"Una bella iniziativa utile a trasmettere i valori della solidarietà alle giovani generazioni perchè gli insegnamenti della storia siano davvero utili per costruire un futuro e un mondo migliore". E' il commento della vicepresidente della Provincia di Foggia, Billa Consiglio, alla vigilia della manifestazione contro il razzismo in cui una catena umana fatta da scuole, associazioni e comuni cittadini, circonderà domani in piazza Umberto Giordano il monumento del celebre compositore foggiano. La Provincia di Foggia celebrerà cosi' la "Giornata mondiale contro il razzismo", per ribadire l'appuntamento che le Nazioni Unite hanno voluto istituire a commemorazione della sollevazione Sudafricana contro l'apartheid del 21 marzo 1960. L'evento, voluto dall'assessorato provinciale alle Politiche educative con la collaborazione dell'assessorato ai Servizi sociali del Comune di Foggia, è fissato alle 10.30 di domani, 21 marzo, quando ci si prenderà tutti per mano indossando la t-shirt 'No a tutti i razzismi' che verrà distribuita ai ragazzi degli istituti superiori "Lanza", "Einaudi" e "Altamura" e delle medie inferiori 'Bovio' e 'Zingarelli' che prenderanno parte all'iniziativa. La partecipazione sarà aperta a tutti con la possibilità anche di leggere un breve messaggio antirazzista o cantare sulle note suonate dal vivo dagli "Africa United".
"Tenersi per mano, unirsi nel segno della fratellanza è un atto simbolico ma al contempo carico di significati per tutti coloro i quali credono che l'uguaglianza sia un valore da difendere. La Provincia di Foggia, dunque, ha inteso sostenere fortemente questa iniziativa rivolta ai giovani, sicura di farsi promotrice di una bella pagina di civiltà per il territorio e per i nostri ragazzi", conclude Billa Consiglio.
comunicato stampa
Attualità
La Cassazione ha posto fine alla vicenda giudiziaria ma non ha risolto i tanti interrogativi che il caso Enichem ha attivato
La recente sentenza della Corte di Cassazione ha dunque posto la parola fine sulla lunga e tortuosa vicenda giudiziaria connessa alla esistenza e fine dello stabilimento Anic-Enichem di Macchia. Un caso divenuto di dominio nazionale e del quale rimangono dolorosamente aperti tanti aspetti ammantanti dal mistero più impenetrabile.
Una sentenza che ha lasciato l'amaro in bocca non certo per le assoluzioni di dirigenti Enichem ormai o defunti o fuori dalla mischia, quanto piuttosto per non essere riuscita, dopo tre gradi di giudizi, a stabilire le cause delle morti di almeno 17 ex dipendenti e dunque dire se quelle morti hanno avuto in qualche modo a che fare con le attività industriali della fabbrica chimica. Ad attendere una parola chiara e motivata erano certamente i più diretti interessati al processo giudiziario, vale a dire i familiari degli ex dipendenti Enichem deceduti che hanno intentato causa all'azienda del Gruppo Eni ritenendola responsabile della morte dei propri cari, ma anche una intera popolazione rimasta in bilico nel dubbio atroce di ritenere che tutto sia passato e il dover rimanere allerta. La scienza per quello che è stato possibile interrogarla, non ha dato risposte certe e definitive. L'unica certezza in tutta questa faccenda, è la morte per neoplasie di almeno 17 persone dagli anni Ottanta in poi.
"Naturalmente non commento le sentenze della Magistratura della quale ho il massimo rispetto, tuttavia non posso non farmi interprete del disorientamento della gente di fronte ad un caso che a distanza ormai di oltre vent'anni non ha risolto le tante pendenze di ordine ambientale e quindi dissolto le molte legittime paure", riflette il sindaco Angelo Riccardi che non nasconde le legittime preoccupazioni su come sono condotte le operazioni di bonifica di quell'area in modo particolare per quanto riguarda i tempi di esecuzione delle stesse tant'è che ha avviato una decisa azione chiarificatrice sulle attività svolte e da svolgere.
"C'è ancora - rileva - molto da fare: siamo lontani dal completare la bonifica a terra e a mare di quell'area in modo da metterla a disposizione di nuove attività produttive, ma sopratutto per scongiurare ogni prospettiva di minaccia all'ambiente e alla salute pubblica".
Desta alquanto sbigottimento quanto meno, l'ultimo rapporto presentato da Eni-Syndial sullo stato dell'arte delle opere di bonifica. Sarebbe saltata fuori all'ultimo momento una discarica contenente rifiuti speciali tossici e nocivi ubicata nell'Isola 16 e celata sotto una piattaforma di cemento passata per "Pista Vigili del Fuoco". E' individuata come "discarica Marchesi" dal dirigente che ne curò il riempimento. Gli step condotti soltanto nell'agosto- settembre e nel novembre-dicembre 2011, hanno esposto "diffusa contaminazione di caprolattame" e tanto altro. Si è ancora alla fase di "valutazione di un intervento integrativo" e della presentazione al Ministero di una richiesta di variante ai progetti presentati nel 2000 scorso.
comunicato stampa
Questa mattina, il sindaco di Casalnuovo Monterotaro, Pasquale De Vita, insieme ai sindaci di Casalvecchio di Puglia, Mauro Piccirilli; Castelnuovo della Daunia, Ernesto Cicchetti; Pietramontecorvino, Rino Lamarucciola; San Marco La Catola, Michele Fascia; Carlantino, Dino D'Amelio; Celenza Valfortore, Francesco Santoro, e Serracapriola, Marco Camporeale; in pratica i primi cittadini dei Comuni del cratere sismico pugliese, si sono presentati al cospetto del rappresentante del Governo in Capitanata, il Prefetto Francesco Monteleone, ed hanno consegnato nelle sue mani la fascia tricolore.
«Il nostro è un gesto simbolico, ma emblematico della grave situazione che stanno vivendo i nostri paesi colpiti dal sisma del 31 ottobre 2002«, ha dichiarato il sindaco De Vita, portavoce degli altri sindaci del cratere, subito dopo l'incontro con il Prefetto. Quest'ultima clamorosa iniziativa di protesta è conseguente alla decisione del Consiglio dei ministri di concedere la proroga dello "stato di criticità" post-terremoto solo fino al prossimo 30 aprile e non, come invece richiesto, fino al 31 dicembre 2012. Un provvedimento che i sindaci del cratere, sia pugliese che molisano, hanno "invocato" sin dagli inizi di gennaio con una forte mobilitazione pubblica con assemblee, atti e documenti istituzionali di protesta diretti a Regione, Governo e Dipartimento di Protezione Civile, che però hanno dato risultati insoddisfacenti. «E' una mini proroga che indigna - è il coro unanime dei sindaci - La nostra "mossa" è stata necessaria per far capire alle istituzioni centrali la gravità della situazione che stiamo vivendo nei paesi terremotati. Comprendiamo che a Roma sono alle prese con mille calamità ed emergenze che si sono verificate in dieci anni, ma questo non significa abbandonare i territori dove la ricostruzione non è stata ancora completata«. Insomma, il dissenso è unanime: «A Roma non hanno capito nulla del problema per il quale protestiamo: credono di aver risolto tutto con un'ordinanza di un mese. Invece la questione è più seria di quello che si pensa e soprattutto è una decisione che non rispetta le esigenze delle persone che vivono ancora fuori dalle proprie abitazioni«. I sindaci del cratere sismico pugliese-molisano si erano incontri venerdì 16 a Santa Croce di Magliano sottoscrivendo un documento in cinque punti nel quale sono elencate le azioni di protesta da portare avanti, tra i quali: a) rappresentare direttamente al Governo le problematiche con un incontro e chiedere la proroga dello stato di criticità fino al 31 dicembre 2012; b) coinvolgere le segreterie di tutti i partiti nazionali per ottenere questo incontro, allegando un documento in cui si riepilogano tutte le attività svolte e i fondi spesi e da spendere per ultimare la ricostruzione in ogni Comune; c) la consegna, appunto, delle fasce tricolore al Prefetto fino all'ottenimento dell'incontro. L'obiettivo è quello di incontrare un rappresentante del Governo e, in particolare, il sottosegretario Antonio Catricalà che conosce già la questione e l'ha seguita finora, come sostenuto dai primi cittadini. Se questo non avverrà, lasceranno la fascia sulla scrivania dei Prefetti e poi saranno gli eventi a parlare. «Siamo consapevoli che stiamo vivendo in un contesto particolarmente grave - ha sottolineato il sindaco Pasquale De Vita - ma non comprendiamo come mai, pur in presenza della copertura finanziaria, il Governo non conceda la proroga dello stato di criticità fino al 31 dicembre 2012«.
comunicato stampa
Domenica 18 marzo, presso la sala Azzurra dell'Amgas di Foggia, si è svolto il 24° Congresso Provinciale delle Acli di Capitanata, dal titolo "Rigenerare comunità per ricostruire il Paese". Il momento congressuale è stato presieduto da Vincenzo Menna, componente della direzione Nazionale, coadiuvato dal collega Antonio Russo e dalla rappresentante regionale Stefania Cardo. L'assise è stata animata, oltre che dalla partecipazione di circa 100 delegati provenienti dalla provincia e dalla città capoluogo, anche dall'intervento di molti amministratori locali, degli esponenti politici e sindacali e di molti rappresentanti del mondo dell'associazionismo e del volontariato. Il dibattito si è aperto sulla relazione del Presidente, Fabio Carbone, che ha concentrato la sua attenzione su due livelli di discussione: una più interna alle Acli, con la prospettiva di rilanciare la originaria e tradizionale vocazione associativa all'educazione e alla promozione di cittadinanza attiva e solidale e una invece riguardante le questioni legate alla crisi del Paese e al degrado economico e sociale della provincia e della città capoluogo. La discussione ha fatto emergere tutte le criticità della politica locale e la responsabilità delle forze politiche, da una parte, e delle componenti imprenditoriali, dall'altra, del ritardo socio-economico che il territorio sta accumulando. I lavori, proseguiti nel pomeriggio con il dibattito interno tra i delegati, sono terminanti con l'elezione del nuovo Consiglio provinciale e dei delegati al congresso Regionale e Nazionale. Sono risultati eletti: primo Fabio Carbone e a seguire Valentina Scala, Antonio Russo, Francesco Sderlenga, Francesco Tella, Ernesto Cipriani, Saverio Paparesta, Rosaria Curcetti, Giorgio Cislaghi, Michele Altobella, Vincenzo Tesoro, Domenica Pipoli, Luigi Scarlato, Michele Del Buono, Angelo Bonfitto, Maurizio Spina, Antonella Pirro, Giuliana Rendinella,Giuseppe Cerrone e Francesco Urbano. Inoltre, fanno parte del Consiglio i 10 Presidenti di Circolo eletti in seno all'assemblea dei presidenti: Loredana Sperinteo, Giuseppe Clemente, Salvatore Di Noia, Antonio Paglia, Giorgio Pappalardo, Luigi Cirerale, Paolo Lapollo, Raffaele Pagano, Onofrio Parrella, Luigia De Angelis. Infine ne fanno parte di diritto: Rita Amatore, responsabile del Coordinamento donne, Luigi Buonamano, Presidente US Acli, Biagio Piemontese, presidente Acli Terra, Leonardo Lombardi, Presidente CTA, Pasquale Accadia, responsabile Unasp e Ugo Palmieri, Segretario Fap. Il Consiglio Provinciale, così composto, si riunirà il prossimo 23 marzo per l'elezione del Presidente Provinciale e della Presidenza.
comunicato stampa
LUCERA, 19.03.2012– Dopo i lusinghieri riscontri, in termini di attenzioni e di presenze con la prima tappa del 21 gennaio, torna l’appuntamento con ‘Cantieri Aperti 2012’. Si tratta di un’iniziativa del tutto nuova e assunta dall’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona ‘Maria De Peppo Serena e Tito Pellegrino’ di Lucera.
Il prossimo appuntamento in agenda è quello di sabato 24 marzo, alle ore 10.30, nell’area-cantiere, che ospita i lavori relativi al progetto di recupero e adeguamento funzionale della Residenza Socio Sanitaria e Assistenziale per anziani, presso la Casa di Riposo ‘Maria De Peppo Serena’ al rione ‘Cappuccini’.
Confermata la presenza dell’Assessore Regionale al Welfare, dottoressa Elena Gentile, che ha accolto con entusiasmo, come nella precedente occasione, l’idea di aprire le porte ai cittadini per mostrare loro come vengono utilizzate le risorse pubbliche, con positive ricadute degli investimenti sul territorio, in particolare a Lucera.
Come noto, in un primo tempo, l’Istituto di Pubblica Assistenza e Beneficenza aveva dato inizio ai lavori per la costruzione di una casa protetta, ricorrendo ai fondi provenienti dall’alienazione, effettuata secondo la normativa regionale, del suo patrimonio immobiliare.
Gli interventi furono sospesi il 23 settembre 2006 ,i lavori non furono più ripresi e l’immobile rimase completato in parte all’esterno e allo stato rustico internamente.
La nuova ASP, con tutto il suo Consiglio di Amministrazione presieduto da Antonio Fusco, in un anno e mezzo ha provveduto a risolvere il contenzioso con la ditta edile, ottenendo un finanziamento pubblico nell’ambito del ‘Piano Operativo FESR 2007-2013’ (Asse III).
Si è dato inizio, così, al recupero e al completamento della costruzione lasciata allo stato rustico e destinarla a Residenza Socio Sanitaria Assistenziale per anziani (RSSA).
L’importo complessivo del progetto è di 956.046,00 euro, dei quali 707.446,00 (il 74,00%) derivanti da fondi europei e la restante quota di 248.600,00 (il 26%) a carico dell’ASP lucerina.
La Residenza Socio Sanitaria Assistenziale, erogherà servizi socio-assistenziali a persone anziane, che abbiano un’età superiore ai 64 anni e presentino gravi deficit psico-fisici; nonché a persone affette da demenze senili, le quali non necessitano di prestazioni sanitarie complesse.
Si tratta di soggetti, che richiedono un alto grado di assistenza, perché non sono in grado di condurre una vita autonoma e le cui patologie, non in fase acuta, non possono far prevedere il pieno recupero dell’autonomia e non possono essere assistite a domicilio.
La RSSA per anziani non può accogliere ospiti con età inferiore a 64 anni, oppure diversamente abili gravi, fatta eccezione per persone affette da demenze senili, morbo di Alzheimer e demenze correlate, anche se non hanno raggiunto i 64 anni d’età.
La Residenza sarà collegata con i servizi socio-sanitari dell’Ambito e del Distretto Socio Sanitario territoriale, con l’assistenza medico-generica, l’assistenza farmaceutica, il segretariato sociale, l’assistenza domiciliare integrata, i centri a carattere residenziale diurno per programmare la continuità degli interventi assistenziali, dopo la dimissione degli ospiti e per ridurre l’incidenza dei ricoveri in strutture ospedaliere.
La struttura che sta per sorgere in viale De Peppo Serena, avrà una capacità di 30 posti letto, disposti su due livelli e suddivisi in 16 camere, di cui 14 doppie e 2 singole, con servizi annessi di palestra riabilitativa, ambulatori, infermeria ai piani, cucina e pranzo, lavanderia, oltre agli ambienti riservati agli uffici direzionali e amministrativi dotati di tutti i confort.
Particolare cura è stata prestata all’efficienza energetica, grazie ad impianto solare termico per l’acqua calda sanitaria e agli impianti di climatizzazione ad espansione diretta, alimentati elettricamente ed in parte dall’impianto fotovoltaico. È un’offerta venuta dall’impresa, al momento della gara pubblica, secondo le richieste di migliorie previste dal bando pubblico per l’affidamento dell’appalto.
I lavori sono stati aggiudicati all’impresa S.I.TEC S.A.S. di Napoli attraverso il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e con un ribasso del 14,47%.
Lo scorso 19 settembre è stata effettuata la consegna dei lavori, ad opera della direzione e con l’impegno contrattuale, da parte della ditta, ad ultimarli entro 300 giorni, ossia per la data del 17 luglio 2012, con tutti e tre i suoi piani.
Antonio Fusco
Presidente CdA Azienda Pubblica di Servizi alla Persona
‘Maria de Peppo Serena e Tito Pellegrino’
Con preghiera di cortese pubblicazione e/o notizia