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arresto carabinieriI carabinieri di San Severo, hanno arrestato sei persone con l'accusa di sfruttamento, favoreggiamento ed induzione alla prostituzione. Grazie all'aiuto di un “cliente”, una delle ragazze costrette a prostituirsi lungo la S.S.16, è riuscita a denunciare il tutto ai carabinieri. 
Gli arrestati sono Emanuele Nazzareno Parigino 73enne di Lesina, proprietario della masseria in cui erano segregate costrette a vivere segregate le giovani, Maria Petrova 24enne, Kameliya Lyubenova 31enne, Maya Yankova 35enne, Georgev Boyko 27enne e Petya  Petkova 23enne. Risponderanno a vario titolo dei gravi reati di  (oltre a profili inerenti il reato di riduzione in schiavitù, ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria). 
Le ragazze erano tenute in un casolare nelle campagne di Marina di Lesina. L'intero perimetro della struttura era interamente recintato con filo spinato. Le giovani ragazze, tutte di nazionalità bulgara, erano costrette a vivere in baracche sotto stretta vigilanza dai loro aguzzini. Almeno una decina le donne “salvate” all’esito dell’operazione, tutte giovanissime, di età compresa tra i 20 e i 25 anni. Quando non erano sulla strada a "lavorare" - nel tratto della Statale 16 che collega San Severo a Chieuti - erano tenute prigioniere, costrette a vivere in condizioni igieniche e di sicurezza inaccettabili, chiuse dall’esterno con dei lucchetti per impedire loro di allontanarsi. All’interno delle “camere”, di dimensione di pochi metri quadri, lo stretto necessario per la sopravvivenza: una lampadina, una stufa e nessuna finestra, sempre per rendere loro impossibile la fuga.
La ragazza, ha trovato il coraggio di denunciare tutto, con l'aiuto di un cliente, che dopo averla accompagnata ai carabinieri di San Paolo di Civitate, ha raccontato di essere stata contattata nel proprio paese da una connazionale, il quale le aveva garantito di arrivare in Italia è offrirle un lavoro ben retribuito, da colf.
Una volta giunta a San Severo però, i suoi aguzzini le hanno tolto i documenti ed il cellulare. Era stata picchiata e costretta a prostituirsi.
La giovane veniva portata sulla Statale dalle 08:00 fino alle 22:00, senza pause, per poi esser riportata nel casolare, e se non era riuscita a guadagnare almeno cento euro veniva picchiata con una mazza.
Dopo una serie di appostamenti i militari hanno fatto irruzione nel casolare descritto, dove, dopo aver forzato i lucchetti del cancello hanno trovato dieci donne, di età compresa tra i 20 e i 25 anni, e il proprietario del casolare che era appena tornato con un'altra ragazza in auto.
Tra queste vi erano tre giovani ragazze, che erano state trovate sempre nel casolare  ma in stanze senza lucchetti, con finestre, più pulite e ordinate, le quali si è scoperto dopo, ricoprivano un ruolo di controllo sul lavoro, rifornivano le ragazze dei preservativi, tenevano la contabilità