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Storia

"Hic est oppidulum, quod versu dicere non potest."

La civiltà agricola raggiunse il suo massimo sviluppo nel VI secolo a.C., entrando in lotta con i coloni greci, acquisendone così, tra il VII e il VI secolo a.C., la moneta e la scrittura: le monete ascolane fecero uso di iscrizioni in lettere greche, ma influenzate dalla lingua osca. La comunità capannicola era organizzata nei gruppi familiari che dominavano il villaggio economicamente, socialmente e politicamente.La città fu un importante centro italico di origine certamente preromana. I primi abitanti furono i Dauni, popolazione indo-europea giunta via mare dalle sponde illiriche nel XI secolo a.C. che si mescolò con le preesistenti popolazioni. Fu l'antico toponimo Auhuscli - è questa la scritta che compare con lettere greche sulle monete che vi si coniavano tra il IV e il III secolo a.C.- che si trasformò nel latino Ausculum, che è stato ricondotto al termine aus(s), ossia fonte; l'aggettivo Satriano, che la distingue da omonime località italiane, deriva presumibilmente dall'antica Satricum che sorgeva nei pressi. Nel 279 a.C. Ascoli si trovò al centro dello scontro che oppose i Romani, che avevano già fatto grandi passi nella loro espansione sul suolo italico, a Pirro, chiamato in aiuto da Taranto, il quale cercava di crearsi qui un impero. Con la definitiva vittoria dei Romani, Ascoli passò sotto il loro dominio, amministrandosi con relativa indipendenza e cominciando ad assorbire la lingua latina, mentre attraversava un periodo di grande sviluppo politico-economico, non perdendo il diritto di coniare monete di bronzo a suo nome. Durante la seconda guerra punica (218-201 a.C.), culminata nella battaglia di Canne, la città tenne salda l'alleanza con Roma contro Annibale. Durante la guerra sociale, Lucio Cornelio Silla vi fondò la Colonia Militare Firmana, assegnandola ai veterani della Legio Firma, in località Giardino, vicino al nucleo urbano ascolano, in ottima posizione per controllarne militarmente il territorio. Fu qui che, probabilmente, sostò il poeta Orazio durante il suo celebre viaggio a Brindisi, nel 38 a.C.
Con l'invasione longobarda dei 588 l'Italia si divise in due zone, longobarda e bizantina, dai confini incerti e mutevoli, passanti anche per il territorio ascolano, che divenne per secoli oggetto di conquiste e di riconquiste politico-militari e terreno di scontro fra il clero latino e quello greco.
Nel 663, l'imperatore Costante III di Bisanzio, sbarcato in Italia per riprendersi le terre meridionali, aggregò la diocesi di Ordona e Ascoli a quella di Benevento. Nell'882 i Saraceni, profittando delle lotte fra i signori meridionali, saccheggiarono e bruciarono Ascoli con ilspedendovi contro il conte Corrado, che fu sconfitto, però, sull'Ofanto.
Corrado II, sceso in Puglia nel 1027, concesse ai Normanni, fra gli altri feudi, quello di Ascoli, nel 1039 le città soggette ai Bizantini insorsero di nuovo, spinte dai Normanni. Il Catapano Niceforo Ducliano sconfisse e insegui gli insorti fino ad Ascoli, dove trovò la morte l'11 gennaio 1040, pertanto la città passò ai Normanni, ma fu attaccata nuovamente dal Catapano Michele Doceano, che vi fece impiccare gli insorti.
Il 4 maggio 1041, però, i Bizantini, sconfitti definitivamente a Montemaggiore sull'Ofanto, cedettero il dominio del territorio ascolano ai Normanni ed Ascoli divenne feudo di Guglielmo Fortebraccio, primogenito di Tancredi d'Altavilla, alla cui morte, nel 1046, successe il fratello Dragone.
In età normanna, il territorio tra il Carapelle e l'Ofanto era feudo delle maggiori Abbazie benedettine meridionali, alle quali subentrarono i Cavalieri di Malta e i Cavalieri Teutonici, che, nel 1231, ricevettero da Federico II le terre presso Corneto, che non aveva vita conventuale: nel XV sec., aveva tre confratelli, un commendatario e un castellano tedesco, non dell'Ordine, residente a Torre Alemanna, che dipendeva da Corneto.
Il fiorente periodo del dominio federiciano finì con l'avvento degli Angioini, in concomitanza con la decadenza di Ascoli: alla morte dell'imperatore la città insorse contro Corrado IV, subendo il saccheggio nell'aprile del '50, finendo poi sotto il potere del legato pontificio, Uberto degli Ubaldini, nipote di papa Alessandro IV.
Nel 1530 fu infeudata ad Antonio de Leyva e successivamente dai duchi Marulli. Nel 1753, sotto il dominio di Carlo III fu istituito ai fini fiscali l'Onciario catastale della Città di Ascoli.
Il 14 agosto 1851, un catastrofico terremoto distrusse quasi tutta la città, che qualche giorno dopo, in seguito alla visita di Ferdinando II fu subito ricostruita. Dalla fine dell'Ottocento anche la comunità ascolana fu interessata da un consistente fenomeno migratorio verso le Americhe, che raggiunse il suo punto più alto tra il 1903 e il 1914, per poi arrestarsi durante il periodo bellico e il fascismo. Dopo i bombardamenti di Foggia del 1943, Ascoli Satriano fu liberata dalle truppe anglo-americane. Nel secondo dopoguerra Ascoli si trovò al centro di importanti lotte bracciantili contro il latifondismo, la mezzadria e le gabbie salariali.