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Il Tribunale del Riesame della Libertà di Bari avrebbe confermato la decisione del Gip di Foggia respingendo in appello la richiesta di arresto fatta dalla procura di Foggia per otto indagati, tra questi vi è anche l'ex presidente ed ex manager dell’Ataf, e imprenditori foggiani accusati a vario titolo di turbativa d’asta e di induzione indebita a dare o promettere utilità.
Le stesse persone sono coinvolti nell’inchiesta degli appalti relativi alla chiusura di contratti assicurativi, RC Auto, per la flotta aziendale dell'Ataf, l'acquisto di dieci autobus e per l’affido della manutenzione degli impianti antincendio in tre parcheggi gestiti dall’azienda foggiana.
L’appello, è stato accolto in maniera parziale solo per uno degli indagati Massimino Di Donna, pensionato e suocero del sindaco di Foggia, accusato di aver pranzato, senza pagare, in un ristorante di un imprenditore foggiano per favorirlo nel servizio di manutenzione degli impianti antincendio.
I giudici hanno ritenuto che non si tratta di reato di Induzione indebita a dare o promettere utilità ma, di corruzione, pertanto hanno disposto divieto di dimora. La misura resta sospesa perché la difesa farà ricorso in Cassazione.
Anche l’ex presidente dell’Ataf Raffaele Ferrandino è stato accusato dello stesso reato di Di Donna, ma anche per lui è sentenza è stata rigettata poiché si dimise un anno fa dall’incarico di presidente, quindi non vige il pericolo di recidiva.