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Apprendiamo dalla stampa di un recente sgombero di un insediamento informale di lavoratori stranieri presso la masseria Frangipane a Stornara.
È evidente, e forse superfluo, sottolineare che come CGIL e come ARCI da sempre ci battiamo per il superamento di questi ghetti che non hanno, va ripetuto con fermezza, i requisiti minimi di decenza e vivibilità per chi in tali contesti ci vive, o per meglio dire ci sopravvive. Ma va altresì sottolineato che dovrebbe prevalere uno spirito di concertazione e condivisione dei percorsi nell’affrontare tali problematiche.
Il senso della concertazione è farsi carico, tutti insieme, di una condizione e dare ognuno un contributo fattivo per individuare soluzioni che da un lato siano dignitose per chi viene sgomberato, e che dall’altro evitino uno spostamento meramente geografico di un ghetto.
La domanda che ci poniamo e che poniamo agli Amministratori di Stornara, in primis al Sindaco, che ha sottolineato soddisfatto il grande risultato, è: adesso quelle persone dove si sono accampate? il nuovo ghetto dove è sorto?
Domande che non sono polemiche e le risposte tutt'altro che scontate.
In passato abbiamo già assistito a sgomberi forzosi di ghetti (per citarne il più importante, quello del Gran Ghetto) che dopo l'intervento delle ruspe e dell’esercito, spenti i riflettori, è rinato, si è rinforzato ed oggi conta molte più persone di quante ce ne fossero all’inizio.
Le nostre osservazioni, quindi, non sono fuori luogo e sono poste nell’interesse della collettività e della comunità dei 5 Reali Siti.
Pensiamo che la concertazione sia un ottimo esercizio di democrazia applicata e che serva proprio per risolvere i problemi e non spostarli temporaneamente o fisicamente in altri luoghi. Auspichiamo che tutti gli Amministratori locali (non solo quelli di Stornara) valutino positiva la concertazione e che finalmente si inizi ad esercitare per il bene di tutti.
Daniele Calamita, coordinatore Cgil 5 Reali Siti
Domenico Rizzi, Presidente provinciale ARCI