I carabinieri di San Severo, alle prime luci dell'alba, hanno arrestato 4 persone con l'accusa di estorsione. La vittima, un commerciante di Lesina.
I quattro finiti in carcere sono: Angelo Bonsanto 31enne di San Severo, l'uomo era evaso per poi essere catturato alcuni giorni dopo, dal carcere di Foggia il 9 marzo scorso, Luigi Di Palma 42enne, Angelo Falcone 33enne di San Severo, mentre ai domiciliari è finita, perchè incensurata e madre di due bambini, Concetta D’Antuoni 36enne moglie di Bonsanto.
La vittima, dopo essersi trovata in difficoltà economiche e non potendo accedere al credito bancario, si è rivolta al gruppo, chiedendo e ricevendo un prestito di 15mila euro, diviso in due tranche. Su tale cifra, però, le è stato applicato un tasso usurario del 20%, che prevedeva delle rate mensili di interessi da 3mila euro. Ovviamente la donna non è stato in grado di pagare le rate se non per i primi due mesi.
Un piccolo sospiro di sollievo arrivava nel momento in cui due degli indagati venivano arrestati. Ma la pausa è durata poco perché a riprendere i contatti con la donna, è stata la moglie di Bonsanto, il quale dalla sua cella impartiva precise indicazioni. La vittima ha cercato una mediazione, proponendo la sottoscrizione di cambiali, che però sono state rifiutate.
La commerciante ha iniziato a ricevere minacce, così ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri.
Cronaca
Le forze dell'ordine di Foggia, assieme ai colleghi di Cerignola, alle prime luci alba di oggi hanno smantellato la Cerignola Enterprise, fermando 13 soggetti, 8 in carcere e 5 ai domiciliari. Le indagini sono partite dopo il tentato omicidio di Leonardo Digirolamo, lo scorso 6 aprile 2018, ed arrestando una persona.
Durante quelle indagini, era emersa la figura di un uomo, parente alla persona accusata del tentato omicidio, il quale era da collante fra più settori criminali. Attraverso quest’ultimo, si è arrivati prima a individuare un'intensa attività di spaccio effettuata in un box in via Policoro a Cerignola.
Oltre a questo, i militari hanno scoperto una banda, composta da tre soggetti, specializzata nel furto di autovetture che restituivano dopo alle vittime dietro estorsione in denaro. Le forze dell'ordine hanno individuato le autovetture rubate ed hanno sentito le vittime, nessuno di loro aveva denunciato l’estorsione, riuscendo così a ricostruire lo schema del cavallo di ritorno.
In alcuni casi la stessa banda avrebbe rubato le auto per due volte nella stessa giornata. Infine, lo stesso uomo è stato individuato come il capo e l’organizzatore di un’associazione a delinquere, con altri tre soggetti, finalizzata ai furti di derrate alimentari. Al riguardo è stato possibile ricostruire anche i singoli reati, due consumati ed uno tentato, tutti avvenuti presso una ditta di Formigliana, per un danno di circa 500.000 euro di principalmente prodotti ittici.
Uno dei 13 destinatari del provvedimento restrittivo è attivamente ricercato.
Gli agenti della polizia di Foggia durante un controllo del territorio, in via del Mare, hanno notato quattro persone vicino ad un casolare che stavano mettendo su un Fiat 35-10 alcuni pezzi di una Ford Mondeo, la quale è risultata esser rubata.
I quattro, vistosi scoperti, hanno cercato di scappare con un autocarro e con una Fiat Panda, la quale è stata poi abbandonata per fuggire a piedi.
I militari sono riusciti a fermare solo uno dei fuggiaschi, un foggiano 47enne, e a recuperare, oltre alla Fiat Panda e al Fiat-35-10 usato per il trasporto dei componenti rubati, diversi arnesi utili allo smontaggio e scasso delle auto.
Nei pressi del casolare è stato trovato e sequestrato un motore di una Ford e vari componenti di un’autovettura, con ogni probabilità provento di furto.
L’uomo è stato denunciato in stato di libertà con l'accusa di riciclaggio, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale, mentre la persona domiciliata presso il casolare, è stata denunciata per favoreggiamento e riciclaggio.
Alle prime luci dell'alba la DiA di Foggia ha eseguito un sequestro di beni per complessivi 4 milioni di euro a Pasquale Saracino, 46enne pluripregiudicato di Cerignola, il quale era già sottoposto alla misura di sorveglianza speciale, in quanto esponente dei clan Cartagena e Piarulli-Ferraro in passato attivi nella provincia foggiana.
I beni erano riconducibili all’uomo tramite una miriade di prestanome con investimenti a cascata in differenti attività economiche.
Il sequestro di beni ha coinvolto ben 14 persone, mentre risultano indagati per estorsione, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, turbata libertà degli incanti, falsità materiale e violazione della normativa tributaria, 27 persone.
Le indagini hanno permesso di dimostrare come Saracino, pur essendo nullatenente, è riuscito nel corso degli anni ad accumulare un consistente patrimonio illecito, intestando beni e rapporti bancari a prestanome, tra loro anche la moglie, il figlio, la sorella ed il cognato. Il provvedimento ha riguardato un’azienda agricola di 28 ettari a Cerignola, del valore complessivo di 1 milione di euro, un’azienda commerciale di alimenti e bevande all’ingrosso, per un valore di oltre 500mila euro, un parcheggio attrezzato per autoveicoli industriali, del valore di oltre 1 milione di euro e due appartamenti ed un locale commerciale a Cerignola, per un valore complessivo di 600mila euro, un’imbarcazione da diporto cabinata e una moto d’acqua, per un valore commerciale di oltre 160mila euro, quote societarie e rapporti bancari per oltre 200mila euro e 13 autovetture di varia cilindrata. Inoltre, in un’area agricola appartenente ad un indagato, è stato rinvenuto, interrato nei campi, un grande contenitore in plastica con numerose centraline per automezzi da utilizzare per i furti e 10 cartucce per fucili illegalmente detenute, nonché 50.000 euro di denaro contante.
Ieri i carabinieri di Manfredonia hanno arrestato una giovane donna di Mattinata, Francesca Mantuano 29enne, con l'accusata di estorsione.
L’indagine è partita dopo la denuncia presentata alle forze dell'ordine il 16 aprile scorso, da un cittadino che aveva trovato attaccato al cancello d’ingresso della propria abitazione un biglietto manoscritto dai temi minaccioso con richieste estorsive.
Partite le indagini, i militari avevano acquisito i filmati registrati dalle telecamere esterne dell'abitazione, grazie alle quale è stato possibile identificare la donna, la quale, ha lasciato il biglietto.
Sul foglio, oltre alle minacce vi era una richiesta estorsiva per la somma di 1000 euro. Due settimane dopo, il 29 aprile, la vittima rinveniva un secondo biglietto minatorio sempre posto sul cancello, riportante le stesse frasi. Questa volta, nel messaggio c'erano le istruzioni per la vittima su dove lasciare la busta contenente il denaro, alle ore 18:00 del giorno successivo. I soldi sarebbero dovuti essere lasciati sotto una determinata panchina del parco giochi.
A questo i carabinieri, stabilivano le modalità di consegna e si appostavano per osservare il tutto senza essere visti.
La busta, lasciata nel punto convenuto, veniva presa dalla donna che veniva subito bloccata dai carabinieri.
L'11 maggio scorso però la vittima riceveva un altro biglietto con su scritto una minaccia, con una gallina, uccisa da poco. Le telecamere, a causa del buio, hanno ripreso in modo riconoscibile sola l'auto.