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gdfUn imprendiore foggiano è riuscito ha trovare la forza per denunciare il suo strozzino. In meno di quattro anni è stato costretto a versare tassi usurari superiori al 400%. Così il suo piccolo debito di 2.000 euro, si è trasformato in 43.000 euro. L'imprenditore, un proprietario di un pub nel centro storico di Foggia, che nel 2013, per far fronte ad un debito si era rivolto ad un 37enne commerciante foggiano, titolare di una rivendita di frutta e verdura presso il mercato Rosati di Foggia, Fabio Caggiano, per ricevere un piccolo prestito.  D una piccola cifra a debito enorme il passo è stato breve. 43.000 euro da restituire, 24mila euro in contanti, soldi ricevuti da un finanziamento della Regione Puglia ed il resto, avvenuto tramite la cessione dell’attivita' fatta con scrittura privata e mai registrata, valutata circa 19.000 euro. Appena finita quest'odissea, due mesi più tardi, per il giovane imprenditore ci sono nuove difficoltà, che lo costringono a chiedere un prestito di 5.000 euro, per avviare una nuova attività. Si rivolge ancora al 37enne, dal quale riceve il prestito a condizione di ricevere delle fatture false in maniera tale da giustificare l'assunzione e non insospettire i finanzieri in caso di controlli. Gli interessi arrivano al 50% mensile, così da creare un debito in pochi mesi di circa 12.000 euro. L'usuraio al mancato versamento delle somme stabilite attuata minacce e ritorsioni fisiche rivolte anche ai familiari della vittima. Il 29 luglio, l'imprenditore subì una violenta aggressione. Stanco dei sopprusi l’imprenditore decide di denunciare il tutto. Su direttiva della Procura di Foggia, si è deciso di fissare un appuntamento con l'usurario per consegnargli la somma convenuta, 11.800 euro, in banconote contraffatte e contrassegnate. Non appena l’imprenditore ha consegnato i soldi i finanzieri lo hanno arrestato in flagranza di reato. Dopo l'arresto la guardia di finanza ha perquisito alcuni locali del Caggiano dove venivano ritrovati ulteriori 10.500 euro in contanti. Inoltre è stato identificato anche un complice, un operaio di Foggia, presso la cui abitazione sono stati rinvenuti ulteriori 2.300 euro ritenuti anch’essi provento di usura.