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Primo piano

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celenzaIniziativa mercoledì 19 aprile, alle ore 17.30, nella sala dell’ex Monastero di San Nicola a Celenza Valfortore

CELENZA VALFORTORE Si terrà mercoledi 19 aprile, alle ore 17,30, nella sala dell’ex Monastero di San Nicola a Celenza Valfortore, il convegno dal titolo “La chiave per liberarti dalle dipendenze la troviamo insieme”.
L’incontro, promosso dall’Asl di Foggia in collaborazione con i comuni e le parrocchie di Carlantino e Celenza Valfortore, fornirà degli spunti di riflessione su come prevenire le dipendenze, in particolare quelle legate alle droghe. Il tema delle dipendenze comprende tutte le sostanze e i comportamenti che possano generare dipendenza nonché tutti gli ambiti della società che influenzano l’insorgere di queste dipendenze. Con la prevenzione si vogliono adottare misure efficaci che evitino che i problemi di dipendenza possano ripercuotersi sulla salute dei diretti interessati e pesare fortemente sul relativo tessuto sociale. In particolare, durante il convegno si parlerà degli aspetti psicologici delle dipendenze, del disagio giovanile, della dipendenza affettiva e del territorio come fonte di prevenzione e di cura.
“Con la promozione della prevenzione si vuole mettere in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla – ha dichiarato il sindaco di Carlantino, Graziano Coscia - la prevenzione è un concetto e allo stesso tempo consiste in una serie di azioni che comprendono tutte le misure miranti a impedire, per quanto possibile, l’assunzione di comportamenti a rischio”. Al convegno parteciperanno, fra gli altri, oltre al sindaco di Carlantino Graziano Coscia; il direttore generale dell’Asl di Foggia Antonio Nigri; il direttore del distretto socio sanitario di Lucera Vito Nicola Cristiano; la psicologa del Ser.D di Lucera, Maria Teresa Di Iorio; don Ivan Clemente, parroco di Carlantino e Gennaro Signore, Comandante della stazione dei Carabinieri di Celenza Valfortore e di Carlantino. A fare gli onori di casa, Massimo Venditti, sindaco di Celenza Valfortore. L’incontro, che nei giorni scorsi si è tenuto anche a Motta Montecorvino e a Casalvecchio di Puglia, sarà moderato da Maria Antonietta Favilla, coordinatrice del servizio sociale del distretto socio sanitario di Lucera.

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sciopero

Visto il susseguirsi di voci e notizie, spesso non rispondenti alla realtà dei fatti, riteniamo utile spiegare ai media e a tutta la POPOLAZIONE di Stornara ciò che sta avvenendo nel nostro paese e che vede nell’Amministrazione Comunale delle posizioni inspiegabili, strumentali ed una chiusura alla democrazia partecipata anche se spesso è decantata.

A Stornara da anni esiste l'insediamento di una comunità di persone di etnia Rumena (da molti definiti erroneamente Rom), questo insediamento, ma meglio definirlo bidonville, è ubicato in un terreno PUBBLICO di proprietà dell’ERSAP (ente regionale pugliese) ed è sito nei pressi del Cimitero Comunale, questo ghetto tristemente noto negli ultimi anni per la morte di due bambini, evento che ha acceso i riflettori su una condizione ai limiti della vivibilità che esisteva da anni.

Recentemente, senza nessun coinvolgimento, né degli occupanti del campo né tantomeno degli agricoltori e manco a pensarlo della cittadinanza, l’Amministrazione ha deciso di Autorità di spostare questi esseri umani in Contrada Visciolo, nel fondo di proprietà di una Soc. Agricola.

Va aggiunto e precisato che ad oggi non vi è un contratto di locazione tra il Comune e questa Società, bensì un’atto d’urgenza, violando il diritto di proprietà privata, con il quale l’Amministrazione ha deciso di collocare lì il campo per una durata di 18 mesi, con la previsione di una ingentissima spesa che presumibilmente sarà a carico della cittadinanza con l’incremento della tassazione comunale. Ad oggi il Comune ha a disposizione solo 150 dei circa 416 mila euro previsti per la sola realizzazione del campo, Stornara va ricordato che per incuria amministrativa non partecipa al PNRR e quindi non riceverà i fondi per il superamento dei ghetti; va anche detto che oltre al ghetto dei ROM intorno al paese esistono altri 3 ghetti di varie etnie, per circa mille persone, e se consideriamo che i residenti sono circa 6.000, incidono per circa il 20%.

Da subito, come comitato, abbiamo anteposto ai nostri interessi produttivi quello delle persone che dovranno vivere in quel campo, che pensate un po' dista quattro chilometri dal paese (rispetto all’attuale che dista pochissimo) con strade di collegamento non illuminate; da subito abbiamo sottolineato i pericoli di questa scelta per la percorrenza a piedi nelle ore notturne; abbiamo anche posto che così facendo queste persone si ghettizzano ulteriormente precludendo ogni possibilità di integrazione sociale con la nostra popolazione; abbiamo inoltre sottolineato l’assenza di collegamenti con mezzi pubblici e la presenza di rischi per la loro incolumità, essendoci nelle vicinanze invasi d’acqua artificiali (vasconi) e impianti fotovoltaici con alta tensione elettrica.

Da subito abbiamo allertato le Autorità competenti (Prefettura, Regione e Governo) e ci siamo resi disponibili a dare una mano per la risoluzione del problema suggerendo proposte e opzioni, abbiamo proposto luoghi alternativi vicini al paese, abbiamo proposto l’utilizzo delle case sfitte, ed abbiamo suffragato le nostre proposte con pareri di tecnici specializzati che con encomiabile spirito di abnegazione hanno manifestato la propria collaborazione totalmente gratuita nel solo interesse dei migranti e del nostro paese.

Ma nonostante tutti i tentativi e le nostre buone volontà, che consistevano anche nel dare risposte occupazionali ai migranti, i nostri Amministratori si sono chiusi nelle loro stanze, sulle loro posizioni e si sono sottratti ad ogni forma di confronto senza spiegare alla popolazione: dopo 18 mesi cosa succederà a queste persone? Chi garantirà la sicurezza di queste persone? Quali saranno i percorsi di inclusione? Chi pagherà la differenza economica? Cosa ne sarà delle coltivazioni biologiche presenti in zona? Cosa muove questa scelta? Perché non vengono prese in considerazione le proposte alternative?
Abbiamo tanti interrogativi ai quali sarebbe bene che chi governa il nostro paese sia disponibile a chiarire.

Ci siamo resi disponibili ad ogni confronto con ogni Istituzione, Prefettura compresa, speriamo che qualcuno decida di ascoltare e colga questa Nostra disponibilità a dare una mano ad un tema così delicato, chiediamo partecipazione e coinvolgimento, rispettiamo le persone migranti e vogliamo che alle stesse siano riconosciuti i diritti di cittadinanza e di inclusione sociale, puntando a creare una collettività armonica e solidale.

Marco Di Meo Portavoce comitato agricoltori

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schermaCAMPIONATI MONDIALI GIOVANI E CADETTI PLOVDIV 2023, È DI EMANUELE NARDELLA LA PRIMA MEDAGLIA AZZURRA: LO SCIABOLATORE PUGLIESE BRONZO NEGLI UNDER 20

PLOVDIV - Viene dalla Puglia la prima medaglia azzurra ai Campionati del Mondo Giovani e Cadetti di Plovdiv: la porta in dote Emanuele Nardella, terzo classificato nella prova individuale di sciabola maschile Under 20.
L’atleta cresciuto nel Club Scherma San Severo ed attualmente in forza al Centro Sportivo Esercito ma che si allena al Circolo Schermistico Dauno è stato protagonista di una cavalcata entusiasmante: dopo aver fatto percorso netto nella fase a gironi, ha sconfitto 15-8 il britannico Max Cromie al primo turno, il ceco Matyas Cacek e l’egiziano Zeyad Nofal per 15-11 nei due turni successivi e successivamente si è imposto all’ultima stoccata prima sul francese Alexandre Lacaze poi sull’atleta del Niger Evann Girault. In semifinale Nardella, terzo classificato a pari merito con il giapponese Shido Tsumori, si è arreso per 15-6 nei confronti dello statunitense Colin Heathcock, detentore del titolo riconfermatosi in virtù del successo in finale per 15-12 sull’altro atleta nipponico Mao Kokubo.
Quest’ultimo ha fermato la corsa di Marco Mastrullo, campione europeo in carica, superandolo per 15-13 nei quarti di finale. Mastrullo, quinto classificato, aveva sconfitto nei turni precedenti l’ucraino Dmitrii Kolobaiev per 15-9, il giapponese Tomoaki Chano all’ultima stoccata, l’ungherese Mirko Petrucz per 15-12 ed il romeno Vlad Covaliu per 15-9. Nardella e Mastrullo torneranno in pedana lunedì per la prova a squadre.
Nella giornata di domenica tocca invece all’altra atleta pugliese convocata per la rassegna iridata e cioè Gaia Carafa del Circolo Schermistico Dauno, che sarà impegnata nella sciabola femminile Cadette.

Per conto di:
Ufficio Stampa
Federazione Italiana Scherma

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calcioGiuseppe Paolantonio, giocatore del Cus Foggia, tra i convocati nella selezione pugliese di calcio a 5 che parteciperà al Torneo delle Regioni
Il laterale rossonero farà parte della rappresentativa Under 19 regionale che da sabato 1 aprile sarà in Veneto per giocare la competizione nazionale organizzata dalla Figc-Lega Nazionale Dilettanti

C’è anche un giocatore del Cus Foggia tra i convocati della Rappresentativa Regionale Puglia Under 19 di calcio a 5 che parteciperà al Torneo Nazionale delle Regioni, organizzato dalla Figc-Lega Nazionale Dilettanti in programma da sabato1 a venerdì 7 aprile in Veneto.
Si tratta di Giuseppe Paolantonio, classe 2004, forte laterale rossonero. Giuseppe ha convinto il tecnico regionale Saverio Mascolo dopo aver partecipato a ben dieci allenamenti di selezione, primo dei quali sostenuto lo scorso 23 gennaio. “Alla prima convocazione eravamo più o meno una trentina di giocatori, divisi tra nord e sud della Puglia – racconta Giuseppe – ed è stato bello superare tutte le selezioni ed entrare a far parte dei dodici giocatori che parteciperanno al torneo e rappresenteranno la nostra regione”.
Lo spogliatoio cussino si gode questo ennesimo riconoscimento, importante perché dopo tanti anni il territorio foggiano ritorna ad esprimere un talento all’interno delle rappresentative pugliesi di calcio a 5.
“I compagni di squadra ed il mister Natale Coccia mi hanno sostenuto in questi mesi, devo ringraziarli per i tanti preziosi consigli che mi hanno dato. Hanno festeggiato con me questa convocazione, esortandomi a sfruttare al massimo questa opportunità, ed è quello che voglio fare. Mi piace, infatti, l’idea di potermi confrontare con tantissimi ragazzi provenienti da altre città, da altre regioni.
Inoltre, il respiro nazionale della competizione aumenta la mia curiosità nonché la mia voglia di fare bene, anzi, benissimo”.
All'edizione di quest'anno parteciperanno circa 1200 persone, tra atleti e atlete dai 14 ai 26 anni, tecnici ed accompagnatori.
Da sabato 1 e fino al 3 aprile si giocheranno le partite della fase a girone, poi con i quarti di finale si darà il via agli scontri ad eliminazione diretta.
Le gare si giocheranno in quindici palasport distribuiti su tutto il territorio veronese: le finali invece si disputeranno all’Agsm Forum di Verona venerdì 7 aprile.

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monteMONTE CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2025, L’AMARO IN BOCCA SIA UN PUNTO DI PARTENZA
La mancata designazione di Monte Sant’Angelo a “Capitale italiana della Cultura 2025” lascia l’amaro in bocca perchè tutti ci abbiamo sperato: Monte ce l’ha messa tutta, ma a vincere è stata Agrigento, alla quale vanno i nostri complimenti.
Nel rispetto dei ruoli, abbiamo sostenuto fin dall’inizio la candidatura di “Monte Capitale italiana della Cultura 2025”; abbiamo dato la nostra disponibilità a partecipare, con le nostre conoscenze e le nostre esperienze, a questo progetto qualora fosse andato in porto! Siamo rimasti colpiti dal senso di attaccamento alla comunità, una comunità che si mette in gioco, che ama il proprio territorio, che lavora instancabilmente per conservare e tramandare la storia e le tradizioni, perché più di ogni altra cosa desidera vederla rifiorire.
Questa occasione mancata sia, però, di insegnamento per tutti.
Chiediamoci se avremmo potuto fare di più e meglio, perchè non è mai abbastanza quando vogliamo giustamente proporci all’Italia e al mondo. Costruiamo già da oggi quegli strumenti – una Fondazione di partecipazione (pubblico, privato, associazioni), per esempio – che nel futuro potranno esserci utili per ripresentare una candidatura che abbia ulteriori punti di forza.
E convinciamoci che si può essere ogni giorno Capitale della Cultura se tutti, ognuno per il proprio ruolo, lavorano per rendere Monte ancora più bella e attrattiva; si può essere Capitale della Cultura se a guidarci è la concordia e la voglia di fare sempre meglio; si può essere Capitale della Cultura se si fa ogni giorno legalità, se si ha il coraggio di essere distanti da certi comportamenti, se si educa al rispetto dell’altro e se si ha rispetto sempre e comunque dell’altro. Monte può essere ogni giorno Capitale della Cultura se fa anche tutto questo. Ma sia chiaro: ciò può accadere se nessuno, ma proprio nessuno, si arroga il diritto di prevaricare, di puntare continuamente il dito contro l’altro; potremo essere ogni giorno Capitale della Cultura se sappiamo riconoscere i nostri limiti, che possono diventare il punto di partenza per fare sempre meglio e sempre di più.
Come Gruppo “A Monte” proseguiremo nel fare la nostra parte, quella parte che i cittadini ci hanno riservato, con la certezza che, quando c’è di mezzo il nome di Monte e il futuro dei nostri concittadini, sappiamo guardare oltre, pur sapendo qual è il confine dove arrivare.
Continueremo ad essere attenti affinché tutto ciò che si può realizzare sia fatto nel migliore dei modi.

Gruppo A MONTE Monte Sant’Angelo

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