È terminato il 4 maggio scorso il service “Giovani per la vita: per la prevenzione delle dipendenze da sostanze e da comportamenti”. Il service con valenza biennale era già stato molto apprezzato dal Distretto tanto che ha potuto usufruire di una sovvenzione distrettuale e si è svolto in collaborazione con il SERT, l’Acudipa, l’associazione CRESCERE ONLUS e il CID (Centro Italiano Dipendenze) e il Comune di Foggia.
Vale la pena sottolineare che il Progetto parte dalla chiara volontà di intervenire sul territorio e negli ambienti di maggior frequentazione da parte dei giovani, non per la cura e la riabilitazione dalle dipendenze (di cui il SERT e le comunità di recupero si occupano per loro competenza) bensì per condurre un lavoro di prevenzione a tutto campo, considerando l’ambito psicologico e didattico conoscitivo per l’individuazione dei fattori e della sintomatologia che faccia prevedere l’esito in una qualsivoglia dipendenza.
Conviene ricordare anche che, come esplicitato già nel nome del service, questo si sia rivolto a tutti i tipi di dipendenza che vanno dalla temutissima tossicodipendenza ai non meno gravi alcolismo (così diffuso tra i nostri giovani oggi), tabagismo, ludopatie di vario tipo, dipendenza da Internet e dai social e disturbi alimentari per terminare alle dipendenze affettive che possono determinare, soprattutto nelle ragazzine, quella inclinazione a permettere di “ farsi far del male” che riempie le pagine dei giornali e le immagini dei Media a causa delle violenze cosiddette di genere.
Il service si è sviluppato attraverso vari settori come è stato ricordato nella serata conclusiva che il Rotary Club Foggia ha organizzato nella sala Rosa del Vento della Fondazione Banca del Monte il 4 maggio alle 18,00 alla presenza degli Assessori alla cultura, Anna Paola Giuliani e alla Pubblica Istruzione, Gabriella Grilli che al loro personale saluto hanno aggiunto parole di apprezzamento per il lavoro svolto dal Rotary e dalle associazioni in partnership per la città. “ Da mamma, non posso che apprezzare quanto svolto in un periodo così delicato”- ha commentato l’assessore Giuliani e “ da dirigente scolastica e da psicologa non posso che ribadire la necessità di certi interventi che vanno eseguiti a tutto campo, anche nei Licei che a volte riteniamo esenti da problematiche di questo tipo”, ha sostenuto l’assessore Grilli.
Il Presidente Giulio Treggiari si è detto molto soddisfatto per l’esito del service che ha coinvolto quasi 6.000 alunni delle scuole primarie e secondarie di Foggia e ha lasciato la parola al nostro socio Giuseppe Mammana, storico Dirigente del Sert, non senza prima averne sottolineato la qualità del lavoro e dell’impegno nella città e la passione sincera nella lotta alle dipendenze.
Il dott. Mammana ha ricordato quanto sia importante la comunicazione e che non cada il silenzio su una problematica sempre più vasta e complessa e come il problema delle dipendenze coinvolga intere famiglie sconvolgendone i ritmi di vita, disgregandole e alterandone completamente l’identità. Non è possibile- ha sostenuto il dott. Mammana che cali il silenzio su questo settore- e quello che si è fatto in questi due anni, pur essendo una goccia nel mare, rappresenta l’inizio della costruzione di un importante ponte di comunicazione”.
E’ intervenuta in seguito la dott.ssa Ilaria Colecchia, psicologa dell’Associazione Crescere, che ha chiarito l’evoluzione del Progetto che si è snodato in moduli differenti, rivolgendosi agli studenti, ai genitori e ai docenti. Sono stati organizzati dei centri di ascolto con dei councelor a disposizione di studenti, docenti e famiglie, distinti per età presso l’Istituto Comprensivo Parisi De Sanctis e presso gli Istituti Einaudi e S. Altamura. Sono stati attivati dei distinti corsi di formazione per Genitori e per Docenti.
L’individuazione dei disagi che conducono alle dipendenze è fondamentale per poter intervenire in tempo. “ Prevenire- si sa - è meglio che curare”.
“Per entrare in contatto con i giovani è stato necessario utilizzare il loro linguaggio”- ci ha detto il dott. Gaetano D’Alessandro, psicologo del C.I.D. e la mostra organizzata con i manifesti realizzati dal R.C. Foggia sui disegni degli studenti del Liceo Artistico “ Fellini” di Rimini sui problemi legati alle dipendenze sotto forma di “ pubblicità-progresso” e che ha girato 13 istituti tra scuole primarie e secondarie della città, è stato un ottimo approccio per prendere contatto con i giovani e informarli sui pericoli ma anche sui sintomi di determinate dipendenze fornendo input per prevenirle. L’attrice Giustina Ruggiero ha poi letto alcuni dei tanti commenti scritti dagli studenti al termine degli incontri nelle scuole e che ci hanno illuminato sul punto di vista dei giovani.
A conclusione di questo interessante pomeriggio è intervenuto il prof. Salvatore Abbruzzese, ordinario di psicologia dell’Università di Trento, che ha posto l’accento sull’importanza del “ costruire” insieme una società alternativa a quella attuale in cui i ragazzi sono un po’ relegati e non responsabilizzati come in una sorta di “ parco giochi” perenne che dà loro l’idea che non ci sia un motivo per vivere la vita se non “ qui e ora”, con superficialità.”
“In un’epoca di disincanto e priva di cultura, se non li coinvolgiamo nella vita reale e non riconfermiamo le figure di riferimento di un tempo non riusciremo a ridare loro il senso dell’importanza del vivere. E’ fondamentale che non insistiamo nel diffondere una cultura del pessimismo per cui tutto è perduto che non fornisce certo alle nuove generazioni la voglia e lo stimolo e li spinge tragicamente verso una vita vegetativa in cui cercare di non pensare a quel domani così drammaticamente dipinto di nero dagli adulti”.
La serata è proseguita per i rotariani riuniti in conviviale all'Hotel Cicolella per una riflessione del Prof. Abbruzzese sul tema “ essere quel che si è”, motto dell’anno di servizio da presidente di Giulio Treggiari.
Il Presidente ha introdotto il tema chiedendosi quanto questa espressione possa ricondurci ad un’affermazione di individualismo, termine che per lo più è legato ad un significato negativo. Il prof. Abbruzzese ha però sottolineato che c’è una forma di individualismo positivo nell’essere quel che si è e che si manifesta quando avviene il riconoscimento della propria vocazione laica, la risposta e l’adesione alla propria chiamata. Vivere questa condizione sviluppa un senso di appartenenza a certi ideali, valori e principi dai quali non si riesce a derogare. Si inizia a essere quel che si è nel riconoscimento dell’eredità paterna, sin dall’identificarsi nel nome che ci è stato donato. Vivere la propria identità significa anche a trasmetterla agli altri.
Quanto al Rotary, che il prof. Abbruzzese ringrazia per l’impegno e per la dedizione agli altri, l’essere rotariano e viverne a pieno e attivamente il servizio al di sopra di ogni interesse rappresenta ed aiuta proprio ad esprimere “ ciò che si è “.
Antonella Quarato