Non fu volontario, anche se colposo, l’omicidio di Antonio Diciomma il 67enne di Cerignola che nella notte del 26 agosto 2015 venne trovato da Michele Marchese titolare di un’azienda agricola di Troia, mentre con l'aiuto di altri complici, era entrato nel podere dove cercavano di portar via qualcosa, visto che la vittima venne rinvenuta con guanti e passamontagna.
Marchese, che aveva sentito dei rumori nel suo podere, si affacciò al balcone, con in spalla un fucile e sparò alcuni colpi.
Un colpo ferì a morte Diciomma, colpito alla schiena. Dopo aver sparato, Marchese, chiamò i carabinieri per denunciare, l'ennesima rapina ed anche alcuni tentativi di atti intimidatori ed estorsivi subiti in quel periodo. L’imprenditore, all'arrivo dei militari, riferì di non essersi accorto di aver ucciso il ladro.
La corte d’Appello ha confermato la sentenza di primo grado, un anno con pena sospesa. Il Gup di Foggia aveva già accolto la tesi difensiva dell’avvocato, secondo la quale Marchese aveva sparato senza mirare da una distanza di circa cinquanta metri.