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Notizie dall'Italia

E' arrivato l'annuncio dopo circa due ore di camera di consiglio della Corte d'assise d'appello del tribunale di Roma, che ha assolto Raniero Busco, per non aver commesso il fatto, dall'accusa di aver ucciso Simonetta Cesaroni, l'ex fidanzata trovata morta il 7 agosto 1990 nel palazzo di via Carlo Poma a Roma. Il 26 gennaio 2011 lo stesso Busco era stato condannato in primo grado a 24 anni di carcere per omicidio volontario. Oggi però i giudici hanno ribaltato la sentenza, assolvendolo per "non aver commesso il fatto".

Alla pronuncia della corte d'appello l'imputato Busco è scoppiato in lacrime ed è poi uscito dall'aula abbracciato alla moglie Roberta Milletarì. Mentre lasciava l'aula Europa del tribunale di Roma, stretto da una folla di amici e sostenitori e protetto da un cordone di sicurezza, Raniero Busco ha avuto un lieve malore ed è stato portato in una stanza del tribunale, assistito dai parenti.

Il suo legale, Paolo Lorìa, ha commentato così la sentenza: "La corte ha dimostrato l'assenza assoluta e totale di prove per Busco: ora la storia è finita". Nei giorni scorsi l'avvocato si era detto "fiducioso in un'assoluzione con formula piena". "E' pazzesco", ha invece commentato la moglie di Busco, Roberta Milletari, frastornata dalla calca mentre il fratello di Busco, Paolo, l'ha abbracciato dicendo: "Giustizia è fatta". Busco ha lasciato in auto il tribunale di Roma senza commentare la sentenza, ma molto commosso.