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Cronaca

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funebriSotto casa del consigliere comunale, di Foggia, Mainiero, sono stati affissi dei manifesti funebri, che riportavano il suo nome. Una vera e propria minaccia. Numerose sono state le condanne, da parte delle istituzioni foggiane, per quest'increscioso episodio. 
Il sindaco Franco Landella, sindaco ha detto che se qualcuno pensa di spaventare o di influenzare l'Amministrazione, con queste minacce si sbaglia di grosso. 
Tali manifesti funebri fittizi, hanno la parvenza di una vera e propria minaccia, nei confronti dell’assessore al Bilancio, Sergio Lombardi, e del capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, Giuseppe Mainiero
Il loro lavoro forse da fastidio a qualcuno, ha poi aggiunto sempre il sindaco foggiano, ma questo vile atto non ci farà cambiare il progetto intrapreso qualche mese fa. 

 

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arresto carabinieri
I Carabinieri di Foggia, dietro richiesta del Tribunale di Bari, hanno arrestato 14 persone tra Stornara e Cerignola, con l'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti, usura, estorsioni, porto abusivo d'armi, furti e ricettazione, tutti aggravati dal metodo mafioso. 
Le persone arrestate sono: Mauro Masciavè 49enne, ed il figlio Nicola Masciavè 47enne, Riccardo Masciavé 27enne, Masciavé Riccardo 21enne, genero di Masciavé Mauro, Francesco Perchinunno 32enne. I carabinieri nel periodo tra il 2011 ed il 2012, avevano intercettato e filmato i responsabili per apportare un maggior numero di prove al magistrato.
A luglio del 2013, i militari sequestrarono circa mille piantine di cannabis, riconducibili alle persone in questione. 
Tra l'altro, alla famiglia Masciavè sono stati sequestrati, da parte della guardia di finanza di Bari, beni di natura "mafiosa" come d’art. 12. Nello specifico sono stati sequestrati due appartamenti, una villa, 19 automezzi, tutto questo per un valore pari a due milioni di euro.

 

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polizia-di-stato
Ancora un tentato furto con il metodo del tombino, fortunatamente sventato.
Era circa l'una e mezza, quando, in via Saverio Altamura a Foggia, un negozio di calzature è stato preso di mira da alcuni delinquenti. I ladri avevano già infranto la vetrina dell'attività con un tombino in ghisa, ma la sorte ha voluto che la vetrata stessa si staccasse di netto ferendo uno dei malviventi.
Il tempestivo arrivo delle guardie giurate ha messo in fuga i tre ladri.
Sul posto sono giunte poi anche delle pattuglie della polizia, che dalle indagini hanno rilevato alcune tracce di sangue sulla vetrate, costatando quindi che uno dei tre ladri fosse rimasto ferito.



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arresto carabinieriDopo più di tre anni, la Procura Generale ha emesso il suo verdetto nei confronti di Giuseppe Venuti, il giovane 30enne, che nell'aprile del 2011 uccise suo padre. Ora dovrà scontare 9 anni e mesi 8 di carcere.
3 anni fa il giovane, che in quel periodo lavorava come guardia giurata, uccise suo padre a colpi di pistola. 
L'omicidio avvenne perchè il 30enne aveva assistito ad una violenta discussione tra il padre e la madre per via di suo fratello, un transessuale, che venne arrestato in quei giorni, reo di sedare i suoi clienti, per poi derubarli.
Il padre di Venuti in quella lite, colpì la moglie prima con un pugno e poi con un bastone. Giuseppe prese le parti della madre, armandosi di pistola, una calibro 9,21 legalmente detenuta, uccise con otto colpi, il padre. 
Il giovane scappò, ma per strada incrociò una pattuglia dei carabinieri, ai quali confessò l'omicidio. 

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arresto carabinieriI carabinieri di Vieste, hanno arrestato Riccardo Bramante 37enne, con l'accusa di omicidio ed occultamento di cadavere.
L'uomo avrebbe sparato al cognato, Antonio Di Mauro pescatore 39enne, con un colpo di fucile al petto. Il movente sarebbero vecchie ruggini familiari, ed anche su questioni strettamente economiche. Il Bramante avrebbe ucciso il Di Mauro ieri mattina in alto mare a Vieste, a circa 2 km dalla costa, per poi buttarlo in acqua. 
Il cadavere è cercato dai sommozzatori dei vigili del fuoco, ma anche dagli uomini della capitaneria di porto, con l'ausilio di motovedette. 
Il cadavere, si sarebbe immediatamente inabissato, poichè al momento dell'omicidio l'uomo aveva addosso uno scafandro e stivali, quindi le ricerche si complicano ulteriormente.
Testimone dell'omicidio è un giovane pescatore, che ha denunciato il tutto.
Il giovane pescatore ha detto ai carabinieri, che
 ieri mattina, lui e Di Mauro stavano effettuando una battuta di pesca, quando la loro imbarcazione, veniva affiancata da quella dell'assassino. Il quale chiedeva delle informazioni in merito alle reti.
Da qui ne scaturiva una violenta discussione tra il Bramante ed il Di Mauro. Il 37enne si allontanava per poi tornare dopo circa una mezz'ora. 
Bramante imbracciava un fucile calibro 12, col quale faceva fuoco, uccidendo il cognato 39enne. Bramante chiedeva successivamente al giovane pescatore di buttare in acqua ila vittima, il ragazzo si rifiutava, così sarebbe stato lo stesso assassino a buttarlo in alto mare.
I carabinieri, avviate le indagini ritrovavano l'omicida in un bar.
Una volta perquisita la sua barca, i carabinieri ritrovavano il fucile sporco di sangue. Ora l'arma del delitto verrà analizzate dalla squadra investigazioni scientifiche dell’Arma.

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