Condividi con

FacebookMySpaceTwitterGoogle BookmarksLinkedinPinterest

Chi c'è online

Abbiamo 1267 visitatori e nessun utente online

comunesanseveroMERCOLEDI’ 10 FEBBRAIO LA CITTA’ DI SAN SEVERO CELEBRA IL GIORNO DEL RICORDO. LE INIZIATIVE DELL’A.C.

San Severo celebra il prossimo 10 febbraio anche per il 2021 il GIORNO DEL RICORDO, solennità civile stabilita dalla Legge n.92 del 30 marzo 2004.

“La città di San Severo – dichiarano il Sindaco Francesco Miglio e l’Assessore alla Cultura Celeste iacovino - intende commemorare degnamente i tanti nostri connazionali vittime innocenti della pulizia etnica alla fine del secondo conflitto mondiale. Purtroppo le note misure di contenimento della pandemia Covid 19, ci impediscono di onorare la giornata con una pubblica manifestazione, ma, nel rispetto di tali limitazioni, abbiamo ugualmente programmato per la giornata di mercoledì 10 febbraio, la deposizione di una corona di fiori al cippo commemorativo in Largo delle Foibe, nei pressi della Scuola Media Petrarca insieme all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, rappresentata a livello locale dall’avv. Casimiro delli Falconi. Inoltre abbiamo previsto approfondimenti tematici all’interno degli Istituti scolastici di ogni ordine e grado della città: i Dirigenti e i Docenti di tutte le Scuole cittadine apriranno momenti di riflessione sulla tragedia delle Foibe, sull’importanza di difendere i sacri valori della tolleranza e della solidarietà umana. Gli studenti avranno modo di manifestare ed elaborare i propri pensieri attraverso lavori, scritti, disegni, immagini, video che saranno pubblicati, a partire dal 10 febbraio, sul profilo Facebook istituzionale dell’Assessorato alla Cultura di San Severo. Il dramma di tanti nostri connazionali – aggiungono il Sindaco Miglio e l’Assessore Iacovino - alla fine della Seconda Guerra Mondiale, non può essere dimenticato. Una pagina di storia caduta volutamente e per troppo tempo nell’oblio. Almeno 350.000 italiani abitanti dell'Istria, della Dalmazia, di Fiume e del golfo del Quarnaro dovettero fuggire ed abbandonare la loro terra, le case, il lavoro, gli amici e gli affetti, incalzati dalle bande armate jugoslave. Decine di migliaia di essi furono uccisi nelle foibe o nei campi di concentramento titini. La loro unica colpa era quella di essere italiani. Oggi siamo qui a ricordare il loro sacrificio” concludono Miglio e Iacovino.

l’Addetto Stampa
Michele Princigallo