Attivare la fornitura di acqua corrente alle aziendee della D/46 e della zona PIP è uno dei risultati che intendo raggiungere nei primi 100 giorni di governo di Manfredonia, perché ho ben chiaro qual è il percorso da intraprendere e quali sono gli ostacoli da superare: bisognerà solo mettersi all'opera.
Oggi ho visitato alcune della aziende attive in quella zona e ho avuto conferma di quante opportunità di sviluppo e occupazione siano mortificate dalla mancanza di acqua, connessione o illuminazione pubblica. La carenza dei servizi è un freno all'espansione di chi c'è ed è un disincentivo all'investimento di chi vorrebbe cogliere le opportunità logistiche offerte dall'esistenza di capannoni serviti da una statale a quattro corsie e a pochi chilometri dal porto industriale o dal nodo ferroviario foggiano.
Motivo per cui dobbiamo risolvere il più presto possibile i problemi strutturali di fondo, eseguire il censimento degli operatori economici e avviare la collaborazione operosa tra Amministrazioni comunali e imprese per ottenere almeno due risultati: gestire con efficienza i servizi e valorizzare l'area per attrarre investimenti produttivi.
Un'alleanza tra sistema istituzionale e sistema economico per promuovere e sostenere la rinascita economica di Manfredonia.
Politica
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In tema di contrasto ad ogni tentativo di ingerenza da parte della criminalità organizzata nei processi democratici e nelle istituzioni, l'impegno a evitare nei propri comportamenti ogni forma di ambiguità, compromissione e sospetto è il dovere di ogni amministratore della cosa pubblica e ciò vale ancor più per chi si candida e sarà eletto a governare una città, come Manfredonia, il cui Comune è stato commissariato per rischio di infiltrazioni di carattere mafiosa e nel cui territorio è acclarata la presenza di pericolosi gruppi criminali attivi anche nell'economia legale.
È il motivo per il quale, qualora fossi eletto sindaco, chiederò ai futuri consiglieri e assessori di sottoscrivere un documento che li impegni, personalmente e come rappresentanti istituzionali, a rispettare i principi e le norme che garantiscono assoluta trasparenza e legittimità negli atti e nei comportamenti, anche in quelli che attengono alla sfera personale, in mancanza dei quali sarò io stesso ad intervenire con tempestività e decisione.
Un primo impegno concreto a cui ne seguiranno altri che saranno elaborati e condivisi con quanti promuovono l'antimafia sociale e valorizzano le buone prassi di legalità diffusa. Alcuni di loro avrò il piacere di incontrarli in occasione del forum "DisCrimine - Legalità e infiltrazioni mafiose", organizzato da POP Officine Popolari, in programma mercoledì 13 ottobre, alle ore 19.00, nei locali del LUC.
Gianni di Bari
MONTE, IL TRAMONTO DEI DIRITTI IRRINUNCIABILI DEI CITTADINI
Ormai mancano pochi mesi alla conclusione della consiliatura iniziata nel giugno 2017. La grave crisi economica e la galoppante emorragia demografica sono le prime due cifre della gestione del Comune da parte del Sindaco d’Arienzo.
La spesa di ingenti risorse finanziarie in gran parte ereditate dalle precedenti Amministrazioni comunali e i fondi messi a disposizione dalla Regione Puglia non hanno affatto migliorato la situazione economica e sociale locale. Anzi, per certi versi essa si è ulteriormente aggravata. Infatti, molti lavoratori sono stati sospinti nella drammatica condizione di disoccupati per l’insipienza e l’insensibilità del Sindaco.
Anche sul piano istituzionale la situazione, che si è determinata negli ultimi cinque anni, è di una gravità sconosciuta per la nostra Comunità.
È nata, difatti, una vera e propria “dittatura comunale”. Non c’è più traccia della fisiologica dialettica tra maggioranza e minoranza. La legalità, l’imparzialità e la trasparenza hanno abbandonato il Palazzo di Città.
Il Sindaco d’Arienzo è diventato un esperto retore della mafia e della criminalità organizzata. Il suo richiamo continuo al fenomeno mafioso, che però non è accompagnato da alcuna denuncia circostanziata di episodi concreti e documentati, sta procurando alla nostra Città un danno incalcolabile.
Nessuno nega che a Monte ci siano fenomeni di criminalità, quale lo spaccio di droga, ma la eventuale scalata del Comune e delle sue risorse da parte della mafia va denunciata con riferimenti specifici, altrimenti si rischia di imprimere sulla carne viva di tutta la nostra Comunità uno stigma incancellabile, che non merita nel modo più assoluto.
Con maggiore intelligenza e senso di responsabilità Sindaci di altre realtà comunali, dove esistono uguali fenomeni di criminalità e di mafia, ogni giorno esaltano le risorse positive della propria Comunità e del proprio territorio. In tal senso esemplare ed encomiabile appare lo stile istituzionale del Sindaco di Vieste.
Il comportamento del Sindaco d’Arienzo, invece, sta mettendo a dura prova la nostra Comunità. Ormai in Città c’è un clima di tensione; sempre meno numerose sono le persone che possono esprimere con serenità il proprio pensiero critico; molti cittadini stanno rinunciando a chiedere ai nostri amministratori pubblici il rispetto dei propri diritti per timore di denunce.
Inoltre, nella nostra Città si sta verificando ancora qualcosa di più grave: il tramonto del principio costituzionale della responsabilità penale personale, per cui nessuno si sente più al sicuro.
Da questa situazione si può uscire attraverso un confronto pubblico su queste problematiche, in attesa che le elezioni amministrative dell’anno prossimo mandino via il Sindaco d’Arienzo e la sua maggioranza ormai in frantumi e allo sbando.
Schieramento civico La Rinascita Possibile
MONTE, IL TRAMONTO DEI DIRITTI IRRINUNCIABILI DEI CITTADINI
Ormai mancano pochi mesi alla conclusione della consiliatura iniziata nel giugno 2017. La grave crisi economica e la galoppante emorragia demografica sono le prime due cifre della gestione del Comune da parte del Sindaco d’Arienzo.
La spesa di ingenti risorse finanziarie in gran parte ereditate dalle precedenti Amministrazioni comunali e i fondi messi a disposizione dalla Regione Puglia non hanno affatto migliorato la situazione economica e sociale locale. Anzi, per certi versi essa si è ulteriormente aggravata. Infatti, molti lavoratori sono stati sospinti nella drammatica condizione di disoccupati per l’insipienza e l’insensibilità del Sindaco.
Anche sul piano istituzionale la situazione, che si è determinata negli ultimi cinque anni, è di una gravità sconosciuta per la nostra Comunità.
È nata, difatti, una vera e propria “dittatura comunale”. Non c’è più traccia della fisiologica dialettica tra maggioranza e minoranza. La legalità, l’imparzialità e la trasparenza hanno abbandonato il Palazzo di Città.
Il Sindaco d’Arienzo è diventato un esperto retore della mafia e della criminalità organizzata. Il suo richiamo continuo al fenomeno mafioso, che però non è accompagnato da alcuna denuncia circostanziata di episodi concreti e documentati, sta procurando alla nostra Città un danno incalcolabile.
Nessuno nega che a Monte ci siano fenomeni di criminalità, quale lo spaccio di droga, ma la eventuale scalata del Comune e delle sue risorse da parte della mafia va denunciata con riferimenti specifici, altrimenti si rischia di imprimere sulla carne viva di tutta la nostra Comunità uno stigma incancellabile, che non merita nel modo più assoluto.
Con maggiore intelligenza e senso di responsabilità Sindaci di altre realtà comunali, dove esistono uguali fenomeni di criminalità e di mafia, ogni giorno esaltano le risorse positive della propria Comunità e del proprio territorio. In tal senso esemplare ed encomiabile appare lo stile istituzionale del Sindaco di Vieste.
Il comportamento del Sindaco d’Arienzo, invece, sta mettendo a dura prova la nostra Comunità. Ormai in Città c’è un clima di tensione; sempre meno numerose sono le persone che possono esprimere con serenità il proprio pensiero critico; molti cittadini stanno rinunciando a chiedere ai nostri amministratori pubblici il rispetto dei propri diritti per timore di denunce.
Inoltre, nella nostra Città si sta verificando ancora qualcosa di più grave: il tramonto del principio costituzionale della responsabilità penale personale, per cui nessuno si sente più al sicuro.
Da questa situazione si può uscire attraverso un confronto pubblico su queste problematiche, in attesa che le elezioni amministrative dell’anno prossimo mandino via il Sindaco d’Arienzo e la sua maggioranza ormai in frantumi e allo sbando.
Schieramento civico La Rinascita Possibile
Affermare i valori e i programmi di governo progressisti e democratici battendo le destre populiste e sovraniste è possibile ogni qualvolta il Partito Democratico e il centrosinistra si presentano agli elettori uniti e aperti al dialogo con il Movimento 5 Stelle e le organizzazioni civiche che si riconoscono in quei valori e programmi.
Lo dimostrano tanto le belle vittorie di San Nicandro Garganico, con Matteo Vocale, e San Marco in Lamis, con Michele Merla, che il ballottaggio tra Francesco Bonito e Franco Metta a Cerignola, dove abbiamo pagato divisioni e contrapposizioni interne al nostro campo.
Complessivamente, il turno delle amministrative in Capitanata ha confermato la forza attrattiva della coalizione al governo della Regione Puglia, nella cui orbita gravitano praticamente tutti i sindaci eletti e rieletti, con la sola eccezione del primo cittadino leghista di Lesina.
Ultima notazione: la scelta compiuta dal segretario nazionale del PD Enrico Letta - presentarsi agli elettori con un simbolo diverso da quello del partito per comunicare la volontà di apertura e inclusione - oggi appare assai significativa e premiante; chissà che non lo sia anche il 7 novembre a Manfredonia.
Ufficio stampa
Unione provinciale Partito Democratico Foggia