Storia di Micol, da Scienze agrarie alla borsa della Fondazione L'Oréal: premiato uno studio sui digestori anaerobici in grado di migliorare la produzione di metano e idrogeno.
Una collaboratrice del gruppo di “Microbiologia” del Dipartimento di via Napoli si aggiudica il premio messo in palio dalla prestigiosa holding internazionale.
Vincitrice del “L'Oréal Italia per le Donne e la Scienza” insieme ad altre 4 colleghe provenienti da altre Università italiane, selezionata tra 360 candidature presentate.
Una collaboratrice del gruppo di “Microbiologia” del Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell'ambiente dell'Università di Foggia, la dott.ssa Micol Bellucci, si è aggiudicata una delle 5 borse di studio messe a concorso dalla prestigiosa Fondazione l'Oréal – Unesco nell'àmbito del premio L’Oréal Italia - Per le Donne e la Scienza (che prevede il conferimento di cinque borse di studio, del valore di 15.000 euro ciascuna, assegnate a ricercatrici d’età inferiore ai 35 anni, residenti in Italia e laureate in discipline nell’area delle Scienze della vita e della materia). La giuria, presieduta anche in questa edizione dal prof. Umberto Veronesi, ha selezionato le cinque vincitrici tra oltre 360 candidature pervenute. «Siamo molto felici quando una collaboratrice, oppure un ricercatore, della nostra Università ottiene risultati così importanti o comunque così incoraggianti – ha commentato il Prorettore vicario nonché ordinario di Microbiologia al Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell'ambiente dell'Università di Foggia, prof.ssa Milena Sinigaglia –. Ma in questo caso la felicità è un po' più sentita, poiché Micol Bellucci lavora con noi ormai da due anni con entusiasmo e passione, a conferma del fatto che, quando ci sono solide radici alla base di qualsiasi sfida, prima o poi i risultati si raccolgono. A lei, ma anche a tutti i collaboratori e i ricercatori degli altri Dipartimenti che stanno lavorando alacremente a progetti molto impegnativi e che sono in attesa di risultati, vanno tutto l'incoraggiamento e il sostegno dell'Università di Foggia».
Lo studio premiato dalla Fondazione L'Oréal. La nostra società utilizza principalmente energia proveniente da combustibili fossili: petrolio, gas naturali e carbone. Sfruttare queste risorse non è più sostenibile, sia per i costi di estrazione sia per le conseguenze ambientali. Per questo motivo le politiche europee e nazionali,in campo energetico e ambientale, hanno rivolto la loro attenzione verso fonti di energia alternativa e rinnovabile, come le biomasse residuali agro-industriali e i rifiuti organici. Gli scarti dell'industria agroalimentare, infatti, possono diventare una fonte pulita di energia. I residui vegetali e i rifiuti organici possono essere convertiti in energia elettrica e termica grazie alla digestione anaerobica, ossia la trasformazione della sostanza organica in bio-gas mediante l’utilizzo dei batteri. Lo scopo della ricerca della dott.ssa Micol Bellucci è quello di sviluppare una nuova generazione di digestori anaerobici in grado di migliorare la produzione di metano e idrogeno, diminuendo al contempo la quantità di azoto presente nei materiali di scarto (che costituisce una fonte di inquinamento ambientale derivante dall'utilizzo di queste tecnologie). Il suo studio, denominato Processi microbici innovativi per ottimizzare la produzione di bio-energia da scarti agroindustriali in digestori anaerobici a basso impatto ambientale e come detto finanziato dalla Fondazione L'Oréal con 15.000 euro, intende sperimentare nella dark fermentation l’utilizzo della micro areazione per produrre una maggiore quantità di idrogeno e metano rimuovendo al contempo parte dell'azoto contenuto nel digestato. Nello specifico, verranno immesse piccolissime quantità di ossigeno nel primo reattore del digestore anaerobico a due stadi, per incentivare sia la crescita dei batteri produttori di idrogeno (definiti anaerobi facoltativi perché tollerano la presenza di ossigeno), a discapito di quella dei batteri metanogeni (anaerobi obbligati, che non sopravvivono in presenza di ossigeno), sia la crescita dei batteri nitrificanti (batteri aerobi).
Le prospettive della ricerca. Il progetto verificherà l'efficacia di questa nuova metodologia, utilizzando un approccio multidisciplinare. Inizialmente verranno realizzati in laboratorio impianti di digestione anaerobica a due stadi. Studiandone il funzionamento in laboratorio, verranno quindi individuati i migliori parametri operativi di ossigenazione, per ottimizzare la produzione di idrogeno e metano e limitare al massimo quella di azoto. I dati raccolti verranno quindi esaminati e comparati con quelli presenti nella letteratura scientifica per determinare l'efficienza e la sostenibilità del processo. L'ipotesi è che si ottenga un aumento del 10-20% nella produzione di idrogeno e metano, nonché una riduzione del 30% di azoto. L’ultima fase della sperimentazione prevede l'analisi della comunità microbica selezionata nel processo attraverso metodi di biologia molecolare. Al termine del progetto, i ricercatori disporranno di tutte le informazioni ingegneristiche e microbiologiche necessarie alla sviluppo di una tecnologia innovativa, prima su scala pilota poi su scala industriale, per ottimizzare la produzione di energia da fonti rinnovabili in modo sostenibile.
Micol Bellucci / La scheda. Micol Bellucci – 34 anni, laureata nel 2005 in Scienze biologiche presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi di laurea in Microbiologia ambientale svolta nei laboratori dell’Istituto di ricerca sulle acque del CNR – nel 2010 ha conseguito il dottorato di ricerca presso la School of Civil Engineering and Geosciences di Newcastle University (Newcastle Upon Tyne, Gran Bretagna) sull’integrazione di teorie ecologiche nel design di processi biologici per il trattamento delle acque reflue. Nel 2010 ha vinto la borsa di studio della Japan Society for the Promotion of Science con la quale ha lavorato presso il Department of Chemical Engineering della Tokyo University of Agriculture and Technology (Tokyo, Giappone) sui processi biologici per la rimozione dell’azoto. Tra il 2011 e il 2013 si è occupata di ecologia microbica dei biofilm presso il Laboratoire de Biotechnologie de l’Environnement dell’Institut National de la Recherche Agronomique (Narbonne, Francia). Dal 2013 (reclutata nell'ambito del prestigioso progetto europeo STAR* AgroEnergy) lavora sui processi microbiologici dei digestori anaerobici utilizzati per la valorizzazione energetica delle biomasse residuali agro-industriali presso il Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell'ambiente dell'Università di Foggia.
Davide Grittani
Portavoce Università di Foggia