Le indagini sono partite febbraio 2018, a pochi mesi di distanza dalla strage di San Marco in Lamis, che ha accertato l’esistenza di una organizzazione criminale dedita ad un’attività di traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi e non.
Tra gli arrestati di questa mattina c'è anche Giuseppe Bergantino, ritenuto vicino al presunto basista del quadruplice omicidio di San Marco in Lamis. Assieme a lui altri cinque soggetti sono stati sottoposti ad ordinanze di custodia cautelare in carcere, Francesco Rinaldi, Antonio Mastromattei, Lorenzo, Michele e Angelo Silvestri.
L'operazione denominata Black Cam, attraverso alcune riprese, ha evidenziato una continuativa attività di scarico di rifiuti, di inerti da demolizione, materiale ferroso, bidoni in plastica, materiale inerte da demolizione, piastrelle, mattoni, amianto friabile con fibre esposte misti a terreno da scavo, provenienti da cantieri edili della Capitanata che venivano smaltite in un’area protetta del Parco Nazionale del Gargano, in agro di Manfredonia.
Il proprietario dell’area, ogni giorno riceveva enormi quantitativi di rifiuti ferrosi provenienti da cantieri edili, così da abbattere i costi per lo smaltimento ai microconferitori non effettuando il corretto smaltimento dei rifiuti.
Il quantitativo totale dei rifiuti smaltiti illecitamente è di circa 70 tonnellate, tra questi anche rifiuti pericolosi, su un’area di ca. 11.000 mq, il quale ha portato ad un risparmio di circa 50mila euro.
Oltre all'intera area, i militari del NOE hanno anche sottoposto a sequestro tre automezzi utilizzati per conferire i rifiuti, valore dei mezzi circa 300mila euro.
Per poter bonificare ora l'intera area ci vorranno 118.000,00 €.
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Martedì, 18 Febbraio 2020
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