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Attualità

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ladymafiaLa proverbiale tempesta nel bicchiere d’acqua scatenata attorno al fumetto “Lady Mafia” –la cui testata ho il piacere di dirigere- mi provoca contemporaneamente un po’ di tristezza e un po’ di gioia.
Tristezza perché mi rendo conto che le istituzioni –pubbliche o private che siano- continuano a interpretare con grande rigidità i propri ruoli, applicando metodi “antichi” per perseguire i propri obiettivi (nel caso di “Libera” si tratta di obiettivi nobili e assolutamente condivisibili e –lo dico per uscire dall’equivoco- da noi assolutamente condivisi) e proprio per quella rigidità falliscono quegli obiettivi. Avevo preparato una lista di opere della letteratura, del cinema e della TV che sarebbero travolte dalla soluzione “censoria” pericolosamente richiamata dal deputato del PD (la censura come “metodo” professata da un parlamentare della Sinistra mi fa rabbrividire...) Mattiello e da “Libera”. Poi, sono stati gli stessi commenti degli utenti web all’articolo online del Corriere della Sera ad anticiparmi e, in un certo senso, a superarmi. Oltre al vastissimo filone noir e poliziesco nella narrativa e nello stesso fumetto, ci sono i romanzi più specificamente dedicati alla mafia (penso alla serie di Mario Puzo ma anche, per venire a tempi più recenti e ad autori a noi molto più familiari, al bellissimo “Più scuro di mezzanotte” di Salvo Sottile), l’immensa produzione del grande schermo e quella delle fiction televisive. Ma i lettori –evidentemente più giovani ed abituati a ragionare in termini di realtà virtuale- hanno ricordato anche le due edizioni del videogame “Mafia”, ma anche lo sconcertante “Grand Theft Auto”.
Non parliamo del “filone” dei giustizieri. Vogliamo distruggere la serie sul vendicatore notturno impersonato da Charles Bronson? O spezziamo tutti i dvd del più recente “Arrow”? Ma sì: a questo punto, bruciamo tutti i fumetti dei supereroi che, in fondo, sono giustizieri in calzamaglia che non chiedono il placet dei magistrati prima di strapazzare i criminali. E che dire dell’eccessivamente zelante ranger Chuck Norris? Ma, visto che ci siamo, cancelliamo ogni riferimento all’Ispettore Gadget, a Paperinik e a Superpippo che esagerano sempre, fidando troppo sul fatto che nel “mondo di cartone” nessuno si fa veramente male!
Sull’associazione di Don Ciotti voglio essere chiaro ed esprimere parole di assoluto elogio, per le scelte coraggiose, per la militanza attiva, per le partecipazioni “fisiche” alle proteste e alle manifestazioni nei luoghi dove la criminalità organizzata esercita tutto il suo nefasto potere, culturale oltre che morale e materiale. Tanto straordinario attivismo rischia di perdersi quando si fanno, poi, battaglie di retroguardia che la gente non capisce. Soprattutto i giovani. Tanti si sono chiesti: dov’erano la i censori quando sono uscite le opere cui facevo cenno prima? Ma anche –e me lo chiedo anche io- non meriterebbero più concreto obiettivo gli sforzi dell’Antimafia e di “Libera”?
Siamo di nuovo alle manifestazioni contro “Ultimo tango a Parigi” e “Il codice Da Vinci”? Dobbiamo aspettarci la pericolosa deriva bradburiana verso un mondo alla “Fahrenheit 451”, con cerimonie pubbliche per bruciare i “pericolosi” libri –e fumetti?
La gioia che mi ha causato il ritardo della mia risposta, sta proprio nelle reazioni di tanti lettori: loro stessi hanno messo in luce le obiezioni che volevo fare alle tesi di Mattiello e di “Libera”. Vuol dire che i lettori hanno compreso lo spirito del fumetto e, prima ancora, hanno compreso che si tratta di un’opera dell’ingegno individuale –definirla “opera d’arte” mi sembrerebbe un po’ presuntuoso, con tutto il rispetto per la creatività dell’amico Pietro Nagliero, ma soprattutto il giudizio spetta ad altri- e come tale degna di rispetto e titolare del diritto di non essere censurata fino a quando non violi i diritti di qualcuno.
A proposito di questo, vorrei rispondere ad una accusa che mi ha ferito particolarmente: “Lady Mafia” sarebbe “offensivo”, secondo Mattiello, e ferirebbe la memoria delle vittime della mafia. Perché? Dove è scritto, nel nostro fumetto, che la mafia agisce per il meglio? Dove è scritto che si debbano sposare i suoi metodi? Dove, che la vendetta sia una filosofia condivisibile? E’ un fumetto che registra la realtà, non la esalta. E’ una amara realtà, che deve essere combattuta e cancellata: perché l’Antimafia e “Libera” non si concentrano su questi compiti, piuttosto che combattere contro un fumetto? E’ la realtà della mafia che deve essere estirpata, non le fiction che la raccontano.
E qui veniamo al dibattito che da sempre accompagna l’arte ma anche l’attività giornalistica; queste devono essere “per forza” educative, avere un intento “didattico” o la prima può essere solo fine solo ad un obiettivo creativo e la seconda ad uno “cronachistico”, di registrazione della realtà e senza indulgere in fervorini moralistici?
“Lady Mafia” racconta una realtà violenta, non la inventa per compiacersene: alla maturità del lettore comprendere che si tratta di una realtà da condannare e da combattere. Negli editoriali e nelle rubriche abbiamo più volte espresso la nostra posizione , non credo che possano esserci equivoci su questo argomento.
Per concludere, la cosa che più ci dispiace è proprio che alcuni –persone autorevoli ed importanti o comuni non importa- abbiano frainteso i nostri obiettivi. Dispiace che qualche lettore abbia parlato di operazione “furbetta”, elaborata solo con obiettivi di vendita. Non è così. Pietro scrive da molto tempo ed è appassionato di noir e vuole dare seguito alla sua creatività: se vengono centrati risultati “di cassetta” non ci dispiacerà certo, ma non si punta certo al ristretto mercato del fumetto per andare a caccia dei grandi numeri di lettori che assicurano fama e ricchezza. Dunque, un’accusa chiaramente infondata e francamente ingenerosa.
“Lady Mafia” non è un sillabario né un manuale di educazione civica: è un fumetto e basta. Può piacere o meno, ma non addirittura essere considerato favorevole alla contro-logica mafiosa.
Ma chissà: forse sarebbe il caso di ascoltare le “sirene censorie”: potrebbero portarci bene. Che dite, facciamo un fumetto su una ristoratrice foggiana? Visti i riscontri dei programmi TV di cucina e dei libri di ricette...

Comunicato stampa

Loris Castriota Skanderbegh

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congressofoggiafrancopersianoCongresso provinciale Spi-Cgil Foggia
Martedì 25 febbraio, tavola rotonda su “Piani di Zona: contrattazione sociale fattore di sviluppo”
Mercoledì 26 febbraio, relazione conclusiva di Claudio Cola, Direzione Nazionale Spi-Cgil

FOGGIA – Si svolgerà il 25 e 26 febbraio il congresso provinciale Spi-Cgil di Foggia. Martedì 25, nella Sala Rosa del Palazzetto dell’Arte di Foggia, l’assemblea congressuale comincerà alle 16.30 e sarà aperta dalla relazione di Franco Persiano, Segretario Generale Spi-Cgil Foggia. Alle 17.30, prenderà il via la tavola rotonda su “Piani di Zona: contrattazione sociale fattore di sviluppo”. All’incontro parteciperanno Giovanni Novelli, Spi Foggia; il sindaco Gianni Mongelli; il Segretario provinciale Fnp Cisl, Giuseppe Santelia; l’assessore ai Servizi Sociali del Comune di Manfredonia, Paolo Cascavilla; l’economista Francesco Pastore e Antonella Morga, Segretaria regionale Cgil Puglia. Il congresso provinciale Spi-Cgil Foggia si concluderà mercoledì 26 febbraio, all’Hotel Holiday di Foggia (via Napoli, km 2,8). L’inizio del dibattito è in programma alle ore 9.30. Alle ore 11, l’intervento di Filomena Trizio, Segretario Generale Cgil Foggia. Le conclusioni saranno affidate a Claudio Cola, della Direzione Nazionale Spi-Cgil.
LA STRADA PER USCIRE DALLA CRISI. “Questo congresso ha un’importanza particolare per la Cgil, certo, ma anche per il Paese nel suo insieme”. E’ Franco Persiano, Segretario generale Spi-Cgil Foggia, a tracciare un primo bilancio delle assemblee che hanno preceduto il Congresso Provinciale in programma il 25 e 26 febbraio prossimi. “C’è un obiettivo che a me”, prosegue Franco Persiano “pare si stia raggiungendo con i lavori congressuali: quello di allargare lo spazio politico e di rappresentanza del sindacato e della Cgil in particolare e di indicare al Paese una strada possibile per uscire dalla crisi. Il documento confederale, largamente unitario, intitolato “Il lavoro decide il futuro”, è la scommessa non solo per quello che rappresenta per ciascun cittadino, ma anche e soprattutto perché “decide il futuro”, ci dice cioè quale modello sociale e per quale Paese. In tempi di finanza creativa, di rendite e patrimoni esentasse, di grandi ricchezze che non si toccano, quel titolo rimanda a uno scenario completamente rovesciato: dignità di vita per tutti, equità, coesione sociale”.
IL COMPITO DELLO SPI-CGIL. “Il compito dello Spi, dei suoi uomini e delle sue donne”, continua Persiano “è quello di fare della memoria lo strumento forte di lotta presente, per attuare il principio di eguaglianza, per rendere universali i diritti, quelli di ieri, quelli di oggi, quelli di domani per i nostri figli e nipoti. Lo Spi è il sindacato del territorio, con i suoi 28.500 iscritti è l’organizzazione più grande della Capitanata. Il suo radicamento è il motivo principale della sua iniziativa, in un rapporto di causa-effetto che finisce per autoalimentarsi: qui, sul territorio lo Spi incontra i bisogni delle persone in carne ed ossa, le esigenze legate ai bisogni reali, che chiedono rappresentanza e risultati. Per questo siamo così attenti alla contrattazione territoriale, al confronto con le Autonomie locali e alle scelte che assumono sui servizi sociali, sulla sanità, sul reddito, sulla sicurezza”.
NON CI ARRENDIAMO. “Noi siamo quelli dello Spi e non ci stancheremo di lottare per tutto questo. In preparazione del Congresso provinciale abbiamo sviluppato delle iniziative pubbliche di confronto sulla lotta l’evasione, per spostare verso il sociale quote di recuperi dell’evasione dei tributi comunali; a San Severo e Cerignola confronto pubblico sui temi della ‘Crisi che si scarica sulle donne e sui Pensionati/e’; a Foggia una tavola rotonda sul tema ‘Riduzione delle liste di attesa nella Sanità’. Noi siamo quelli dello SPI... ‘siamo in pensione dal lavoro, non dalla lotta’, ci disse nel congresso del 2010, la partigiana combattente Giovanna Marturano, scomparsa l’anno scorso all’età di 100 anni. Un lungo viaggio, quello di Giovanna. Un lungo viaggio quello dello Spi, che trova nel congresso una tappa importante per cambiare l’Italia” –

comunicato stampa


Info: www.spicgilpuglia.it - www.cgilfoggia.it

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PeppeZullo2Nell’ambito della visita pastorale a Orsara, Monsignor Cornacchia incontra gli imprenditori
Peppe Zullo: “E’ un grande onore per noi. Dalla Chiesa attenzione ai temi di cibo e sviluppo”

ORSARA DI PUGLIA (Fg) – Il Vescovo della Diocesi Lucera Troia, Monsignor Domenico Cornacchia, lunedì 24 febbraio sarà a Villa Jamele per presiedere l’incontro su “Ristorazione e economia sociale” e officiare la Santa Messa. L’evento è organizzato dalla Diocesi Lucera-Troia nell’ambito dell’ultimo giorno della visita pastorale a Orsara di Puglia. All’incontro, che comincerà alle ore 17, sono invitati gli amministratori locali, i sindaci, le imprese della ristorazione, le aziende del settore agroalimentare, le realtà imprenditoriali del comparto enogastronomico dei Monti Dauni e della Capitanata, i cuochi, le imprese agricole, i responsabili delle aziende di trasformazione presenti sul territorio. Al termine del confronto, e dopo la Santa Messa, gli ospiti potranno degustare alcuni dei piatti che hanno reso Peppe Zullo uno dei cuochi italiani più conosciuti e apprezzati.
PEPPE ZULLO: “E’ UN ONORE”. “La visita del Vescovo ci fa un immenso piacere ed è un onore per noi”, dice Peppe Zullo, cuoco-imprenditore che ha eletto Villa Jamele a simbolo del proprio percorso di ambasciatore delle eccellenze pugliesi. “La Chiesa, che con Papa Francesco è interessata da un processo di straordinario cambiamento, dimostra di comprendere prima e meglio degli altri quanto i temi del cibo, della nutrizione e del ritorno all’agricoltura siano importanti per rilanciare un’economia più giusta, foriera di uno sviluppo che porti benessere a tutti gli strati sociali, alle donne come agli uomini, ai giovani e agli adulti”. Monsignor Domenico Cornacchia, alle ore 18 di lunedì 24 febbraio, celebrerà la Santa Messa proprio nella sala ricevimenti di Villa Jamele, laddove si celebrano e si sono celebrati (nell’arco di oltre dieci anni) centinaia di eventi legati al sacro vincolo dell’amore e del matrimonio. “A modo nostro”, continua Peppe Zullo, “anche noi imprenditori della ristorazione cerchiamo di restituire un sogno e una speranza a questa nostra meravigliosa terra. Occorre che le istituzioni ascoltino e accolgano il messaggio della Chiesa e comincino a sostenere con i fatti l’economia sociale sviluppata dalle piccole e medie imprese”.
RISTORAZIONE, ECONOMIA SOCIALE DEI MONTI DAUNI. A Orsara di Puglia, l’enogastronomia, piatto forte di una vocazione agroalimentare a tutto tondo, conta su 21 tra ristoranti, strutture agrituristiche, pizzerie, bar ed enoteche. La ricettività del borgo mette in campo 2 strutture alberghiere e 6 bed and breakfast. A tavola, le tipicità del cacio ricotta caprino e del pane di grano duro si possono gustare sorseggiando tre vini di Orsara che hanno ottenuto la Igt (Identificazione Geografica Tipica): “Il Tuccanese”, “Aliuva” e “Ursaria”. Proprio il buon cibo, negli ultimi 15 anni, è stato il biglietto da visita ideale per far conoscere e apprezzare il patrimonio materiale e immateriale di Orsara di Puglia. Sono più di 20 i principali luoghi orsaresi d’interesse storico, culturale e architettonico che rappresentano la narrazione vivente di una trama che mette insieme tradizione, fede e leggende. I marchi di qualità assegnati al Comune di Orsara di Puglia sono 3: il primo, arrivato nel 2007, ha fatto meritare al paese l’ingresso nel circuito di Cittaslow; il secondo è quello che, con la Bandiera Arancione, garantisce al borgo nuovi canali di promozione e di crescita; il terzo è il titolo di "Comune Amico del Turismo Itinerante" assegnato al paese da un'organizzazione che unisce 110 associazioni di camperisti italiani.

Comunicato stampa

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Tommaso Lecce: “Importante l’iniziativa di Monsignor Domenico Cornacchia sull’economia”

ORSARA DI PUGLIA (Fg) – “L’agricoltura, i settori dell’agroalimentare e della ristorazione di qualità, sono vitali per la nostra economia e rappresentano anche una leva fondamentale per lo sviluppo e la crescita del tessuto sociale. L’iniziativa della Diocesi Lucera-Troia, con la visita pastorale del Vescovo Domenico Cornacchia a Orsara di Puglia, è un’occasione importante per confrontarsi anche su questi temi”. E’ Tommaso Lecce, sindaco di Orsara di Puglia, a esprimere con queste parole la propria soddisfazione per le iniziative intraprese dalla Diocesi Lucera-Troia nell’ambito della visita pastorale al “paese dell’Orsa”. Il Vescovo, Monsignor Domenico Cornacchia, lunedì 24 febbraio sarà a Villa Jamele, proprio a Orsara di Puglia, per presiedere l’incontro su “Ristorazione e economia sociale” e officiare la Santa Messa. L’evento è organizzato dalla Diocesi Lucera-Troia nell’ambito dell’ultimo giorno della visita pastorale a Orsara di Puglia. All’incontro, che comincerà alle ore 17, sono invitati gli amministratori locali, i sindaci, le imprese della ristorazione, le aziende del settore agroalimentare, le realtà imprenditoriali del comparto enogastronomico dei Monti Dauni e della Capitanata, i cuochi, le imprese agricole, i responsabili delle aziende di trasformazione presenti sul territorio. Al termine del confronto, e dopo la Santa Messa, gli ospiti potranno degustare alcuni dei piatti che hanno reso Peppe Zullo uno dei cuochi italiani più conosciuti e apprezzati.
LE VOCAZIONI DEL TERRITORIO. “Crediamo fortemente nelle vocazioni del nostro territorio”, prosegue Tommaso Lecce. “Nei primi 21 mesi di lavoro dal nostro insediamento, la nostra Giunta ha lavorato proprio in questa direzione, facendo approvare una lunga serie di progetti, iniziative e provvedimenti utili alla valorizzazione delle nostre risorse ambientali e alla dotazione infrastrutturale delle zone rurali”. Un lavoro premiato nel 2012 con l’assegnazione al Comune di Orsara di Puglia del premio “Antichi sapori delle Puglie”. A Orsara di Puglia, unico comune della provincia di Foggia tra quelli premiati, è stato riconosciuto “l’essersi distinto, con la propria amministrazione, nella promozione della cultura e delle tradizioni dei saperi e dei sapori della Puglia”. “Si tratta di un premio importante – ha detto Tommaso Lecce, sindaco di Orsara di Puglia – perché viene assegnato direttamente dai consumatori e da chi ha valutato con attenzione le azioni che il nostro comune sta mettendo in atto per promuovere gli aspetti migliori della nostra terra. Il caso di Orsara di Puglia è la dimostrazione di quanto sia importante la sinergia tra pubblico e privato”. Il premio “Antichi sapori delle Puglie” è il sesto marchio di qualità riconosciuto al Comune di Orsara di Puglia negli ultimi 6 anni: nel 2007, il “paese dell’Orsa” è stato premiato con l’ingresso nella rete delle Cittaslow; nel 2010 sono arrivati la “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano e il marchio di “Comune amico del turismo itinerante” assegnato da una rete nazionale di associazioni che mette insieme 108 gruppi italiani di camperisti; nel 2011, la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) ha riconosciuto a Orsara di Puglia la “Bandiera Verde-Agricoltura 2011”, marchio di qualità nazionale che attesta la bontà delle politiche attuate per promuovere “la qualità e la tipicità delle produzioni agroalimentari”; nel 2012, infine, sono arrivati dapprima l’ingresso nella “Rete italiana di cultura popolare”, poi il premio “Antichi Sapori delle Puglie”.

comunicato stampa

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logofierafoggia

A nome del Consiglio di Amministrazione della Fiera di Foggia esprimo grande soddisfazione per l’elezione di Raffaele Carrabba a Presidente Regionale della Confederazione Italiana Agricoltori.
Con lui il ruolo delle imprese foggiane nella guida delle grandi organizzazioni di categoria si rafforza e si arricchisce ulteriormente e significativamente.
La sua elezione conferma che sempre di più la provincia di Foggia torna ad avere il ruolo che le compete: essere punto di riferimento del sistema agroalimentare pugliese e nazionale.
Quale presidente dell’Ente Fieristico foggiano che nell’agricoltura ha da sempre affondato le sue radici più profonde, torno a proporre al Presidente Carrabba e all’intero sistema agroalimentare della Capitanata il quartiere fieristico quale leva strategica per la creazione di ulteriore valore per le nostre produzioni di eccellenza.

COMUNICATO STAMPA

Presidente Fiera di Foggia
Fedele Cannerozzi

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