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ciaNell’area del Parco, gli olivicoltori non sanno come smaltire il frascame, regole e limiti da rivedere
Richiesta congiunta di Coldiretti Foggia, CIA Capitanata e Confagricoltura Foggia
La lettera inviata al presidente Emiliano, all’assessore Pentassuglia e al Prefetto Esposito

FOGGIA Una deroga alla normativa regionale vigente, che permetta l’abbruciamento dei residui di potatura nei territori ricadenti nell’area del Parco Nazionale del Gargano. E’ quanto hanno chiesto congiuntamente, attraverso una lettera ufficiale, i dirigenti provinciali delle tre maggiori organizzazioni sindacali degli agricoltori, Coldiretti Foggia, CIA Capitanata e Confagricoltura Foggia. La richiesta è stata indirizzata al presidente Michele Emiliano, all’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia e al Prefetto di Foggia Carmine Esposito. Le organizzazioni agricole, infatti, dopo aver incontrato Pasquale Pazienza e avere concordato con il presidente del Parco Nazionale del Gargano sulla necessità della deroga, ora ritengono prioritario mettersi urgentemente attorno a un tavolo con la Regione Puglia per arrivare a una soluzione.
Nell’area garganica, nei territori che ricadono all’interno del perimetro del Parco del Gargano, è necessario trovare una soluzione equa e giusta all’impossibilità da parte degli olivicoltori di smaltire i residui di potatura degli ulivi, poiché la bruciatura delle frasche è vietata. “Come è noto, l’olivicoltura e l’agrumicoltura sono le più importanti attività agricole del Gargano e assumono un importante significato socio-economico per l’intera area geografica”, si legge nella lettera sottoscritta da Marino Pilati (Coldiretti Foggia), Angelo Miano (CIA Capitanata) e Filippo Schiavone (Confagricoltura Foggia). “Il contesto normativo regionale, vietando di fatto l’abbruciamento dei residui di potatura, ai noti problemi connessi alla difficoltà di controllo di fitofagi, contrastabili in modo puntuale esclusivamente con l’abbruciamento delle chiome degli alberi, si aggiungono quelli collegati all’impossibilità di accesso con mezzi meccanici alle citate aree per lo più estremamente acclive, per eseguire le permesse operazioni di cippatura/trinciatura.
Alla luce di quanto sopra, anche al fine di scongiurare l’abbandono delle terre garganiche coltivate ad oliveti, con aggravio dei noti problemi di dissesto idro-geologico causati dall’assenza antropica, chiediamo la concessione di un’apposita deroga al disposto dell’art. 2, comma 4 della L.R. n. 38/2016.
La lettera è accompagnata da un documento che riporta uno studio elaborato dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Foggia e dall’Ordine Agronomi e Forestali, ricerca che mette in evidenza come l’abbruciamento dei residui di potatura sia fondamentale per evitare “il diffondersi degli attacchi di alcune specie di insetti fitofagi e di fitoparassiti”, avendone già constatato la presenza proprio negli uliveti posti nell’area del Parco.
Dovendo far rispettare l’attuale norma in vigore, i Carabinieri Forestali intervengono comminando le sanzioni previste. Tutto questo, però, non fa che aggravare condizioni economiche già estremamente pesanti per le aziende agricole, che in questo periodo sono strette nella morsa dei rincari dei costi di produzione, della bolletta energetica e delle materie prime. Il problema dunque è anche sociale, produttivo e occupazionale, visto che sempre più agricoltori sono spinti ad abbandonare la propria attività e a lasciare incolti i terreni, soprattutto dove le condizioni per mandare avanti la propria impresa sono più difficili, in special modo nelle zone più impervie del Gargano. Bisogna tenere nella giusta considerazione, inoltre, il fatto che gli agricoltori e gli allevatori garganici sono i primi alleati e difensori del patrimonio ambientale di tutta l’area, poiché rappresentano un presidio a difesa e tutela di un territorio che, altrimenti, sarebbe abbandonato.