Ieri sera a Volturara Appula, un 49enne è stato trovato morto nel bosco in località Montauro.
La vittima, un taglialegna, è stato ritrovato intorno alle 23:30, nel bosco dai carabinieri.
I famigliari preoccupati del mancato rientro, hanno allertato i militari, i quali quando sono giunti sul posto, hanno fatto la macabra scoperta.
L'uomo stava tagliando della legna, quando si è ferito con la motosega, il cui taglio gli ha provocato una profonda ferita ad una coscia, che lo ha fatto morire dissanguato.
Cronaca
Mattinata: polizia esegue l'amministazione giudiziaria per azienda della moglie di Antonio Quitadamo
E' la prima volta in Italia che la polizia esegue una prevenzione dell’amministrazione giudiziaria.
L'azione in questione è stata fatta all'azienda di allevamento di bovini e bufalini di Mattinata, di proprietà della moglie di Antonio Quitadamo, detto Baffino, nata nel 2018.
Baffino è un noto elemento di spicco della criminalità organizzata garganica, contiguo al clan Romito.
Lo Stato ha nominato un amministratore giudiziario che amministrerà l’azienda per un anno e con la relazione che presenterà al giudice si capirà se l’attività verrà restituita, se sarà prorogata l’amministrazione controllata o se si dovesse procedere al sequestro.
Sono state prese alcune informazioni, dalla Divisione Anticrimine Ufficio misure di Prevenzione della Questura di Foggia, nei confronti della titolare della azienda, relative al contesto familiare ed ambientale in cui la stessa opera. Tale informazioni hanno consentito di ritenere questa persona non terza rispetto alla realizzazione di interessi criminali e, dunque, in posizione di contiguità con le attività mafiose del coniuge e del clan di riferimento.
Il quadro indiziario raccolto, ha stabilito e ritenuto concreto il rischio che l'attività d'impresa possa agevolare le intenzioni e le azioni criminali del coniuge o esserne in qualche modo condizionata, disponendo così l’amministrazione giudiziaria dei beni utilizzati, direttamente o indirettamente, per lo svolgimento dell'attività imprenditoriale.
Una scossa di terremoto di magnitudo 3.7 con epicentro a Barletta è stata avvertita, questa mattina, poco dopo le 10:00 a Cerignola.
La scossa avvertita anche nei comuni della Bat e in altri comuni della provincia di Foggia, si è sentita anche sul Gargano.
La scossa, è avvenuta ad una profondità di 34 km.
Il sindaco di Cerignola ha ordinato che gli alunni di tutte le scuole anticipassero l'uscita.
Ieri pomeriggio i carabinieri di San Paolo di Civitate, durante un servizio di perlustrazione nelle campagne al fine di contrastare i reati contro gli agricoltori e allevatori, notavano una Jeep nascosta tra gli ulivi, in contrada Civitate Ischia.
Subito insospettiti, i militari procedevano al controllo ma, la stessa era chiusa.
In collaborazione con la centrale operativa, verificavano che la targa era stata clonata da un altro mezzo, così chiedevano rinforzi ai colleghi di San Severo, i quali l'hanno aperta.
All'interno dell'auto venivano trovati due kalashnikov calibro 7,62x39, entrambi con i serbatoi inseriti, decine di munizioni per gli stessi, due maschere di silicone, due scaldacollo e due paia di guanti.
L'auto è stata portata al Comando di San Severo, ed è stata sottoposta ad accertamenti tecnici scientifici, così come i fucili sono stati mandati al RIS di Roma, per capire se siano già stati utilizzati nella commissione di qualche reato.
La guardia di finanza di Foggia, nella mattinata odierna ha dato esecuzione a degli arresti domiciliari, per 8 dipendenti dell’ospedale di San Severo, ed una sospensione dal servizio nei confronti di un altro dipendente della struttura sanitaria, con l'accusa d'ipotesi di truffa a danno di enti pubblici, con un danno stimato intorno alle 80 mila euro.
Dopo aver piazzato delle videocamere nella zona del marcatempo dell'ospedale, i militari della GdF hanno acquisito numerose documentazioni nel corso dell’indagine, accertando che i dipendenti attestavano la propria presenza sul luogo di lavoro ma in realtà non erano lì presenti.
Gli indagati, non utilizzavano il marcatempo quando si allontanavano dal servizio. Tutto questo era possibile grazie anche a colleghi addetti all’inserimento dei dati nel data base delle attività di servizio prestate, complici nella truffa.
Un dipendente, aveva simulando di aver dimenticato il badge a casa, riusciva a far attestare la propria presenza grazie ad un’attestazione cartacea da parte del proprio dirigente, pur non recandosi al lavoro.
Dalle indagini è emerso che le false presenze, per un totale di oltre 5.300 ore, iniziavano nel lontano 2014.
I furbetti effettuavano anche doppi lavori, come l’operatore tecnico che collaborava nella gestione del bar della moglie, altri dipendenti si intrattenevano con amici e parenti in bar cittadini, così come il primario, Giuseppe Altieri, il quale si allontanava dall’ospedale per interi pomeriggi in giro per la città o facendo rientro alla propria abitazione, facendo figurare di aver eseguito prestazioni specialistiche anche con ore di straordinario al fine di smaltire le cosiddette liste d’attesa dei pazienti.
Poi c'è il vacanziere, l'operatore tecnico specializzato che trascorreva le giornate presso i lidi balneari, pur risultando in servizio, postando foto sui social network in cui era visibile che non fosse al lavoro.