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comunetroiaLa chiusura del Distretto Socio-Sanitario di Troia e mancata assegnazione dell'automedica metteranno a dura prova il diritto alla salute della popolazione residente in un'area già stremata dalle emergenze, quella dei Monti Dauni.

In questi giorni è tornata alla ribalta la notizia della chiusura del Distretto Socio-Sanitario dei Monti Dauni (quello afferente a Troia), già denunciata in passato dal sindaco Cavalieri. L’accorpamento con quello di Lucera (anche in considerazione della drammatica situazione in cui versa) significherà ulteriore compromissione del diritto alla salute dei cittadini.
“Non è vero che le variazioni saranno minime” afferma Leonardo Cavalieri, sindaco di Troia, “Molto cambierà a livello di assistenza. A testimoniarlo, già oggi, vi sono le mancate richieste di attribuzione di ore di medicina specialistica nei comuni dei Monti Dauni, con tagli alle visite specialistiche domiciliari e conseguenti disagi agli anziani allettati. Per le richieste di pannoloni e altri ausili protesici, ancora, le persone vengono mandate a casa con la pretesa che debbano avere l'invalidità del 100% più l'accompagnamento, cosa assolutamente in contrasto col fatto che molte patologie sono invalidanti per un verso ma non tali da garantire l'accompagnamento dell’assistito. Sul nostro Subappennino manca il personale infermieristico per supporto agli specialisti, quello per l'assistenza domiciliare e i fisioterapisti a domicilio. Altrettanto serie le difficoltà per avere un piano terapeutico per l'ossigeno terapia, visto che non vi è un pneumologo in loco e le persone spesso sono costrette, con tutte le difficoltà del caso, a rivolgersi agli ospedali di Foggia, spesso facendosi accompagnare privatamente da un ambulanza con costi e aggravi ulteriori”.
Dal punto di vista amministrativo “Gli uffici sul territorio sono minati nella loro efficienza dal pensionamento di molti dipendenti cui non ha fatto seguito il naturale ricambio generazionale. Il servizio TAO (trattamento anticoagulante orale) è stato praticamente chiuso in molti comuni, perché definito “esoso”, senza considerare però che lo stesso evita traumi agli anziani che ne usufruiscono, come ematomi e lacerazioni alle braccia dovute ai prelievi sottocutanei. Ultima, ma certamente non per importanza, la chiusura dei consultori familiari passati da 6 a 2, strutture che in paesi piccoli come quelli dei Monti Dauni hanno offerto servizi per una maternità e paternità responsabile, con l'apporto di ginecologi, ostetriche, psicologi, assistenti sociali e pediatri che sopperiscono alla mancanza del pediatria di base, oltre all'importante il lavoro tecnico professionale degli psicologi e delle assistenti sociali, di supporto alle richieste di indagini da parte del tribunali per i minorenni, in pratiche per l'affido, l'adozione o prese in carico per mediazione familiare e psicoterapia di coppia e della famiglia”.
In un contesto territoriale così difficile, si continua ad azzardare su un nodo delicatissimo quale quello della salute della popolazione di 16 comuni, un'utenza di circa 40.000 persone, ubicata in un'area vastissima con una rete viaria e infrastrutturale assai carente, con un crescente e costante aumento dell'indice di vecchiaia della popolazione.
Ciliegina sulla torta poi, quanto accadde lo scorso 26 gennaio: dopo un anno di battaglie, un anno di fatica per fare massa critica attorno alla questione salute e sicurezza dei cittadini dei Monti Dauni, nel corso di una conferenza di servizi, definita allora storica, i vertici dell’ASL garantivano l’attivazione del servizio automedica a Troia. Da allora, nonostante le rassicurazioni da parte dell’ASL riguardanti l’iter sperimentale necessario all’attivazione del servizio, nonostante il pressing di Cavalieri e dei sindaci dei comuni limitrofi, nulla si è mai mosso.
“L’auto medica” riferisce il sindaco Cavalieri “oggi messa a bando e non ancora assegnata, doveva fungere da presidio per le popolazioni dei Monti Dauni, considerata la situazione assolutamente critica in cui versa il territorio del Subappennino Dauno. Dopo la conferenza di servizi dello scorso anno non c’è stato alcun riscontro. Ritengo poi grave la notizia che uno dei componenti facente parte della commissione responsabile dell’affidamento del servizio volutamente non si presenti per ostacolare l’iter di attivazione. Non si scherza con la salute dei cittadini, questo comportamento non è consono a chi dovrebbe garantire la sicurezza della popolazione dei nostri comuni. Assicuro assoluta intransigenza qualora il servizio non fosse attivato in tempi brevi, chiedendo l’intervento diretto del governatore Michele Emiliano sulla questione. Se non ci saranno risposte ed un cambio di rotta evidente, sono pronto sin d’ora a qualsiasi azione legale a tutela della popolazione”.