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Attualità

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treniLa tariffa agevolata treno+autobus è stata ripristinata per i cittadini e le cittadine di Faeto, Castelluccio Valmaggiore, Roseto Valfortore, Alberona, Biccari, Volturino, Casalnuovo Monterotaro, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia e Pietramontecorvino.

“Gli abitanti di questi comuni, nei primi mesi del 2022, avevano riscontrato che la soluzione di viaggio agevolata, prevista da diversi anni, non era più praticata: oggi l’Assessore ai Trasporti della Regione Puglia, Anna Maurodinoia, ha confermato il suo ripristino d’intesa con Ferrovie del Gargano e la sua prosecuzione nei prossimi anni con risorse messe a disposizione dalla Regione stessa.” dichiara Sara Nazzaro, portavoce del gruppo giovanile Innesti - Monti Dauni

“Siamo soddisfatti della soluzione raggiunta, anche da noi segnalata negli scorsi mesi, e dell’ottimo lavoro svolto dall’Area Interna Monti Dauni nel farsi prontamente carico del problema, già previsto peraltro nella Strategia Nazionale delle Aree Interne, che è a sua volta inclusiva della soluzione agevolata intermodale.
Speriamo che il territorio sappia costruire soluzioni come questa con la stessa prontezza anche nel futuro, per proseguire nel rilancio dei servizi pubblici nei nostri Comuni!” conclude Nazzaro.

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ciaIl costo del mais in tre giorni è passato da 35 a 60 euro, per i mangimi rialzi fino al 100%
Angelo Miano, allevatore CIA: “Saremo costretti a chiudere e a portare gli animali al macello”
Nei prossimi giorni, la crisi potrebbe avere conseguenze anche sulla produzione del latte
Intanto scoppia la guerra del grano, prezzo del duro insufficiente per costi di produzione e investimenti

“I costi sono diventati una follia, è in atto una speculazione feroce, in tre giorni il prezzo del mais che occorre agli allevamenti per nutrire il bestiame è passato da 35 a 60 euro, l’ultimo prezzo rilevato stamattina 10 marzo. A queste condizioni, le stalle dovranno chiudere e il bestiame portato al macello prima che deperisca per mancanza di nutrimento”.
E’ Angelo Miano, allevatore di Lucera (Fg) e associato CIA Agricoltori della Puglia, a esporre un caso esemplare e drammatico di ciò che sta accadendo in tutta la regione. Prima che scoppiasse la guerra, la situazione era già difficilissima, adesso sta raggiungendo un punto di non ritorno.
Gli allevatori di Bari, Taranto, Lecce, Brindisi, Foggia, come quelli della BAT, si trovano in una condizione di drammatica difficoltà, posti di fronte al dilemma se chiudere o indebitarsi fino al collo per sostenere gli allevamenti. I danni sarebbero incalcolabili, con effetti irreversibili nella maggior parte dei casi.
Il farinaccio, altro prodotto utilizzato dagli allevatori, è salito da 12 a 30 euro in pochi giorni. Stessa cosa per i mix di mangimi all’interno dei quali sono utilizzati, ad esempio, il favino e il pisello proteico. L’aumento dei costi per questi prodotti, così come quello degli integratori alimentari per il bestiame, sta registrando incrementi che arrivano anche al 100%.
A rischio collasso c’è l’intero comparto lattiero-caseario pugliese che conta oltre 2mila aziende con vacche e bufale, circa 3mila imprese con ovini e caprini da latte. In questo particolare settore, la maggioranza delle imprese si concentra nelle province di Bari e Taranto. Nel Foggiano e nel Barese si concentra la maggiore presenza di allevamenti ovicaprini. Il numero di capi allevati si attesta attorno ai 70mila bovini e bufalini, mentre registra oltre 300mila ovicaprini. Complessivamente, dunque, il rischio di non avere più le risorse necessarie a sfamare gli animali riguarda circa 370mila capi, considerando soltanto bovini, bufalini e ovicaprini.
In poche settimane, gli effetti devastanti della crisi che colpisce gli allevatori si riverseranno anche sulle circa 200 unità di trasformazione e raccolta del latte in tutta la Puglia. Il latte raccolto a livello regionale è stato destinato alla trasformazione industriale di prodotti lattiero-caseari e recentemente ha portato all’ottenimento di oltre 108.000 tonnellate di latte alimentare (pari al 4% del totale nazionale), a poco più di 1.000 tonnellate di burro e a quasi 40.000 tonnellate di formaggi, per la gran parte attinenti la categoria “freschi”. Il settore zootecnico regionale, considerato nel suo complesso, si compone di poco più di 9.000 allevamenti.
LA GUERRA DEL GRANO. A peggiorare il quadro, a Foggia, c’è anche quella che alcuni definiscono come “la guerra del grano”. Ieri, mercoledì 9 marzo, alla Borsa Merci della Camera di Commercio di Foggia i produttori hanno avuto la peggio. Avevano chiesto un aumento del prezzo del grano duro di 15 euro a tonnellata, per poter rientrare almeno in parte dal vertiginoso aumento dei concimi (il costo dell’urea è arrivato a oltre 150 euro al quintale). In commissione, una volta arrivati a votare, le due proposte di prezzo – l’una della parte industriale, l’altra dei produttori – hanno ottenuto lo stesso numero di voti. A quel punto, però, invece di cercare una mediazione, il presidente (e industriale) Nicola Sacco ha fatto valere la regola secondo cui il suo voto vale doppio. In questo modo, l’aumento concordato è stato di soli 5 euro alla tonnellata, con una distanza marcata dai 15 euro richiesti dai produttori. “In questo modo”, ha dichiarato Silvana Roberto, vicepresidente CIA Capitanata e membro della Commissione Unica Nazionale sul grano, “gli investimenti resteranno bloccati e i produttori di grano non riusciranno a rientrare almeno in parte dall’aumento folle di tutti i costi di produzione”.

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Il Rettore dell’Università di Foggia Pierpaolo Limone ha incontrato gli studenti ucraini di recente arrivati in città – proprio qualche giorno prima dell’inizio del conflitto – con il programma Erasmus.

Oltre alle attività poste in essere dalla Regione Puglia a seguito dell’incontro con i Rettori pugliesi, l’Università di Foggia mette a disposizione risorse per contribuire a rendere più confortevole il soggiorno di studio degli studenti.
“Abbiamo chiesto loro una lista di cose che possono risultare utili; pc, tablet, libri; ma mettiamo a disposizione anche il nostro punto di ascolto, lo sportello permanente di counseling psicologico, per supportarli in questo difficile momento in cui anche i collegamenti con le loro famiglie risultano complicati”, ha detto il Rettore Pierpaolo Limone. “In più, attraverso benefit di natura sportiva e artistica, intendiamo favorire tutte le forme possibili di socializzazione organizzando serate in cui possano interfacciarsi con colleghi Erasmus e studenti Unifg. È un modo pratico per fare sentire la nostra vicinanza”.

Gli studenti ucraini sono continuamente supportati dalle delegate all’internazionalizzazione e all’Erasmus, le professoresse Claudia Piccoli e Chiara Porro, particolarmente impegnate, grazie anche all’ausilio di una ex studentessa ucraina Unifg e ora ricercatrice, Khrustyna Zhurakivska, a garantire una permanenza che possa essere quanto più possibile serena e proficua pur nella difficoltà oggettiva di queste settimane. Per la comunità accademica tale circostanza eccezionale è il primo passo per favorire una socializzazione a più ampio spettro di tutti gli studenti Erasmus grazie alle competenze delle varie 'anime' che compongono Unifg.

Area Comunicazione - Ufficio stampa
Università di Foggia

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UniversitàAteneo
"Con tutto il carico simbolico, la ricorrenza dell'8 marzo ci spinge a fare riflessioni sul ruolo della donna nella società e nelle istituzioni. Sono lieto - sostiene il Rettore dell'Università di Foggia Pierpaolo Limone - di guidare un Ateneo a forte trazione femminile con donne in ruoli apicali (Direttrice generale, Direttrici di Dipartimento, Delegate) che svolgono il proprio dovere con competenza, passione e cuore.

Al loro operato aggiungo quello del Cug, impegnato a predisporre costantemente piani di azioni per favorire l’uguaglianza sostanziale sul lavoro tra uomini e donne e a potenziare ogni iniziativa in ordine a politiche di conciliazione tra vita privata, lavoro e quanto necessario per consentire la diffusione della cultura delle pari opportunità. A loro - conclude il Rettore - va il mio più sentito ringraziamento per il lavoro serio, costante e appassionato in seno a Unifg".

Area Comunicazione - Ufficio stampa
Università di Foggia

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ciaDal 2014 era il presidente regionale dell’organizzazione sindacale degli agricoltori
Sanseverese, imprenditore agricolo, per oltre 40 anni una guida nelle lotte del comparto primario
Nonostante la salute precaria, aveva guidato le ultime mobilitazioni a Bari, Lecce, Andria e Roma
D’Amico (vicepresidente): “Capacità esemplare di unire”. Lolatte (direttore): “Un innovatore”

“Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, ci ha lasciato. E’ un grande dolore per tutti noi, oltre che una grave perdita per il mondo agricolo pugliese”. E’ Giannicola D’Amico, vicepresidente CIA Puglia, a darne notizia. “Ci stringiamo attorno ai suoi familiari in questo momento di dolore, esprimendo il nostro più profondo cordoglio ai suoi cari, a quanti lo hanno conosciuto e apprezzato come uomo e sindacalista. Per 40 anni, da prima che nel 1985 diventasse presidente della CIA di San Severo, Raffaele Carrabba si è battuto da agricoltore per gli agricoltori, con una capacità davvero esemplare di unire le forze più attive e sensibili del mondo agricolo e di farsene portavoce risoluto e lungimirante con le controparti, difendendo le istanze di un comparto di cui era orgoglioso e del quale conosceva profondamente le problematiche e le potenzialità. Per noi, la sua è stata una guida sicura, autorevole, capace di uno sguardo lungo e di una visione complessiva su tutta la Puglia. Era apprezzato e ben voluto non solo nella nostra regione, ma anche in tutta Italia come membro della Giunta nazionale di CIA Agricoltori Italiani da ben 7 anni a questa parte. Voglio ringraziarlo con tutto il cuore per gli insegnamenti che ha trasmesso a me e a tanti dirigenti della nostra organizzazione, non potrò mai dimenticare la fiducia che mi ha accordato, il suo sostegno, la forza che riusciva a infondere in ognuno di noi nei momenti più critici e complessi del nostro impegno. Tutto questo ci mancherà enormemente”. Raffaele Carrabba, nato il 23 gennaio 1955 a San Severo (Fg), era un agricoltore. Sostenitore ante-litteram della necessità di puntare sull’aggregazione delle imprese agricole, dal 1988 al 2000 è stato presidente della Società Cooperativa Agricola “Torretta Zamarra” di San Severo. Nel 1999 fu eletto consigliere comunale della sua città. Dal 2005 era vicepresidente del Consorzio di Bonifica della Capitanata. Nel 2010, divenne presidente di CIA Capitanata e vicepresidente regionale di CIA Puglia. Da gennaio 2014, fino all’ultimo dei suoi giorni, è stato presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, oltre che membro della giunta camerale della Camera di Commercio di Foggia.
“Assieme alla grande famiglia CIA Puglia”, ha ricordato il direttore regionale Danilo Lolatte, “Raffaele Carrabba è stato protagonista di una stagione eccezionale di innovazione e rafforzamento della nostra organizzazione sindacale degli agricoltori. Nel suo testamento morale ci lascia una lezione fondamentale, vale a dire l’obbligo di non perdere mai dal nostro orizzonte ideale e pratico la necessità di unire il mondo agricolo, di lottare quotidianamente per una forte unità d’intenti sia all’interno della nostra organizzazione sindacale sia all’esterno per dare più forza alle istanze del comparto primario nelle sue rivendicazioni con le istituzioni e con tutti gli attori dello sviluppo sociale, culturale ed economico”.
Nonostante le sue condizioni di salute non fossero buone da un po’ di tempo, Raffaele Carrabba aveva guidato ed era stato presente in tutte le più importanti manifestazioni di mobilitazione del mondo agricolo svolte sul territorio negli ultimi anni. Mobilitazioni che, fino a prima che scoppiasse l’emergenza della pandemia, avevano portato migliaia di olivicoltori e di agricoltori di ogni settore a rivendicare maggiore sostegno al comparto con mobilitazioni a Bari, Andria, nel Salento e a Roma, quando CIA Agricoltori Italiani riuscì a ottenere il “Si” definitivo dall’allora ministro all’Agricoltura Centinaio al fondo di 300 milioni per il Piano di rilancio del settore olivicolo colpito duramente dalla Xylella. “Nel suo nome, forti del suo esempio, continueremo a lottare per il rilancio e lo sviluppo dell’agricoltura in Puglia”, ha concluso Giannicola D’Amico.

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