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Il 22 luglio, Lise Moutoulomaya in paese, isola linguistica francoprovenzale, per il monumento al re francese
Il borgo fu fondato dai soldati del sovrano che liberò la vicina Lucera dai Saraceni

CELLE DI SAN VITO  Sarà la Console Generale di Francia per il Sud Italia e direttrice dell’Istituto Francese di Napoli, Lise Moutoulomaya, a presenziare alla cerimonia di inaugurazione della statua in bronzo raffigurante Carlo I d’Angiò che si terrà a Celle di San Vito sabato 22 luglio alle ore 17.
La notizia era nell’aria ed è stata ufficializzata dalla stessa sindaca del comune cellese, Palma Maria Giannini. “Siamo orgogliosi che la Console abbia scelto di testimoniare la presenza francese nel mio piccolo comune – ha dichiarato Giannini – La partecipazione di una personalità così importante al nostro evento non onora solo Celle di San Vito ma la Capitanata e l’intera Puglia”.
All’evento, oltre alla Console Generale, saranno presenti Mario Furore, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Giandonato La Salandra, deputato di Fratelli D’Italia e Marco Pellegrini, deputato del Movimento 5 Stelle unitamente a diversi sindaci dei Monti Dauni. Dopo l’accoglienza delle autorità in Municipio, ci si sposterà in via dei Provenzali, luogo nel quale sarà svelata, dopo un breve convegno, la statua di Carlo I d’Angiò, sovrano a cui si deve la nascita del comune di Celle di San Vito. Il corteo delle autorità e dei cittadini sarà accompagnato dalla banda Città di Pannarano (provincia di Avellino) e dagli sbandieratori del gruppo “Aps Sbandieratori e musici Florentinum” di Torremaggiore. La cerimonia proseguirà con un buffet all’aperto e una cena con le autorità nella sala del Castello. La giornata si concluderà con uno spettacolo pirotecnico. L’anno scorso, sempre per l’inaugurazione della statua, la sindaca Giannini aveva rivolto l’invito al presidente francese Emmanuel Macron, il quale aveva risposto che nonostante avesse preso a cuore l’iniziativa era impossibilitato a presenziare all’evento.
Carlo I d’Angiò è stato al centro della storia delle origini del comune di Celle di San Vito. Nella seconda metà del XIII secolo, infatti, il re francese, dopo aver liberato Lucera dai Saraceni, concesse ai suoi soldati di richiamare le proprie famiglie e stanziarsi, per motivi di sicurezza, presso le cellette dei monaci situate alle pendici di Monte San Vito. Dieci di queste famiglie misero in questo posto le proprie radici fondando Celle di San Vito e dando così vita a una comunità di lingua francoprovenzale. Il comune di Celle di San Vito, con i suoi 150 abitanti, è il più piccolo della regione Puglia e, unitamente al vicino comune di Faeto, rappresenta l’unica isola linguistica francoprovenzale presente nel Sud Italia, riconosciuta e tutelata da una legge dello Stato quale “preziosa minoranza etnico-storico-linguistica”. Il francoprovenzale è stato riconosciuto dall’Unesco lingua a rischio di estinzione e, pertanto, inserita nell’Atlante Atlas come patrimonio culturale immateriale da tutelare. La lingua francoprovenzale è stata orgogliosamente custodita ed è ancora oggi parlata correttamente dalla comunità cellese, anche dai bambini nelle scuole. Si tratta di una lingua tramandata dalle vecchie alle nuove generazioni per sette lunghi secoli. “La forte identità storica ereditata dagli avi francesi costituisce per tutti noi un prezioso scrigno di cultura e tradizioni che continuano a essere costantemente tutelate, valorizzate e tramandate attraverso molteplici iniziative che si susseguono da diversi anni – ha concluso la sindaca Giannini - tra queste vi è, appunto, la realizzazione e posa della statua a Carlo D’Angiò, iniziativa sorta nell’ambito di un progetto culturale finanziato dalla Regione Puglia e dedicato alla scoperta virtuale dei luoghi dello stesso D’Angiò e della via Francigena-Traiana”.

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uniFoggia, 12 luglio 2023 – Per il terzo anno consecutivo l’Università di Foggia, con i suoi 12mila iscritti, si posiziona nella fascia degli Atenei italiani di media dimensione nella classifica Censis 2023-2024.

Un risultato importante a conferma della crescita costante dell’Ateneo di Foggia che registra anche per l’anno 2022-2023 un trend positivo che lo posiziona al quarto posto tra le Università italiane con un +5,33 di studenti regolari (dati MUR-Costo Standard).

Nell’ambito delle 70 classifiche elaborate dal Censis (948 variabili considerate), l’Università di Foggia registra la performance migliore nella didattica posizionando numerosi Corsi di Laurea nella top ten nazionale e nelle prime posizioni tra gli Atenei del Sud Italia.

Entrando nel dettaglio delle classifiche relative alla didattica, l’Università di Foggia si afferma tra le eccellenze con una prima posizione tra gli Atenei del Sud Italia per quanto riguarda le lauree triennali in ambito medico-sanitario, economico, educazione e formazione, agrario-forestale, scienze motorie e sportive. L’Ateneo è in top ten anche per molti dei suoi corsi di Laurea Magistrale, in particolare, per gli ambiti relativi a: educazione e formazione (primi in Italia), medico sanitario (quarti in Italia e primi nel Sud Italia) agrario-forestale, giuridico (terzi in Italia e primi nel Sud Italia), economico (primi nel Sud Italia).

Anche per le lauree a ciclo unico l’Ateneo di Foggia si posiziona quarto in Italia (primo nel Sud Italia) in Odontoiatria e Protesi Dentaria e primo tra gli Atenei nel sud Italia per il corso di laurea in Giurisprudenza.

In merito alla graduatoria generale quest’anno l’Ateneo di Foggia vede migliorare la valutazione relativa alle strutture con un punteggio che varia da 81 dello scorso anno a 85 (qualità di aule, biblioteche, sale studio, laboratori). L’area nella quale si registra la migliore performance rispetto allo scorso anno è quella relativa all’internazionalizzazione (programmi di mobilità internazionale) passando da 82 dello scorso anno a 87 su 100, registrando il quarto miglior punteggio complessivo nella graduatoria nazionale e primo miglior punteggio per il Sud Italia. L’area relativa a comunicazione e i servizi digitali (qualità degli strumenti di comunicazione, siti web e canali social) conferma il risultato eccellente raggiunto lo scorso anno di 93 su 100.

“Al di là dei trend positivi messi in luce dalla classifica Censis, sono particolarmente orgoglioso dei risultati che abbiamo raggiunto, in particolare, nella didattica che, come sappiamo, gioca un ruolo strategico per rilanciare, con forza e determinazione, lo sviluppo della nostra Università che ambisce a diventare sempre più competitiva nell’ambito del sistema universitario nazionale e internazionale e capace di offrire le migliori opportunità ai suoi studenti. – Ha dichiarato il Magnifico Rettore prof. Lorenzo Lo Muzio - La qualità dei nostri percorsi formativi è testimoniata dalle immatricolazioni che, nell’a.a. 2022/2023 ci hanno visto in quarta posizione tra gli Atenei Italiani con un incremento del +3,67% (+5,33% di studenti regolari) e con una variazione positiva di crescita pari al +39,56% (dal 2018 al 2023) alla quale si affianca il +21,54% di studenti regolari (secondo miglior risultato in Italia). Per l’anno accademico 2023/2024 auspichiamo di confermare il trend positivo di crescita delle iscrizioni a conferma dell’attrattività della nuova offerta formativa che si arricchisce di 8 nuovi corsi di laurea portando così il numero complessivo a 47. Naturalmente occorrerà, nel breve termine, migliorare i servizi agli studenti, potenziare ulteriormente le strutture e implementare le attività di placement nella consapevolezza che, a differenza di altri Atenei che hanno registrato performance migliori sull’occupabilità, il nostro Ateneo opera in un Territorio caratterizzato da un tessuto produttivo e imprenditoriale che necessita di essere sostenuto da importanti politiche di investimenti per concretizzare le sue potenzialità.”


Per maggiori informazioni:
www.unifg.it
https://www.censis.it/formazione/la-classifica-censis-delle-universit%C3%A0-italiane-edizione-20232024/gli-atenei-statali

Ufficio Stampa, Comunicazione istituzionale ed Eventi di Ateneo
Università di Foggia

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schermaCAMPIONATI DEL MONDO MILANO 2023, CONVOCATI NELLA SCIABOLA LUIGI SAMELE, MARTINA CRISCIO E MICHELA BATTISTON

ROMA - Sono state diramate le convocazioni per i Campionati del Mondo Assoluti Milano 2023, in programma dal 22 al 30 luglio sulle pedane della Fiera MiCo e validi anche per la qualificazione ai Giochi Olimpici di Parigi del prossimo anno.
Tra i convocati scelti dal CT di sciabola Nicola Zanotti figurano tre atleti legati alla Puglia: si tratta del veterano Luigi Samele, foggiano in forza alle Fiamme Gialle, e in campo femminile di Martina Criscio, foggiana delle Fiamme Oro, e di Michela Battiston, friulana tesserata per l’Aeronautica Militare e che si allena al Circolo Schermistico Dauno.
Il Mondiale di Milano sarà aperto, dal 22 al 24 luglio, dalle fasi preliminari delle prove individuali da cui sono esentati per diritto di ranking tutti gli atleti che rientrano tra i top 16 delle classifiche internazionali: è il caso, ad esempio, di Samele (terzo nel ranking di sciabola maschile), Criscio e Battiston (rispettivamente ottava e dodicesima nella sciabola femminile).
Da martedì 25 luglio, giorno della cerimonia d’apertura che avverrà a partire dalle 17,25 alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, e fino a giovedì 27 si assegnano le medaglie nelle gare individuali; nelle ultime tre giornate, dal 28 al 30 luglio, si disputano le fasi finali delle gare a squadre.
Scenderà dunque per primo in pedana Luigi Samele poiché martedì 25, giorno del suo 36° compleanno, è in programma il tabellone principale di sciabola maschile; giovedì 27 toccherà invece a Martina Criscio e Michela Battiston.
Le gare a squadre sono in programma giovedì 27 e venerdì 28 per il team di sciabola maschile (formato anche da Luca Curatoli, Michele Gallo ed Enrico Berrè) mentre sabato 29 e domenica 30 luglio, giornata di chiusura della rassegna iridata, è la volta della sciabola femminile (con Criscio e Battiston in pedana anche Rossella Gregorio e Chiara Mormile).

Per conto di:
Ufficio Stampa
Federazione Italiana Scherma

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fastconfsal
La politica è subordinata all’azione incomprensibile di RFI Spa? Oltre 4,5 mln di pugliesi e lucani ed il turismo ne risulterebbero ulteriormente danneggiati.
Avviato da ieri il “nuovo” collegamento diretto ferroviario tra Puglia e Campania. 4 ore e 10 minuti i tempi di percorrenza. Molto meno veloce del cd. “rapido” di oltre due decenni fa come fa rilevare anche Federalberghi Puglia. Non competitivo con gli attuali servizi su gomma. La politica, senza intervenire subito, consente ad RFI S.p.A. di continuare ad alimentare le disuguaglianze e le disparità tra cittadini del Nord e del Sud come dimostrato anche dall’Istat in un suo recente Focus sul PNRR.
Da ieri emergono ulteriormente le contraddizioni e i ritardi incomprensibili da parte di RFI S.p.A. che, da anni, la FAST-CONFSAL di Puglia e Basilicata denuncia in forma scritta e motivata, unitamente a quella nazionale, a tutti i livelli istituzionali pugliesi e lucani ma anche a livello nazionale, parlamentare e governativo, l’incomprensibile tardiva realizzazione degli investimenti infrastrutturali nelle due regioni, previsti e finanziati da programmazioni addirittura dal 2007-2013.
La linea ferroviaria AV/AC Napoli-Bari costerà non meno di 7.700 mln€. Con il completamento dell’opera, previsto nel 2027, ci sarà un risparmio rispetto agli attuali tempi di percorrenza di: –1 h (60 minuti) (tratta A) tra Roma e Bari e – 2 h (120 minuti) (tratta B) con tra Napoli e Bari con collegamento diretto. Quello attivato ieri impiega oltre il doppio del tempo previsto!
Tra sottoscrizione del relativo CIS ferroviario e completamento opera ci sono oltre quindici anni e per ogni minuto risparmiato, completando l’opera, si spenderanno oltre 128 mln€/min se si considera la riduzione temporale tra Roma e Bari (tratta A) e oltre 64 mln€/min tra Napoli e Bari (tratta B).
A Foggia con la stazione AV in esercizio, per la quale si registrano incomprensibili ritardi realizzativi (doveva essere operativa dal 2° semestre 2022) come riporta la figura seguente:

si risparmieranno rispetto agli attuali tempi circa 20 min. per gli IC e circa 11 min. per treni AV.
L’opera nonostante costi oggi il doppio dei 20 mln inizialmente previsti (2017), cioè 40 mln di euro risulta avere, in pratica, l’equivalente del costo di 40 secondi di riduzione dei tempi attuali nel caso della tratta A o 18 secondi nel caso della tratta B. Ma la stazione AV non c’è e non ci sono cantieri RFI S.p.A. Esattamente come su scambi e deviatoi, per il PRG Ferro del nodo/polo FSI S.p.A. di Foggia.
“Per tali motivi, come dimostrato dall’attivazione del collegamento Intercity diretto Puglia-Campania da ieri, per ogni viaggio, agli utenti dei treni AV che sono costretti, dal II° semestre 2022, ad impiegare oltre 11 minuti in più a viaggio, si aggiungono anche gli utenti degli Intercity (pugliesi, lucani e gli altri fruitori) da ieri sono costretti ad impiegare oltre 20’ in più -afferma Pasquale Cataneo che è anche responsabile del Centro Studi nazionale - eppure l’altra stazione a Foggia, a 4 km dalla prima e da connettere con BRT o con estensione degli attuali servizi ferroviari locali in essere, è già finanziata e condivisa dagli EE.LL con delibere consiliari: Comune (n.13/2017) e Provincia (n.11/2018) di Foggia. Inoltre – sottolinea l’esperto di sviluppo territoriale - è a bassa complessità progettuale, con costi molto contenuti (da 1/20 a 1/40 rispetto ad altri lavori con pari benefici) e tempi di realizzazione molto più ragionevoli rispetto ad opere sulla stessa linea. Essa consentirà di conseguire le stesse riduzioni di percorrenza, una volta che RFI S.p.A. si deciderà a realizzarla… al pari di altre, come il secondo fronte di stazione per quella centrale di Foggia come fatto oculatamente per altre Città pugliesi e non sul quale siamo pure impegnati.”
Stesso trattamento e altrettanto incomprensibili motivazioni di mancata realizzazione sono stati riservati da RFI S.p.A. pure per l’elettrificazione, eliminazione P.L., ecc. della linea ferroviaria Potenza-Foggia (era prevista già nel F.S.C. 2007-2013) con la diramazione per San Nicola di Melfi.

“La FAST-CONFSAL rinnova, per quanto sopra riportato, l’invito pressante a tutta la Politica pugliese e lucana di richiedere un Tavolo urgente a livello ministeriale MIT nel quale affrontare e definire, con la presenza dei vertici istituzionali di Regione Puglia e Basilicata, Provincie di Potenza e Foggia, Comune di Foggia unitamente a quelli di RFI S.p.A. e dei Commissari governativi e delle parti sociali, - rimarca il sindacalista autonomo della Confsal - le eventuali problematiche e le soluzioni su questi segnalati investimenti ed altri interventi in capo ad RFI S.p.A., come l’andamento dei lavori sul raddoppio Lesina-Termoli per la loro valenza sistemica. Queste opere interessano oltre il 7,5% della popolazione italiana, se ci si limita ai soli residenti. Sarà capace la Politica pugliese e lucana di fare ciò? Vedremo. Noi della FAST-CONFSAL – chiosa il Segretario generale di Puglia e Basilicata- siamo pronti insieme alla nostra Segreteria Nazionale e alla Confederazione, come fatto già in altre occasioni, a confrontarci dati alla mano avendo come direttrice d’azione il valore degli investimenti e del lavoro, ponendo innanzi l’interesse pubblico, la riduzione dei divari territoriali, le pari opportunità e gli stessi servizi essenziali, come in questo caso, della mobilità sostenibile per passeggeri e merci per la crescita del Mezzogiorno e complessiva di tutto il nostro Paese.”

FAST CONFSAL DI PUGLIA E BASILICATA

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ospedalesan giovanni rotondoLa nuova modalità di assistenza-accoglienza combina l’approccio intensivistico classico, reso possibile dalla stretta collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Mediche, due Unità di Anestesia-Rianimazione e la Cardioanestesia, con il metodo integrato per la gestione delle condizioni di fragilità nell’anziano

Curare pazienti ad elevata complessità che possono necessitare di stretto monitoraggio clinico-strumentale, trattamento con ventilazione artificiale o di supporto emodinamico con farmaci vasoattivi. È l’obiettivo dichiarato della nuova Unità di “Degenza ad alta intensità di cura” dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, diretta dal geriatra Antonio Greco, ed operativa dal mese scorso nell’Ospedale di San Giovanni Rotondo.
Gestita dal personale medico della Geriatria e da uno staff infermieristico realizzato dall’integrazione di professionisti provenienti dalle aree geriatriche e di rianimazione, la nuova realtà clinico-assistenziale è dedicata prevalentemente al trattamento della fragilità nel paziente anziano critico. Dotata di 10 posti letto monitorizzati e di ventilatori ospedalieri di alta fascia per la ventilazione artificiale (invasiva e non invasiva), nonché di supporti per il sostegno dell’emodinamica, oltre ad assistere gli anziani fragili si propone di prevenire il ricovero o di ridurne la permanenza nelle terapie intensive.
La transizione epidemiologica – successiva al crollo della natalità e all’aumento considerevole dell’aspettativa di vita sia per gli uomini che per le donne – ha fatto sì che i due terzi delle persone, che si rivolgono in condizioni di emergenza ad un ospedale per acuti, siano compresi in una fascia di età anziana. Per questo motivo è necessaria una nuova modalità di assistenza-accoglienza che combini un approccio intensivistico classico, reso possibile dalla stretta collaborazione tra l’intero Dipartimento di Scienze Mediche, due Unità di Anestesia-Rianimazione e la Cardioanestesia, con un metodo consolidato per la gestione della fragilità presente da 10 anni nell’Unità di Geriatria dell’Ospedale di San Giovanni Rotondo.
«La fragilità rappresenta per l’anziano il miglior predittore di esito sfavorevole e rappresenta una sorta di vulnerabilità a superare qualsiasi evento stressante sia di tipo biologico che psicologico – spiega Antonio Greco, medico geriatra responsabile della “Degenza ad alta intensità di cura” dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza –. La valutazione multidimensionale geriatrica, che nel corso degli anni si è dimostrata il miglior metodo per la valutazione della fragilità, riesce infatti, quando applicata, a ridurre la mortalità del paziente anziano in qualsiasi ‘setting’ assistenziale. L’aspetto più innovativo che viene realizzato all’interno della nuova unità è proprio l’impiego di questa valutazione in grado di individuare e trattare in maniera precoce le grandi sindromi geriatriche del paziente critico, quali il delirio e la sarcopenia, ed individuare i rischi potenziali di un trattamento quasi sempre poli farmacologico. La nuova unità operativa – conclude Greco – rappresenta l’unico esempio nel Sud Italia di gestione dell’anziano fragile in condizioni di elevata criticità, costituisce attualmente un importante sfida per i sistemi ospedalieri e si propone quindi come possibile attuale modello di ‘best practice’ in ambito nazionale».

 

 

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