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LUOGHI DI CULTO

Cattedrale di Santa Maria Assunta

Di origini tardo-medievali conserva, accanto a limitate vestigia medievali quali il grande rosone, due monofore lapidee sul fianco sinistro e il prestigioso fonte battesimale in pietra, attualmente sistemato presso il portale maggiore, notevoli tele settecentesche, tra cui importanti opere dei napoletani Alessio d’Elia e Bartolomeo Mollo, e prestigiosi marmi barocchi, come la grande balaustrata e l’altare maggiore (entrambe del sec. XVIII). L’attuale facciata è opera del secondo Ottocento, mentre l’imponente campanile è settecentesco.
Lo spazioso interno, profondo 37 metri, largo 22 e alto 14, è il risultato di numerose ristrutturazioni e di due ampliamenti, corrispondenti al presbiterio, edificato sul finire del Cinquecento, e alle due navate laterali, costruite nel Settecento. Le dieci cappelle minori sono decorate da statue lignee e quadri barocchi, mentre il presbiterio, dominato da una grande macchina marmorea con la statua lignea dell’Assunta, è definito dal maestoso coro dei canonici, a due ordini di stalli, opera ottocentesca. Il fastoso pulpito barocco, con formelle dipinte, è opera del 1674. In fondo alla navata sinistra è la cappella del Sacramento, del primo Novecento. Annessa alla semplice sacrestia vi è la Sala del Capitolo, settecentesca.


Arcipretale e Matrice di San Severino Abate

È detta anche chiesa di san Benedetto. Edificata su un progetto di Giuseppe Astarita (1738) e successivamente modificato da Ambrosio Piazza (1782), la chiesa, annessa al monumentale monastero delle monache benedettine, presenta una facciata rococò in marmo di Apricena, eseguita dallo scultore Pietro Palmieri su disegno di Piazza, ed un elegante campanile con cupoletta maiolicata. Nel tempio, esempio pugliese di chiesa barocca a pianta centrale, spiccano, oltre all’elegante decorazione a stucco realizzata da Piazza, i tre altari sanmartiniani del 1793 e si ammirano anche i dipinti di Nicola Menzele (1785 ca.), il raffinato pulpito ligneo (1790), le ricche gelosie in legno dorato dei matronei (1784-1785) e le statue ottocentesche di san Lorenzo, san Benedetto, santa Scolastica e sant’Anna. Sul matroneo centrale, in corrispondenza dell’altare maggiore, è collocato un ricco organo positivo attribuito a Fabrizio Cimino (1740 ca.).

 

Santa Maria Della Pietà

È detta anche Chiesa dei Morti (o delle anime purganti), in quanto sede dal 1707 dell'omonima congregazione laicale, chiamata pure dei Nobili (oggi Arciconfraternita dell'Orazione e Morte di N.S.G.C). Fu eretta nel primo Settecento. Nel fastoso interno, adorno di marmi, stucchi dorati e dipinti barocchi (Storie di Gesù e Maria di Aurelio Gentilotti), troneggia, sotto una slanciata cupola rivestita di maioliche policrome, la grande macchina d’altare sanmartiniana (1771) che conserva il bellissimo affresco tardomedievale della Madonna della Pietà: la leggenda vuole che dal volto della Vergine, accoltellato da un pellegrino iracondo nel 1557, sia stillato sangue.
Alla sinistra dell’altare maggiore si venerano le spoglie del santo martire Adeodato, custodite in un reliquiario di legno dorato, mentre alla destra vi è l’organo a canne, oltre l’organo si può ammirare la settecentesca sala del coro. Il singolare pavimento della chiesa, in pietra garganica e marmi policromi, è opera dei fratelli Pietro e Gregorio Palmieri (1762). Nelle cappelle laterali si conservano le statue settecentesche di san Giuseppe e dell’Addolorata, opere del sanseverese Sebastiano Marrocco, e quelle ottocentesche dell’Immacolata, di san Filippo Benizzi e dell’Angelo Custode, opere del napoletano Giuseppe Catello.


Arcipretale di S. Nicola

L’esterno di questa chiesa è all’insegna dell’incompiutezza, essendo incompleti sia il campanile sia la grande facciata barocca in pietra e laterizi, priva del secondo ordine. All’interno, invece, regna una raffinata ricchezza decorativa. La sfarzosa scenografia rococò è opera dell’architetto lombardo Ambrosio Piazza nel secondo Settecento, ed è dominata da uno stupefacente soffitto di Nicola Menzele (Il miracolo delle donzelle del 1769), adornata da belle statue lignee (tra cui un crocifisso cinquecentesco, verosimilmente di ambito veneto, e il settecentesco San Nicola di Paolo Saverio Di Zinno) e interessanti dipinti dello stesso Menzele. La decorazione a stucco si deve a Piazza, autore anche delle quattro statue colossali di Mosè, Geremia, Davide e Isaia poste in alto agli angoli della navata, mentre il prestigioso altare maggiore settecentesco, in marmi policromi, è napoletano. Notevoli il monumentale organo a canne di Innocenzo Gallo (sec. XVIII), le grandi acquasantiere rococò e, nell’abside, il severo coro ligneo. Di grande importanza è anche il fonte battesimale medievale. La sacrestia, magnificamente decorata da Piazza e adorna di statue e dipinti, è la maggiore della città.


Arcipretale e Collegiata di S. Giovanni Battista

Quarta parrocchia, eretta nel XII secolo e dotata di grandi ricchezze da Giovanna d'Angiò, aveva ingresso opposto all'attuale, aperto dopo la ricostruzione seguita al terremoto che la rovinò nel 1731. L'esterno, con sobria facciata ottocentesca e campanile settecentesco (incompiuto), conserva materiale lapideo d'età romana (proveniente da Lucera e dall'antica Teano) nonché alcune epigrafi e due leoncini stilofori medievali. Lo spazioso interno, barocco, custodisce numerose tele di Nicola Menzele, autore anche del grande Battesimo di Gesù che orna il soffitto (1779), pregevoli statue lignee (tra cui l'ottocentesco San Giovanni Battista di Giuseppe d'Onofrio) nonché un raffinato fonte battesimale tardomedievale in pietra.

Parrocchia di SANTA CROCE

Popolarmente nota col titolo di Croce Santa, era grancia della Cattedrale. Attestata nel XIII secolo col titolo di san Simone, sede nel XVI e XVII secolo dei rocchettini e più volte rimaneggiata, è stata elevata a chiesa parrocchiale il 1 maggio 1927. Nel 1939 fu ampliata, prolungando il presbiterio. L'esterno, settecentesco, si presenta modesto, tranne che per il campanile con cupoletta rivestita di maioliche. L'interno, di sobrie linee barocche, è adornato dalla statua lignea di san Rocco, opera di Gregorio Palmieri (1770), e dalla settecentesca cona d'altare, marmorea, della Madonna della Sanità, proveniente dalla chiesa di sant'Agostino. Nella moderna cripta, inoltre, si conserva una notevole Pietà lapidea del XV secolo.


Parrocchia di S.Maria Delle Grazie

Fu edificata prima del XVI secolo, e nel 1606 fu affidata ai padri cappuccini, che la tennero fino al 1866 e poi dal 1934. L'attuale struttura architettonica neobarocca, a croce latina con due navate laterali, risale ai lavori di ristrutturazione compiuti tra il 1852 e il 1881. Nel 1937 fu elevata a chiesa parrocchiale e, per l'occasione, fu dotata di una nuova facciata di gusto neoromanico. Negli anni settanta l'interno fu pesantemente semplificato, distruggendo gran parte delle decorazioni pittoriche e a stucco e riducendo il grande altare maggiore in marmi policromi (1872) alla sola mensa. Restaurata nel 1998, la chiesa conserva alcune opere interessanti, come il dipinto settecentesco della Crocifissione, la statua della Madonna delle Grazie (1838) e quella di san Leonardo, di Gregorio Palmieri (1780).


Parrocchia di S. Maria Della Libera e S. Sebastiano

Popolarmente nota come chiesa del Rosario, fu edificata a spese della municipalità per ringraziare san Sebastiano, patrono secondario della città, che aveva liberato San Severo dalla peste nel XIV secolo. Divenne sede dei padri domenicani nel 1564. I padri vi istituirono la congregazione del Rosario e vi portarono il culto della Madonna della Libera. Distrutta dal terremoto del 1627, la chiesa fu presto riedificata. Soppresso il convento domenicano nel 1652, il tempio fu poi servito da una nuova Arciconfraternita del Rosario, che dopo il 1730 lo ampliò e lo arricchì di arredi, quadri e statue barocchi. Nel 1851 l'Arciconfraternita si trasferì nella chiesa della Trinità, portando con sé gran parte delle statue lignee di sua pertinenza, e nella chiesa presero stanza le suore di santa Filomena e dell'Addolorata, che vi rimasero fino al 1913. Il 7 ottobre 1946 fu elevata a parrocchia e, negli anni successivi, fu pesantemente ristrutturata, perdendo la più gran parte della ricca decorazione settecentesca. La facciata è stata completamente rifatta nel 1968, mentre al 1975 risale la porta bronzea, opera di Ernesto Lamagna. All'interno si conserva l'interessante altare maggiore settecentesco in marmi policromi (parzialmente smembrato), alcuni pregevoli dipinti di varia epoca e diverse statue lignee di notevole valore, tra cui l'entusiasmante Madonna della Libera di Giuseppe d'Onofrio (1816) e il raffinato Sant'Onofrio (XVIII secolo) proveniente dall'omonima chiesa.


Santuario di S. Maria Del Soccorso

Dedicata in origine a san Pietro, la chiesa di sant'Agostino fu eretta nel XII secolo, e divenne sede dei padri agostiniani che vi affiancarono un monastero. Successivamente i monaci vi promossero il culto della Madonna nera, che nel 1857 sarà eletta patrona della città affiancando san Severino e san Severo: secondo la tradizione, la statua sanseverese della Madonna del Soccorso - resa barocca nel 1760 dall'artista Domenico Urbano di Andria - sarebbe giunta dalla Sicilia nel 1564. Quando il monastero agostiniano venne definitivamente soppresso (1652), la devozione alla Madonna fu tenuta viva dai contadini. Completamente ristrutturata tra il 1750 e il 1759, la chiesa fu arricchita dell'elegante facciata in pietra, opera di Pietro e Gregorio Palmieri. L'altare maggiore, è stato realizzato nel 1765, mentre di poco successivi sono i due eleganti altari laterali, egualmente in marmo policromo, di san Michele e san Raffaele. Lo slanciato campanile barocco, invece, è frutto di stratificazioni sette-ottocentesche. Radicali lavori di ammodernamento dell'interno furono eseguiti nel 1912. La spaziosa navata fu decorata con fitti fregi neorinascimentali in stucco e cartapesta e si eresse una nuova cona marmorea, per custodire la statua della Madonna.


S. Francesco Dei Conventuali

Radicalmente ristrutturata ai primi del Novecento, la chiesa conserva la semplice facciata secentesca collegata al grande monastero dei francescani. All’interno del tempio restano i preziosi altari con tarsie del primo Settecento. L’attuale soffitto è stato dipinto nei primi anni del Novecento da Ferruccio Gervasio. Alle spalle dell’altare maggiore si può ammirare una sontuosa porta con ricca mostra in marmi policromi (sec. XVIII).


S. Antonio Abate

Di origini tardomedievali e inizialmente dedicata alla Madonna della Neve, fu riedificata solo nel 1660. Ristrutturata nell'Ottocento e nel primo Novecento, conserva diverse sculture lignee di pregio, tra cui la statua del santo titolare, opera di Arcangelo Testa, racchiusa in una grande cona marmorea del 1921. Dello stesso anno è l'altare del Cuore di Gesù, opera di Severino Leone, eretto a memoria dei caduti di tutte le guerre.


Chiesa di S. Lucia

La chiesa ha sobria facciata settecentesca con interno barocco a pianta che simula una croce latina in una successione molto suggestiva di spazi fortemente ritmati, decorati con stucchi della scuola di Vaccaro. Sul portale, all’interno, si può ammirare un ricco organo positivo del primo Settecento. Interessanti le statue lignee tardobarocche dell’Addolorata, di sant’Anna e di san Michele arcangelo (1846). Più tarda è la statua della titolare, collocata in una modesta cona neogotica. Il commovente Cristo morto, invece, era originariamente un crocifisso, opera di Pietro Palmieri (1790). Nell’abside c'è un bel coro ligneo del sec. XVIII.


Chiesa di S. Maria Del Carmine

Ricostruita e ampliata a più riprese, la chiesa carmelitana, originariamente dedicata alla santa Croce (Santa Croce al Mercato), non mostra uno sviluppo stilistico costante, anche se mostra tendenze di chiara ascesa barocca. La sobria facciata settecentesca, colle statue di san Michele e dell'Angelo Custode e un pittoresco fastigio floreale, è modesto lavoro di maestranze locali. Ben più raffinata, invece, è l'agile cupola maiolicata, con slanciato tamburo a pianta ottagonale elegantemente decorato a stucco.

All'interno, con pianta a croce latina e unica navata, spicca l'imponente altare maggiore, di bottega sanmartiniana, che nella superba cona marmorea custodisce l'importante statua lignea della Vergine titolare, capolavoro di GennSan Francesco di Paola, legno policromo del 1768) e quel che resta degli stucchi rococò di scuola lombarda, in gran parte distrutti nei primi anni del Novecento. Il calligrafico soffitto a cassettoni lignei è opera dello scultore sanseverese Antonio D'Amico (1968).È grancia di San Severino e sede dell'Arciconfraternita del Carmine e del Terz'Ordine Carmelitano.


Santa Maria di Costantinopoli

Detta anche dei Cappuccini e della Madonna degli Angeli. Annessa al convento dei padri cappuccini, fondato sul principio del Seicento, la piccola chiesa vanta un mirabile polittico tardo-rinascimentale di Ippolito Borghese. L’altare maggiore in marmi policromi, oggi ridotto alla sola mensa, fu consacrato nel 1780. Oltre al pregevole il ciborio barocco, in legno scolpito e intarsiato, di sicuro interesse è il crocifisso barocco e statue lignee di san Francesco d’Assisi e di san Felice da Cantalice.È grancia di Santa Maria delle Grazie e sede del Terz'Ordine Francescano.


San Matteo

Sorge nel territorio parrocchiale di San Bernardino. È chiusa al culto.


Santa Trinità dei Celestini

Legata al monastero celestino, che nel XVIII secolo diventa uno tra i più ricchi e prestigiosi cenobi italiani, deve la sua sontuosa veste attuale ai lavori d’ammodernamento del Settecento. La facciata, che dà sulla piazza maggiore della città, è arricchita da quattro statue in stucco e un ovale con la Vergine ed il bambino. Il campanile a vela, in pietra, è medievale ma rimaneggiato nel Settecento (la sommità in laterizio, con copertura a riggiole, è barocca). L’interno è uno straordinario museo d’arte: conserva tele di Girolamo Cenatempo e Giuseppe Castellano, statue di Giacomo Colombo (Madonna del Rosario, 1716) e Gregorio Palmieri (Cristo legato alla colonna, 1790), l'organo a canne di Gennaro Bradetta (1701), gli altari marmorei napoletani del Settecento, preziosi stucchi barocchi e il ricco cenotafio in marmi policromi dell’abate Giuseppe Maria Turco. Sull’altare maggiore è la grande tela solimenesca col Trionfo della Trinità.È grancia di San Severino e sede dell'Arciconfraternita del Rosario, qui trasferitasi nel 1851 dalla chiesa di san Sebastiano, nonché dei cavalieri del Santo Sepolcro.


Santa Maria dell`Oliveto

Sorge in campagna, sulla via per Foggia, unico resto del casale medievale di sant'Andrea. Abbandonata nel 1811, la chiesa fu completamente restaurata nel 1855 e divenne luogo di incontro della cittadinanza in occasione della festa della Madonna titolare, che si celebrava il 25 marzo e la domenica seguente quella in albis con processione e corse di cavalli. Dopo la metà del Novecento la festa campestre venne meno e la chiesa fu chiusa al culto, trasferendosi i simulacri che vi si veneravano (quelli della Madonna dell'Oliveto e di sant'Andrea) nella chiesa dell'Immacolata. L'edificio è oggi in stato di abbandono.


Chiese e monasteri scomparsi

Sono scomparse le chiese storiche di sant'Onofrio, santa Margherita, santa Sofia, san Donato, san Tommaso, santo Stefano, san Biagio, santa Lucia vecchiae la Cappella dello Spirito Santo.

Sono scomparsi anche i conventi di santa Chiarae santa Caterinanonché i monasteri dei domenicani, degli agostiniani, dei carmelitanie degli zoccolanti.