SALCUNI: DOVEROSO IL RINGRAZIAMENTO AI NAS DI FOGGIA.
“Il doppio sequestro di uova di dubbia provenienza, l’ultimo dei quali riguardante oltre 26.000 pezzi privi dei requisiti igienico sanitari, ha ancora una volta messo in luce come il settore agricolo ed agroalimentare della provincia di Foggia è ancora troppo permeabile ad elementi che operano al di fuori dalla legalità e che purtroppo così facendo minano la credibilità del settore stesso nei confronti dei cittadini consumatori.”
E’ questo il commento del Presidente di Coldiretti Foggia Salcuni alla brillante operazione condotta nei giorni scorsi dai NAS di Foggia.
“Dobbiamo quindi ringraziare i NAS che operano sul territorio in maniera mirata, colpendo coloro che attentano quotidianamente alla salute dei cittadini e mettono in cattiva luce un comparto che, invece, ha fatto della qualità e del rispetto delle regole il suo fiore all’occhiello.”
“ Le uova rappresentano uno dei prodotti per i quali ha trovato pratica attuazione la norma sulla indicazione obbligatoria dell’origine” commenta il direttore di Coldiretti Foggia Donnini “per cui in questo caso il consumatore ha la possibilità di effettuare acquisti consapevoli.
La etichettatura consente infatti di individuare la tipologia di allevamento, il Comune dove esso ha sede e perfino l’allevatore, attraverso un codice distintivo.
Importante che il consumatore diffidi pertanto di uova che sono prive della indicazione sul guscio di questi elementi di distintività”.
Esempio etichettatura uova Codifica
1 Tipo di allevamento: 1 all’aperto, 0 biologico, 2 a terra, 3 nelle gabbie
IT Stato in cui è stato deposto
047 Codice ISTAT Comune in cui è ubicato l’allevamento
FG Sigla provincia in cui è ubicato l’allevamento
039 Codice dell’allevamento
1IT047FG039
Federazione Provinciale Coldiretti Foggia
Attualità
Considerazioni del Rettore sulla classifica degli Atenei pubblicata da "Il Sole24Ore" del 16 luglio 2012
Lunedi scorso, Il Sole 24Ore ha pubblicato, come tradizionalmente fa da qualche anno nel mese di luglio, la ‘sua’ classifica sul rendimento degli Atenei Italiani prendendo in esame una decina di indicatori: 1) la capacità degli Atenei di attrarre talenti (cioè studenti che hanno conseguito un voto alto di maturità); 2) capacità di attrarre studenti da fuori regione o stranieri; 3) dispersione degli studenti; 4) rendimento degli studenti; 5) regolarità negli studi; 6) numero di studenti in corso in rapporto al numero totale degli studenti; 7) tasso di occupazione dei laureati a tre anni dal titolo; 8) disponibilità di risorse per la ricerca in capo a ciascun ricercatore; 9) capacità di attrarre risorse extra FFO; 10) tasso di successo sui PRIN.
Ora si rende opportuna, oltre che doverosa, un’analisi più attenta e dettagliata da parte della nostra Comunità dopo il primo commento ‘a caldo’ da me fatto ad alcuni organi di informazione locale il giorno stesso della pubblicazione di questi dati da parte del giornale diretto da Roberto Napoletano. Ho convocato nella giornata di martedì il Consiglio dei delegati proprio allo scopo di verificare la coerenza dei risultati emersi con la percezione che costantemente abbiamo sull’efficacia della nostra azione per la crescita del capitale umano e sociale di questo territorio. Un territorio sempre più in difficoltà che pertanto ripone nelle attività della propria Università una speranza di riscatto sociale ed economico che la Comunità universitaria di Foggia non può deludere.
Dalla totalità di questi indicatori emerge un posizionamento generale del nostro Ateneo al 51° posto su 58 Atenei statali e situazioni differenziate nei singoli campi registrandosi non disprezzabili piazzamenti nei parametri 1, 5, 6, 9 e 10 e risultati effettivamente negativi nei parametri 2,3,4,7,8. La prima considerazione che emerge chiaramente è che non sia possibile credere che la totalità delle università generaliste del Sud sia gestita e presidiata da persone inadeguate agli alti compiti e responsabilità affidate. Conosco tutti i Rettori delle Università poste dal Sole24Ore agli ultimi posti e buona parte anche dei loro docenti e posso assicurare che tale differenza sostanziale con chi governa gli Atenei del Nord non emerge in alcun modo. L’assioma posto dal giornale confindustriale è quindi chiaramente dogmatico e tautologico ponendo molto più di un sospetto sull’adeguamento ‘a posteriori’ dei dati raccolti. A tal proposito, c’è da chiedersi perché Il Sole 24 Ore non abbia mai consentito agli Atenei una disamina approfondita dell’elaborazione da essi operata su dati provenienti da fonti molto differenziate (Miur, Almalaurea, Servizio Stella del Cilea, Istat).
Vorrei sottolineare, a tal proposito, che ciò che più conta per i giovani che si trovano in questi giorni a pensare al loro futuro e per i genitori a quello dei propri figli è sapere che i servizi resi dall’Università di Foggia siano stati apprezzati da coloro che li hanno preceduti (Almalaurea riporta che il 91% dei laureati nella ns Università – dato medio nazionale: 87% - si è dichiarato complessivamente soddisfatto del corso di studi offerto dal nostro Ateneo), che il 71% dei laureati specialistici hanno fatto esperienza di stage per un’azienda (dato medio nazionale: 54,5%), che, come riporta anche il Sole 24 Ore, 46,1 laureati su cento consegue il titolo nei tempi previsti (situazione che ci colloca all’8° posto a livello nazionale).
A tal ultimo proposito mi chiedo come si possa interpretare il dato che ci colloca tra le migliori università nel far laureare nei tempi giusti gli studenti più motivati ed essere, invece, tra le peggiori per il rapporto tra Crediti Formativi ottenuti e Crediti disponibili. Certo è possibile ma altamente improbabile perché vorrebbe dire che tutti coloro che non si laureano nei tempi sono dei pessimi studenti che conseguono pochissimi o nessun CFU nell’anno di riferimento, mentre è evidente che l’effettività è sempre nella media.
Il tasso di occupabilità a tre anni dal titolo è poi strettamente correlato al tasso di disoccupazione giovanile che, nella nostra Provincia, è tra i più alti d’Italia. In altri termini, crediamo che ciò sia dovuto in minima parte ad un nostro demerito visto che, al contrario, stiamo facendo ogni sforzo per favorire il placement dei nostri iscritti (il dato sugli stage è quanto meno significativo a tal proposito). La situazione generale sulla disoccupazione nella Provincia di Foggia è poi fortemente condizionante del dato sulla dispersione che non dipende dalla mancanza di attenzione da parte nostra verso lo studente neo immatricolato ma dalla scelta, evidentemente con mere funzioni ‘attendiste’ e quindi con scarsa spinta motivazionale, che molti fanno proprio perché hanno difficoltà a trovare lavoro.
Si consideri inoltre, come è stato lucidamente messo in luce dai colleghi Abramo e D’Angelo de lavoce.info, che “il sistema universitario pubblico italiano si è sviluppato sulla base del principio di non discriminazione, per cui a tutti gli studenti deve essere garantita, per quanto possibile, la fruizione di un’istruzione dello stesso livello qualitativo, qualunque siano censo e localizzazione territoriale”. L’Università deve essere il primo motore di mobilità sociale e Foggia ne è un esempio mirabile visto che ben 86 laureati su cento non ha i genitori con titolo di laurea (la media nazionale è del 75%). “In questo contesto”, continuano i due colleghi, “le capacità di ricerca e gestionali dovrebbero essersi distribuite in maniera omogenea, per cui una qualunque valutazione nazionale della ricerca dovrebbe dare esiti di sostanziale equilibrio tra le università pubbliche”. Dove emergessero differenze si dovrebbero allocare più risorse non alle migliori, bensì alle peggiori, affinché queste ultime possano recuperare il gap qualitativo.
E’ vero che tale sistema indurrebbe gli Atenei all’assunzione di comportamenti opportunistici che determinerebbero una dequalificazione del sistema, ma l’obiettivo di stimolare il miglioramento e l’allocazione efficiente non deve pregiudicare l’equità sociale. A tal fine bisognerebbe considerare alcuni fattori, primo fra tutti il “vantaggio di localizzazione”: università ubicate in aree ad alta intensità di ricerca industriale, beneficiando dell’effetto della prossimità territoriale, acquisiscono finanziamenti privati maggiori di altre. Cosi come non va sottovalutato “l’effetto Regione o Province autonome” in quanto è indubbio che alcune amministrazioni regionali distribuiscono risorse agli Atenei in modo più elevato di altre. Altro dato interessante da considerare è che le differenze di produttività di ricerca tra università sono relativamente molto più basse di quelle che si riscontrano tra il corpo docente all’interno di ciascuna università. Il che vuol dire che la differenza di produttività scientifica tra gli Atenei è poco significativa mentre molto rilevante è la presenza di larghe sacche di improduttività scientifica che andrebbero, al contrario, poste in rilievo anche per consentire agli Atenei di marginalizzare (e far uscire dal sistema) queste risorse e valorizzare le altre. Questo in parte noi lo stiamo già facendo con le risorse premiali per i progetti di ricerca di interesse nazionali valutati positivamente e non finanziati che ha determinato, infatti, negli ultimi anni una crescita considerevole del nostro Ateneo (sito quest’anno al 20° posto in questa speciale classifica del Sole). Ma questa politica di segmentazione delle risorse per la ricerca orientata verso i più produttivi determina, al contempo, il dato negativo delle disponibilità di fondi per la ricerca al singolo docente visto che Il Sole 24 Ore per l’indicatore 8 considera al denominatore la totalità dei docenti e quindi anche i meno produttivi.
Paradossalmente, quindi, come messo in luce da lavoce.info, "i top performer degli atenei con bassa performance, potrebbero ricevere meno fondi dei low performer degli atenei con performance più elevata".
Sono queste le considerazioni che andrebbero fatte a beneficio della collettività e dell’opinione pubblica generale indotta invece a credere che l’unica speranza per i propri figli sia un’emigrazione intellettuale verso il Nord o verso l’estero depauperando sempre più il nostro Mezzogiorno e privandolo dell’unica vera sua ricchezza e speranza per il futuro: la creatività e l’intraprendenza delle proprie giovani intelligenze.
Il Rettore - Prof. Giuliano Volpe
P.S. L'articolo commentato dal Rettore de Il Sole 24 Ore è anche su : http://www3.unifg.it/ust/rss_stmp/upload/071216_politec.pdf
comunicato stampa
COMUNICATO STAMPA
13 luglio 2012
Il Presidente Salvatori: “presenteremo le nostre controdeduzioni”
Ieri pomeriggio, alle 17.12, l’AGI, Agenzia Giornalistica Italia, ha diffuso la notizia della richiesta avanzata dal Presidente nazionale dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, al ministero del Turismo e dello Sport -in qualità di ente vigilante- il commissariamento di sette sezioni provinciali dell’ACI, tra cui quella di Foggia. Le altre sono quella storica di Brescia, organizzatrice della Mille Miglia, Enna, Imperia, Palermo, Pavia e Savona.
Sticchi Damiani ha chiesto il provvedimento per presunte “Irregolarità nella gestione economica e nelle procedure elettorali”.
“Ci sarà la verifica” ha dichiarato all’AGI Sticchi Damiani, “e il ministero ci farà sapere se ritiene di dover procedere con il commissariamento”.
Sempre all’Agenzia Italia il Presidente ha ricordato che si tratta di un atto dovuto: “È nostra responsabilità comunicare se ci sono elementi di possibile irregolarità, è successo anche altre volte. Il ministro ora se riterrà nominerà i commissari”.
“Non siamo rammaricati dalla notizia in sé”, ha commentato il neo Presidente dell’Automobile Club Foggia, l’avvocato Giorgio Salvatori. “Come ha spiegato Sticchi Damiani, si tratta di un atto dovuto, per cui comprendiamo le ragioni che l’hanno spinto all’iniziativa. Quello che non è accettabile è che l’Automobile Club di Foggia debba apprendere ufficialmente la novità dalla Stampa, senza che i vertici dell’ACI nazionale abbiano pensato di anticiparla -o, quanto meno, di comunicarla in contemporanea- con un atto formale”.
“Sono Presidente dell’AC Foggia dal 2 luglio scorso”, ha concluso Salvatori, “e il 3 luglio ho sentito al telefono Sticchi Damiani che si è congratulato con me per la nomina, ma non ha ritenuto informarmi che il giorno dopo avrebbe inoltrato la segnalazione al Ministero. Naturalmente rappresenteremo le nostre controdeduzioni nelle opportune sedi ministeriali, visto che sino ad oggi non sapevamo delle decisioni assunte dal Presidente Nazionale”.
Loris Castriota Skanderbegh
Responsabile per la Comunicazione
A.C. Foggia
Le opzioni del Piano del Ferro di Rete Ferroviaria Italiana sono funzionali e rafforzano i programmi in atto per la realizzazione del Terminal intermodale ferro-gomma passeggeri nella stazione di Foggia e di tutto quanto previsto nel “Protocollo d’intesa tra Regione Puglia, RFI, FS-Sistemi Urbani per la razionalizzazione e il potenziamento della rete ferroviaria, i connessi interventi compensativi e la valorizzazione di aree ferroviarie dismettibili”, sottoscritto il 10 ottobre 2011.
È quanto si legge nel verbale della riunione al termine della quale, stamattina, la società del Gruppo FS che si occupa della rete infrastrutturale ha consegnato alcune delle indicazioni richieste dal sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, nel corso dell’incontro del 10 luglio scorso presso la Regione Puglia.
Nel documento sottoscritto alla fine dell’incontro con gli assessori alla Qualità e all’Assetto del Territorio, Augusto Marasco, e alla Mobilità e Protezione civile, Alfredo Ferrandino, si aggiunge che «per quanto attiene alle aree non più funzionali all’esercizio ferroviario, sul fronte viale Fortore, ritenute dall’Amministrazione comunale tema centrale ai fini dell’elaborazione del Piano Urbanistico Generale di Foggia, RFI consegna alcuni elaborati sintetici, allegati al presente verbale, nei quali è indicata la perimetrazione delle aree che saranno oggetto di “dismissione” da parte di RFI per le quali, in ogni caso, le attività di valorizzazione dovranno essere discusse con la società FS Sistemi Urbani S.p.A».
Alla riunione, oltre a Marasco, Ferrandino e il dirigente del Servizio Urbanistica, Paolo Affatato, hanno partecipato, per RFI, Roberto Pagone, responsabile Direzione Territoriale Produzione, Paolo Pallotta, responsabile del Centro Operativo di Esercizio della Rete di Bari e Giovanni Ponzio, del Team Sviluppo Locale OC.
Ufficio Stampa – Città di Foggia – Staff Sindaco – Ufficio Comunicazione/Assessorato alla Qualità e Assetto del Territorio
"Un provvedimento necessario - dice l'Assessore Zingariello - verso quegli abitati periferici di San Salvatore e di Tomaiuolo che potranno smettere di adattarsi alla situazione contingente in materia di acqua".
La Giunta Comunale, con delibera n.184 del 10 luglio 2012, ha approvato il il progetto definitivo riguardante i lavori di estendimento e razionalizzazione della rete di acquedotto rurale esistente nella frazione Montagna, nelle località di San Salvatore e Tomaiuolo, quindi in territorio del Comune di Manfredonia, redatto all'uopo dal Settore Tecnico Agrario del Consorzio di Bonifica Montana del Gargano.
"Un provvedimento necessario - dice l'Assessore ai Lavori Pubblici e Servizi Urbani, Salvatore Zingariello - verso quegli abitati periferici di San Salvatore e di Tomaiuolo che potranno smettere di adattarsi alla situazione contingente in materia di acqua e potranno godere, nei prossimi mesi, sia dell'arrivo della rete idrica che del rifacimento delle strade extraurbane. Per questa ultima miglioria posso anticipare che abbiamo ricevuto, proprio nella giornata di ieri, l'ufficializzazione dell'attribuzione del finanziamento necessario richiesto".
La Regione Puglia, nell'ambito dei finanziamenti previsti dal Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007/2013, ha pubblicato il bando per la presentazione delle domande di concessione degli aiuti. Per concorrere all'ottenimento dei contributi previsti è necessario predisporre uno specifico progetto ponendo a carico del Comune, salvo successiva diversa disposizione della Regione o di contributo di altri Enti, le somme non ammissibili e in particolare l'IVA.
Il Consorzio di Bonifica Montana del Gargano, ha trasmesso a questo Ente copia del progetto relativo all'estendimento e razionalizzazione della rete di acquedotto indicato, da candidare nell'ambito dei PSR, ed ha precisato che l'approvando progetto è da considerarsi 'definitivo' e non 'esecutivo' perchè, trattandosi di lavori da eseguire in parte su strada di proprietà dell'Amministrazione Provinciale, deve essere richiesto il parere della stessa prima dell'approvazione del progetto esecutivo. Al tempo stesso l'Amministrazione Comunale si assume l'obbligo del mantenimento del vincolo di destinazione d'uso per un tempo non inferiore a cinque anni dalla data di collaudo tecnico-amministrativo.
"Una misura - illustra infine Zingariello - per consentire, una volta ottenuto il finanziamento della Regione Puglia, di estendere la rete idrica e poter portare acqua potabile alla frazione Montagna. In zona tutti hanno piscine o comunque si adattano con la classica autobotte, in questo modo invece potranno finalmente godere di un servizio importante e per certi versi vitale quale può essere considerato l'arrivo dell'acqua corrente. Un particolare non trascurabile è anche rappresentato dalla modesta spesa che si dovrà affrontare: come Comune sosterremo, infatti, un impegno economico di circa 11.800 euro a fronte di una spesa complessiva di 118.000 euro, in poche parole gli oneri saranno sostenuti per il 90% dalla Regione Puglia e per il restante 10% dal nostro Comune". Ora il provvedimento della Giunta, immediatamente eseguibile, sarà inviato alla Regione Puglia al fine di ottenere i finanziamenti previsti dal Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007/2013
comunicato stampa