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Attualità

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LETTERA APERTA ALL'AMMINISTRAZIONE

 

Quando manca la fiducia la rassegnazione è dietro la porta.

Una comunità senza fiducia si disgrega e smette di essere tale ,diventando così un insieme di singoli rassegnati: rassegnati a lasciarsi vivere, obbligati alle monotone giaculatorie delle lamentazioni senza sbocchi.

Il gruppo amici della domenica (GADD) è nato per l’iniziativa di donne e di uomini della città che non si sono rassegnati alla logica della lamentazione e, animati dalla fiducia che S POT FA, hanno provato a rimboccarsi le maniche e adottare la politica del fare da contrapporre a quella sterile del dire.

Abbiamo sempre puntato il dito contro chi abbiamo ritenuto essere responsabile delle cose che abbiamo trovato e che non ci sono piaciute perché impedivano alla nostra città di essere “normale”; l’abbiamo sempre fatto indicando le soluzioni possibili, per non rimanere nella sterilità della lamentazione che non costruisce e che magari nasconde la voglia biliosa, inconcludente e parolaia di chi vuole solo “menare le mani”.

Siamo partiti dall’idea che per (RI) costruire la città, favorendone lo sviluppo, bisognasse partire dal capitale sociale della nostra comunità, aumentandone il senso civico: senso civico, capitale sociale e sviluppo possibile sono stati gli obbiettivi che noi ci siamo dati e che abbiamo cercato di perseguire per come abbiamo saputo e potuto fare, noi cittadini normali senza organizzazione,utilizzatori solo della rete.

Partecipare al governo della nostra città, per essere cittadini e non sudditi, con questi occhi abbiamo guardato per cercare di fare per far salire la nostra città dal pantano in cui ci siamo ritrovati, colpevoli di aver scelto classi dirigenti, esercitando la nostra azione di cittadini solo al momento dell’espressione del voto e lasciando poi senza controllo diretta l’azione amministrativa.

Con questi occhi oggi stiamo guardando il problema del verde pubblico.

Un verde che non c’è più, un degrado degno di una città all’ultimo posto nella graduatoria nazionale per la qualità della vita.

Quel posto che occupiamo non fa onore a noi cittadini, non lo meritiamo e dobbiamo insieme risalire.

Quando la casa brucia siamo tutti obbligati a spegnere l’incendio, lasciando ad un secondo momento il tempo di chiedere ragione, perché, come recita l’Ecclesiaste, c’è un tempo per ogni cosa, ed ora non è il tempo di piangere, ma di agire.

Il GADD propone una sorta di competizione positiva tra i quartieri della città: per riqualificare aree di verde lasciate in stato di abbandono i cittadini adottano un giardino.

Tutti insieme per un “TORNEO DEI GIARDINI DELLA CITTA’ DI FOGGIA”.

Attraverso parrocchie, comitati, commercianti, scuole, associazioni operanti sui singoli territori, insieme a singoli cittadini , ogni quartiere adotta un giardino, se ne prende cura e partecipa ad un concorso finale che premia il giardino più bello.

Si tenta così di far crescere la sensibilità per il bene comune, si mettono in rete esperienze positive, si lavora per costruire dal basso una città più bella.

Sarà banale, ma lo diciamo, IN UNA CITTA’ PIU’ BELLA SI VIVE MEGLIO.

Una città più bella la dobbiamo costruire tutti insieme.

Crediamo sia una proposta che qualsiasi amministrazione non può non fare sua, attivando i propri servizi tecnici e dare supporto logistico ed organizzativo, pur nelle ristrettezza economiche in cui siamo costretti, perché comunque la tecnostruttura amministrativa già percepisce, attraverso i contributi di noi cittadini, il proprio giusto e legittimo stipendio.

Lanciamo questa lettera aperta all’amministrazione comunale, speranzosi di trovare orecchie capaci di ascoltare e cuori capaci di palpitare.

Solo con cuori che palpitano si possono trovare energie positive per uscire dai pantani di quella politica che opera nei palazzi e nelle stanze dimenticando che fuori c’è una piazza che è sempre più lontana e sempre più fatta di gente stanca di essere considerata suddita e urla invece per dimostrare di essere comunità di donne e di uomini, cittadini di una città che non deve morire.

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Foggia, mercoledì 22 agosto 2012

 

Promuovere il nostro territorio, credo che debba essere un’azione che prescinda da fatti più o meno condivisi. C’è chi rema contro, chi a favore. E’ nella natura dell’uomo specie se questa è “accattivata” da altri bisogni, che nel caso non credo sia voluto. Ma non si può tollerare se l’azione si ripete sempre nello stesso verso, per gli stessi soggetti e per lo stesso territorio. In quest’ottica mi allaccio a ciò che Domenico Di Conza, dell’Istituto Europeo Pegaso di Foggia, in una sua nota ammonisce la Gazzetta del Mezzogiorno che per mano di un suo giornalista, Francesco Trotta, “regala” ai lettori un’immagine negativa del nostro unico e bellissimo Gargano.

Certo, l’articolo di Trotta ha voluto mettere in evidenza ciò che sul Promontorio da anni prolifera senza controlli, forse con la complicità di soggetti potenti grazie anche al volontà popolare. E’ giusto farlo. Ma, come mette in risalto Di Conza, la Gazzetta del Mezzogiorno poteva evitare questa pubblicazione nel periodo di maggiore affluenza turistica, in modo da porre in rilievo il meglio del Gargano e non il peggio, così da promuovere il Territorio. Evidentemente alla Gazzetta interessano di più le coste baresi e salentine, che messe insieme, non sono mai riuscite a far incassare alla Regione Puglia quei bei soldini che da anni la provincia di Foggia reclama per le sue peculiarità. Ed allora, mi chiedo, cosa ha spinto la Gazzetta a pubblicare un articolo che parla di strutture sequestrate? Forse per aumentare le vendite del giornale? O forse per “dirottare” turisti verso il sud della Puglia?

Tuttavia c’è da dire che noi della provincia di Foggia molte volte vorremmo avere senza faticare molto, come se la promozione del territorio sia un atto dovuto e non conquistato, a fronte di bellezze naturali che crediamo nostre e che invece sono patrimonio di tutti. Ovviamente se queste bellezze le lasciamo al degrado, all’abusivismo, alla negligenza di burocrazie che nel tempo hanno cementificato abitudini non propriamente lecite, sorge spontaneo da chi dovrebbe alimentare il turismo, l’azione del rigetto. E forse qui comprendo la pubblicazione, ma forse…

Vi riporto fedelmente la nota di Domenico Di Conza, con l’augurio che vi sia risposta da parte del giornale pugliese e della firma in questione. Naturalmente le mie parole non possono essere che a favore del nostro Territorio, del nostro Gargano. Credo che il direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno comprenderà.


«Mentre la Gazzetta e alcuni professionisti si divertono a dare un'immagine negativa del Gargano -afferma Domenico Di Conza- vi mostro un luogo dove con appena 3,50 euro di parcheggio auto ci si può immergere in un mare splendido tra calette e grotte (vedi foto). C'erano turisti da Roma, Grosseto e Milano, tutti entusiasti del nostro Gargano e del pacchetto turistico acquistato.

Denigrando e dando informazioni distorte –Di Conza chiede se-, formulando accuse generiche e parlando di modelli sbagliati aiutiamo a migliorare il turismo garganico?

Quest'anno ho visto cambi sostanziali e servizi eccellenti sul Gargano e ho subito disservizi in Campania e Umbria. Li non leggo una parola negativa.

Aiutiamo gli operatori garganici a formarsi, qualificarsi e difendiamoli invece di attaccarli.

Con tanti imprenditori che ben operano sul Gargano, Francesco Trotta non trova di meglio che parlare di una struttura sottosequestro. Io ritengo – termina Di Conza- che in un periodo durante il quale il giornale viene letto da tanti turisti sia inopportuno, ingiusto e dannoso per l'economia e l'occupazione locale.

Ha senso farsi male da soli?».

 

 

Nico Baratta



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Finanziamento di 2 milioni di euro per portare l’acqua potabile nell’area del lago

Potenziamento dei servizi di accoglienza, aree picnic, percorsi ginnici e giochi per bambini

CARLANTINO (Fg) – Il Comune di Carlantino ha ottenuto un finanziamento di 2milioni di euro dalla Regione Puglia per realizzare una nuova rete idrica che conduca l’acqua potabile nell’area del lago di Occhito. La realizzazione dell’opera permetterà l’approvvigionamento idrico delle strutture ristorative e turistico-ricettive. Finora, i servizi di prima necessità garantiti ai visitatori nelle aree destinate al ristoro sono stati erogati grazie alla disponibilità di un’unica fonte d’acqua, la “Fontana Caracozza”, che tuttavia non poteva assicurare le quantità necessarie e adeguate. Con la realizzazione della rete idrica, invece, l’area del lago di Occhito potrà finalmente offrire un servizio indispensabile a qualificare una nuova offerta turistica.

Alcuni passi sono già stati mossi in questa direzione, grazie a un ulteriore finanziamento ottenuto attraverso il Psr (Piano Sviluppo Rurale) che prevede un potenziamento dei servizi di accoglienza per i visitatori, associando al percorso illustrato e all'area picnic già esistenti, nuove piattaforme ludico-ricreative riservate ai più piccoli e un percorso salute, con opportuni attrezzi ginnici, per gli amanti della natura e dell'aria pulita, lungo il perimetro dell'invaso fino alla contrada Difesa delle Valli. La possibilità di creare ulteriori punti di ristoro potrebbe integrare un altro innovativo progetto messo a punto dal Comune di Carlantino con il vicino Comune di Celenza Valfortore: insieme, infatti, le due Amministrazioni comunali hanno concorso ai nuovi finanziamenti di Area Vasta presentanto un progetto unico che prevede un impianto di canottaggio nel territorio di Celenza e un piccolo villaggio turistico, con possibilità di escursioni in barca, sul versante carlantinese. “Il lago artificiale di Occhito rappresenta un unicum, nella nostra provincia, dal punto di vista paesaggistico e ambientale”, dichiara il sindaco di Carlantino, Dino D’Amelio, “è tempo che questa eccezionale risorsa del territorio diventi un volano di sviluppo anche per gli imprenditori e i giovani che vogliano investire risorse e professionalità nella crescita turistica di questa zona”.

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Comunicato stampa, mercoledì 22 agosto 2012

 

Naturale, gasata e refrigerata: viene erogata al costo di 10 cent al litro

Il risparmio per le famiglie e l’eliminazione dell’uso delle bottiglie di plastica

L’iniziativa è stata finanziata dal progetto regionale “Le Piazze della Pace”

 

ROSETO VALFORTORE – D’ora in poi, i rosetani potranno bere acqua naturale o gasata attingendola direttamente dalla fontana che il Comune di Roseto Valfortore ha fatto installare nella villa comunale in località Paduli. La “Casa dell’acqua ecologica di Roseto Valfortore” è attiva dal 13 agosto. L’acqua “spillata” dalla nuova fontana arriva direttamente dall’acquedotto comunale, che è costantemente alimentato dalle sorgenti presenti sul territorio comunale, e viene filtrata e depurata per catturare tutte le micro particelle in sospensione presenti. Questo processo, oltre a non modificare le proprietà organolettiche dell’acqua, utili alla salute dell’uomo, evita anche la prolungata conservazione in bottiglie di plastica. Attraverso la “Casa dell’acqua ecologica di Roseto Valfortore”, si punta all’erogazione di circa 1000 litri di acqua al giorno e ad evitare il conferimento in discarica di circa 700 bottiglie di plastica con un notevole risparmio ambientale. L’iniziativa sta già riscontrando il favore di moltissimi cittadini. L’acqua viene erogata al costo di 10 centesimi al litro. Si tratta di un intervento che consente ai rosetani un doppio vantaggio: il primo di carattere personale e familiare, in termini di risparmio su un costo che per molte famiglie è rilevante; il secondo consiste nel dare un contributo alla riduzione dello smaltimento dei rifiuti che, vista la quantità di contenitori che si trasforma in scarto, può essere di assoluto rilievo. Mettere a disposizione della cittadinanza la fontana dell’acqua frizzante non vuole essere, naturalmente, un segnale di disattenzione rispetto all’acqua erogata a casa, ma un supplemento di garanzia di qualità dell’offerta di acqua pubblica alle famiglie. La fontana è realizzata in legno e pietra locale. E’ totalmente accessibile ai disabili. Eroga acqua gassata o liscia e refrigerata al costo di 10 centesimi al litro. Entro le prossime settimane, sarà consegnata ad ogni nucleo familiare di Roseto Valfortore un'apposita chiave elettronica prepagata a consumo. Sia la realizzazione della “Casa dell’acqua”, sia la riqualificazione della villa comunale in località Paduli sono il frutto di un finanziamento regionale ottenuto nell’ambito del progetto “Le piazze della pace”. Tutta l’area verde attrezzata è stata riqualificata con opere per le quali sono stati utilizzati materiali (la pietra e il legno) e modalità d’intervento ecosostenibili.

 

 

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Dal 2008 i cittadini sanseveresi attendono la ripresa dei lavori per realizzare il primo ed unico parco verde urbano della città. Mancano i fondi ma non per realizzare una piscina.


Con delibera di Giunta Comunale n. 186 del 18 giugno 2012, la Icos Sporting Club S.r.l. di Lecce ha ottenuto la concessione di un’area all’interno del Parco Baden Powell per realizzare un centro sportivo polifunzionale con piscina coperta, secondo il modello del project financing.

La società salentina realizzerà a sue spese la struttura (tre milioni di euro), ma ha chiesto al Comune di stanziare in apposito capitolo di bilancio una somma annuale non inferiore a cinquantamila euro, per vent’anni: i fondi serviranno a coprire l’offerta di servizi gratuiti a categorie svantaggiate, studenti e associazioni sportive. Un milione di euro, dunque, in due decadi.

Nel 2011, Legambiente San Severo e i gruppi Scout della città hanno organizzato, all’interno del Parco Baden Powell, la “Festa dell’Albero”, occasione in cui l’area verde, degradata da anni, grazie all’impegno dei volontari è stata ripulita e oggetto di piantumazione di numerosi alberelli dedicati ai bambini nati nel 2011. Nell’occasione, il sindaco della città, Gianfranco Savino, si impegnava nel far realizzare il Parco quanto prima, e prometteva ai cittadini presenti che nessun mattone sarebbe stato posato nel Parco durante il suo mandato politico.

In origine, la piscina doveva essere costruita nei pressi del Palasport Comunale, in zona “Castellana”, dove sono presenti aree idonee attigue di dimensioni sufficienti ad accogliere la piscina. Con delibera di Giunta Comunale n. 122 del 19 aprile 2012 è stato, però, deciso di costruire la piscina in altra rea. Due mesi dopo, l’intera zona dove costruire la struttura è indicata all’interno del Parco Baden Powell. Ad onor di cronaca, c’è da segnalare che nei pressi del Parco sono già presenti altre due piscine, una delle quali nel centro direzionale che sarà realizzato in zona “via Fortore”, ad un centinaio di metri dal Parco. Realizzare la struttura di fianco il Palasport Comunale avrebbe avuto il duplice valore di recupero di un’area cittadina degradata e difficile dal punto di vista sociale, e consentito di realizzare il progetto degli anni ’80 di cittadella dello sport.

“Il Comune avrebbe dovuto chiedere alla Icos Sporting Club di realizzare non solo la piscina ma anche il progetto del Parco: milione più milione meno” – dichiarano i portavoce di Scout San Severo 2 e del Circolo Legambiente “Andrea Pazienza” di San Severo, che aggiungono:   “L’anomalia più grande sono i fondi da destinare per vent’anni alla Icos: per realizzare il Parco non ci sono soldi, ma per la piscina sì. Parliamo di un milione di euro. E intanto, i pochi alberelli piantati soffrono la sete perché il Comune non provvede ad innaffiarli, hanno subito incendi e vengono costantemente danneggiati da maldestri addetti alla manutenzione del verde”.

Gli Scout San Severo 2 e Legambiente San Severo aggiungono: “Proponiamo che il sindaco porti la vicenda in Consiglio Comunale e, prima dello stesso, convochi le associazioni firmatarie del protocollo d'intesa per studiare ogni soluzione alternativa al  parco,  definendo coi progettisti  l'eventuale iter per realizzare il Parco, nonché le modalità di reperimento dei fondi”. Concludono: “Sarebbe significativo se il sindaco sospendesse l’iter della delibera approvata e desse dignità alla promessa fatta in occasione della Festa dell’Albero: purtroppo, dobbiamo registrare che certe “pratiche di corridoio” vengono sempre realizzate in estate per impedire ai cittadini di venire a conoscenza dell’operato dell’Amministrazione ”.

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