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disperata 2SIAMO TUTTI (IR)RESPONSABILI
Quanto accaduto nei giorni scorsi a Palermo e a Caivano è la prova che l’empietà umana non conosce confini e si nutre di sé stessa gonfiando ulteriormente il proprio ego, specie se maschile, grazie alla tecnologia e al suo cattivo uso o, meglio, abuso.
Ci troviamo tragicamente difronte ad una “banalità del male” in chiave contemporanea, in cui il genere ha preso il posto della razza; in cui il diritto di cronaca, o meglio le continue riprese con il telefonino, ha sostituito il dovere di intervenire a difesa della vittima qualora spettatrici o spettatori di violenza; in cui la violenza, seppure efferata, diventa virtuale e per questo considerata lontana dalla realtà e da noi stessi, ma condivisa e condivisibile in una sorta di collettiva deresponsabilizzazione e contagio sociale.
Lo stupro di gruppo ai danni di una giovane ragazza e di due bambine sicuramente ha suscitato nella maggior parte di noi sdegno, ripugnanza, sgomento: ma, per risolvere il problema, non basta condannare comportamenti e modi di pensare che, pensiamo, non ci appartengono.
Allo stesso modo e ancor peggio, non possiamo cadere in quella sorta di amnesia “dissociativa” che ci porta a dimenticare piuttosto presto, terminati i clamori della cronaca, crimini così efferati quali femminicidi, violenze e abusi sessuali su donne, bambine, bambini e adolescenti.
Non possiamo rimanere indifferenti dinanzi a “numeri” che, in realtà, esprimono storie e drammi di centinaia di persone violate, in prevalenza donne e ragazze: in Italia viene denunciata una violenza sessuale ogni 131-132 minuti, con una media quotidiana di 11 tra stupri e abusi dichiarati, sebbene la diffusione di questi reati sia ben più ampia di quanto emerge dai dati ufficiali.
In particolare, non possiamo ignorare che l’incidenza delle vittime under 18 di genere femminile supera l’80% per la violenza sessuale variamente declinata e che nel 2020 la percentuale degli stupri di gruppo è salita al 93% rispetto all’88% del 2019; e che è andata ancor peggio nel primo quadrimestre del 2021, quando bimbe e ragazze hanno rappresentato il 100% delle vittime di due o più stupratori.
E di quanto accade siamo, purtroppo, tutti responsabili. Pertanto, è necessario che come donne, uomini, madri, padri, sorelle, fratelli, cittadine e cittadini, come professioniste e professionisti della salute e della educazione di bambine, bambini e adolescenti, diventiamo tutte e tutti protagonisti di un vero cambiamento sociale e culturale, che passa in primis attraverso il disuso del linguaggio sessista a partire dal contesto domestico, attraverso l’educazione alla genitorialità positiva, attraverso il superamento dei ruoli e degli stereotipi di genere in ambiente sia familiare che extrafamiliare, attraverso l’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole di ogni ordine grado e fin dalla scuola dell’infanzia.
Ma il vero cambiamento passa soprattutto attraverso il coraggio delle donne di denunciare abusi, violenze, mobbing e attraverso il coraggio degli uomini di riconoscersi vulnerabili e di dichiararsi apertamente sensibili e contro qualsiasi forma di violenza di genere.
Nella consapevolezza di quanto finora esposto, l’Osservatorio Bambini Invisibili e il Consiglio Direttivo dell’O.M.C.eO. di Foggia insieme alla Federazione Italiana Medici Pediatri della Provincia di Foggia confermano il proprio impegno nel prevenire e contrastare qualsiasi forma di abuso e maltrattamento all’infanzia.