I lavoratori del Don Uva stanno manifestando da ore davanti alla struttura ed alcuni si sono arrampicati sul tetto, chiedendo di essere ascoltati dal Sindaco e minacciano di non scendere fino a che il primo cittadino non arrivi lì, oggi lo stesso Mongelli è a Bari e farà ritorno in città solo nel pomeriggio. La protesta nasce dal fatto che La Casa della Divina Provvidenza, che gestisce l'Opera Don Uva, è nella crisi più profonda circa 300 milioni i debiti della struttura e con ogni probabilità destinata alla chiusura mettendo così fuori circa 550 persone. I lavoratori aspettano gli stipendi da settembre, con ogni probabilità nei prossimi giorni ai dipendenti sarà pagato una parte di novenbre, visto che il pregresso non può essere elargito poichè sarà il tribunale, tramite concordato, e dunque dovrà essere il giudice a stabilire se, come e quando. Già da un anno che si protrae questa disputa tra 'altro la vicenda è arrivata anche al Ministero del lavoro al quale venne presentato un piano di rientro del debito, ma ad oggi di tutto ciò non se ne sà più niente. Il 7 novembre il Tribunale ha accolto l'istanza di richiesta di concordato preventivo avanzata dall'Opera Don Uva. In 60 giorni il Tribunale dovrà esprimersi sulla fattibilità dopo aver valutato la documentazione e le intenzioni dell'Ente su come uscire dalla debitoria. Oggi alla protesta si sono unite anche le famiglie dei disabili, in cura presso la struttura, che hanno lanciato degli appelli alle cariche più alte quali: il Papa, il vescovo Monsignor Francesco Pio Tamburrino, a Giorgio Napolitano, al prefetto Latella ed al governatore della Puglia Vendola.