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Politica

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Campo: "Allarghiamo partecipazione e militanza per superare il liderismo"

Definito l'assetto direttivo del comitato provinciale che sostiene la candidatura di Andrea Orlando alla segreteria nazione del Partito Democratico.
A presiederlo sarà Matteo Masciale (San Giovanni Rotondo), al quale si affiancheranno Alfonso De Pellegrino (Foggia) e Michela Mastroluca (Manfredonia) che hanno assunto la responsabilità dell'organizzazione.
Le nomine sono state decise all'esito dell'assemblea di area coordinata dal consigliere regionale Paolo Campo, svoltasi nel pomeriggio di ieri presso l'Unione provinciale del Partito Democratico di Capitanata.
"Abbiamo avviato un percorso politico nuovo che si muove nel solco tracciato dalle tradizioni politiche da cui origina il Partito Democratico - afferma Paolo Campo - e che si prefigge, innanzitutto, lo scopo di allargare la partecipazione e la militanza per superare la sempre più evidente crisi generata dal riformismo lideristico.
Lo facciamo affermando, insieme ad Andrea Orlando, che non è più il tempo di scimmiottare la destra, di provare a declinare con accenti di sinistra temi e idee che appartengono ad una visione sovranista e populista.
Abbiamo il dovere di elaborare un pensiero autenticamente di sinistra e di impegnarci a diffonderlo utilizzando la rivitalizzata rete territoriale dei Circoli, che qualcuno ha pensato non siano più utili neanche come comitati elettorali.
La forza del PD della Capitanata è, fin dalla sua origine, proprio nel profondo radicamento nel tessuto vivo e vitale delle comunità.
Riprendiamo da qui il cammino congressuale - conclude Paolo Campo - convinti che si concluderà con la vittoria di Andrea Orlando e del suo condivisibile progetto politico: ridurre le distanze economiche, sociali, culturali e ricucire le lacerazioni che dividono l'Italia e il PD".

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piemonteseSospenda ogni decisione e convochi la coalizione"
Dichiarazione del segretario del Partito Democratico foggiano Raffaele Piemontese

Il decisionismo a favore di telecamera mostrato dal presidente della Provincia Francesco Miglio rischia di compromettere l'armonia politica e istituzionale a Palazzo Dogana.
L’annuncio televisivo e solitario della nomina del vice presidente dell'Ente mortifica l'intera coalizione e non solo il Partito Democratico.
Sia chiaro, nessuno rivendica o, peggio, si aggrappa a poltrone istituzionali, tant'è che la nostra richiesta della vice presidenza scaturisce solo da un ragionamento politico fondato sul risultato elettorale: il PD ha raccolto più voti all'interno della coalizione e tra gli amministratori della Capitanata, grazie alla capacità di allargare l'area di consenso oltre il proprio perimetro.
Con il presidente Miglio abbiamo avviato il necessario confronto su questo e sugli altri temi politici in agenda, con l'obiettivo di innovare il profilo amministrativo della Provincia e rafforzarne l'azione d'interlocuzione con gli altri attori istituzionali territoriali e regionali.
E' vero che 10 giorni fa ho dovuto declinare la mia disponibilità ad un incontro di coalizione a causa di impegni istituzionali e politici, anche derivanti dall'apertura della fase congressuale; ma non ho mai detto che si deve attendere la fine del congresso del Partito Democratico per definire le questioni amministrative dell'Ente.
Il presidente non si azzardi ad imputare al PD rinvii e ritardi che appartengono al suo consolidato modo di condurre le relazioni con le forze politiche, a Foggia come a San Severo.
Tra il nostro dibattere e il suo traccheggiare non c'è alcuna relazione.
Il presidente Miglio ha sempre potuto contare sul sostegno del Partito Democratico; vorremmo continuare a sostenerlo, ma chiediamo più rispetto.
Per questo riteniamo che sarebbe utile non procedere ad alcuna nomina in attesa della necessaria riunione di coalizione.
E' in quella sede che, collegialmente, decideremo chi fa cosa e con quale obiettivo.
Archiviare quanto prima questo incidente e mettersi al lavoro con rinnovato impegno sui problemi del territorio è nell'interesse della Capitanata.

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logoPDCongresso PD. Bordo: "Sostengo Orlando; condivido la sua visione politica e il suo progetto organizzativo per ricostruire un partito plurale e inclusivo"

"Mi schiero con chi ha la visione politica e il progetto organizzativo che meglio corrispondono ai miei valori, alle mie idee e alla mia storia. Non ho mai scelto per convenienza. Andrea Orlando mi convince". Così l'on. Michele Bordo, componente della Commissione nazionale per il Congresso, spiega in un'intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno (edizione di Capitanata), oggi in edicola, il suo sostegno alla mozione congressuale di Andrea Orlando.
Orlando "vuole ricostruire un partito plurale e inclusivo; intende combattere le disuguaglianze sociali aumentate con la globalizzazione; è convinto della necessità di riprendere l’interlocuzione con quei pezzi della società con i quali abbiamo avuto grandi problemi di rapporto in questi anni. Condivido anche la sua idea di distinguere le figure di segretario e candidato premier, visto che abbiamo sperimentato quanto sia sbagliato non avere qualcuno che si occupi a tempo pieno del partito: il PD e le sue strutture sono in grande difficoltà quasi dappertutto". "La candidatura di Orlando - prosegue Bordo - nasce anche per evitare che molti, di sinistra come di cultura cattolica e popolare, non sentano più il PD come la propria casa".
Quanto alla sconfitta referendaria e alle critiche su alcune scelte di governo, "gli errori commessi sono la conseguenza anche della sottovalutazione da parte di Renzi del valore del confronto plurale all'interno del Partito Democratico. Se ci fossero stati più attenzione ed ascolto, forse avremmo capito prima che nella società crescono le diseguaglianze e il disagio diffuso anche tra chi, fino a qualche anno fa, si sentiva al riparo dalle incertezze e dalla paura del futuro".
"Apprezzo molto la scelta di Orlando di vivere questo congresso con grande responsabilità ed equilibrio - afferma Bordo rispetto alle polemiche di questi giorni - rimettendo al centro della discussione il PD e il Paese. Spero che gli altri due candidati facciano altrettanto".
In vista del congresso, il presidente della Commissione Politiche UE della Camera si rivolge ai dirigenti ed ai militanti: "Iscriversi al PD è una cosa seria. Chi aderisce al Partito Democratico deve sapere che condivide la responsabilità di essere parte di una comunità politica. È fisiologico che negli anni del congresso ci sia un aumento dei tesserati. L’importante è che tutti siano consapevoli che l’iscrizione significa mettersi a disposizione del partito con le proprie idee e con impegno e passione".
Nell'intervista c'è anche spazio per una considerazione sul PD della Capitanata e sul rapporto con il segretario provinciale Raffaele Piemontese, che al congresso sosterrà Emiliano: "Il governo del partito locale non c’entra niente con le scelte che ciascuno di noi sta facendo a livello nazionale. Già nel 2013 Raffaele Piemontese sostenne Renzi ed io Cuperlo. Poi assieme condividemmo la gestione del partito in Capitanata e gli importanti risultati ottenuti, specie alle elezioni regionali".
"Per non condannarci al liderismo e al populismo, dobbiamo liberare la passione, rialimentare la solidarietà tra militanti e dirigenti e, soprattutto, il confronto tra cittadini e rappresentanti delle istituzioni - è la convinzione di Michele Bordo - Orlando è il candidato che più degli altri intende dedicarsi alla ricostruzione del partito tenendo insieme le diverse anime e riscoprendo l’unicità del progetto politico del PD come forza plurale ed inclusiva".

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palazzodicittfoggiaA un mese di distanza dalla proposta di mozione di sfiducia da parte del consigliere di opposizione Iaccarino, in quota Udc, silurato dalla sua stessa compagine politica dopo le elezioni provinciali, assistiamo al solito e stucchevole balletto e rimpallo di responsabilità,tanto caro a “maggioranze” e “opposizioni”, sulle mancate firme.
Ormai è’ di dominio pubblico che anche su un social media come facebook i nostri consiglieri di opposizione incalzano l’amministrazione, riversando il loro malcontento, denunciando l’immobilità della macchina comunale, sparando ad alzo zero contro assessorati e i disservizi che sono sotto gli occhi di tutti.
E’ da metà febbraio che il malumore di alcuni consiglieri sembrava incanalarsi verso l’iniziativa concreta di una raccolta firme utile a depositare la proposta di mozione di sfiducia nei confronti della giunta Landella.
I primi a prodigarsi, per modo di dire, su facebook, furono i consiglieri Buonarota e Iaccarino, mentre altri preferirono celarsi dietro parole più rassicuranti e suadenti, per il sindaco, come “no comment” o “ci devo pensare”.
Ricordiamo che per depositare una proposta di mozione di sfiducia, presso la Presidenza del Consiglio Comunale, necessitano le firme di un quinto dei consiglieri, quindi 7 firme.
Al momento il consigliere Iaccarino pare abbia raccolto solo 3 o 4 firme, compresa la sua. 
Saremmo curiosi di sapere chi ha firmato la proposta di sfiducia del consigliere e capire anche le ragioni di chi non abbia aderito a tale iniziativa.
Vogliamo capire chi appoggia, e non tanto velatamente, come stampella, una maggioranza agonizzante e che ad ogni sussulto di elezioni amministrative, regionali o nazionali vive “dissidi interiori” degne delle migliori operette.
Una maggioranza che guarda più ai propri interessi che a quelli dei cittadini.
E questa volta non lo dice solo il gruppo di AttiVisti foggiani, tacciato di essere il più delle volte populista e pieno di demagogia.
Lo afferma addirittura un “perfetto insospettabile” come il sindaco che in uno sfogo ai limiti del surreale ha lamentato queste continue richieste da alcuni partiti della sua maggioranza, nella cornice di Palazzo Dogana non più di alcune settimane fa in occasione di un convegno sui rifiuti.
E’ innegabile che molti delle opposizioni non firmano la sfiducia perché il loro futuro politico è strettamente collegato a questa consiliatura e una volta calato il sipario di questa triste esperienza per la città tutta dovrebbero ritornare a casa.
Altri attendono e si preparano, aspirano a scranni romani per soddisfare il loro ego più che le istanze di un territorio e cercare quel “riparo sicuro”, vitalizio docet, da tutti inseguito, in questi tempi di mutamenti politici e istituzionali continui.
D’altro canto anche i malumori in una parte della maggioranza, Civica per la CapitAmata in primis, lasciano il tempo che trovano se poi dalle parole, come nelle conferenze stampa, nelle interviste stizzite dove si rilasciano posizioni dure e critiche verso gli assessori, non si passa ai fatti e ai voti contrari quando si entra in Consiglio. Come dire che alcune realtà in Consiglio sbattono i piedi ed alzano solo tanta polvere, ma poi alla fine restano “fedeli”.
Care “opposizioni” gettate la maschera.
Cacciate gli attributi. Basta giocare con questi lanci di agenzia su referendum cittadini o interventi-spot come le mozioni che servono solo a gettare fumo negli occhi dei cittadini.
Vogliamo ricordare, infatti, al consigliere Alfonso De Pellegrino autore della proposta del referendum cittadino per far decidere ai cittadini sui lavori di Piazza Cavour, che il nostro Statuto Comunale, all’articolo 48 sugli istituti di partecipazione prevede che gli stessi vengano demandati a dei regolamenti attuativi mai pervenuti.
Quindi lo esortiamo semmai ad invitare la Commissione Statuto e Regolamenti, chiusa ai cittadini dall’ottobre 2015 per sopraggiunta modifica del regolamento del Consiglio Comunale con un consenso trasversale, ad impegnarsi per redigere, nel più breve tempo possibile, un regolamento che permetta la piena ed efficace realizzazione degli istituti di partecipazione come referendum, istanze e petizioni da parte della collettività.
Siamo stufi di queste prese in giro da parte di maggioranza e opposizione che servono più a distogliere l’attenzione dai vari problemi che i cittadini vivono giorno per giorno.
Raccolta differenziata ferma al palo, manutenzione del verde inesistente, emergenza buche, emergenza rifiuti, emergenza pali della luce, emergenza alberi, abusivismo dilagante, cattiva gestione della polizia municipale, Ataf ormai “decotta”, Amgas in crisi e una viabilità cittadina che definire caotica è un eufemismo.
Mettete fine a questa esperienza fallimentare sotto tutti i punti di vista!
Chi ha ancora a cuore il bene di questa città, metta da parte ogni velleità e ogni suo egoismo politico e stacchi la spina, prima che sia troppo tardi.
Un sussulto di responsabilità.
Lo dovete a tutti i cittadini.

AttiVisti foggiani

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SanSevero siamonoiSan Severo e i sanseveresi, ora, devono tornare a risplendere. E’ questa la speranza del Movimento San Severo Siamo Noi. I recenti fatti di cronaca che hanno colpito la nostra città, tanto da attirare persino l’attenzione mediatica di quotidiani e tv nazionali, hanno messo in evidenza la parte più negativa della nostra San Severo. Effettivamente, ed è innegabile, si poteva cercare di arrestare il fenomeno della criminalità molto tempo prima ed infatti, il Movimento San Severo Siamo Noi, aveva anticipato quello che sarebbe successo da lì a poco tempo dopo. Già due fa, precisamente il 4 Maggio 2015, abbiamo mandato una lettera al ministro dell’Interno Alfano, chiedendo di non lasciarci soli e mettendo in evidenza l’aumento della criminalità. Ma non è di questo che vogliamo parlare. Quello che ci interessa, ed il Flash Mob di giovedì lo ha dimostrato, è che San Severo è abitata da gente perbene. Forse, nemmeno ci accorgiamo di quanto la nostra città possa offrirci. Qui, c’è tutto: arte, cultura, tradizioni e tanti giovani che in varie parti dell’Italia ma non solo, portano in alto il nome del nostro territorio. Calciatori e cestisti che nelle rispettive categorie stanno emergendo diventando veri e propri leader delle loro squadre, diciottenni cuochi che, con estremo coraggio, hanno aperto un ristorante in Svizzera aumentando quotidianamente la clientela che risponde soddisfatta, altri ancora che hanno deciso di aprire una enoteca/birreria con annessa libreria in quel di Bologna unendo la cultura con un buon bicchiere di vino. Potremmo continuare ad elencare altri tantissimi esempi, ma sarebbe superfluo. Dunque, come si può ben notare, San Severo non è (e non deve essere) etichettata sempre come una ‘città morta’. Ognuno, nel suo piccolo, faccia il suo partendo dall’Amministrazione. Il tempo di andare in televisione è finito, adesso si pensi a progettare qualcosa di costruttivo per il bene di tutta la città. Un solo imperativo per San Severo e i sanseveresi: Risplendere.

San Severo Siamo Noi

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