Cultura
Biblioteca Comunale “Ruggero Bonghi” con sede presso Palazzo Mozzagrugno in Corso Garibaldi.
Una delle massime espressioni culturali cittadine è la biblioteca comunale di Lucera, intitolata a Ruggero Bonghi, uomo politico di origine lucerina.
Aperta il 30 maggio 1817, venne trasferita nel 1869 nel Palazzo di Città, in Corso Garibaldi. Dal 1904 occupa l’attuale sede. Ebbe vita da una parte della libreria del letterato Paolo Rolli, poeta arcade, amico del Metastasio. Alla morte del Rolli, fu venduta all’incanto, l’acquistò un libraio napoletano e la cedette al marchese Giuseppe Scassa di Lucera. Passò quindi in eredità al marchese Pasquale De Nicastri, che a sua volta la donò al Comune di Lucera. Il nucleo originario dei 5000 volumi donati dal marchese De Nicastri si accrebbe nel tempo grazie alle liberalità di illustri famiglie lucerine. In epoche più recenti, le donazioni di altre famiglie hanno fatto crescere questa istituzione culturale a livelli notevolissimi.
Nel periodo della IIª guerra mondiale fu la quarta biblioteca pugliese, in ordine di gravità, a subire danni per azioni militari. Fortunatamente essi si limitarono al solo fabbricato e si estesero all’arredamento. Indenne restò invece il materiale librario.
Negli anni ’50 e ’51 la Biblioteca fu oggetto di notevoli restauri.
Ingente è il suo patrimonio.
Vi sono catalogati oltre 100.000 volumi, cui vanno aggiunti oltre 25.000 tra opuscoli sciolti e miscellanee. Tra le preziosità: 35 incunaboli della stampa; 450 volumi manoscritti; oltre 120 volumi di deliberazioni decurionali dal 1498; 850 cinquecentine; 150 pergamene; il carteggio Bonghi, l’archivio Salandra, una nutrita sezione di riviste e 10 testate di quotidiani.
Dispone di un’ampia sala di lettura che accoglie quotidianamente numerosi studenti della città e dei paesi limitrofi. A chi faccia richiesta è possibile consultare i cataloghi generali per autore e per materia nonché quelli speciali degli incunaboli, delle cinquecentine e dei manoscritti.
Biblioteca Diocesana con sede presso il Seminario Vescovile in via Blanch.
Archivio di Stato di Lucera con sede in Via dei Saraceni.
Archivio Notarile Distrettuale con sede in Via San Domenico.
Biblioteca del Centro regionale servizi educativi e culturali (CRSEC) con sede in Viale Raffaello.
Museo Civico "Giuseppe Fiorelli" la cui sede è il Palazzo De Nicastri, che comprende permanentemente l’arredo della famiglia De Nicastri e preziosi manufatti di età romano, fra cui il Mosaico.
Nel settecentesco palazzo Cavalli – de’ Nicastri, è situato il Museo civico "Giuseppe Fiorelli".
Intitolato all'archeologo Giuseppe Fiorelli (1823-1896), che fu senatore del Regno, primo organizzatore di scavi sistematici nell'area di Pompei e autore di numerose monografie di vario argomento.
Il Museo fu istituito nel 1905 ad opera di alcuni privati ed ebbe come prima sede due sale del Palazzo Municipale, e solo nel 1936, fu trasferito nell'attuale sede in via de Nicastri.
Il Museo diocesano la cui sede è il Palazzo Vescovile.
Nell’ala principale del settecentesco Palazzo vescovile è collocato il Museo di arte sacra della Diocesi di Lucera. In esso è allestita anche la storica Pinacoteca vescovile, i cui primi ritratti si devono a Mons. Alfonso Maria Freda (1798-1816). Preziosi e significativi i cimeli e le reliquie raccolti nei diversi ambienti della collezione museale, tra cui gran parte del Tesoro dell’Archivio Capitolare: una pisside in diaspro sanguigno rosso del secolo XIII, cimelio che si vuole appartenesse alla distrutta Cattedrale di Fiorentino, un dittico (coperta di evangelario) in lamine d’argento dorato del secolo XIV, annoverato tra le opere più rare dell’antica oreficeria della città di Sulmona; il mantello di lana del Santo francescano Francesco Antonio Fasani (sec. XVII-XVIII) e il camice di lino con ricami, la stola e il cappello del Beato Agostino Kazotic (sec. XIV). Fra le sculture, interessante una statua in pietra colorata raffigurante la Madonna del Melograno (sec. XIV) e un trittico proveniente da un cenotafio smembrato, con al centro una lastra raffigurante la Madonna delle Stelle (sec. XIV). Tra i paramenti sacri si conservano vesti liturgiche e mitrie dei secoli XVIII-XX. Notevoli le raccolte di opere pittoriche, provenienti in gran parte dalle chiese e conventi soppressi di Lucera, tra cui due olii su tavola del XVI secolo: la Madonna della Grazie e la Madonna della Pietà. Imponente la collezione di reliquie, paramenti, arredi e oggetti sacri. Nell’oratorio del Palazzo è infine conservato un artistico armadio-cappella contenente l’altare in legno dorato appartenuto alla famiglia di Mons. Freda. Tra le rimanenti suppellettili sacre: crocifissi, candelabri, libri liturgici, busti, ritratti di santi, pissidi, ostensori, seggi e sigilli episcopali. Di pregio è anche l’arredamento dei saloni: tavoli e porte, poltrone, tendaggi, lampadari in legno, bronzo e ferro battuto, scrivanie, librerie, armadi e salotti (sec. XVIII-XX).
Il Teatro “Garibaldi” è situato all’interno del Palazzo Mozzagrugno, sede centrale della Casa Comunale, in Corso Garibaldi.
Sorse nel 1837 su progetto dell’architetto Oberty. Originariamente intitolato a Maria Teresa Isabella di Borbone si chiamò “Real Teatro Maria Teresa Isabella”, venne successivamente dedicato a Garibaldi.
La sala era di forma semicircolare, con una platea di circa 100 posti, due ordini di palchi, uno di 10, l’altro di 11 posti ed una galleria fornita di due file di panche.
L’interno del teatro fu fastosamente decorato da artisti provenienti dalla Capitale del Regno e fu da tutti ritenuto un vero gioiello dell’architettura e della decorazione.
L’inaugurazione avvenne la sera del 7 giugno 1838 con una duplice rappresentazione: la “Lucia di Lammermoor” di Donizetti e poi “La Sonnambula” di Bellini.
Nel 1903 fu previsto l’ampliamento del Teatro con un progetto dell’ing. Angelo Messeni che si stava occupando della realizzazione del Teatro “Petruzzelli” di Bari. Il nostro teatro divenne il gemello in miniatura del “Petruzzelli”. Inaugurato sotto questo profilo nel 1908 il teatro ebbe un periodo di grande fervore artistico cui seguì un totale abbandono durante le guerre.
Utilizzato solo sporadicamente, fu chiuso definitivamente alla fine degli anni ’40.
Nel 1977 venne approvato il progetto di recupero dell’edificio.
Il completamento definitivo dei lavori si è avuto a inizio 2005.
Il Teatro, splendidamente restaurato, è stato inaugurato nel marzo 2005; nel 2006 (gennaio-aprile) è stata organizzata la prima stagione di prosa dopo il definitivo recupero.