni di sacrifici e cessioni a perdere alla controparte. Nel testo di Federalimetare si cita in pompa magna il "Jobs Act", che non assicura più la continuità del posto di lavoro sia per gli addetti interni alla filiera alimentare, sia per quelli in appalto. Come a dire che cambia il padrone, cambiano gli operai. E ciò è racchiuso nel testo di legge 223/91 per tutti i lavoratori, sia prima che dopo il Jobs Act, una retroattività in barba all’armonizzazione delle procedure dei licenziamenti collettivi previsti prima della suddetta legge. Ma quello che fa scalpore, a parte l'importanza primaria di garanzia del posto di lavoro, è la retribuzione, dove Federalimentare non è stata in grado di formulare una proposta complessiva sul salario e su tutte le voci di costo presenti in questo rinnovo contrattuale, ribadendo però ancora una volta il necessario riferimento ad indicatori economici non presenti nel nostro contratto come base di calcolo degli aumenti salariali, nonché la possibilità di spalmare gli aumenti stessi solo in parte sui minimi tabellari e la necessità di non prevedere aumenti per il 2016.
Non solo, le richieste delle controparte hanno riguardato una ulteriore penalizzazione delle retribuzioni dei lavoratori attraverso l’eliminazione degli scatti di anzianità e del premio di produzione congelato. Ovviamente, si spera, che tal richiesta sia rivolta ai neo assunti, anche se non è giusto tal vizio. Ma, come sappiamo, da questo Governo possiamo aspettarci di tutto. E quando diciamo Governo intendiamo chi lavora per esso, ovvero Federalimentare, la Federazione aderente a Confindustria che rappresenta e tutela l’Industria alimentare in Italia, o dovrebbe se l'industria è per i lavoratori.
Inoltre, da Federalimentare è stato richiesto l’alzamento delle ore di flessibilità contrattuale, l’aumento del periodo di calcolo della durata media settimanale della prestazione lavorativa, compreso lo straordinario, (da 4 a 6 mesi art. 30 ter), e l’introduzione di una casistica di eventi a fronte dei quali può essere previsto un ulteriore aumento del periodo stesso così vasta e dettagliata che in pratica lo renderebbe possibile sempre. Ancora una volta ai sindacati confederali è stata ribadita la necessità di un contenimento dei costi, da realizzarsi attraverso una non sovrapponibilità dei cicli negoziali, nazionale e di secondo livello: tutto ciò significa una destrutturazione della contrattazione di secondo livello.
Da rilevare che a pagarne le conseguenze, oltre a chi già opera nelle fabbriche, saranno i giovani assunti sempre più sottoposti a rinunce, con meno salario e sempre con la mannaia del licenziamento facile. A dir il vero, oggi le fabbriche sfruttano i vari contratti messi in essere dal Governo per assumere giovani ma con contratti giornalieri e spesso con preavvisi di poche ore dall'inizio turno, mettendo in atto un comportamento poco civile e non propriamente democratico in linea con le più elementari basi di equità tra indeterminati e determinati e rispetto della persona. Ma “Viva Dio” che c’è lavoro, secondo il Governo e le applicazioni di Federalimentare, mettendo in atto cavilli burocratici in tema di contratto e numerando le assunzioni determinate e giornaliere come quelle indeterminate. L’Italia va a rotoli, altro che lavoro caro Renzi. E non bastano dei selfie o delle slide per ridare dignità a chi si affaccia al mondo del lavoro e a chi sta attendendo un reintegro per lo sbaglio della Fornero. E come sempre i lavoratori scendono in piazza, a scioperare, a rimetterci parte del salario, a recriminare quei diritti negli anni vituperati da Governi sempre più restrittivi.
In un comunicato stampa di Luigi Sbarra, Commissario nazionale della Fai Cisl «La rottura con Federalimentare era inevitabile per loro chiusure ideologiche». Una dichiarazione che non lascia dubbi sul futuro del CCNL Alimentaristi e, ancor più grave, sulle contrattazioni svolte in precedenza che presagivano una più armoniosa soluzione. Di seguito si riporta il comunicato stampa di Sbarra.
«Abbiamo lavorato fino all'ultimo per scongiurare una rottura determinata da precise responsabilità della controparte, ma questa si è resa indisponibile a discutere su pezzi importanti della piattaforma, che costituiscono la base del rinnovo contrattuale». Lo afferma in una nota Luigi Sbarra, Commissario nazionale Fai Cisl e Segretario Confederale Cisl, commentando l'interruzione della trattativa sul rinnovo del contratto nazionale dell'industria alimentare. «Da parte di Federalimentare - aggiunge il sindacalista - non c'è stato alcun dialogo su salario, welfare, appalti, formazione, mercato del lavoro, bilateralità. La controparte ha deciso così di ignorare le forti sollecitazioni arrivate dal mondo del lavoro e da migliaia di delegati, che nelle settimane scorse hanno dato vita nelle fabbriche a centinaia di assemblee e attivi unitari. Lavoratrici e lavoratori che hanno chiesto responsabilmente una accelerazione per arrivare all'accordo sul rinnovo in tempi stretti. La nostra era ed è una proposta responsabile, sostenibile, che va incontro anche alle esigenze delle imprese, coniugando competitività, produttività e crescita. Una piattaforma che non si limita a una giusta e legittima rivendicazione salariale, ma rilancia le relazioni industriali e la partecipazione come elemento cardine di uno sviluppo condiviso. Le preclusioni miopi e ideologiche di Federalimentare hanno reso la mobilitazione inevitabile. Le nostre iniziative di lotta sono la risposta necessaria non solo a rivendicare il sacrosanto e giusto diritto alla contrattazione, ma anche ad impegnare la parte datoriale a una seria riflessione. L'auspicio è che le controparti rivedano le proprie posizioni di chiusura pregiudiziale e si aprano al dialogo su basi nuove, responsabili, lavorando per far ripartire un confronto necessario per arrivare al rinnovo e dare risposte concrete alle attese dei lavoratori», conclude Sbarra.
Con tal situazione, per i "NO" di Federalimentare alla Piattaforma proposta, sia la FAI Cisl, FLAI Cgil, UilA, rendono noto:
- L’immediato blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità contrattuali.
- La programmazione di un fitto calendario di assemblee in tutti i luoghi di lavoro.
- Un pacchetto di 4 ore di sciopero articolato a livello aziendale entro il 22 gennaio 8 ore di sciopero nazionale di tutto il settore.
In definitiva le trattative comprendevano le seguenti richieste:
Per i sindacati confederali:
- L’applicazione del CCNL dell’industria alimentare a tutti i lavoratori utilizzati lungo la stessa filiera produttiva.
- La garanzia di continuità occupazionale in caso di cambio di appalto.
- Il riconoscimento della “comunità di sito”.
- L’armonizzazione delle procedure dei licenziamenti collettivi con l’applicazione della legge 223/91 per tutti i lavoratori, (prima e dopo il Jobs act).
- Il mantenimento delle norme contrattuali che regolano i licenziamenti individuali.
Per Federalimentare, invece:
- Possibilità di spalmare solo una parte degli aumenti retributivi sui minimi tabellari e la necessità di non prevedere aumenti per il 2016.
- Eliminazione degli scatti di anzianità e del premio di produzione congelato.
- Alzamento delle ore di flessibilità contrattuale.
- Aumento del periodo di calcolo della durata media settimanale della prestazione lavorativa.
- Contrattazione di secondo livello ad invarianza di costi.

NICO BARATTA

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comunesanseveroLo statuto dell'Ente morale di Sangro e le modifiche al regolamento degli impianti termici

Approvato dal consiglio comunale con 16 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astenuti l'accordo di Programma Integrativo tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Regione Puglia che vede come soggetto promotore Ferrovie del Gargano S.p.a. Si tratta di un finanziamento di tre milioni e trecento mila euro che consentirà in città di sviluppare un nodo di interscambio ferro-gomma in corrispondenza della stazione RFI di San Severo. La massima assise cittadina ha nello specifico approvato l'aggiornamento del Progetto Preliminare, l'adozione della variante urbanistica, l'avvio del procedimento per l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio e per la dichiarazione di pubblica utilità.
Tuttavia si tratta di un progetto preliminare sul quale il sindaco ha assicurato la volontà di discutere con maggioranza e opposizione per giungere all'approvazione del progetto esecutivo con interventi di miglioramento a beneficio della città.
“Abbiamo cercato in ogni modo – precisa il sindaco Francesco Miglio - di sviluppare la zona antistante lo scalo ferroviario cercando ogni interlocuzione con Rfi. Purtroppo non è stato possibile, ma ci siamo preoccupati di mettere in campo interventi che possano rendere attrezzata l'area dell'intervento per gli utenti e migliorie al traffico su via Zannotti nei pressi del cimitero dove è prevista una rotatoria, la passerella pedonale lungo il ponte di via Zannotti e il rifacimento del piazzale dell'area cimiteriale. Quest'intervento potrebbe anche essere l'occasione per mettere in sicurezza e ampliare il cavalcaferrovia di quell'area”.
Il consiglio a maggioranza ha approvato anche il nuovo statuto dell'Ente Morale di Sangro. “Si tratta di uno statuto – aggiunge il vice sindaco Francesco Sderlenga – che la città aspettava da venti anni e che consentirà di operare attraverso un consiglio di amministrazione che ne assicurerà una gestione trasparente evitando gestioni commissariali”. Il Cda sarà composto da sette componenti, 5 espressione della maggioranza e 2 espressione della minoranza, che saranno nominati dal Sindaco e rimarranno in carica per 5 anni. Su proposta del consigliere comunale Antonio Stornelli è stato approvato l'emendamento che ha stabilito che i consiglieri del Cda svolgeranno il proprio incarico gratuitamente, eliminando il gettone di presenza previsto nella prima stesura.
Il consiglio comunale ha approvato: i verbali delle sedute precedenti; la ratifica della delibera di Giunta Comunale n. 243 del 30/11/2015 ad oggetto “Variazione d'urgenza al Bilancio di Previsione dell'esercizio 2015 al Bilancio Pluriennale 2015/2017”; il riconoscimento legittimità debiti fuori bilancio derivante da sentenza Tribunale di Milano n. 1977/2015 in favore Istituto Don Calabria di Milano e le modifiche ed integrazioni al Regolamento comunale relativo agli accertamenti ed ispezioni sugli impianti termici esistenti sul territorio comunale. Rinviato, invece, il riconoscimento della legittimità debiti fuori bilancio riguardante San Giovanni di Dio Soc. Coop. Onlus di Foggia.


Il Portavoce
Marilia Castelli

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0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Valutazione 0.00 (0 Voti)

comunesanseveroAi sensi dell'art. 39 del T.U.E.L., approvato con D.L.gs. n. 267 del 18.8.2000, e degli articoli 33, 34 e 35 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale e dell'art. 8 del Vigente Statuto Comunale, il presidente del Consiglio Comunale, Maria Anna Bocola, ha convocato il Consiglio Comunale che si terrà in prima convocazione alle ore 18.30 di lunedì 18 gennaio e, in seconda convocazione, per le ore 19.30 di martedì 19 gennaio, presso la Sala Consiliare “Luigi Allegato” del Palazzo di Città, per la trattazione dei seguenti punti:


Comunicazioni;
Annuncio interrogazioni a risposta scritta ex art. 58 Regolamento del C. C.;

1. Approvazione dello Schema di Accordo relativo ai Contratti di Locazione a Canone Concordato;

2. Legge n. 164/2014, art. 24 Approvazione Regolamento del Baratto Amministrativo;

3. Approvazione Accordo per lo svolgimento nel Comune di San Severo del corso di laurea in infermieristica del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università degli Studi di Foggia;

4. D. Lvo. n. 267/200 Art. 194 comma 1, lett. e). Riconoscimento legittimità debiti fuori bilancio. San Giovanni di Dio Soc. Coop. Onlus di Foggia. Determinazioni;;

5. Riconoscimento debiti fuori bilancio ai senti dell’art. 194/TUEL primo comma lett. a). Decreto ingiuntivo Family Life;

6. Riconoscimento debiti fuori bilancio ai senti dell’art. 194/TUEL primo comma lett. a). Sentenze emesse dal Giudice di Pace di San Severo nn. 555/2015, 2543/2015 e 2717/2015;

7. Riconoscimento debiti fuori bilancio ai senti dell’art. 194/TUEL primo comma lett. a). Sentenze emesse dal Giudice di Pace di San Severo nn. 396/2015, 311/2015, 391/2015, 440/2015 e 439/2015.


Il Portavoce
Marilia Castelli

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comunesanseveroAi sensi dell'art. 39 del T.U.E.L., approvato con D.L.gs. n. 267 del 18.8.2000, e degli articoli 33, 34 e 35 del vigente Regolamento del Consiglio Comunale e dell'art. 8 del Vigente Statuto Comunale, il presidente del Consiglio Comunale, Maria Anna Bocola, ha convocato il Consiglio Comunale che si terrà in prima convocazione alle ore 18.00 di lunedì 21 dicembre e, in seconda convocazione, per le ore 19.30 di martedì 22 dicembre, presso la Sala Consiliare “Luigi Allegato” del Palazzo di Città, per la trattazione dei seguenti punti:


Comunicazioni;
Annuncio interrogazioni a risposta scritta ex art. 58 Regolamento del C. C.;

1. Approvazione verbale della seduta precedente: n. 14 del 25.11.2015 e n. 15 del 26.11.2015;

2. Ratifica della delibera di Giunta Comunale n. 243 del 30/11/2015 ad oggetto “Variazione d'urgenza al Bilancio di Previsione dell'esercizio 2015 al Bilancio Pluriennale 2015/2017”;

3. D. Lvo. n. 267/200 Art. 194 comma 1, lett. a. Riconoscimento legittimità debiti fuori bilancio derivante da sentenza Tribunale di Milano n. 1977/2015 in favore Istituto Don Calabria di Milano. Determinazioni;

4. Approvazione nuovo Statuto Ente morale Istituto Agrario “Michele di Sangro Principe di San Severo”. Determinazioni;

5. D. Lvo. n. 267/200 Art. 194 comma 1, lett. e. Riconoscimento legittimità debiti fuori bilancio. San Giovanni di Dio Soc. Coop. Onlus di Foggia. Determinazioni;

6. Modifiche ed integrazioni al Regolamento comunale relativo agli accertamenti ed ispezioni sugli impianti termici esistenti sul territorio comunale, approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 22 del 3 marzo 2008 e con Delibera di Consiglio Comunale n. 33 del 29 ottobre 2009. Adeguamenti al disposto del D.P.R. 74/2013 e del D.M. 10/02/2014;

7. Accordo di Programma Integrativo tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Regione Puglia – Nodo di interscambio ferro-gomma in corrispondenza della stazione RFI di San Severo – Proponente: Ferrovie del Gargano S.p.A. - Approvazione aggiornamento del Progetto Preliminare – Adozione variante urbanistica – Avvio del procedimento per l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio e per la dichiarazione di pubblica utilità.


Il Portavoce
Marilia Castelli

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