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L'angolo dello psicologo a cura del dott. Salvatore Panza

Siamo ormai in pieno clima natalizio…le strade delle nostre città luccicano di luci scintillanti e i negozi sono sempre più addobbati. Il Natale è una delle feste più antiche del mondo che è riuscita a sopravvivere nella nostra società. Fede e tradizione sono ovviamente responsabili di questo dato, ma è anche una questione sociale e psicologica.
Il Natale infatti ha una natura complessa, e sicuramente gran parte della sua essenza sta nell’essere un rito “necessario alla nostra psiche”.
Ecco perché:

  • perché ci porta gioia, una vera e propria “ricarica” per un anno di duro lavoro che ci attende appena svoltato l’angolo;
  • perché ci permette di rinsaldare i rapporti con parenti e amici, costituendo una fortissima occasione di socializzazione per stringere e rinsaldare i rapporti sociali.

Il Natale, insomma, risponde al bisogno di praticare rituali in gruppo e condividere significati ed emozioni. Per questo motivo è assolutamente necessario alla nostra psicologia di esseri umani.

Ma è per tutti così?

Con queste premesse tutti “dovremmo” essere coinvolti in questa atmosfera festaiola e invece… sempre più persone lamentano ansia e agitazione più frequenti, proprio in questo periodo. Si parla, infatti, di una vera e propria “depressione natalizia” i cui sintomi sono una certa riduzione della qualità e quantità del sonno, alterazione dell’appetito, malessere diffuso, accentuarsi di sentimenti come la tristezza e la malinconia. Senza contare che la corsa all’acquisto dei regali, spesso priva di sentimento e percepita da molti come un obbligo, diventa una sofferenza da cui è difficile sottrarsi, un obiettivo unico da raggiungere e che ci fa dimenticare di prendere del tempo da dedicare a noi stessi provando ad ascoltare questo malessere, più o meno lieve, che comunque è piuttosto normale provare in questo periodo ma che per alcuni potrebbe diventare causa di forte disagio psico-fisico. E’ da evidenziare il fatto che spesso l’attenzione verso la sfera interiore in molti risulta già scarsa in altri periodi dell’anno. A soffrirne di più, infatti, sembrano essere le persone già colpite da un evento negativo sul piano personale, lavorativo o affettivo, per coloro che hanno subito dei cambiamenti significativi nella propria vita o che hanno perso una persona cara e per tutti quelli che hanno a che fare da vicino con la solitudine.
Tutto ciò può stridere con i ritmi spesso frenetici che ci accompagnano in questi giorni e con l’immagine sociale del Natale come sinonimo di felicità per tutti.

Che fare allora se la tristezza ci assale proprio in quei giorni in cui “dovremmo” essere felici, come sembrano esserlo gli altri?

  • Semplicemente, ritrovare il gusto e la voglia di fare le cose senza sentirle come un “dovere”, proprio come facevate da bambini.
  • Chiudete un attimo gli occhi, ritornate con la mente a quando eravate bambini, recuperate un ricordo felice dei vostri natali passati e rivedete qual’era il vostro comportamento, l’entusiasmo, l’energia, la grinta che avevate, la voglia di stare insieme agli altri, la gioia di aprire i regali, ecc.
  • Quando riaprite gli occhi cominciate ad imitare il comportamento di quel bambino, non è difficile perché è ancora dentro di voi, è una parte di voi e solo che lo costringete a comportarsi diversamente, a non essere libero di esprimersi.

P.S.: Se avete dei quesiti da porre a Salvatore Panza, scrivete direttamente alla casella di posta del Dottore: salvatore_panza@virgilio.it. Per altre informazioni visitate il sito: www.salvatorepanza.it oppure telefonate al: 340.2351130.