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LUOGHI DI CULTO

Duomo Tonti o Basilica di San Pietro Apostolo


La Basilica Minore di San Pietro Apostolo di Cerignola (meglio conosciuta come Duomo Tonti) è tra i più grandi edifici sacri dell'Italia Meridionale edificati nel XX secolo. L'edificio ha sostituito l'antica Chiesa Madre nel ruolo di Cattedrale e deve il suo nome a Paolo Tonti, il quale donò le sue ricchezze per la costruzione dello stesso.
L'icona bizantina della Madonna di Ripalta.


Poiché la Chiesa Madre, l'ex Cattedrale, era divenuta insufficiente per la popolazione di Cerignola, nacque la necessità di progettare e costruire un nuovo edificio religioso che potesse assolvere a questo compito, soprattutto durante le funzioni religiose più importanti. Per questo motivo nel 1820 il comune fece predisporre un progetto dal costo di 70.000 ducati a cui seguì, nel 1845, un secondo ad opera dell'architetto Francesco Saponieri. Entrambi i progetti furono bocciati per ragioni economiche. La situazione cambiò nel 1855 quando, alla sua morte, il facoltoso concittadino Paolo Tonti donò tutti i proventi derivati dalla rendita dei suoi possedimenti alla città, al fine di costruire una nuova cattedrale. Del progetto fu nuovamente incaricato l'architetto Saponieri, che ne propose uno da 190.000 ducati. Il progetto fu, ancora una volta, scartato perché troppo costoso. La redazione del progetto fu così affidata all'ingegnere Errico Alvino, ma anche quest'ultimo presentò un'opera dal costo troppo elevato per le casse cittadine. L'ingegnere napoletano propose allora un secondo progetto, approvato dal comune, ma non dalla cittadinanza a causa delle dimensioni modeste di poco superiori a quelle della Chiesa Madre. Finalmente nel 1870, dopo aver apportato alcune modifiche, l'ingegner Alvino vide approvato il suo progetto, per una previsione di spesa di 127.000 ducati. La costruzione cominciò il 29 giugno 1873, con la posa della prima pietra del nuovo edificio. Nel 1876 l'ingegner Alvino morì e l'incarico passò ad un suo allievo, l'ingegner Giuseppe Pisanti, che approntò un ulteriore progetto definitivo. Una serie di vicissitudini fecero allungare di molto i tempi di realizzazione dell'opera, tanto che la sua inaugurazione si ebbe, nonostante la costruzione non fosse ultimata, solo il 14 settembre 1934. Il tempio ereditò i titoli di cattedrale e di parrocchia di San Pietro Apostolo dall'antica Chiesa Madre. Il Duomo fu chiuso in seguito al terremoto che colpì la città il 23 novembre 1980. I successivi lavori di restauro furono avviati nel 1982 e riguardarono il consolidamento statico delle strutture, la ricostruzione della lanterna, la sostituzione del rivestimento in rame delle cupole e interventi su rifiniture interne ed esterne, organo compreso. Dal 30 settembre 1986 la chiesa è sede vescovile della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano ed il duomo Tonti è stato innalzato a Cattedrale diocesana. Inoltre dal 22 febbraio 1999, successivamente alla richiesta avanzata dal vescovo Giovanni Battista Picchierri in data 13 aprile del 1998, la cattedrale è stata elevata a Basilica Minore intitolata a San Pietro Apostolo. Da maggio a settembre nella Cattedrale è conservata l'icona della Madonna di Ripalta, patrona principale della città.

Architettura

La pianta della basilica è a croce latina a tre navate, una centrale, più ampia, larga 11,40 metri ed alta 27,70 ad arcate longitudinali e trasversali, e due minori laterali larghe 4,20 metri ed alte 17,50 metri. Ogni braccio della croce termina con una tribuna a formare così tre absidi. Lo stile architettonico è caratterizzato da un'ossatura romanica e da elementi gotici (ad es: volte, arcate e finestre). La prima coppia di pilastri, così come le due coppie di colonne in pietra di Trani, fungono da supporto per l'ampio ripiano della cantoria, dov'è posto l'organo a canne. All'ingresso sono collocate due acquasantiere in marmo di Carrara che poggiano su altrettante colonne a tortiglione. Sulla destra rispetto all’ingresso principale, vi è il Battistero a forma di tempio ottagonale retto da una colonna, su cui è posto un bacino decorato, al cui vertice vi è l'effige, in bronzo, di San Giovanni Battista. In memoria del benefattore che volle la costruzione della nuova Cattedrale, sulla parete della navata minore sinistra si trova una lapide che ricopre l'urna contenente i resti di Paolo Tonti. Al centro della navata centrale, sulla destra, si erge il pulpito in marmo bianco, decorato con soggetti che si rifanno al simbolismo liturgico. Superata la Cattedra vescovile, posta al centro della chiesa sulla sinistra, si arriva all'altare maggiore al quale si accede mediante cinque scalini. L'altare è sormontato dal baldacchino in marmo bianco di Carrara. Il paliotto dell'altare è decorato con archi retti da colonnine, e presenta sullo sfondo una grata in bronzo attraverso cui si è possibile osservare il reliquiario che contiene i resti ossei dei santi martiri: Trifone (Patrono minore della città), Agapito e Respicio. La navata principale, oltrepassato l’altare maggiore, culmina con il coro ligneo dell'800. Il prospetto principale è suddiviso da quattro risalti in tre campate corrispondenti ad altrettante navate ed altrettanti portali e rosoni superiori. Il rosone maggiore è composto da un anello di pietra calcarea intagliata e da una ghiera con sedici archetti trilobati con colonnine, che sorregono il nucleo centrale in marmo traforato, anch'esso caratterizzato da archetti lobati. I due rosoni laterali presentano, invece, dodici archetti e colonnine, unite al centro in un nucleo quadrilobato. L'interno della Basilica si presenta alquanto spoglio, ma luminoso. Dalla Pasqua del 2005 tutte le finestre della chiesa sono decorate da vetrate istoriate. Alla chiesa si può accedere, oltre che dai portali frontali, anche dai lati attraverso quattro porte in prossimità del transetto. Otto finestre, quattro per ciascun lato, illuminano le navate. La cupola è visibile da ogni punto della città anche a distanza di diversi chilometri. La sua circonferenza interna misura 59,7 metri mentre all'esterno misura 88,6 metri. La cupola è posta su di un tamburo ottagonale, che su ogni lato presenta una finestra trifora. Ne consegue che anche la cupola ha come base un ottagono, e si innalza su altrettanti costoloni. La lanterna ha la forma di una piramide ottagonale ed è sormontata da una sfera su cui poggia una grande croce. Durante i lavori di ristrutturazione successivi al terremoto del 1980, la sfera con la croce e tutte le coperture in rame sono state sostituite. Altri materiali utilizzati per i rivestimenti sono: la pietra di Trani o anche la pietra di Carovigno e Bisceglie oltre al marmo bianco di Carrara. La basilica risulta essere incompleta in molti suoi aspetti, manca il campanile e i sacri bronzi sono riposti in una cella campanaria, sul tetto della navata centrale. Il portale maggiore è contraddistinto solo da stipiti ed archivolti in pietra calcarea di Trani, sebbene il progetto originario del Pisanti prevedesse pilastri, edicole e nicchie, pinnacoli ed un acutissimo termine triangolare che giungeva fino al centro del grande rosone.

Dimensioni

Larghezza esterna: 47,16 metri; Lunghezza esterna (scalinata esclusa): 89,29 metri; Altezza dal pavimento alla sfera di sostegno della croce: 75,75 metri;

Chiesa del Purgatorio


La chiesa fu costruita nel 1578 dai Padri Gesuiti trasferitisi in città. Inizialmente ubicata fuori dalle mura, fu inglobata nell'abitato in seguito allo sviluppo urbanistico che interessò Cerignola.L'aspetto attuale è frutto di lavori svolti nel XVIII secolo che portarono ad una dilatazione in altezza e in ampiezza dell'edificio. Di notevole valore è l'altare maggiore, considerato uno dei più preziosi della Puglia.Chiesa di Borgo-Libertà-Torre Alemanna. La chiesa sorge distaccata dall'antico complesso teutonico vero e proprio di Torre Alemanna. Si tratta di un edificio religioso fatto costruire dal cardinale commendatario dell'insediamento teutonico. Recentemente, i lavori di restauro del complesso hanno confermato la presenza - tra il XII e il XIII secolo - di una chiesa all'interno di tale insediamento.

Chiesa di Sant'Agostino

Nel XV secolo gli Agostiniani stabilirono la loro sede in una chiesa dedicata a santa Caterina. Da allora sono stati apportati numerosi cambiamenti all’edificio. Ad esempio è mutata la facciata barocca, realizzata alla fine del Settecento, quando furono eliminate anche le capriate lignee utili alla sopraelevazione del soffitto. L'interno si presenta con un'unica navata. Sul pavimento sono tuttora presenti i resti di una balaustra che correva lungo l'asse mediano e longitudinale della costruzione, il cui scopo era dividere i fedeli in base al loro sesso.

Chiesa di Sant'Antonio da Padova

L'edificio fu eretto nel 1882 dai Frati Minori Conventuali sulle rovine della cappella annessa al convento di Santa Maria di Loreto e Sant'Antonio. Nel corso del XX secolo, la chiesa ha subìto numerosi interventi di abbellimento, gli ultimi dei quali, effettuati nel biennio 1994-1995, hanno restituito alla chiesa il suo aspetto originale. La chiesa presenta un'unica navata dal soffitto a cassettoni con decorazioni in stucco, ed è completata esternamente da un campanile. Nel 1945 la chiesa è stata elevata a parrocchia da monsignor Pafundi.

Chiesa Madre

La Chiesa Madre è una degli edifici più antichi di Cerignola. Fu cattedrale intitolata a san Pietro, fino alla realizzazione del Duomo Tonti; attualmente è dedicata a san Francesco. A giudicare da alcune iscrizioni presenti all'interno della chiesa (datate 1200), la sua costruzione è da attribuire all'XI o XII secolo. Osservandola è possibile notare i diversi interventi di ristrutturazione che ha subìto. Ognuno di questi interventi presenta elementi architettonici tipici del periodo in cui è stato effettuato.

Chiesa della Beata Vergine del Monte Carmelo

La chiesa parrocchiale del Carmine era in origine chiamata "Maria Santissima del Carmelo fuori le mura e Sant'Anna", in quanto ubicata al di fuori dell'antico borgo. La sua costruzione risalirebbe al XVI secolo, periodo in cui i Carmelitani si stabilirono in città (1576). Col passare del tempo, essendosi la città estesa maggiormente, la chiesa assunse una posizione centrale all’interno dell’abitato. La centralità fu favorita anche dalla presenza di maggiorenti e artigiani nelle immediate vicinanze, e dal trasferimento del Municipio nell'ex convento dei Carmelitani annesso alla chiesa. Il convento rimase di proprietà dell'Ordine fino agli inizi del XIX secolo, periodo in cui l'editto di Saint Cloud soppresse alcuni ordini monastici e ne confiscò i beni assegnandoli allo Stato. La facciata, eseguita in due tempi, è in stile barocco e fu completata in seguito alla realizzazione delle due navate laterali, costruite in un secondo momento rispetto al corpo centrale. Esternamente vi è un campanile a cinque "tesi" - o piani - progettato dall'architetto Federico Reale (allora priore della Confraternita del Carmine) e la cui costruzione richiese ben 17 anni. Il campanile è stato costruito in pietra calcarea martellinata ed è impreziosito da due bracci di ferro in croce posti sulla sommità e da tre campane di dimensioni diverse. Inoltre, all'altezza della prima rampa del campanile, vi è un oblò al cui interno si trova una campanella probabilmente appartenuta alla vecchia cappella. Dal 17 novembre 1839 la chiesa è stata elevata a parrocchia.

Assunzione Della Beata Vergine Maria
Beata Vergine Maria Del Carmine
Beata Vergine Maria Addolorata
Beata Vergine Maria Ausiliatrice
Beata Vergine Maria Del Buon Consiglio
Beata Vergine Maria Di Lourdes

CONGREGAZIONE CRISTIANA TESTIMONI DI GEOVA

Sacri Cuori
San Domenico
San Francesco
San Giuseppe
San Leonardo Abate
San Pietro Apostolo
San Trifone Martire
Santa Barbara
Santissimo Crocifisso 
Santissimo Cuore Di Gesù
Spirito Santo

Chiese campestri

Madre di Dio Maria Santissima di Ripalta

La chiesa, che dista 9 chilometri circa da Cerignola, sorge su uno strapiombo, alto circa 150 metri, sito sulla riva sinistra dell’Ofanto. In origine qui si praticavano riti pagani. A riprova di ciò, vi è la presenza in loco di una stele, probabilmente facente parte di un antico tempio. Essa presenta un'iscrizione latina relativa alla costruzione di un'ara dedicato alla dea Bona, divinità della pastorizia e dei boschi. Le prime tracce relative al culto dell'icona bizantina di Maria risalirebbero all'XIII secolo. L'icona fu portata in località Ripa Alta dai monaci Basiliani, fuggiti alla persecuzione contro il culto delle immagini sacre attuata da Leone III l'Isaurico. La costruzione del convento dovrebbe essere quindi opera dei monaci, i quali lo realizzarono sui ruderi dell'antico tempio per esporvi l'icona. Sebbene non vi sia certezza della presenza dei monaci, è provata invece l'esistenza di una chiesa già dal 947 d.C. In quel periodo essa fu abbandonata dai monaci a causa delle scorribande dei Saraceni e fu tenuta dal chierico Cicerone. I monaci, prima di allontanarsi dal luogo, si preoccuparono di nascondere l'immagine santa in una grotta. Nel 1259, in un atto del Preposto della Chiesa di Canosa - di cui la struttura faceva parte - il tempio veniva già citato col titolo di: chiesa della Beata Maria Vergine di Ripalta. Nel 1310 la proprietà passò all’Ordine dei Cavalieri Teutonici, mentre nel 1543, come dimostrato da un atto notarile, il Capitolo della Chiesa di Cerignola, proprietario da data ancora ignota, donò la cappella nominata Santa Maria di Ripalta al duca Caracciolo, signore della Terra di Cerignola. A causa di una serie di avvicendamenti che interessarono le proprietà di fabbricati e terreni circostanti, lo stato di conservazione della chiesa andò peggiorando con il passare del tempo. Solo nel 1931 furono avviati dei lavori di restauro e consolidamento, a cui seguirono, nel 1974, lavori di ampliamento della struttura, che portarono alla costruzione del transetto e dell'abside, e alla rimozione di alcune stanze del piano superiore. L'8 settembre 1992 la chiesa è stata eretta a santuario diocesano Madre di Dio Maria Santissima di Ripalta; il 31 maggio 1993, invece, la proprietà di chiesa, locali annessi e terreni circostanti è passata dai privati alla Diocesi di competenza. Da allora, numerosi sono stati gli interventi atti a rendere più confortevole l'ambiente, come ad esempio l'installazione di panche per i fedeli. Il santuario ospita il quadro della Madonna di Ripalta per i mesi che vanno dal secondo lunedì di ottobre al sabato successivo alla Pasqua. In quei giorni, i fedeli si muovono in pellegrinaggio a piedi per accompagnare l'icona da Cerignola al santuario e viceversa. Durante la processione, il corteo effettua due soste in prossimità di altrettante cappelle rurali: la Salve Regina (1872) e le Pozzelle (1833).

San Casimiro

La chiesa fu costruita in onore del duca Casimiro d'Egmont, proprietario dell'annessa fattoria. Fu consacrata dal vescovo di Minervino il 13 luglio del 1758. All'interno della chiesa è possibile osservare delle lapidi epigrafiche che testimoniano l'avvenuta consacrazione. Il prospetto semplice termina con un frontone e campanile a vela ad unica cella; nell’interno l’ambiente unico ha una copertura a botte impostata su archi e vele. Prima del suo trasferimento alla pinacoteca di Bari, sull'altare barocco era presente una tela raffigurante il Santo a cui la chiesa è intitolata. All'interno della struttura vi è un'altra epigrafe particolare che giustifica la presenza della chiesa in aperta campagna: essa, infatti, permettere ai campagnoli di assolvere ai loro bisogni spirituali, tenendoli lontani dallo spettro del paganesimo.

San Giovanni Battista

La costruzione risale al XVIII secolo ed era di proprietà del conte d'Egmont duca di Bisaccia, come risulta dal Catasto Onciario già nel 1742. Sebbene di dimensioni modeste, al suo interno è possibile notare i numerosi dipinti che ornano la chiesa, e che raffigurano numerosi santi quali: san Giovanni, san Lorenzo, sant’Antonio e sant’Isidoro di Siviglia protettore dei contadini. Successivamente al degrado dell’edificio, fu costruita una nuova chiesa distante poche centinaia di metri. La nuova chiesa, dalla pianta circolare, all'interno conserva una lapide in memoria dei piloti statunitensi, appartenenti alla 15ª divisione aerea, morti durante la II Guerra Mondiale.

San Marco Evangelista

La cappella rurale dista approssimativamente quattro chilometri dal centro abitato, e si trova nell'omonima contrada, sulla strada per Canosa di Puglia. Fino ai primi dell'Ottocento, Il 25 aprile, giorno in cui ricorre la festa del Santo, i preti membri del Capitolo si recavano nella cappella per la celebrazione della messa e la benedizione dei campi. Successivamente, la celebrazione si spostò presso il convento dei Cappuccini, da cui partiva la processione alla volta della Chiesa Madre, dopo una breve sosta a palazzo Carmelo, l'ex municipio. Anche questo rito, come quello celebrato nella cappella rurale, ormai non è più celebrato.

Santa Maria dell'Annunziata

La chiesa, la cui esistenza è nota sin dal 1758, si trova a circa quattro chilometri dal centro urbano, sulla strada per Manfredonia. La facciata presenta un arco in stile gotico sormontato da una lunetta. Ai suoi lati vi sono invece, due nicchie vuote. Al centro della facciata, inoltre, si trova una cella campanaria provvista di una campana risalente al 1852. Poiché il pavimento è al di sotto del piano stradale, l'ingresso è garantito da tre scalini. L’interno presenta una sola navata, che dall'ingresso si restringe verso il fondo della chiesa. Numerosa la presenza di archi e contrarchi con volte a vela. Al centro del presbiterio vi è l'altare costruito in pietra leccese, di stile barocco. Tra il 1989 e il 1991, la costruzione ha subito una serie di lavori di restauro, grazie ai quali sono tornati alla luce frammenti di antichi affreschi. Sul fianco destro della chiesa, vi è un locale che presenta un'iscrizione sulla porta d'ingresso. L'iscrizione parla dell'eremita che fece costruire il locale nell'aprile del 1543.

Santa Maria delle Grazie (Torricelli)

La chiesa, che dista circa 3 chilometri dal centro cittadino, si trova all'interno della masseria di proprietà della famiglia Torricelli, nell'omonima contrada. Il complesso si compone di una palazzina padronale a cui è annessa la struttura religiosa. La facciata culmina con un frontone e presenta un campanile a vela ad unica cella trasversale. La facciata è inoltre rivolta verso l'antica Chiesa Madre. Il portale con stipiti in pietra immette nell’unica navata coperta a botte, mentre il piccolo catino absidale ospita un altare in muratura decorato e una finestra che illumina l’ambiente. La chiesa è stata elevata, successivamente al suo restauro, a oratorio semipubblico il 22 agosto del 1977.

Santa Maria delle Grazie (San Martino)

Considerando le vicende storiche legate a questa chiesa, Santa Maria delle Grazie è indubbiamente da considerarsi la chiesa campestre più importante. La struttura è ubicata sulla strada che un tempo, percorrendo il Tratturo di Casal Trinità, portava a Trinitapoli. La storia della chiesa risulta essere alquanto incerta. Probabilmente la struttura fu eretta nel IX secolo come cappella gentilizia per volere dei fratelli Lupis o Lupo di Giovinazzo, sulle rovine di un antico tempio pagano. Benché sussistano dei dubbi sull'effettiva costruzione della chiesa, dovuti a probabili errori di trascrizione, è certa l'esistenza della chiesa agli inizi del 1500. Qui, infatti, fu trasportato il corpo senza vita di Louis d'Armagnac, duca di Nemours comandante dell’esercito francese sconfitto da Consalvo da Cordova durante la Battaglia di Cerignola. Ancora oggi all’interno della chiesa, alla destra dell’arco trionfale, si può leggere un'iscrizione dell’epoca (eseguita quasi certamente con un pugnale) che ricorda lo scontro. Santa Maria delle Grazie è nota anche con l'appellativo di Incoronatella, poiché l'ultimo sabato di aprile qui si svolgeva una sagra che radunava tutti i devoti della Madonna dell'Incoronata che non potevano recarsi al santuario sulla strada tra Cerignola e Foggia.

San Vito Martire

La cappella di San Vito è sita nell'omonima contrada, distante all'incirca quattro chilometri dalla città, e si trova sulla stessa strada che porta al macello comunale. Il Santo, martire nel 303 d.C. insieme a nutrice e al marito di quest'ultima, viene celebrato il 15 giugno; data in cui molti cerignolani, vista la diffusione del nome Vito in città, si recano alla cappella per la Santa Messa