Gli inquirenti della Procura di Foggia avrebbero dato un volto ed un movente per l'omicidio Bruno ucciso la notte tra il 7 e l’8 ottobre 2011 in via Lagonigro, a Foggia, con quattro colpi di pistola calibro 7,65 al fianco destro. Dopo mesi di indagini stamane gli agenti della Sezione Criminalità Organizzata della Mobile di Foggia hanno dato seguito ad un’ordinanza cautelare in carcere nei confronti del pluripregiudicato Mario Piscopia, di 32 anni, già din carcere per altre operazioni di polizia, tentato omicidio ai danni di Claudio Briglia, nell’agosto scorso, e il blitz “Habemus Papam” ad ottobre, nel quale sono venute fuori amicizie con con Rizzi. Sarebbe quindi Piscopia, l’esecutore materiale dell’omicidio di Bruno, tra i due c'era anche un forte legame d'amicizia. Il sostituto procuratore Alessandra Fini che, con il collega Vaccaro, che hanno coordinato le indagini, nella conferenza stampa ha detto che ad incastare l'autore è stata un’impronta digitale, rinvenuta all’interno della Lancia Delta nella quale venne trovato il cadavere. Altre piste sono le numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali dalle quali si è arrivato a lui.
Alcune videocamere di sorveglianza avrebbero ripreso i due quella notte in alcuni locali foggiani come al Fizzy di corso del Mezzogiorno prima e poi nella sala Bingo. A fine serata, rimasti da soli in auto, Piscopia lo avrebbe freddato. Bruno secondo la tesi investigativa era colpevole di un “comportamento irriguardoso nei confronti del boss Rizzi, capo della criminalità organizzata”. Secondo quanto accertato, infatti, “Bruno avrebbe più volte vantato di aver intrattenuto una relazione sentimentale con l’ex amante di Rizzi. Ascoltata dagli inquirenti, la donna in questione, però, ha negato entrambe le relazioni.