Le forze dell'ordine di Foggia, nella mattinata di oggi ha dato esecuzione a un’ordinanza cautelare nei confronti di 19 indagati, 8 di questi in carcere e 11 ai domiciliari con le accuse di reati di favoreggiamento dell’immigrazione illegale nel territorio dello Stato italiano, produzione di documentazione e attestazioni false presso le Autorità italiane ed estere.
Una banda, formata da tre marocchini di 33, 30 e 35 anni, tutti residenti a Foggia, e undici italiani, un 24enne, ed un 22enne residenti a Manfredonia, un 46enne, un 39enne ed un 28enne, sono stati arrestati mentre sono finiti ai domiciliari un 22enne, un 43enne, una 20enne, un 30enne, una 35enne, un 51enne, un 32enne, un 31enne, un 30enne, una 22enne, ed una 34enne.
Le indagini, sono partite nel settembre 2016 dopo una segnalazione dell’Ambasciata d’Italia in Marocco su una eventuale irregolarità di documentazione prodotta da una donna di Manfredonia per la registrazione di un matrimonio contratto in quel Paese con un giovane del posto. A maggio 2016, l’Ambasciata d’Italia a Rabat inviava una segnalazione di una cittadina italiana, di Manfredonia, che aveva richiesto un certificato di idoneità matrimoniale riguardante un cittadino marocchino, esibendo una busta paga apparentemente non veritiera, e che quindi tale situazione, potesse ricondurre ad un matrimonio “di comodo”.
Nel corso delle indagini è emerso, che esisteva una vera e propria banda, che introduceva in modo apparentemente legale cittadini marocchini, uomini e donne, in Italia.
I tre marocchini erano l'asse portante dell'attività illecita, i quali trovavano in Italia le persone disposte, dietro un compenso di 2mila euro, a contrarre matrimoni all'estero. Avuta la loro complicità, i complici, venivano messi su un aereo e inviati in Marocco, dove, una volta sposati, producevano la documentazione presso l'Ambasciata d'Italia per il rilascio del visto d'ingresso del coniuge. Una volta in Italia, avrebbero avuto un unico compito, quello di avere obbligatoriamente una breve convivenza con il consorte, per il tempo strettamente necessario al rilascio del permesso di soggiorno. Gli stranieri introdotti in Italia poi facevano perdere le tracce.
Per ogni matrimonio si pagava dai 7mila ai 10mila euro.